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Autore: Seiyako    15/11/2017    1 recensioni
Londra (Inghilterra), periodo medievale. La principessa Isabella siede bella e imperiosa sul suo trono, sua madre è morta dandola alla luce e suo padre, il malvagio re Thomas, è passato a miglior vita da ben 5 anni. Non avendo eredi maschi, è toccato ad Isabella salire sullo scranno del castello. Pur essendo molto avvenente, non ha mai accettato una proposta di matrimonio da parte dei suoi tanti pretendenti. Sembra che l'idea di sposarsi non le passi neanche per la testa. Tuttavia, Isabella cede alle parole sagge dei suoi consiglieri e decide di lanciare una sfida.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 ALLA BUON’ORA!


Agata era stremata, non ce la faceva più a stare rannicchiata in quella prigione buia. Aveva freddo, i polsi e le caviglie le si erano intorpidite, voleva essere slegata, e subito. Non sapeva per quanto ancora avrebbe retto in quelle condizioni. Le pupille le si erano dilatate e il buio non era più cosi pesto ai suoi occhi, era una magra consolazione, ma almeno aveva la possibilità di intravedere qualcosa. Ogni volta che udiva dei rumori, drizzava per bene le orecchie e provava a gridare nella speranza che qualcuno la sentisse e scendesse per salvarla, ma niente. Speranza vana. Si agitava non appena quei suoni lontani, attutiti dalle fondamenta, svanivano o si allontanavano. Si guardava attorno, doveva pur esserci un corpo contundente con cui slegare i lacci. Non c’era nulla, solo un piccolo pezzo di roccia appuntito. Tuttavia non si perse d’animo, si contorse come meglio poteva e camminò gattonando fino alla roccia. Se Alexander l’avesse vista , sicuramente avrebbe riso, non faceva altro che prenderla in giro sulle sue buffe trecce e su quanto fosse ancora troppo bambina per occuparsi di alcune mansioni al di sopra delle sue forze. Il pensiero del fratello, la fece ritornare indietro nel tempo.

Uuurgh aaarh uff aaaargh  Agata mugolava con voce strozzata, brandiva un forcone  e cercava in tutti i modi di infilzare la biada nei denti dell’attrezzo per poi scuoterla nelle ciotole del mangime per i cavalli. Provava e riprovava, ma quell’aggeggio era troppo pesante. Sbuffò nel vedere che era solamente riuscita a posare pochi fili di paglia. Corrucciò la fronte e si sedette sbuffando, non aveva più voglia di lavorare. –Hey sorellina, si batte la fiacca?- domandò sarcasticamente Alexander. Il ragazzo era appena entrato nella stalla e reggeva due secchi pieni d’acqua con entrambe le mani. Agata lo fissò irritata, suo fratello aveva una fisionomia molto robusta rispetto alla sua. –Come riesci a farlo?- chiese Agata con una nota di stizza. – A fare cosa?- rispose di rimando Alexander, mentre svuotava i secchi nell’ abbeveratoio. – A fare tutti questi lavori pesanti, io ci ho rinunciato- Alexander rise –Forse perché non sono mansioni adatti a dei bambini, ma solamente ad uomini forti e valorosi come me- Agata gli fece una linguaccia e disse –Primo, non sono una bambina. Secondo, sei un vero narcisista e ti avviso che se da ora in poi vorrai trovare un pasto caldo pronto a tavola, impara a cucinare. Io non cucinerò mai più per te-  - E lasceresti il tuo fratellino morire di fame?- replicò Alexander schioccandole le dita sul naso. –Puoi contarci- rispose lei incrociando le braccia al petto. Si guardarono negli occhi e scoppiarono in una fragorosa risata. – Vieni sciocchina- disse Alexander afferrandola e posandosela di sbieco sulle spalle –insegnami a cucinare-  -Alexander, fammi scendere- supplicò la ragazza agitandosi e dandogli dei colpetti sulla schiena.

Agata si riposizionò con la schiena alla parete, cercò di sollevare le braccia e ad arrivare alla parte appuntita della roccia. Non appena percepì la punta, cominciò a muoversi dondolandosi. La corda era molto robusta e le ci vollero dieci minuti abbondanti per riuscire a sfibrarla. Finalmente sentì un Tac e i suoi polsi si liberarono. Se li massaggiò per qualche secondo e con la stessa maestria riuscì a liberare anche le caviglie. Avvertiva un formicolio ai piedi, ma a parte questo, stava bene. L’unica cosa rimasta da fare era trovare l’uscita. Si ricordò che Sir Aaron era entrato dalla parte sinistra del corridoio, dove c’erano le scale. Cominciò ad incamminarsi, ma subito dopo andò a sbattere contro un uomo, il quale cadde a terra. Agata trasalì pensando al peggio, ma si tranquillizzò subito non appena riconobbe la sagoma del fratello. Afferrò la torcia infuocata dal muro e gliela mise davanti al viso. –Alexander, alla buon’ora. Se avessi aspettato ancora il tuo aiuto sarei stata fresca- il ragazzo sbuffò massaggiandosi la natica –Oh è sempre un piacere sapere che la propria sorella non ha perso l’abitudine di lamentarsi, nonostante suo fratello maggiore abbia rischiato il culo per venire fin qui a soccorrerla-  -Muoviti, andiamo- Agata gli tese la mano e lo aiutò a rialzarsi. Stavano per avviarsi verso la porta che conduceva al piano superiore, ma una figura imponente gli sbarrò la strada esclamando a gran voce –Hey voi due, fermi li. Dove credete di andare?-
 
 
 
 
  
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