Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: httpjohnlock    15/11/2017    3 recensioni
# raccolta di flashfic/drabble/os sui più vari argomenti e situazioni, dei più differenti generi e rating ma tutto sulla pelle di john watson e sherlock holmes.
I. Sherlock era freddo, stava congelando e il suo polso sottile tra le mie dita non trasmetteva altro.
II. Non sono gay, ma le nostre mani e le nostre menti sembrano perfettamente vive e reali solo se mescolate insieme.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

• Parole: 8696;
• Genere: song fic, angst, fluff;
• Rating: verde.


 
... and I'm just left alone to cry.

 


Una sola volta lo vidi piangere e mi promisi di fare di tutto, qualsiasi cosa a qualsiasi costo pur di non vedere più neanche una lacrima graffiargli quel viso che tanto amavo.


Era una sera di un giorno non come gli altri — perché con Sherlock Holmes la monotonia e la routine sono termini fuori dal mondo; ero appena tornato all'appartamento quando l'ho visto.
Era proprio lì, accasciato alla parete, sotto la finestra mezza aperta, il vento invernale che gli tormentava i boccoli scuri.
Io non sono come lui, io che un po' lento in certe occasioni anche un po' distratto e con la testa tra le nuvole.
Mica sono come lui.
Nonostante ciò mi ci vollero neanche cinque secondi per notare una figura accartocciata avvolta nella penombra, per accorgermi del suo tremore 
lieve e trattenuto, come se nel vedersi così si vergognasse di se stesso, nudo della sua armatura da sociopatico indifferente di fronte ai sentimenti.
Solo che dopo un po' quell'armatura inizia a diventare come piombo e non ce la si fa più a sopportare quel peso e allora si crolla, si crolla e tutte le proprie fragilità emergono fuori, perché le emozioni non possono essere trattenute, nascoste, camuffate, dimenticate, sviate, mimetizzate, eliminate.

Restai all'uscio per qualche istante sentendomi come fossi inchiodato al pavimento, per poi precipitarmi da lui correndo goffamente.
Ero terrorizzato, terrorizzato dal timore di poterlo perdere, di perdere la salvezza.
Perché io, John Watson, senza Sherlock Holmes ero solo un'ombra vuota che scivolava ancora e ancora.

Quasi gridai il suo nome, inginocchiandomi e afferrandogli il polso abbandonato sul petto.
Un fascio della flebile luce di un lampione gli squarciava gli zigomi pronunciati e pallidi, le palpebre abbassate debolmente, le labbra semichiuse e violacee; nonostante ciò, quel che mi dilaniò il cuore fu le sue guance umide.
Piccole gocce, perlate, salate, senza vergogna.


«Sherlock, mi senti?»
Una sensazione di panico mi stava squassando, e mi odiavo, mi odiavo tremendamente per non essere stato lì con lui in quel momento, ma non potevo perdere il controllo, non con l'assenza del suo.
Sherlock, che pretendeva sempre di avere l'ultima parola, adesso non parlava, non muoveva volontariamente neanche un muscolo, così feci per spostarmi dietro di lui e prenderlo tra le braccia ma qualcosa mi urtò una caviglia.
Grugnii e scossi la testa con ferocia, presi quella dannata siringa e la scagliai da qualche parte della stanza buia e disordinata, che era ciò che avrei voluto fare con tutti i tormenti di quell'uomo.
Avrei voluto prendergli il cuore e ripulirlo con le mie labbra, riscaldarlo con le mie mani e fargli rendere conto di quanto di più bello e prezioso fosse.
Avrei voluto prenderlo a pugni, arrossargli la faccia di schiaffi e dirgli che era una testa di cazzo, ma mi sostenni alla parete
 l'unica cosa stabile in quel momento e lo portai ad appoggiare il dorso contro la mia spalla destra, tra le mie gambe.

Sherlock era freddo, stava congelando e il suo polso sottile tra le le mie dita non lo tradiva; riuscivo però a sentire le pulsazioni irregolari, e finché Sherlock era vivo era tutto okay.
Finché il cuore di Sherlock batteva era tutto okay.
Ero un medico, ero bravo, ero stato un soldato, ma con Sherlock Holmes tra le mie braccia, l'unica cosa che riuscivo a fare era affondare la bocca tra i suoi ricci e aspirarne forte l'odore ordinandomi di scacciare via le lacrime e il terrore.
Inziai a pregarlo di parlarmi, di dire qualsiasi cosa, di farmi irritare come qualche ora prima, di non farmi questo, e quanto mi sentii di nuovo in vita quando mugolò il mio nome accompagnandolo ad un fremito lungo tutto il corpo gracile.
Che sentii anch'io.

«Oh, Sherlock» singhiozzai nella sua folta chioma.
Non era la prima volta che vedevo Sherlock drogato, ma quella era la prima volta che lo vedevo assente.
«Sei tornato» La sua voce era flebile come la luce che illuminava debole i nostri volti.
«Pensavo che-»
«Cosa? Cosa pensavi?» Mi sporsi per guardare i suoi occhi.
«Che non tornassi più».

 
 
oh, you can't hear me cry 
see my dreams all die 
from where you're standing 
on your own.

Sherlock è lì sulla sua poltrona, con le braccia che avvolgono le ginocchia.
Sente le ossa e le sente così pesanti, come se stessero per farlo sprofondare in un oblio.
Le pupille vispe e luminose vagano senza meta, insistendo sulla poltrona vuota di fronte a lui.
Sherlock aspetta John da ormai centoventotto minuti, controlla insistentemente il cellulare in attesa di qualche messaggio da John, da Lestrade... anche da Mycroft, anche un messaggio che inizia con “ciao” gli andrebbe bene.
E invece il nulla più assoluto.
Sta arrivando.
Sta arrivando.
La signora Hudson starà facendo il suo pisolino pomeridiano, perché alle orecchie del consulente investigativo non arriva nessuna canzone spacca-timpani o il rumore dell'aspirapolvere.
John
 il suo John — era uscito perché, irritato da un futile capriccio di Sherlock, aveva bisogno di riempire i polmoni di un po' dell'aria fresca e rigenerante di Londra.
oh, when you told me you'd leave 
I felt like I couldn't breathe.
Un motore senza tasto per essere spento, un treno a tutta velocità, un urlo angosciante.
Ecco com'era il suo cervello.
Sherlock guarda attraverso il teschio sul camino e gli sembra di vedere la sua scorta di sigarette e cocaina chiamarlo, e la voce di John  il suo John che gli ordina di non farlo, di non farsi sopraffare, che sarebbe arrivato presto.
Sherlock si guarda intorno come se quel luogo gli fosse improvvisamente estraneo, incapace di analizzare, e affonda il volto sulle ginocchia.
Sta arrivando.
Sta arrivando.
Sherlock non fa che ripeterselo ma intorno a sé tutto è pesante, così opprimente che la pelle gli brucia, guarda le sue dita affusolate tremare e non riesce a fermarle, a controllarle.
Sta arrivando.
Sta arrivando.

Sherlock è convinto che il suo dottore varcherà presto la soglia e lo salverà di nuovo, come fa sempre, con uno dei suoi rimproveri, la sua camminata ad ampie falcate e la sua presenza.
Basta questo, a Sherlock Holmes: John Watson sulla sua poltrona.
Però John non arriva e Sherlock scuote la testa e si dirige verso il camino.
Ecco il tasto off.
it's so quiet here  
and I feel so cold, 
this house no longer 
feels like home. 


Feci un risolino d'amarezza e tristezza.
Come poteva anche solo lontanamente pensare che l'avrei lasciato solo?
Come poteva anche solo lontanamente pensare che l'avrei lasciato solo in tutta quella merda?
Lo strinsi forte a me tenendolo per la vita, facendo scontrare i nostri bacini
e il collo
e la sua schiena al mio petto.

«Non potrei mai fare una cosa simile» 
«Ho tanto freddo, John» mormorò con voce stanca.
«Ti porto a letto» Feci per muovermi ma mi fermai immediatamente non appena vidi il suo collo candido allungarsi fino a posarsi nell'incavo del mio.
La sua gola scoperta ed io mi sentii impazzire, ubriaco dal profumo della sua pelle.

«Non andartene»
«Non sto andando via, Sherlock» sussurrai, spostandogli dei riccioli dalla fronte.
Sentii il suo corpo scivolare da me, gelido e privo di forze.
Tirando su col naso, lentamente mi sfilai la giacca e il maglione beige con i quali coprii alla ben meglio il suo busto vestito solo di una maglietta leggera e dalla sottile vestaglia blu.
Gli presi poi le mani, stringendole forte terrorizzato dal poterle sentire sgretolarsi.
Quel silenzio era nauseante ed io mi sentivo piccolo e oppresso, schiacciato da quelle mura così familiari.
«Cos'è successo?» domandai piano, con le labbra sulla sua tempia destra, solo per bearmi di quelle leggère pulsazioni.

«Non te ne andare»
«Sono qui, Sherlock.»
Lo sentii tremare tra le mie gambe.
Non sapevo cosa fare, pensare, se parlare o tacere, chiamare l'ambulanza o stare lì cercando di sciogliere quel ghiaccio.
Meno male che sei un dottore.

Sherlock cambiò improvvisamente posizione inginocchiandosi di fronte a me impacciato e debole. Mi poggiò le mani sulle guance.
«John»

Mi sfiorava la pelle, lo sentivo percorrere le linee irregolari delle rughe, tastava le ossa e ogni sporgenza e rientranza, osservando con attenzione scientifica. Il tocco dei suoi polpastrelli mi fece rabbrividire e serrare la mandibola, ma avrei dato qualsiasi cosa per avere Sherlock vivo a pochi centimetri dal mio viso per ore ed ore.
Aveva davvero timore che non tornassi più?
Stupido, stupido, stupido.

«Dio, Sherlock, non devi fare sforzi» Deglutii.
«John»
Gli occhi di Sherlock Holmes erano liquidi e rossi mentre mi fissava.
«Sei qui, John» sussurrò ancora.
Gli avvolsi il corpo magro con le braccia appena posò la guancia destra sulla mia spalla, quella ferita in guerra.

«8.3%. Mi odi, John? Ti ho deluso?» Il suo fiato mi moriva sul collo, costringendomi a chiudere gli occhi mentre mi circondava i fianchi con le sue braccia lunghe.
«Perché continui a farlo? Perché hai aumentato la dose?» 

«Ho tanto freddo.»
Questa fu l'ultima cosa che udii prima di ritrovarmi sulle labbra un paio freddo, secco e morbido.
Restai con gli occhi spalancati per una manciata di secondi, per poi affondare una mano tra i suoi ricci, tenendogli la testa per ancorarlo a me e per non farlo cadere.
Le labbra di Sherlock Holmes erano la cosa più dolce, amara, inaspettata, bramata con vergogna, soffice e piacevole che avessi mai provato.
Il mio cuore scalpitava a ritmo rapido, convulsivo, quasi malato... e mi sentii morire.
Era un bacio statico e leggero, timido e insicuro prima che Sherlock si aggrappò con le mani alle mie spalle come se stesse per crollare ed io fossi l'unico appiglio.
In quei respiri e in quei tocchi mi sentii necessario e sentii lui necessario.
Socchiusi le mie labbra sottili per incastonarle alle sue carnose, che mosse inclinando lievemente la testa.
Quella labbra che iniziarono una danza dettata da un bisogno sfrenato di proteggerci, di curarci e di sentire l'uno la sofferenza dell'altro; perché io lo sentivo, io la sentivo quella sua paura, quel suo dolore. La sentivo proprio lì, scorrermi nel corpo come fosse acqua. E s'imprimeva lungo le pareti e sugli organi, per assorbire ogni goccia di sofferenza del passato e del presente di quell'uomo.
E lì in quel momento ebbi la certezza di amarlo, di amare Sherlock Holmes come non avevo mai amato nessuno in tutta la mia vita.

Restammo abbracciati per ore intere, tutta la notte, perché quando aprii le palpebre lo trovai addormentato tra le mie braccia, una forte luce nella stanza e due tazze di tè fumante sul tavolino.







Note: ebbene sì, sono vivo. Ho avuto un periodo lungo e frustrante in cui non riuscivo a mettere due parole insieme che avessero senso e che trasmettessero almeno vagamente qualcosa (in realtà non so se ci sono riuscito, quindi mi piacerebbe ricevere dei pareri grz), finché non mi è venuto in mente tutto ciò in una noiosissima giornata scolastica.
In un'afosa e noiosa serata d'agosto ho avuto la brillante idea di aprire l'app Netflix e iniziare Sherlock BBC... ed è stata una delle cose più belle di quest'anno. Sembra una cazzata, ma questa serie tv mi ha dato tanto e continua a farlo ad ogni rewatch.
Ovviamente sono impazzito per la Johnlock che boh, è indescrivibile quanto mi facciano tremare il cuore.


Quiiindi, spero di aggiornare quanto il più presto possibile questo nuovo "percorso" con una nuova os/drabble/flashfic!

xoxo
Marco
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: httpjohnlock