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Autore: Liris    15/11/2017    2 recensioni
"C’era una volta un’altra piccola volpe. Non era molto amata da Inari, e lei ricambiava questo sentimento.
Lei amava la notte e della morte era confidente. Beveva dalla fonte della conoscenza e giocava a far perdere la strada ai cacciatori molesti.
Di malizia si vestiva e danzava sotto le stelle, ridendo delle sciocche piccole volpi che si fidavano della natura dell’uomo…
E delle sue sibilline parole"

Giochiamo d'astuzia, nella scelta di parole ed azioni, che portano a precisi epiloghi infelici.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin, Nogitsune, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stiles

Eιcнeɴ Hoυѕe
20 Ottobre 2017 
ore 00:06
 
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-𝒞’𝑒𝓇𝒶 𝓊𝓃𝒶 𝓋𝑜𝓁𝓉𝒶 𝓊𝓃𝒶 𝓅𝒾𝒸𝒸𝑜𝓁𝒶 𝓋𝑜𝓁𝓅𝑒...-

Fastidioso era il neon, che illuminava la stanza asettica ed in perfette condizioni; non che avesse troppa mobilia per creare un vero caos, ma la brandina aveva le lenzuola ben sistemate e il cuscino intatto, quasi come se nessuno ci avesse davvero dormito sopra.
Le dita picchiettavano contro il pavimento di linoleum, ritmo impercettibile e sconosciuto se non a chi ne stava giusto producendo la “melodia”
Le gambe erano incrociate e il busto curvo in avanti, dando alla schiena una posizione a semi arco: il pavimento sembrava essere una comodità maggiore del bianco materasso intatto e perfettamente in ordine.

-C’era una volta una piccola volte, dal manto pregiato e l’astuzia negli occhi.- La voce sottile, una litania continua che proseguiva chissà da quanto, mentre gli occhi seguivano il nulla davanti a loro.
Il vetro che divideva quella stanza dal resto del mondo permetteva a questo di sentire quel ritornello continuo grazie solo a dei piccoli fori presenti verso la fine della lastra, come al prigioniero di seguire i passi ponderati di un visitatore.
-C’era una volta una piccola volpe che riposava sul bordo del precipizio, fra gli alberi fitti e le fronde fruscianti. C’erano una volta i cacciatori di pelli, che seguivano il sentiero e ne cercavano le impronte.- 
I passi si fecero più vicini e gli occhi chiari s’alzarono verso la presenza che aveva deciso di sostare proprio davanti al vetro. Poteva sembrare quasi una teca, dall’esterno, che metteva in mostra un esemplare di qualche specie rara.
-C’era una volta una piccola e sciocca volpe, che tese il muso verso l’uomo, dandogli fiducia. Sai come finisce la storia?- Domandò alla ragazza di fronte, che nel suo mutismo ebbe un sussulto, stringendo quasi spasmodicamente la tracolla della borsetta. Gli occhi così sgranati, nel suo solito modo di dimostrare mille emozioni contrastanti.
Le labbra si strinsero appena, diventando ancora più carnose, con quel rossetto perfetto che le tingeva di un rosso rubino.
-La piccola volpe viene uccisa…?- 

Stiles si alzò con un fluido movimento, sgranchendo i muscoli delle gambe, mentre i piedi nudi provarono la sensazione del pavimento gelato, mandando l’informazione al cervello.
-C’era una volta un’altra piccola volpe. Non era molto amata da Inari, e lei ricambiava questo sentimento. Lei amava la notte e della morte era confidente. Beveva dalla fonte della conoscenza e giocava a far perdere la strada ai cacciatori molesti.- Teneva un sopracciglio alzato, Stiles, mentre parlava atono; il capo chino in avanti, poco più sulla destra, seguendo il respiro conciso di Lydia, che nella sua immobilità profumava di nervosismo e paura.
-Di malizia si vestiva e danzava sotto le stelle, ridendo delle sciocche piccole volpi che si fidavano della natura dell’uomo…E delle sue sibilline parole.-

Il silenzio calò nella stanza, come nel corridoio esterno, dove la giovane ebbe un moto di ribellione a quel discorso senza senso, alle sue orecchie.
-Non sono venuta per ascoltare delle favole.-
-Chi ti dice che lo siano?- Rise appena Stiles, posando le mani sul vetro, mentre le palpebre si socchiudevano e il sorriso s’affilava di pregiata fattura. –Sei venuta a scusarti e a tirarmi fuori di qui?-
-No, e no.-
-Sai che non mi terrete qui per sempre…- Inspirò lentamente, la Volpe, studiando ogni cambiamento nell’espressione di Lydia, che prese successivamente la fermezza che tanto la contraddistingueva.
-Almeno fino a quando non ti faremo tornare normale.- 

Un’altra risata, dei passi ovattati per la stanza, e il peso del corpo del giovane prese posto sul materasso, che cigolò irriverente; una gamba piegata e l’altra distesa oltre il bordo del letto.
-E’ così divertente?-
-Si, molto. Non cado due volte nello stesso tranello. Anzi, sarà proprio chi ha cercato di distruggermi a farmi uscire da qui.-
Lydia storse il capo, guardandolo con scetticismo a quelle parole.
-Scott vuole bene a Stiles, ma non fino a questo punto.-

L’altro fece una piccola smorfia convinta con la bocca, trasformandola poi in un sorriso furbo.
-Chi ha mai parlato di Scott…- 

La luce al neon nella stanza calò d’intensità. Una, due volte. Una terza.
La Banshee alzò il capo per seguire lo stesso fenomeno per il corridoio nel quale si trovava ed avvertì gli altri pazienti sovrannaturali entrare in uno stato di nervosismo.
-Cosa stai facendo?- Era acuta la voce, il quesito posto con rabbia.
Stiles socchiuse un occhio, infastidito dal potere della ragazza, che anche da oltre il vetro arrecava danno al suo fine udito.
-Io niente. Ricordi? Tutta questa parte dell’Eichen House è fatta di frassino. Mi rende come addormentato, mi seda in modo naturale…E non è solo quello.-
Lydia sembrò avere un’illuminazione e indietreggiò di un passo.

-Campi elettromagnetici…- Sussurrò, vedendo in Stiles l’ombra di un cupo sorriso di malcelato divertimento.
La luce mancò di colpo e si accesero le spie d’emergenza, insieme alle piccole lampade per i momenti di blackout.
Sobbalzò la giovane, vendendo ora Stiles in piedi di fronte al vetro, dove poco prima la distanza che li separava era ben maggiore.
La Volpe piegò il capo verso destra, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento esterno, mentre i rumori si fecero ora più pressanti all’inizio del corridoio.
-C’era una volta una piccola volpe, inesperta e piena di rabbia. Voleva vendicare le code perse della madre. Arguta ma sciocca, si fece prendere dalla fretta, e Inari non ebbe più interesse nel proteggerla.-

Alzò una mano chiusa a pugno, vedendo Lydia indietreggiare di altri passi, mentre la consapevolezza del sopraggiungere di Kira era ormai palese ai suoi occhi.
Diede solo un colpo, e il vetro ebbe una vibrazione ipnotica, prima d’iniziare a creparsi.
La Banshee non diede tempo al materiale di disgregarsi, perché lanciò un urlo di attacco, così pensando di poter stordire nuovamente Stiles, come aveva già fatto in precedenza.
Chiuse gli occhi il giovane, indietreggiando nel tenersi la testa scossa dal potere di Lydia.

E solo quando questa frenò la voce vide il vetro intatto, privo di alcuna crepa: com’era possibile?
Nuova consapevolezza la colpì, quando gli occhi di Stiles, luminosi nel loro dorato splendore si puntarono divertiti su di lei.
Era stata un illusione, la crepa, il lento declino del vetro che li separava.

Ma ora il crack che avvertì era davvero presente, era reale. L’aveva usata per dare il vero colpo di grazia alla teca che lo imprigionava.
Andò in frantumi nell’esatto momento in cui Stiles si allungò per picchiettare le dita sulle prime crepe, beandosi del suono che produssero.
I piedi nudi del giovane seguirono un dritto percorso, avvicinandosi al corpo della Banshee, ritto e immobile, schiena contro il muro alle sue spalle.
Le si fece vicino, inspirò il profumo della pelle del suo collo, e le sussurrò suadente un “Grazie, Lydia.” prima di girare il volto verso la presenza di Kira, avvolta dallo spirito della Kitsune del Tuono che la possedeva, all’inizio del corridoio. 
-C’era una volta una piccola volpe…Una piccola volpe sciocca e inesperta, che voleva sfidare la volpe più antica.-



 




Note d'Autrice

Buondì!
Ebbene si, sono approdata in questo fandom, perché avevo un po' di idee e non volevo che rimanessero nel nulla, tra i tanti file del pc.
Questa piccola one-shot nasce con un desiderio preciso: portare alla luce una versione diversa dei fatti che accaddero a Stiles, con il Nogitsune. Il tutto è iniziato sul fake (per chi non ne fosse al corrente, è il "mondo" del gioco di ruolo sulla piattaforma di Facebook) e un po' è morta lì.
Mi dispiaceva, lo ammetto, perché Stiles ha preso diverse piacevoli psicologie che volevo affrontare, e quale posto migliore della mia "casa" viruale, Efp?
Ebbene, sono una profana, sappiatelo: non ho ancora finito Teen Wolf, ma il lavoro mi impedisce di continuare questa magnifica serie. Prometto comunque di mettermi in pari quanto prima. Quindi non ghigliottinatemi se Stiles prenderà pieghe diverse, in altre One-shot. 

See you :)
 
   
 
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