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Autore: changeling    15/11/2017    0 recensioni
Doveva essere una cosa rapida.
Un giorno solo, dicevano, più e una settimana di osservazione. Cinquecento dollari per non fare niente.
Doveva essere per il bene della scienza, anche, ma a rimetterci sono stato io.
Quell'esperimento ha stravolto totalmente la mia vita, il mio mondo, me stesso!
La colpa, ovviamente, è tutta degli scienziati, e il giorno in cui mi capiteranno tra le mani saprò come rifarmi. Ma c'è un'altra persona che ritengo responsabile. E' la causa principale di tutti i miei problemi da quel maledetto giorno. E' insopportabile, intrattabile, odiosa e, con mio sommo sconforto, sempre con me.
E' l'unica persona di cui non posso liberarmi. Perché è nella mia mente.
...
Agh! Ma che cazzo!
Genere: Mistero, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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#9_Reese
Lo chiamai la mattina dopo, alle sei e mezza. In genere a quell'ora non ero nemmeno in grado di ricordarmi il mio nome, ma Milo si alzava con le galline e andava a lavorare presto, quindi non avevo molta scelta. Il termine era breve.
Il telefono squillò due volte. Quando rispose, non mi diede il tempo di dire niente.
-No- fece, e attaccò.
Fissai lo schermo, indecisa se sentirmi offesa o semplicemente presa in contropiede. Selezionai di nuovo il numero e attesi.
-Lascia almeno che ti spieghi- dissi non appena accettò la chiamata.
-Non hai bisogno di spiegare niente. Conferenza, videogiochi, ti serve il mio aiuto per capirci qualcosa. La risposta è no. Ti avevo fatto risparmiare del credito.-
Questa dannata telepatia si stava facendo sempre meno divertente e più fastidiosa.
-Perchè no?-
-Perchè non ho tempo! Devo andare a lavoro, seguire una lezione e preparare un esame, non posso sprecare un pomeriggio a spiegarti l'ABC della realtà virtuale.-
-Quando ce l'hai l'esame?-
-Tra un mese.-
-Ma allora!-
-Chi ben comincia è a metà dell'opera.-
Dio, come poteva essere così irritante? Sperai che il cameriere del bar lo chiamasse in fretta, davanti a Jordan.
-Senti, ti sto pregando, mi serve un bell'articolo, e ho bisogno di una mano per le cose più complicate. All'ABC ci penso io.-
-Allora puoi pensare anche alle "cose complicate".-
-Ti prego? Per favore? Nemmeno per la tua compagna di mente?-
-Senti tu!...- 
Stava per mettersi a sbraitare, lo sapevo, l'avevo provocato abbastanza volte da riconoscere quel tono con certezza. Attesi, tenendo il telefono lontano dall'orecchio per non perdere l'udito, ma l'unica cosa che sentii fu il rumore di una specie di mantice. Aggrottai le sopracciglia, sorpresa: stava facendo dei respiri profondi. Dopo qualche secondo, Milo sibilò: -No, per l'ultima volta no.-
Fu allora che mi accorsi che stavamo entrambi sussurrando. Vincent stava dormendo nella camera accanto, perciò tenevo il volume basso, ma lui perchè...
-Perchè stai parlando a bassa voce?- chiesi, colta da un sospetto.
-Cosa?-
-Sei rimasto a dormire da Jordan, non è così?- 
Sentii il sapore del fastidio mescolato al trionfo. Per lui poteva rimandare lo studio, vero? Ma questo voleva dire che anche a lui piaceva Jordan! Ah! Lo sapevo.
-Io... no, senti, cosa t'importa? Lo sapevi che sarei venuto da lui.-
-"Venuto"? Quindi sei ancora lì? Awww... E stai parlando piano per non svegliarlo?-
Riuscivo a vederlo davanti a me, rosso come un pomodoro, con quella vena pulsante sulla tempia. Solo che non voleva disturbare Jordan e io non ero a portata di mano, quindi non poteva sfogarsi. Così imparava.
-Sto andando a lavoro.- scandì attentamente.
-Mi piacerebbe poter fare la stessa cosa.-
Il ragazzo dall'altra parte, bastardo insensibile, non fece una piega al mio tono miserevole. Era tempo di giocare la carta dello scambio.
-Senti, facciamo così. Tu mi aiuti questo pomeriggio, e io ti faccio fare delle domande alla conferenza. Che ne pensi?-
Milo esitò.
-Dai, riflettici bene. Potrai chiedere tutto quello che vorrai ad alcuni dei migliori programmatori di videogiochi del Paese. Non ti fa nemmeno un po' di gola?-
Silenzio.
-...Tutto quello che voglio?-
Preso!
-Dopo le domande importanti per il mio articolo.-
Serviva solo un'ultima spinta...
-Magari ti faranno provare il nuovo prodotto in demo prima dell'uscita sul mercato.-
Okay, c'era una possibilità su mille che succedesse davvero, e lo sapevamo entrambi. Ma quella possibilità sembrava valerne la pena, perchè Milo crollò.
-Va bene- grugnì.
-Sì!- 
Sollevai i pugni al cielo e improvvisai una danza della vittoria in salotto, saltando sul divano. Sentii delle proteste dall'altra parte della linea, ma non me ne curai affatto. Sobbalzai quando sentii delle mani stringersi intorno alla mia vita da dietro.
-Chi devo ringraziare per questa magnifica vista appena sveglio?-
-Vince!- esclamai. Il telefono si fece silenzioso. Sapevo che il mio breve attacco di panico era stato trasmesso a Milo, e sapevo anche che non era dovuto all'essere stata colta di sorpresa. -Ti mando un messaggio con l'indirizzo e l'ora, ok? A dopo.- blaterai nel microfono alla velocità della luce, poi chiusi la comunicazione. Lanciai il telefono sul divano e abbracciai il mio fidanzato, cercando di ricacciare indietro la staffilata di paura. Non c'era motivo perchè dovesse sospettare qualcosa, ma non riuscivo a controllare la mia reazione ogni volta che Vincent mi sorprendeva a parlare con, o di, Milo.
-Ehi, bellezza. Ben svegliato.- lo salutai.
Vincent mi fece scendere dal divano e mi baciò. Io mi sciolsi letteralmente contro di lui. Non c'era paura che gli tenesse testa, anche quando riguardava lui stesso. Mi rilassai.
-Ehi a te.- mormorò con la voce ancora roca dal sonno -Con chi parlavi?-
-Un mio amico studente di programmazione. Mi aiuterà a capire qualcosa alla conferenza stampa, più tardi.-
Gli avevo parlato della conferenza ieri sera, quando ero andata da lui in agenzia. Gli avevo spiegato che mi metteva a disagio non contribuire alle spese del matrimonio, anche se lui aveva insistito che potevo prendermela con calma, e gli avevo anche detto che da quel momento in poi avrei cominciato ad accettare più lavori. Aveva accettato la mia decisione con comprensione, come sempre.
-Mmmm, uno studente. Devo preoccuparmi? Adesso che ti ho chiesto di sposarmi non ti metterai a cincischiare con uomini più giovani, vero?-
Ritrassi la testa per guardarlo in faccia e capire se stesse scherzando. Aveva quest'abitudine di non cambiare mai il modo in cui parlava, quindi non sapevo se mi stesse prendendo in giro a meno di guardarlo negli occhi. Scintillavano di sorrisi in quel caso, come ora. Sbuffai una risata.
-No, decisamente non devi preoccuparti. Tra me e Milo non ci sarà mai niente del genere.- Il pensiero era comico in maniera quasi disgustosa. Milo sicuramente non ci avrebbe visto niente di divertente e sarebbe stato disgustato e basta. -Tra noi la cosa è più... sorella maggiore, fratello minore.-
-Milo, l'amico di Jordan?- chiese, sciogliendo parzialmente l'abbraccio e guidandomi in cucina. Lo guardai, sorpresa e improvvisamente preoccupata.
-Lo conosci?-
-No, ma l'ultima volta che ho visto Jordan me ne ha parlato. Secondo me ha una cotta per lui.- Mi fece l'occhiolino.
Io risi, sollevata. Decisi che potevo permettermi di condividere qualche informazione in più. -Sì, è completamente andato. Credo che anche Milo sia interessato a lui. Non è cieco, dopotutto.- Solo fortemente miope, ma le lenti a contatto servivano a questo. Vincent era abituato ai miei palesi apprezzamenti nei riguardi del suo genere. Sapeva anche di essere la mia idea di perfezione, dato che non ne avevo mai fatto mistero, quindi non mi preoccupavo mai che i miei commenti fossero fraintesi. Continuai a chiacchierare mentre tiravo fuori dal frigorifero latte e succo d'arancia. -All'inizio pensavo che fosse solo un effetto "imprinting", sai. Milo è venuto a patti con il suo orientamento da poco tempo, e Jordan l'ha aiutato tanto, quindi era normale che nascesse qualcosa. Ma sto cominciando a pensare che ci sia di più. Stamattina l'ho chiamato, e aveva passato la notte da lui.-
Portai le caraffe a tavola, incrociai il suo sguardo e sogghignai. -Indovina cosa stavano facendo ieri sera?-
-Bè, ho una mezza idea, ma non mi sono mai preoccupato di informarmi estensivamente.-
Risi. -Toppato alla grande. Hanno messo un film, e sono stati tutto il tempo a dividersi due vaschette di gelato sul divano.- Jordan mi aveva mandato uno scatto preso di nascosto la sera prima. Ma avevo dato per scontato che Milo sarebbe tornato a casa, dopo.
Vincent sollevò un sopracciglio, mettendosi a sedere. -Come due trentenni single?-
-Sì! Te lo dico io, questo è amore.-
Ci mettemmo a fare colazione, il tavolo coperto di cibo (per lo più pre-confezionato: nè io nè Vincent eravamo maghi dei fornelli). -Che film era?- chiese lui.
-Blade Runner. Milo è un'appassionato di fantascienza, anche se lui la chiama "sci-fi". E' un nerd all'ultimo stadio, e credo che stia corrompendo Jordan.-
Era così strano parlare di lui con Vincent. Non mi era mai passato per la mente di mescolare questi due lati della mia vita, ma non poi era così male. Non voleva dire che Vincent avrebbe scoperto il mio legame con Milo, se gli raccontavo di lui. Il mio appena scoperto stato di tranquillità venne subito distrutto dal suo commento seguente.
-Sembra un tipo interessante. Potremmo invitare lui e Jordan a cena, questo finesettimana, che ne dici? Sarebbe come una sorta di minuscola festa di fidanzamento, non trovi?-
Divenni di pietra. Parlare di Milo? Ok, fattibile. Invitarlo a conoscere, anzi, ad incontrare di persona Vincent? A prescindere dal pericolo che potessimo tradirci, ma l'imbarazzo! Rividi davanti agli occhi l'espressione di Milo al bar lo scorso pomeriggio. Era stato solo per un momento, ma l'avevo riconosciuta, e avevo provato l'intenso desiderio di strangolare lui, e poi me.
-Reese?-
Sollevai di scatto la testa. -Certo. E' un'idea fantastica, come una specie di uscita a quattro, solo che saremmo... a casa. Oggi glielo dico, così ci possiamo organizzare.-
Vincent annuì, sorrise, e tornò alla sua colazione. 
Cosa. era. uscito. dalla MIA BOCCA???!!
  
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