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Autore: Saigo il SenzaVolto    16/11/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all’opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!
 


 
La Verità 1

Boruto era seduto sulla cima del muro che circondava la città, osservando dall’alto il panorama e l’orizzonte. Il sole picchiava forte nel cielo, indicando la prossimità del pomeriggio.

Tre ore erano passate da quando era terminato il suo scontro con Naruto. Tre ore erano passate da quando erano ritornati nella città per permettere al jinchuuriki svenuto di riprendersi con calma. Tre ore erano passate dal suo momento di gloria dinanzi a tutti.

Boruto chiuse l’occhio sinistro, sospirando lentamente.

Ce l’aveva fatta. Aveva finalmente sconfitto Naruto Uzumaki, il leggendario salvatore del mondo degli Shinobi. Aveva sopraffatto il potere del Kyuubi, sconfiggendo quel dannato demone nonostante la sua potenza. Aveva provato a se stesso di essere diventato più forte. Aveva raggiunto un obiettivo.

Eppure non era per nulla soddisfatto.

Nonostante avesse vinto con una netta superiorità quello scontro, non gli sembrava per niente di aver ottenuto una vittoria. Non si sentiva affatto soddisfatto da quello che aveva ottenuto. Un sapore amaro gli era rimasto impastato nella bocca sin da quando aveva sconfitto il suo futuro genitore. E questa cosa gli dava sui nervi.

Non riusciva a capire. Dimostrare che era il più forte era quello che aveva sempre desiderato. Riuscire a superare Naruto era il suo obiettivo. Ma allora perché si sentiva in quel modo? Perché, adesso che aveva raggiunto un traguardo a cui ambiva da una vita, si sentiva così indifferente?

L’intuizione lo colpì all’improvviso come una saetta.

Perché non era abbastanza.

Non era abbastanza. Il suo potere non era abbastanza. Non era neanche lontanamente sufficiente. Era comunque troppo debole. Al suo attuale stato non avrebbe avuto comunque nessuna speranza contro il Settimo Hokage. Non sarebbe ancora riuscito a sconfiggere suo padre.

Se c’era una sola cosa che Boruto ammirava di quell’uomo, essa era il suo potere. L’unica cosa che rispettava di Naruto era la sua forza. L’unica cosa in cui voleva superare suo padre era la potenza.

Il biondo sospirò. No, realizzò, oggi non aveva vinto.

Quello che aveva sconfitto oggi non era suo padre. Quello che aveva sconfitto oggi era solo un misero ragazzino. Un ragazzino con un’enorme quantità di chakra dentro al suo corpo. Un ragazzino che aveva sconfitto soltanto perché non era ancora abituato ad usare il potere della Volpe in quel modo.

Tuttavia dovette ammettere che fu gratificante osservare le facce di Sasuke, Minato e di tutti gli altri mentre lo avevano guardato come se fosse stato una specie di mostro dopo la battaglia. Oggi, per la prima volta, tutto il gruppo si era reso conto della sua superiorità rispetto a loro.

In passato lo avevano sempre sottovalutato e guardato con sospetto, ed anche dopo lo scontro avvenuto qui nella città contro Sasuke gli altri avevano ancora creduto che ci fosse un modo per loro di sconfiggerlo. Avevano nutrito la speranza che qualcuno di loro avesse la possibilità di superarlo.

E quella loro unica possibilità era Naruto.

Distruggere le loro patetiche speranze era stata l’unica consolazione della giornata di oggi. Da quel momento, tutti avevano cominciato a guardarlo con occhi diversi. Da oggi, tutti loro avevano cominciato ad avere davvero paura di lui.

E la cosa era normale. Dopotutto, quale ninja poteva vantare di aver sconfitto la Volpe a Nove code da solo?

Nessuno sin dai tempi di Madara Uchiha.

Persino il Quarto Hokage, il Quarto Hokage, era morto per causa del Kyuubi. E oggi, proprio davanti ai suoi occhi, Boruto l’aveva sconfitto con relativa facilità. Aveva compiuto ciò che lui non era riuscito a fare quando era ancora in vita. A soli diciassette anni.

Per questo avevano paura di lui.

E, per quanto fosse malsano e folle, a Boruto non dispiaceva essere temuto dagli altri. In fondo, ormai c’era abituato. Sin da quando era diventato un Nukenin, il mondo intero lo aveva visto soltanto come un criminale. Da quando aveva rinnegato gli ideali degli Shinobi, il mondo lo aveva temuto e gli aveva dato la caccia come un mostro, e lui era ormai abituato agli sguardi colmi di timore e spavento che la gente gli rivolgeva da quel giorno.

Certo, non tutti la pensavano così. La fazione Ribelle non lo vedeva certo come un criminale. Anche questa era una consolazione. Le Nazioni contrarie all’Unione lo vedevano come un eroe, come un paladino della giustizia. I Ribelli vedevano lui e la sua Organizzazione come dei salvatori. Lui ed i suoi amici erano la speranza in cui migliaia di persone continuavano a credere ancora oggi. Erano la speranza di tutte le persone che l’Unione non aveva protetto, di tutti coloro che erano stati sfruttati dal potere degli Shinobi senza potersi mai ribellare.

E questa cosa era degna di tutto il timore e lo spavento che il mondo aveva di lui.

Tuttavia, nonostante questo, a volte Boruto non poteva fare a meno di domandarsi cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. Cosa sarebbe diventato lui oggi se avesse deciso di perdonare la sua vecchia famiglia, dieci anni fa? Sarebbe diventato lo stesso una persona di cui essere fieri? Sarebbe diventato lo stesso un valoroso difensore della giustizia?

Neanche lui sapeva la risposta a tutto questo.

Tuttavia sapeva di non aver commesso la scelta sbagliata. Perché, nel corso della sua vita, aveva sempre avuto delle persone al suo fianco che lo avevano sorretto e sostenuto nonostante avesse rinnegato la sua famiglia. Aveva incontrato tanta gente che lo ammirava, che lo stimava, che credeva in lui.

Aveva trovato una famiglia che era fiera di lui.

E la consapevolezza di ciò era quello che gli permetteva di sopportare tutto il dolore e l’odio che il mondo degli Shinobi gli rigurgitava sempre addosso.

Boruto sorrise.

Sì, era contento della vita che aveva vissuto fino ad ora. Non avrebbe mai voluto cambiare. Anche se era un criminale, anche se era un Nukenin, anche se il mondo lo odiava, lui era felice.

Ed era felice perché aveva sempre agito secondo i suoi ideali, restando fedele a se stesso. Era felice perché non era mai rimasto da solo. Perché aveva incontrato persone che avevano deciso di seguirlo nonostante il suo passato e le sue scelte.

“Vedo che stai esplorando sempre più a fondo ciò che c’è nel tuo animo.” fece improvvisamente una voce alle sue spalle.

Boruto non si voltò neanche, ma riaprì l’occhio sinistro all’udire quelle parole. “Riesci per caso a leggere la mente?” domandò con un tono irritato.

L’Eremita ridacchiò, fermandosi affianco a lui. “Certo che no,” rispose divertito. “Ma non è difficile immaginare a cosa tu stia pensando qua sopra tutto solo.”

Il biondo non proferì parola, ignorandolo e limitandosi a fissare il panorama che aveva iniziato ad apprezzare in quei giorni. Nessuno dei due parlò per diversi minuti, restando in un’atmosfera di piacevole silenzio tra loro. Era quasi come se il silenzio fosse più espressivo delle parole tra quei due. L’Eremita e Boruto, dopotutto, erano molto simili tra loro. Entrambi avevano avuto una vita combattuta e ardua, entrambi erano incredibilmente potenti, e tutti e due non avevano avuto dei buoni rapporti coi genitori.

Boruto aveva avuto Naruto, ma di certo neanche Kaguya doveva essere stata una madre eccezionale.

“Ho saputo della tua profezia,” disse dopo alcuni minuti Hagoromo, il suo tono basso e sincero. “Mi dispiace di averti coinvolto in tutto questo. Non ne sapevo nulla quando ti chiesi di accettare la missione.”

Boruto continuò a fissare l’orizzonte. “Te lo ha detto Mikasa?”

“In realtà me lo ha rivelato per sbaglio Sora,” spiegò l’Eremita con un sorriso. “Era talmente preoccupato che gli è scappato di bocca.”

Boruto scosse leggermente la testa, ma un sorriso d’affetto era presente sul suo volto. Avrebbe dovuto aspettarselo. Sora aveva un cuore d’oro ed era molto forte, ma non era capace di ragionare per bene quando era preoccupato. La sua reazione era più che prevedibile.

L’Otsutsuki lo fissò attentamente. “Cosa vuoi fare, giovane Boruto?” gli chiese seriamente.

Il biondo lo guardò di sbieco senza voltarsi. “Te l’ho già detto, no?” ribatté con un tono privo di emozione. “Non mi tirerò indietro a questo punto. Ucciderò quel drago ad ogni costo, anche se dovessi rischiare la vita.”

“Non voglio mentirti in questa circostanza,” riprese a dire lentamente l’Eremita. “Sei sicuro della tua scelta? Potresti veramente morire affrontando Vrangr. Le profezie del mio clan non mentono mai, e non ti giudicherò se tu vorrai abbandonare la missione adesso, date le circostanze.”

Boruto sorrise amaramente. “Non credo sia possibile.” rispose con un tono serio. “Hai visto anche tu lo scontro di oggi. Se Naruto e gli altri non sono riusciti neanche a sconfiggere me, nessuno di loro ha una possibilità concreta di sopravvivere contro il drago. Inoltre, Naruto non è ancora in grado di controllare a pieno il potere del Kyuubi. Che speranze avrebbero se dovessi lasciarli?”

Hagoromo lo fissò nell’occhio, mentre un sorriso cominciò a nascere sul suo volto. “Lo stai facendo per loro?” domandò, conoscendo già la risposta. “Non vuoi permettere che possa succedergli qualcosa di spiacevole?”

“Ti rendi conto che se dovessero morire io non nascerò mai, vero?” ribatté sarcasticamente il ragazzo. “Non è una questione di sentimenti.”

L’Eremita scosse la testa, il suo sorriso ancora più largo. “Lo sapevo che in fondo vuoi ancora bene a quei due.”

Lo sguardo del guerriero si fece freddo. “Non mettermi in bocca parole che non sono mie!” sibilò a denti stretti. “Ti ho appena detto che i sentimenti non c’entrano nulla! Resterò perché sono l’unico che può sconfiggere realmente il drago! Se lo sto facendo per qualcuno, lo faccio per la mia vera famiglia!”

L’anziano non rispose, limitandosi a continuare a sorridere. Il silenzio riprese a regnare per qualche altro minuto. Un gelido soffio di vento accarezzò i loro capelli, facendogli venire un leggero brivido sulla schiena.

“E cosa vuoi fare adesso?” riprese a domandargli l’Eremita. “Il giovane Naruto si è svegliato ormai. Adesso che lo hai sconfitto, continuerai a non rivelare nulla sul tuo conto?”

Per alcuni minuti, Boruto non rispose, continuando a fissare l’orizzonte con uno sguardo indecifrabile. Quella era davvero una bella domanda. Cosa avrebbe dovuto fare adesso?

Fino qualche ora fa era rimasto sempre dell’idea che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire nulla sul suo passato. Aveva sempre pensato che per proteggere il suo futuro, avrebbe dovuto mantenere segreto il suo passato.

Fino a qualche ora fa, Boruto non avrebbe esitato ad ignorare l’incessante curiosità di Naruto nei suoi confronti. Quel biondo gli stava decisamente antipatico, senza contare neanche a cosa avrebbe portato il loro rapporto futuro. Ogni volta che lo osservava, Boruto non riusciva ad evitare di ricordare tutto ciò che quell’uomo, quell’uomo che un tempo aveva chiamato padre, gli aveva fatto. Era più forte di lui. Non riusciva ad evitarlo.

Fino a qualche ora fa, Boruto avrebbe desiderato levarselo dai piedi una volta per tutte. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non vederlo più.

Ma adesso, qualcosa era cambiato.

Il giovane guerriero non sapeva dire che cosa fosse successo esattamente, ma ne era certo. Qualcosa lo aveva davvero cambiato rispetto a quella mattina. Qualcosa era cambiato in lui dopo aver lottato contro quel ragazzo. Un sentimento strano e sconosciuto gli era sorto nel cuore dopo essersi scontrato contro il suo futuro padre.

Perché aveva visto qualcosa.

Ne era scuro. Lo aveva visto. Durante lo scontro con Naruto, aveva visto qualcosa negli occhi di quel ragazzo. Aveva percepito qualcosa provenire dal suo sguardo. Aveva intravisto qualcosa riflesso in quegli occhi, qualcosa che lo aveva inconsciamente cambiato senza che se ne fosse reso conto.

Aveva intravisto la sua stessa determinazione.

Naruto aveva dimostrato di essere tenace in un modo che lui stesso non si sarebbe mai aspettato. La decisione, la fermezza e la determinazione che aveva visto in quegli occhi erano talmente grandi che ne era rimasto completamente scioccato. Come mai?

Perché anche lui aveva la sua stessa determinazione.

Boruto era più che mai deciso a ritornare dalla sua famiglia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ricongiungersi con le persone che amava. Non c’era nulla al mondo che gli avrebbe impedito di ritornare a casa. Neanche una maledetta profezia o uno stupido drago.

Boruto non si sarebbe mai arreso. Non avrebbe mai mollato. Non avrebbe ceduto di fronte a nulla.

E lo stesso si poteva dire di Naruto.

Il jinchuuriki era più che mai determinato a scoprire la verità che si celava sul suo passato. Era talmente deciso che aveva persino accettato di dimenticare tutto ciò che aveva scoperto su di lui fino a quel momento. Aveva preso una decisione da cui non si sarebbe arreso mai.

Boruto lo aveva visto nei suoi occhi. Naruto non avrebbe ceduto dinanzi a nulla. Anche se adesso lo aveva sconfitto, Boruto non sarebbe mai stato capace di fargli smettere di tentare di scoprire il suo passato. Quel tipo era troppo determinato, troppo ostinato.

Naruto Uzumaki condivideva la sua stessa determinazione.

Entrambi non avrebbero mai ceduto dinanzi a nulla pur di raggiungere ciò che avevano a cuore. Entrambi erano decisi a superare ogni ostacolo pur di ottenere ciò che ambivano.

E, appena aveva realizzato ciò, Boruto era rimasto perplesso.

Per la prima volta dopo anni, il ragazzo non sapeva cosa fare. Non sapeva come agire. Non sarebbe mai stato in grado di fermare Naruto se era così determinato. Lo sapeva bene. Lo sapeva perché lui stesso aveva la sua identica determinazione. Non sarebbe servito a nulla continuare ad evitarlo. Naruto non si sarebbe arreso in nessun caso.

Ma allora cosa doveva fare?

Fu in un solo istante che ottenne la risposta che cercava. Gli bastò un attimo per capire cosa doveva fare in quella situazione. La risposta che gli serviva era sempre stata nei recessi della sua mente. Era sempre stata dentro di lui, senza mai essere ascoltata.

Boruto sospirò. Era l’unica cosa giusta da fare. L’unica opzione che gli restava pur di levarsi di mezzo una volta per tutte quel peso costante che gli opprimeva il cuore sin da quando era giunto ad Eldia. Anche se non gli sarebbe piaciuto, non poteva tirarsi indietro. E lui non si era mai tirato in dietro dinanzi agli ostacoli.

Un sorriso rassegnato gli comparve sulle labbra. Aveva preso la sua decisione.

E così, dopo alcuni interminabili minuti di silenzio, si voltò verso l’Eremita.

“Giurerai di rimuovere dalla loro mente qualsiasi cosa potrei dire loro?” domandò con un tono freddo.

Hagoromo annuì. “Hai la mia parola.” dichiarò con fermezza.

Boruto lo fissò per alcuni istanti col suo occhio freddo e calcolatore, studiando con calma quel suo Rinnegan per discernere qualsiasi esitazione o falsità. Poi abbassò lo sguardo e, con un grosso sospiro, si rimise lentamente in piedi.

“Allora non perdiamo altro tempo,” riprese a dire lentamente. “Andiamo.”

Cominciò a camminare verso il vertice del muro, pronto a saltare giù nella città, ma l’Eremita lo richiamò subito.

“Aspetta, giovane Boruto.” gli disse.

Boruto si fermò all’udire il suo richiamo, senza però voltarsi a guardarlo.

“Cosa ti ha fatto cambiare idea?” chiese con un tono pacato e curioso l’anziano. “Perché all’improvviso hai preso questa decisione?”

Boruto rimase fermo dandogli le spalle, accarezzato da una leggera brezza che gli mosse il mantello. Quella era una risposta che non sapeva neanche lui. Non sapeva dire esattamente cosa fosse successo, ma qualcosa era cambiato dentro di lui. E, forse, era solo la consapevolezza di questo che gli aveva fatto trovare la sua risposta.

Lontano dalla vista dell’Eremita, il biondo sorrise debolmente.

“Perché mi ha colpito una volta.” disse semplicemente.

Poi, senza aggiungere altro, il suo corpo svanì con uno Shunshin no jutsu, (Tecnica del Movimento Corporeo Istantaneo) lasciando da solo sul muro il vecchio Hagoromo.

L’Eremita sorrise di nuovo.

“Lo sapevo che in fondo gli vuoi bene…”
 

Distretto di Shiganshina

Naruto era correntemente seduto su alcune travi di legno sopra cui si era svegliato qualche minuto fa dopo lo scontro, dentro una stanza in cui non era mai stato prima. Attorno a lui, tutti i membri del gruppo meno che l’Eremita e Boruto si erano messi a controllare le sue condizioni, tempestandolo di domande su come si sentisse.

Ma il biondo non disse una sola parola.

La sua mente era pesante, il suo sguardo fisso a terra, la sua espressione priva di emozione. Un solo pensiero gli continuava a ronzare in testa.

Aveva perso.

Un grande senso di dolore e frustrazione lo aveva inondato appena realizzò quella cosa. Un sentimento di sconforto gli accarezzò la mente appena registrò completamente quel pensiero.

Era stato sconfitto. Boruto lo aveva sconfitto. Aveva perso miserabilmente. Non era riuscito a fare nulla. Non c’era stato un solo momento durante tutto lo scontro in cui aveva avuto la possibilità di vincere. Il ragazzo del futuro aveva sempre e comunque avuto la meglio, era sempre riuscito a sventare ogni singola strategia che aveva usato contro di lui.

Era persino riuscito a sconfiggere da solo Kurama.

La Volpe era rimasta in silenzio senza proferire parola, la sua mente distaccata e chiusa completamente, ma Naruto riusciva a sentire attraverso il loro legame mentale che il Bijuu era infuriato per essere stato sconfitto in quel modo. La sconfitta per lui doveva essere ancora più bruciante. Dopotutto, non capita spesso ad un demone codato di essere sopraffatto da un essere umano.

Sentì una mano poggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Kushina lo guardò con un sorriso pieno di comprensione.

“Come ti senti, tesoro?” gli chiese dolcemente.

Naruto abbassò lo sguardo senza dire nulla. Non sapeva bene come rispondere. Come si sentiva davvero? Era troppo complicato spiegarlo a parole. Una miriade di emozioni danzavano dentro di lui.

Depressione, rabbia, sconforto, delusione e rammarico.

Aveva giurato a se stesso che avrebbe vinto. Aveva pensato che in qualche modo sarebbe riuscito ad avere la meglio se si fosse impegnato al massimo insieme a Kurama. Aveva detto che ne sarebbe uscito vincitore ad ogni costo, costringendo così Boruto a rivelargli la verità sul suo passato. Ma era stato tutto inutile.

Boruto si era rivelato ancora più forte di quanto si fosse aspettato, e lo aveva sconfitto con facilità.

E adesso, nel vedere gli sguardi che i suoi genitori e tutti gli altri gli stavano rivolgendo, la cruda realtà lo colpì in testa come un mattone.

Li aveva delusi. Aveva deluso tutti loro. Non era riuscito a restare all’altezza delle sue parole. Non era riuscito a mantenere la sua promessa a se stesso.

Una lacrima gli scese lungo la guancia.

“Mi dispiace.” disse sommessamente.

Kushina e gli altri si allarmarono immediatamente nel vederlo piangere.

Minato si avvicinò subito a lui. “Naruto, cosa stai-”

“Mi dispiace!” continuò il biondo, la testa bassa e la voce piena di dolore. “S-Sono stato patetico! Non sono riuscito a fare nulla! Non ce l’ho fatta! Non sono riuscito a mantenere la mia promessa! V-Vi ho deluso!”

Era stato uno sciocco. Aveva creduto di poter raggiungere l’impossibile. Era stato accecato dall’arroganza e dalla sua confidenza, e questo lo aveva portato soltanto ad una patetica sconfitta. Non era degno di-

Una mano gli toccò improvvisamente il mento, sollevandogli la testa. Naruto sgranò gli occhi pieni di lacrime.

“Non ci hai deluso.” disse Minato con un sorriso. “Neanche per un istante noi siamo rimasti delusi da te!”

Naruto rimase in silenzio, la bocca aperta e lo sguardo pieno di confusione.

“È vero,” continuò a dire l’Hokage. “Oggi hai perso contro Boruto, ma questo non significa nulla. Solo perché hai fallito una volta, non significa che sei stato sconfitto. Solo perché sei caduto oggi, domani potrai sempre rialzarti. Hai ancora la possibilità di ritentare. Non è ancora finita, Naruto!”

Il ragazzo rimase a bocca aperta, gli occhi sgranati che si muovevano in tutte le direzioni verso gli sguardi degli altri. Tutti lo stavano guardando con dei sorrisi. I loro sguardi non erano accusatori, non erano pieni di delusione e disappunto come si era immaginato prima.

Erano pieni di comprensione.

Tutti loro lo stavano guardando con gli occhi che emanavano una confidenza che non si sarebbe mai aspettato. Eren, Mikoto, Fugaku, Sarada, Sakura e i suoi stessi genitori lo stavano fissando con dei piccoli sorrisi pieni di comprensione ed incitamento.

Persino Sasuke lo stava guardando con un sorriso che non aveva più visto sulla sua faccia sin da quando erano nello stesso team da ragazzini. Appena lo vide, Naruto rimase sconvolto.

Sasuke lo stava incoraggiando a non mollare. Proprio come lui stesso lo aveva incoraggiato a non cedere al dolore appena erano giunti ad Eldia, adesso lui gli stava intimando di andare avanti, di rialzarsi, di non arrendersi solo perché aveva fallito una volta.

Scioccato ed incapace di proferire parola, Naruto si voltò poi verso Hinata. Ciò che vide lo sconvolse ancora di più.

Per un secondo, Naruto aveva pensato che lei gli avrebbe per lo meno serbato del rancore per non essere riuscito a mantenere la sua promessa. Credeva che se la sarebbe presa per non essere riuscito a mantenere la sua promessa. Dopotutto, lei era quella che aveva più a cuore riuscire a scoprire qualcosa su Boruto a parte lui. Ma, incredibilmente, non era affatto così.

Anche lei, come tutti, aveva un sorriso sincero sul volto e lo stava guardando con incitamento. Ma la cosa veramente sorprendente erano i suoi occhi. Quei suoi occhi pallidi emanavano una sicurezza che lui non aveva mai visto prima sul volto della ragazza. Quegli occhi erano colmi di comprensione e determinazione, erano pieni di un fuoco ardente che non si era mai estinto, una fiamma che ardeva con decisione e passione, senza mai vacillare.

Per la prima volta in vita sua, Hinata lo stava incoraggiando a non arrendersi.

E fu allora che Naruto comprese.

Come aveva potuto lasciarsi prendere dalla depressione in quel modo? Come aveva fatto a dimenticare il suo Nindo solo perché aveva perso una battaglia? I suoi genitori avevano ragione. Oggi aveva fallito, ma questo cosa significava?

Un bel niente.

Naruto strinse i pugni e serrò i denti. I suoi occhi tornarono carichi di determinazione e fermezza dopo un secondo. Non si poteva arrendere in questo modo. Non poteva lasciarsi vincere dalla sconfitta. Lui era Naruto Uzumaki, il futuro Hokage del Villaggio della Foglia! Non si sarebbe mai arreso! Non avrebbe mai ceduto dinanzi a nulla! Non avrebbe mai rimangiato la sua parola!

“Grazie ragazzi!” disse con un sorriso. “Scusate se mi sono fatto prendere dalla depressione. Non accadrà più!”

Sasuke gli rivolse un sorrisetto ironico. “Farai meglio a ricordartelo, tonto!” lo incalzò con un tono scherzoso. “Altrimenti la prossima volta sarò io a riempirti di botte!”

Naruto sorrise. “Come se ne fossi davvero capace, teme!” ribatté con un ghigno.

Poi, con un movimento rapido, il biondo si rimise in piedi. “Non posso arrendermi adesso!” dichiarò ad alta voce. “Anche se oggi ho perso, anche se non sono ancora al suo livello, un giorno riuscirò sicuramente a vincere contro Boruto! E allora riuscirò a mantenere fede alle mie parole! Un giorno lo raggiungerò, e allora non ci saranno più scuse per quel tipo! Riuscirò a vincere contro di lui! È una promessa!”

Gli altri lo guardarono con dei sorrisi sinceri, annuendo dinanzi alla sua determinazione.

Ma, improvvisamente, prima che qualcun altro potesse aprire bocca e dire qualcosa, due figure comparirono nella stanza dal nulla, prendendo alla sprovvista tutti i presenti.

Naruto e tutti gli altri sussultarono nel vedere comparire le figure di Boruto e dell’Eremita, colti di sorpresa dalla loro improvvisa apparizione.

Poi, senza proferire nessuna parola, Boruto si portò davanti all’altro biondo con un passo deciso, fissandolo col suo occhio privo di emozione. Naruto deglutì nervosamente, teso come non mai.

“Naruto Uzumaki,” cominciò a dire il ragazzo col mantello. “Ti faccio i miei complimenti per la tua vittoria. Come promesso, sono qui per rispondere alle tue domande in merito al mio passato.”

...

Il silenzio regnò sovrano per diversi secondi in tutta la stanza dopo quelle parole. Il tempo parve essersi fermato del tutto. Nessuno mosse un solo muscolo per una decina di secondi.

E poi, come previsto, scoppiò il putiferio.


“COOOOSAAA?!?!”
 

 

Note dell'autore!!!

Salve a tutti! Come promesso, ecco a voi il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto almeno un pò.
Cosa sta succedendo? Perchè Boruto sta dicendo quelle cose? Che cos'ha in mente quel biondino scapestrato?
Il prossimo capitolo sarà quello in cui finalmente scopriremo una prima e concreta Verità sul passato di Boruto. Ma per scoprire di cosa sto parlando dovrete aspettare lunedì 20 novembre.

Purtroppo per motivi personali non potrò pubblicare prima questa settimana, e mi scuso in anticipo per l'attesa più lunga del solito.

Ringrazio in anticipo coloro che leggeranno e coloro che mi faranno sapere cosa ne pensano. In qesti giorni ho ricevuto diversi commenti privati di persone che mi hanno detto la loro opinione riguardo lo scontro tra Naruto e Boruto, e la cosa mi ha fatto davvero piacere. Sono felice di vedere che ci sono molte persone così interessate alla storia che ho ideato. Non posso fare altro che dirvi GRAZIE CON TUTTO IL CUORE!

Detto ciò, un abbraccio e a presto! ;)
   
 
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