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Autore: lmpaoli94    15/11/2017    0 recensioni
Sei ragazze giovani unite da un’amicizia molto singolare.
Sei amiche molto diverse tra di loro con un destino che li segnerà in comune: la morte.
Victoria, una delle sei ragazze, muore in circostanze alquanto misteriose, venendo ritrovata sulle sponde di un fiume in piena notte.
Chi sarà la prossima tra di loro?
Chi sarà l’assassino?
Perché le vuole uccidere tutte?
Non vi resta altro che scoprirlo.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai nel suo vialetto senza farmi vedere.
La sua casa aveva la finestra del soggiorno aperta.
«E’ passata la tua amica Karen di qui. » sentii dire appena mi avvicinai.
«Quando? » domandò bruscamente Melanie.
«Poco fa’. »
«Ti ha detto cosa voleva? »
«No. Ha detto solo che ti cercava…»
Lo sguardo di Melanie si fece più cupo e tenebroso.
La visita  che ebbi poco fa’ a casa sua la stava turbando.
Che cosa poteva preoccuparla di me?
«Melanie, ultimamente ti vedo molto strana… Cosa ti succede? È a causa dell’assenza di Taylor che ti senti così?»
«Così come? Io sto bene, mamma. Non ti devi preoccupare. »
«E invece mi preoccupo e come… Non ti riconosco più. Non sembri più la stessa…»
«Mamma, te lo chiedo gentilmente: lasciami in pace. »
Sua madre non osò controbattere.
Voleva sapere a tutti i costi come stava sua figlia.
Ma lei, di certo, non la stava aiutando.
«Se c’è qualcosa che ti preoccupa, me lo diresti vero? »
«Certo» mentì Melanie cercando di calmare la curiosità di sua madre «Adesso me ne vado di sopra, ok? Vuoi sapere qualcos’altro? Tipo quante volte vado in bagno? »
Non avevo mai visto Melanie rispondere così a sua madre.
Sua madre, indignata, non rispose, uscendo dal soggiorno per andare a chiudersi in cucina.
“Melanie, cosa stai facendo?”
La ragazza si diresse di sopra molto lentamente.
Ora spiarla sarebbe stato più difficile.
Ma non potevo fermarmi ora.
Come una ladra, m’intrufolai in casa sua fuori dalla porta della sua camera.
La stanza era socchiusa, riuscendo così a vedere cosa stava facendo.
Compose un numero sul suo cellulare che non riconobbi.
«Sì, sono io> iniziò a dire con tono cupo Dopo aver inizialmente parlato, Melanie mise il vivavoce.
«Come mai è così sospettosa? Che cosa hai fatto?»
La voce dall’altra parte era contraffatta.
Non riuscivo a comprendere se era un uomo o una donna.
«Niente di che… Sono solo andata a parlargli…»
«Che cosa gli hai detto?»
«Ho cercato di buttare tutti i sospetti su di Katherine. »
Nel sentire quella frase, lo sconosciuto dall’altro capo del telefono s’imbufalì.
«Sei una stupida! Come hai potuto fare una cosa del genere?! Adesso Karen, che non è stupida, potrebbe sospettare di te. »
«Io non ho niente da nascondere. Non centro niente in questa storia!»
«Centri eccome! E se non cerchi di comportarti normalmente, scaricherò tutta la colpa su di te, facendoti finire nei guai.>
La minaccia dello sconosciuto risuonò nelle mie orecchie come una palla di cannone.
«Non lo farai mai. Dopo tutto quello che ho fatto per te…»
Melanie aveva le lacrime agli occhi.
Questa minaccia la fece molto impaurire.
Ma soprattutto, i miei sospetti erano reali: Melanie è una complice.
Complice della morte di Victoria.
Ora dovevo solo scoprire con chi stava parlando.
Dovevo coglierla sul fatto o fare finta di niente?
«Tu non hai fatto mai niente di veramente importante per me! Levatelo dalla testa!
«Che tu sia maledetta!»
Maledetta? Quindi è una donna.
Ma non riuscii a scoprire lo stesso come si chiamava.
Melanie riattaccò il cellulare, lanciandolo per terra.
Stranamente, non andò in mille pezzi.
Piangeva come una fontana.
Più per rabbia che per disperazione.
Volevo consolarla.
Ma non era il momento migliore.
Dovevo andare a fondo di questa verità.
Dovevo cogliere la palla al balzo interrogandola subito.
Aprii la porta, e quando mi vide, sbiancò di colpo.
«Che cosa ci fai tu qui?»
«Io… Beh, mi trovavo nei paraggi e sono venuta qui a trovarti.»
Non ero molto brava nelle menzogne.
«Bugiarda! Tu mi stavi spiando!»
«No, non è vero!»
«Da quant’è che ti trovavi dietro la porta di camera mia?»
Non potevo continuare così.
Dovevo dirgli la verità.
«Abbastanza da capire che centri con la morte di Victoria…»
Se solo avesse potuto, Melanie sarebbe sprofondata nell’oblio.
Ma invece era in camera sua dinanzi a me.
Non poteva scappare.
Non gliel’avrei mai permesso.
«Quindi hai capito tutto… Hai capito che sono una complice…»
«Perché l’hai fatto… Melanie, Victoria ti voleva bene.»
«Victoria era una stronza! Mi ha rubato prima il ragazzo, e poi è andata a dire a tutta la scuola che aveva scopato con lui! Bella amica, vero?»
«Ma tu e Taylor non stavate insieme…»
«Non ancora… Ci stavamo frequentando di recente uscendo spesso assieme… Poi è arrivata quella bionda sgualdrina e se l’è portato a letto. Non gliel’ho mai perdonata.»
«Chi è stata ad ucciderla?»
Ma Melanie non rispose.
Era troppo arrabbiata e nervosa con se stessa per parlarmi.
«Dimmelo Melanie!»
«No! A differenza sua, io non la tradirò mai.»
«Tradire chi? La tua complice?»
«Karen, devo dirti di andartene e di non immischiarti più in questa faccenda.»
«Non ci penso nemmeno! O tu mi dici chi è stato, o ti denuncio alla polizia.»
Presa da una rabbia incontrollabile, Melanie tirò fuori da sotto il letto una pistola.
«Non oserai…»
Ero spaventatissima.
Una delle mie migliori amiche aveva la pistola puntata su di me.
«Melanie, dove hai trovato quella pistola?»
«Non ha importanza…»
«È quella che ha ucciso Victoria, vero?»
«E anche se fosse?»
«Melanie, cerca di ragionare…»
«No! So di avere sbagliato… E so anche che non posso tornare indietro… Ma tu non dirai niente a nessuno…»
«Che cosa vuoi farmi? Uccidermi?»
Aveva le lacrime agli occhi.
Non sapeva cosa fare.
Ma in quel momento ero certa che non l’avrebbe mai sparato.
«Io… no, non posso…»
«Melanie, metti giù la pistola… Lasciati aiutare…»
«Karen… Perdonami…»
Dopo averla puntata contro di me, Melanie se la puntò contro la sua tempia.
«No! Melanie!»
Non potevo permettere che finisse così.
Anche se Melanie aveva fatto una cosa orribile, non potevo permettere che si uccidesse in questo modo.
Piombai addosso a lei per evitare il peggio.
Fortunatamente, il colpo non partì, riuscendo a salvare la mia amica.
Presi dalla sua mano la pistola.
Melanie era veramente distrutta.
Non mi sarei mai aspettato che potesse arrivare a tanto.
Dovevo assolutamente aiutarla.
«Melanie, smettila di piangere… È tutto finito.»
«Karen… Mi sento persa come il buio della notte… Mi sento così sola…»
«Ma tu non sei sola!»
«Karen… Cosa posso fare?»
«Dimmi solo chi l’ha uccisa… Solo così potrai ritornare a vivere in pace.»
«Ma dopo finirò in prigione?»
«Se confessi, non verrai condannata. E poi, sei minorenne.»
In quel momento, sapevo che Melanie non mi avrebbe mai deluso.
Poteva contare su di me.
«Tamara… È stata Tamara.»
   
 
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