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Autore: Fuuma    16/11/2017    5 recensioni
Da qualche parte dovevano pur ricominciare…
E allora, perché non proprio dall'inizio?

«Hans, principe delle Isole del Sud.»
{ helsa }
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Characters: Elsa; Hans; Anna { nominated };
Pairing: Hans/Elsa { helsa };
Words: 1.030
Prompt di: Giulia Athousandsun ~
Hans/Elsa: da qualche parte dovevano pur ricominciare, no?

Scritta per il Colore Giallo della 7 Days of Pride @We are out for prompt


Da qualche parte dovevano pur ricominciare…

E allora, perché non proprio dall'inizio?

«Hans, principe delle Isole del Sud.»

Hans si inchinò. Le spalle sfiorarono il ventre di Elsa, lasciandole una sensazione elettrica che attraversò le pieghe dell'abito e si depositò, calda, tra le gambe snelle e seminude. Istintivamente, la Regina di Arendelle tirò lo spacco della gonna a coprire le cosce, come se fosse stato quello il problema e non la voce calda di Hans o il suo sguardo, che dal basso la fissava in attesa.

Elsa unì le labbra in una smorfia contrita.

«So già chi siete. E non sarà un ritrovato uso delle buone maniere a farmi cambiare idea su di voi, ex principe» commentò.

Hans sorrise. Aveva perso ogni titolo e ogni diritto al trono di chicchessia, ma l'impertinenza restava cucita a doppio filo sul volto elegante e nel portamento fiero. Aveva sangue blu nelle vene e quell'arroganza tipica di chi vuole sempre più di quanto già possiede – e su di lui, che possedeva poco e voleva troppo, quell'arroganza aveva un fascino tutto particolare.

Elsa distolse lo sguardo, fingendo di trovare interesse nell'acqua cristallina del lago su cui il palazzo si affacciava, oltre l'arco della finestra. Ma a poco serviva il muro di Elsa, quando la lingua di Hans era sciolta e le sue parole avevano la morbida consistenza del velluto: «Dovreste provare a sorridere, mia Regina. Siete più bella quando lo fate.»

«Questa vostra impertinenza vi farà trovare la forca.»

«Tanto astio solo per una celebrazione mancata. Non mi stupisce che vostro marito non vi abbia fatto alcun regalo, avreste rischiato di scioglierlo con la vostra acidità, mia Regina.»

Il sorriso si fece ghigno quando Elsa tornò di colpo a guardarlo, con le labbra dischiuse in una sorpresa che non era riuscita a trattenere.

«Voi… voi…» frustrata, senza riuscire a trovare le parole adatte, batté il tacco della scarpa in terra, contro il pavimento di marmo dei corridoi del palazzo reale «Siete… Sei!»

«Con parole vostre, mia Regina.»

Hans si divertiva a punzecchiarla, ma c'era una profonda sincerità nel modo in cui terminava ogni frase, quando si soffermava su quelle due uniche parole che rappresentavano Elsa. Non era solo la Regina di Arendelle, era anche sua, sua in un modo che non avrebbe mai creduto possibile, sua come il sole appartiene al cielo e la luna alla notte. Non l'aveva mai meritata e si era promesso allora di fare ammenda ogni giorno e ogni giorno essere grato per la fortuna che aveva avuto.

Tirò indietro il capo, evitando per un soffio lo schiaffo di Elsa, ma non la ventata di aria gelida che gli ferì la guancia.

«Sempre così passionale» mormorò, raccogliendo con il dorso della mano le prime gocce di sangue.

Per un attimo lo sguardo di Elsa fu attraversato da un lampo di timore e subito si pentì di averlo ferito.

Hans le afferrò la mano, incrociando le dita con le sue in un'intimità che gli era sempre riuscita naturale, come se da sempre si fossero appartenuti l'uno all'altra.

«Andiamo, voglio mostrarti una cosa» propose.

«N-no. Non voglio venire da nessuna parte con te!»

«Passionale e cocciuta»

Sollevò gli occhi al soffitto, ignorando le proteste di lei per trascinarla con sé con la forza, attraversando il Palazzo in passi veloci e falcate ampie. Elsa faticava a tenere il ritmo delle gambe lunghe dell'uomo, ma insisteva nel mantenersi al suo fianco e mai dietro di lui.

Si fermarono alla porta che dava sul giardino interno, una piccola oasi di pace in cui spesso e volentieri la Regina si era rifugiata. Nel centro si trovava una piccola fontana zampillante, circondata da un gazebo in ferro battuto; i fiori non mancavano, i più erano bucaneve che spuntavano ovunque dal terreno.

Hans la sospinse gentilmente oltre la soglia, sollevò il braccio senza lasciarle la mano e lo fece passare oltre la sua nuca, per circondarla in un abbraccio, mentre chinava il mento alla sua spalla, puntando gli occhi sul giardino.

Lanterne di carta, acquistate dai mercati del Regno di Corona[1], volteggiavano lungo il perimetro del giardino e in due file che conducevano al gazebo, a formare una strada dei colori dell'arcobaleno. Un mazzo di gigli e bucaneve era poggiato sulla panchetta e, tra le acque della fontana, dondolava una piccola nave di legno dal cui pennone penzolavano una coppia di orecchini di cristallo, tagliati nella forma di due fiocchi di neve.

Elsa era rimasta in silenzio. Aveva riconosciuto la piccola nave, identica a quella che aveva riportato Hans nelle Isole del Sud come prigioniero e non più come principe e che, un anno dopo, l'aveva riportato ad Arendelle, insieme a lei.

«Ti amo. Ti ho sempre amata. Ti amerò per sempre. La mia vita non appartiene che a te, mia Regina» la sua voce le colò direttamente nel timpano. Aveva lo stesso calore del fuoco ed ogni volta che la ascoltava, che si lasciava ammaliare da essa, sapeva che prima o poi l'avrebbe sciolta come neve al sole.

Con le guance imporporate si voltò a fronteggiarlo.

«Hai mentito» non c'era un tono d'accusa – per quanto accusare Hans era divenuto facile per chiunque, da quando aveva cercato di uccidere lei e sua sorella.

«Tecnicamente hai fatto tutto da sola.»

«Avresti potuto fermarmi quando ho detto che ti avrei impiccato per esserti dimenticato del nostro anniversario!» di nuovo batté un piede in terra, in quel modo adorabilmente infantile che aveva di arrabbiarsi con lui – lei, che di solito era inflessibile, perfetta ed intoccabile.

«Mi ha spezzato di più il cuore quando mi hai chiamato ex principe.»

Hans si fece teatrale, fingendosi rattristato da un epiteto che non era stato niente di più vero.

Aveva perso il titolo di principe delle Isole del Sud, ma conquistato quello di Re di Arendelle e consorte di Elsa.

Rise del broncio della regina, rubandoglielo con un bacio.

«Buon anniversario, mia Regina e che tu possa sempre essere felice.»

Elsa chiuse gli occhi in uno sbuffo con cui lasciò ogni stilla di rabbia alle spalle. Allungò le braccia intorno al collo di Hans e si alzò sulle punte, ricambiando il suo bacio.

Con lui, nonostante tutto – con il suo Re – felice lo sarebbe sempre stata.




[1] Il Regno di Corona è il regno in cui è nata Rapunzel

   
 
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