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Autore: LazySoul    15/11/2017    4 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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12. Duello


Non era la prima volta che Hermione usciva dalla sala comune di Grifondoro nel bel mezzo della notte, andando contro le regole della scuola.
Quella volta però tutto era diverso.
Non stava andando a salvare il Mondo Magico o ad aiutare i suoi amici a sconfiggere i Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominati. 

Quello che stava andando a fare andava contro la sua etica, ma c'era in gioco la vita del suo gatto ed Hermione amava groppo Grattastinchi per poterlo abbandonare tra le grinfie di Malfoy.

Certo, sarebbe potuta andare dalla McGranitt, riferirle ogni cosa e aspettare che si occupasse lei di quel presuntuoso furetto. Ma aveva come l'impressione che Malfoy sarebbe riuscito a farla franca, in un modo o nell'altro.
Doveva risolvere la questione personalmente; dare una lezione al biondo arrogante Serpeverde (proprio come aveva fatto il terzo anno tirandogli un pugno), salvare Grattastinchi e sperare di essere lasciata in pace.
Era riuscita a sgattaiolare fuori da camera sua senza svegliare Calì e Lavanda, indossando il mantello dell'invisibilità di Harry per precauzione e vestendosi a strati perché non aveva intenzione di prendersi un malanno.
Non aveva raccontato nulla ai suoi amici di ciò che era successo. Non sapeva bene perché non l'avesse fatto; quella situazione le ricordava quando aveva tenuto loro nascosto il fatto che Victor Krum l'avesse invitata al ballo.
Si era sempre sentita in dovere di avere i propri segreti, era convinta che Harry e Ron, in quanto ragazzi, non sarebbero mai riusciti a comprendere appieno alcuni suoi pensieri.
Come avrebbe mai potuto raccontare quello che stava succedendo con Malfoy senza parlare delle emozioni contrastanti che le suscitava?
Era meglio tenere tutto segreto. Harry e Ron non avrebbero mai capito.
Per i corridoi faceva freddo e ringraziò di essersi vestita a strati, così da evitare di prendere il raffreddore che mieteva numerose vittime in quel periodo dell'anno.
Aveva il cuore che le batteva furiosamente nel petto, provocandole un diffuso malessere; era come se la cassa toracica non riuscisse a contenerlo.
«Calmati, ce la puoi fare», sussurrò, premendo la mano contro lo sterno, proprio nell'incavo tra i seni.
Il tragitto dalla torre di Grifondoro a quella di Astronimia fu privo di avvenimenti; ebbe la fortuna di non incrociare Gazza o Mrs Purr.
«Coraggio, Hermione, sarà un gioco da ragazzi», mormorò con un filo di voce mentre metteva piede sulla torre di Astronomia.
Molte persone, Malfoy compreso, avrebbero potuto pensare che quella fosse arroganza, in realtà Hermione in quel momento era insicura e per darsi forza le era utile sentire la voce di una persona razionale darle consigli e rincuorarla. Il fatto che la voce fosse la sua era un misero dettaglio.
«Buonasera, Mezzosangue», la accolse la voce derisoria di Malfoy che, appoggiato ad una colonna, la stava aspettando.
In quell'istante scoccò il primo rintocco della mezzanotte.
Rimasero in silenzio, guardandosi con aria di sfida, aspettando che tornasse il silenzio nel castello.
Solo quando i dodici rintocchi terminarono, Hermione parlò: «Dov'è Grattastinchi?»
Malfoy si staccò dalla colonna e illuminò fiocamente con la magia la stanza, permettendole di vedere il suo amato gatto, rinchiuso nella gabbietta contro un muro.
Hermione avrebbe voluto correre da lui, salvarlo e poi fuggire. Ma era una ragazza di parola. Se per arrivare al suo gatto doveva sconfiggere prima Malfoy a duello, così avrebbe fatto.
«Iniziamo?», chiese, puntando i suoi occhi scuri su quelli chiari del biondo.
«Quanto sei impaziente», commentò il Serpeverde, un sorrisino malizioso a increspargli le labbra.
«Non posso permettermi di perdere troppe ore di sonno», disse lei, posizionandosi su un lato dell'ambiente, tirando fuori la bacchetta e fissando l'avversario con occhi colmi di sfida.
«Altrimenti? Ti si formano le occhiaie?», chiese Malfoy, posizionandosi nella parte opposta della stanza.
Rimasero a osservarsi per qualche istante, entrambi con la bacchetta estratta e la risoluzione negli occhi.
«Pietrificus Totalus!»
«Protego».
Un sorriso comparve sul volto di Hermione.
«Stupeficium!»
Draco riuscì a spostarsi giusto in tempo per evitare di essere colpito.
«Expelliamus!», urlarono in coro e l'istante dopo entrambe le bacchette furono sbalzate via dalle loro mani.
Rimasero sconvolti a fissare i loro legni in mezzo alla stanza per due secondi buoni, poi si precipitarono su di esse, decisi a riprendere il duello.
Le bacchette erano finite vicine e il primo a raggiungerle fu Malfoy. Tutto quello che Hermione poté fare, fu gettarsi a peso morto sul biondo, così da impedirgli di armarsi di entrambe le bacchette.
«Merlino se pesi!», si lamentò lui, cercando di togliersela di dosso.
Hermione, ostinata, premette ulteriormente il corpo sulla schiena di Malfoy.
«Sta giù!», gli ordinò, ma il biondo aveva altri piani e l'istante successivo Hermione si trovò a con la schiena a terra, accanto al Serpeverde alla sua sinistra.
Rimasero entrambi a prendere fiato per qualche secondo, poi i loro sguardi si incrociarono.
La prima a sollevarsi fu Hermione che, certa di non poter raggiungere le bacchette prima di Malfoy, fece quella che le sembrava la mossa migliore.
Saltò nuovamente addosso al biondo, bloccandolo sotto di sé.
«Mezzosangue», si lamentò lui, poggiando le mani sulle sue spalle per allontanarla.
La Grifondoro, mentre Malfoy cercava di liberarsi del suo peso sullo stomaco, cercava di raggiungere le bacchette poco distanti.
Quando il biondo si rese conto del piano della ragazza, la afferrò per i fianchi tenendola stretta; così da impedirle di afferrare i legni poco distanti.
«Malfoy lasciami!», urlò la riccia, tentando di divincolarsi.
Il Serpeverde avrebbe voluto non pensarci, ma era quasi impossibile; come avrebbe potuto impedire al suo corpo di reagire a quel contatto intimo?
Forse la Granger non se ne rendeva conto, ma lui sentiva chiaramente la forma del suo seno contro di sé, per non parlare del resto del corpo della riccia che era letteralmente spalmato sul suo.
E più lei si divincolava, più lui faticava a tenere a bada l'eccitazione.
«Maledetto!», esclamò lei, prima di riuscire a sfuggire alla sua stretta.
Malfoy l'aveva lasciata andare. Non sarebbe riuscito a resistere un minuto di più. Aveva dovuto lasciarla, altrimenti sarebbe impazzito e avrebbe fatto qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.
Hermione afferrò la sua bacchetta e tornò verso il Serpeverde, brandendola con orgoglio e uno sguardo vittorioso stampato in volto.
Il biondo era sdraiato a terra, le braccia spalancate ai suoi lati e gli occhi chiusi; sembrava svenuto.
«Malfoy?», chiamò la riccia, avvicinandosi.
Quando non ricevette risposta la ragazza si inginocchiò accanto a lui, avvicinando il viso al suo, così da sentire se respirava.
Fulmineo il biondo aprì gli occhi e alzò un braccio, catturando tra le dita la nuca e una folta manciata di capelli della riccia.
Draco Malfoy baciò Hermione Granger con rabbia e frustrazione, riversando su quelle labbra i suoi sentimenti confusi; dove odio ed eccitazione si mescolavano e intrecciavano stretti.
Hermione aveva gli occhi sbarrati e osservava quelli chiari del ragazzo che la stava baciando, con stupore.

Quando Hermione si ritrasse divincolandosi dalla stretta di Malfoy, nessuno dei due ebbe il coraggio di dire qualcosa.

Il silenzio era tale da fischiare rumorosamente nelle orecchie.

Quand'era stata l'ultima volta che erano rimasti in silenzio, loro che dovevano sempre riempirlo con insulti e frecciatine?

A Draco tremavano le mani, alla riccia le ginocchia.

Nessuno dei due si era aspettato di sentirsi così sperduto per un semplice bacio.

Hermione fu la prima a tornare in sé; senza voltarsi indietro, recuperò il suo gatto e corse lontano dalla torre di Astronomia. 

Lei che non si era mai tirata indietro di fronte a nulla, stava fuggendo come una codarda.

Malfoy rimase sdraiato ad ammirare il lucernario della torre a lungo, immobile.

«Questo non me l'aspettavo», sussurrò, sospirando profondamente.

Draco Malfoy, purosangue, mai si sarebbe aspettato di baciare una mezzosangue e non una qualunque, ma la Mezzosangue Zannuta So-Tutto-Io Granger.

E quel bacio, gli era anche piaciuto.

«Devo farmi vedere da un Medimago».

 

 

*******

 

Ciao a tutti!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate voglia di lasciarmi un commento per farmi sapere la vostra opinione!

Buon weekend!

Un bacio,

LazySoul

  
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