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Autore: LazySoul    15/11/2017    8 recensioni
[Terzo libro della serie "Mai scommettere col nemico", si consiglia la lettura dei due libri precedenti]
Trama:
Hermione Granger è tornata a scuola.
Il mondo magico non è più lo stesso dopo l'ultima guerra, quella contro Voldemort, che ha portato morte e sofferenza nei cuori di molti studenti di Hogwarts.
Hermione però non è sola, ha i suoi amici, oltre a Draco Malfoy, il ragazzo di cui è innamorata.
Non è facile però tornare alla solita e tranquilla routine scolastica.
Non lo è per Hermione, ma non lo è soprattutto per Pansy Parkinson, che sembra essersi allontanata molto dai suoi amici Serpeverde dopo lo scontro della settimana precedente, impedendo a chiunque di avvicinarsi più del dovuto.
Per non parlare di Luna e Blaise, ora una coppia a tutti gli effetti, sempre pronti a condividere la loro saggezza dando preziosi consigli a Daphne Greengrass e Padma Patil, che sembrano continuare a rincorrersi senza mai trovarsi.
Saranno vere le voci che girano? Bellatrix Lestrange vuole davvero vendicare la morte di Voldemort o sono solo pettegolezzi privi di fondamento?
Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Padma Patil, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai Scommettere col Nemico'
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1. New balance



Sulla lavagna spiccava in una grafia minuta ed elegante il nome: "Lara Bing".

Dietro alla cattedra, una donna dai tratti orientali e un timido sorriso sulle labbra accoglieva gli studenti con brevi cenni del capo.
Appena la vidi inorridii.
«Non bastava l'apertura di due nuovi negozi di cinesi a Diagon Alley? Ora ci dobbiamo anche sorbire lezioni di Pozioni da Mss Cina?», si lamentò Daphne, scuotendo la bionda chioma con fare teatrale.
Sorrisi alle sue parole, sedendomi accanto a lei: «Questa scuola sta letteralmente cadendo a pezzi», mi lamentai, appoggiando il volume di pozioni sul banco.
«Mai giudicare un libro dalla copertina», s'intromise Blaise dal banco di fronte, scoccandoci un'occhiata di rimprovero.
«Grazie, saggio Zabini», sbuffò Daphne, alzando gli occhi al cielo.
«Come faremmo senza le tue perle di saggezza?», rincarai la dose, beccandomi una botta al braccio da parte del mio amico.
«Quando la smetterai di essere così superficiale, Malfoy? Pensavo che stare con la Granger ti avesse...»
«Smettila Ronald! Non ho intenzione di passarti i miei appunti di Trasfigurazione, te l'ho già detto», esclamò la Mezzosangue in questione, attirando la mia attenzione verso la zona rosso e oro dell'aula.
Riconobbi la massa disordinata di capelli ricci che, sciolti, le ricadevano sulle spalle e la schiena. Le dita mi formicolarono per la voglia che avevo di stringerli; ne conoscevo perfettamente la consistenza ruvida, lo spessore e il modo in cui ondeggiavano — flutti scuri rispetto al bianco della pelle — mentre facevamo l'amore.
Le spalle erano curvate in avanti, aveva già la penna in mano e la pergamena dispiegata di fronte; pronta a prendere appunti.
Avrei voluto che si voltasse, i due secondi necessari per vedere i suoi occhi scuri, le ciglia folte e la fronte aggrottata per il disappunto; avrei voluto passarvi il dito e rilassare quel cipiglio che, ne ero certo, stava increspando la sua espressione proprio in quell'istante.
«Buongiorno», disse la voce della professoressa, attirando l'attenzione di tutti e la mia solo parzialmente. Avrei continuato a fissare la nuca della Granger fino a quando lei non si fosse voltata. Se necessario...
«Sei ridicolo», mi sussurrò all'orecchio la Greengrass, facendomi stringere con forza la mano a pugno e voltare totalmente verso la cattedra. Daphne aveva ragione, ma feci comunque in modo di avere nel mio campo visivo la Granger, mentre prestavo attenzione all'insegnante.
«Mi chiamo Lara Bing e sono la vostra nuova professoressa di Pozioni. Mi sono fatta elencare dal Professor Lumacorno gli argomenti che sono già stati trattati in classe, così da non perdere tempo e poter andare avanti col programma. Oggi vorrei mettervi alla prova, per farmi un'idea delle vostre capacità. Per questo proverete a realizzare singolarmente l'Elisir per Indurre Euforia, so che ne avete brevemente parlato col professor Lumacorno, quindi è ora di mettere in pratica ciò che avete imparato. Buon lavoro», disse l'insegnante. La voce della donna non era delicata e sottile come avrebbe potuto suggerire la sua costituzione fisica, ma forte e chiara, tanto da spingermi a provare per lei, malgrado i miei pregiudizi, un minimo di rispetto. Appena finì di parlare, alle sue spalle, sulla lavagna scomparve il suo nome, sostituito dagli ingredienti e la procedura per ricreare la pozione da lei scelta.
Malgrado il poco rispetto che provavo per lei, era comunque un peccato che il professor Lumacorno avesse deciso di abbandonare la cattedra per prendersi una lunga vacanza.
«Ma Pansy?», chiese Daphne, guardandosi intorno e colpendomi al braccio con abbastanza forza da farmi voltare verso di lei. Fui costretto a distogliere lo sguardo dalla nuca della Granger per poter fulminare la mia vicina di banco.
«Non sono io a dormire nella stessa stanza della Parkinson. Dovrei chiederlo io a te», le feci notare, massaggiandomi la zona offesa.
Daphne alzò gli occhi al cielo: «Non sapevo di essere diventata la sua balia».
«Se per questo non vedo perché dovrei...»
«Tutto bene, ragazzi?», chiese la voce troppo vicina di Mss Bing, facendoci sussultare. "Come ha fatto ad avvicinarsi così silenziosamente?", mi chiesi, fissandola con stupore.
«Tutto bene», dissi, fingendo un sorriso, mentre mi alzavo e mi dirigevo verso gli scaffali, alla ricerca degli ingredienti necessari.
Approfittai dell'occasione per pizzicare il fianco della Granger e rubarle un bacio a stampo, quando mi trovai accanto a lei, entrambi alla ricerca della squama di sirena.
«Malfoy! Siamo in aula!», mi rimproverò la riccia, colpendomi il braccio col suo solito fare manesco.
Sorrisi: «Questa sera, stesso posto, stessa ora», le sussurrai all'orecchio, mentre l'aiutavo a recuperare il barattolo sullo scaffale in alto, che conteneva il cumino dei prati.

«Quanta arroganza», commentò con tono infastidito, ma vidi chiaramente il sorriso malizioso che incurvò le sue labbra, il tempo di un battito di ciglia ed era già scomparso, sostituito dal suo cipiglio concentrato, mentre metteva a fuoco la scritta sulla lavagna per recuperare l'ingrediente successivo. 
«Non vedo Pansy in giro», disse, sbirciando verso il banco occupato da Blaise e nessun altro.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Lei e la Greengrass si erano per caso messe d'accordo?

«Non so dove sia», dissi, recuperando la polpa di zucca e la ruta.

Hermione annuì, pensierosa.

Sapevo a cosa stava pensando, era lo stesso a cui pensavo pure io: se ci fossimo comportati diversamente, saremmo riusciti a impedire la morte di Nott? O la morte di qualsiasi altro caduto durante la battaglia?

Eravamo tornati ad Hogwarts da due giorni. Chi poteva si aggrappava agli amici per non lasciarsi sopraffare dalla depressione, chi non aveva più amici faceva di tutto per non rimanere solo. Pansy invece era come uno dei fantasmi di Hogwarts; uno spirito pensieroso che vagava per i corridoi o per i sotterranei, ogni tanto andando a lezione, altre volte preferendo stare da sola in camera sua. In quei due giorni mi aveva rivolto la parola una volta, per chiedermi l'ora, per il resto era rimasta chiusa in se stessa e aveva impedito a chiunque di entrare. Hermione aveva provato più volte a parlarle, anche Daphne e Blaise si erano cimentati in tale impresa, ma nessuno aveva ottenuto il minimo risultato.

Neville Paciock, poco distante, si voltò verso di noi, con gli occhi colmi di compassione.

Lo fulminai con lo sguardo, lasciandogli intendere di togliersi dalla mia visuale; non avevo bisogno della sua pietà o quella di nessun altro. Ricordai in un flash la battaglia, i morti e quella terribile sensazione di budella attorcigliata all'idea di morire, all'idea di vedere Hermione morire, all'idea di non riuscire a salvarmi e a salvarla.

Senza pensarci, allungai una mano, confortato dal contatto con la pelle tiepida dell'avambraccio della mia ragazza. La Granger sollevò lo sguardo, scrutandomi con curiosità.

«Va tutto bene», disse semplicemente, appoggiando il capo contro la mia spalla, trasmettendomi il senso di pace di cui avevo bisogno in quel momento.
«Prendetevi una stanza voi due», si lamentò Daphne, il calderone appoggiato al fianco e una boccetta contenente squame di sirena in una mano.
«Concordo», borbottò Weasley, beccandosi un'occhiataccia dalla Serpeverde, che lo scrutò con uno sguardo a metà strada tra il disgustato e l'altezzoso.

Ignorando il modo patetico in cui Weasel sorrideva alla mia amica, quasi volesse cercare di instaurare una sorta di tregua con lei, afferrai i pochi ingredienti che mi mancavano, il mio calderone e mi diressi verso il fondo dell'aula. Accarezzai con lo sguardo il corpo di Hermione per un'ultima volta, prima di concentrarmi sul compito assegnato dalla "professoressa" Bing.

Seguii alla lettera le istruzioni riportate alla lavagna, rispettando i tempi e le dosi prestando la solita attenzione maniacale. Non era casuale che Piton mi considerasse il migliore del suo corso.

Piton.

Era strano non vederlo più al tavolo degli insegnanti durante colazione, pranzo e cena. Come era strano non sentirlo togliere punti a quei buffoni di Potter e Weasley, o fulminarli col suo sguardo colmo di disprezzo. Il giorno prima mi era quasi sembrato di vederlo percorrere i corridoi dei sotterranei col suo passo sicuro e cadenzato, col mantello nero che ne abbracciava la figura snella.

Smisi di triturare la squama di sirena e presi un profondo respiro, nel tentativo di non lasciarmi sopraffare dall'emotività.

In quell'istante, dalla parte opposta dell'aula sentii qualcuno singhiozzare.

Calì Patil era davanti al suo calderone, gli ingredienti disposti disordinatamente sul banco e le mani strette in due pugni. Aveva le nocche bianche da quanto le stringeva.

Tutti o quasi erano voltati verso di lei, osservavano il suo dolore con un misto di pietà e morbosità. Era così comune vedere persone piangere in quei giorni, malgrado ciò entrare nel dolore di un altro aveva ancora un certo fascino. Qualcosa a cui era difficile sottrarsi.

«Signorina?», la chiamò la professoressa Bing, guardandola stranita da dietro la cattedra.

«Lei non avrebbe mai avuto bisogno dell'Elisir dell'Euforia», mormorò tra un singhiozzo e l'altro, le guance arrossate e il viso rigato di lacrime fino al mento.

Senza aggiungere altro Calì uscì dall'aula, portandosi dietro la sua borsa.

Nell'aula era calato un silenzio di tomba.

Tutti avevano capito a chi si stesse riferendo la Grifondoro, non era difficile immaginare che stesse pensando alla sua migliore amica, a quell'uragano inopportuno e sempre sorridente di nome Lavanda Brown.

La professoressa Bing fece per seguirla, ma Daphne la bloccò: «Vado io a vedere come sta», disse, con un tono di voce stranamente apprensivo.

La guardai, allucinato, chiedendomi da quando la Greengrass fosse amica o considerasse anche solo lontanamente Calì Patil come essere umano.

La bionda Serpeverde dovette intuire la domanda che era palesemente scritta sulla mia fronte aggrottata dalla confusione, perchè mi si avvicinò per sussurrarmi un'unica parola all'orecchio prima di uscire: «Padma».

Un sorriso comprensivo mi incurvò le labbra.

Daphne era ostinata più che mai a conquistare la ragazza per cui provava una malsana attrazione; era stanca di aspettare e dopo la guerra alla quale era miracolosamente sopravvissuta, aveva deciso di non perdere ulteriore tempo e di imbastire subito un piano per entrare nella cerchia delle amicizie di Padma Patil. Apparentemente aveva deciso di iniziare a fare il lavaggio del cervello alla sorella gemella.

«Comincio a pensare che quella ragazza abbia più palle di te», disse Blaise, guardandomi di sottecchi dal banco di fronte.

Sollevai un sopracciglio, sentendomi a dir poco insultato dal suo commento: «Cosa te lo fa pensare?»

«Insomma, per stare con la Granger devi avere molto coraggio, non lo metto in dubbio, ma Padma? Quella fa paura», disse Zabini, muovendo il mestolo con cui stava mescolando la pozione in aria mentre gesticolava: «Ti ricordi quella volta, al... mi sembra quarto anno, quando ha urlato contro Zacharias Smith, dicendogli che non aveva intenzione di "uscire con uno snob con la puzza sotto il naso come lui"?»

Sorrisi al ricordo. Mi ero premurato personalmente di ricordare l'accaduto a Smith per mesi, prendendolo in giro per essersi fatto mettere i piedi in testa da una Corvonero frigida. Mi ero beccato una gomitata nelle costole quando Daphne aveva sentito il modo in cui avevo chiamato la sua "amata", ma ne era valsa la pena; la faccia paonazza e colma di vergogna di Smith era a dir poco esilarante. Peccato che i suoi avessero deciso di mandarlo a studiare all'estero, terrorizzati che il loro prezioso bambino potesse farsi male tornando nella pericolosa Hogwarts.

«Mi manca Smith», ammisi, ricordando i bei tempi in cui mi divertivo a prenderlo in giro.

«C'è sempre Paciock», mi ricordò Zabini, guardando dalla parte opposta dell'aula, dove il Grifondoro in questione stava cercando di capire perché la sua pozione fosse color rosso sbiadito invece di giallo intenso.

«Da quando ha aiutato Potter "a salvare il Mondo" si è montato la testa, non è più facile come una volta fargli i dispetti», gli feci notare, mescolando il contenuto del mio calderone che era del colore giusto.

"Un'altra pozione perfettamente riuscita da aggiungere alla mia collezione", pensai compiaciuta.

«Che peccato, toccherà crescere e trovare hobby maggiormente costruttivi», commentò Blaise, con un sospiro fintamente addolorato.

«Tipo?», chiesi, sigillando la mia pozione in una boccetta, alla quale allegai un pezzetto di pergamena col mio nome.

«Tipo scacchi».

Sia il mio sguardo, sia quello di Blaise si spostarono su Weasley che, dall'altra parte dell'aula, mescolava tristemente la sua pozione, dello stesso colore dei suoi capelli.

«Scacchi direi di no», dissi, lasciando vagare lo sguardo tra le divise rosso ed oro, fino a quando non trovai i ricci ribelli che stavo cercando: «Non voglio rischiare di diventare come Weasel».

Hermione mi dava le spalle e stava dicendo a Potty come doveva fare per non rovinare irrimediabilmente la pozione; non riuscivo a sentire la sua voce, ma me la immaginavo seccente e petulante come suo solito. Davanti a lei il contenuto del calderone era color giallo intenso, proprio come il mio.

«Siete proprio fatti l'uno per l'altra», mi lesse nel pensiero Zabini, facendomi sussultare.

«Come scusa?», gli chiesi, distogliendo lo sguardo dalla figura a dir poco tentatrice della mia ragazza.

«A quando il matrimonio?», rincarò la dose Blaise, beccandosi un coppino sulla nuca.

«Presto, spero», disse Daphne, comparendo alle mie spalle con un sorriso radioso in volto: «Sabato esco con Calì ad Hogsmade, le ho promesso di confidarle tutti i miei segreti per essere sempre perfetta in ogni occasione. Già mi ama».

Io e Blaise ci lanciammo uno sguardo divertito.

La Greengrass non aveva idea della situazione in cui si era andata a cacciare.

 

*****

Ciao a tutti! 😍

Sono così emozionata che fatico a contenere la gioia: finalmente, sono riuscita a pubblicare il primo capitolo di "Mai innamorarsi del nemico"! 💪🏻

Daphne è più agguerrita che mai, Blaise è sempre il solito (pronto a dispensare consigli e a fare commenti pungenti), Draco è lo snob Serpeverde di sempre e Hermione la saccente che tutti noi amiamo.

Mi rendo conto che come capitolo è piuttosto triste, ma penso che sia normale; sono sopravvissuti ad una guerra (che è terminata da una settimana e due giorni). Non so voi, ma io li ammiro per non essere tutti delle Calì piangenti, ma essere abbastanza forti da riuscire a non mostrare troppo la loro tristezza.

Voglio sapere assolutamente cosa ne pensate! Spero abbiate tempo e voglia di lasciarmi qualche commento 😁

Cercherò di aggiornare il più presto possibile (comunque non prima di una o due settimane, temo), ma non vi prometto nulla perché non voglio darvi false speranz🙈

Un bacio enorme a tutti 😘

LazySoul

 
  
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