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Autore: Lapeck99    17/11/2017    1 recensioni
"Ragnar era immobile, inespressivo. Il suo sguardo era fisso nel vuoto e colmo di tristezza, una tristezza che non credeva che avrebbe mai provato in tutta la sua vita."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ragnar Lothbrok
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava da solo, seduto sulla riva del mare. Era così presto che il sole non era neanche sorto, ma la notte non era più così buia e lasciava spazio alle prime deboli luci del giorno. La nebbia era così tanta che gli impediva di vedere tutto ciò che lo circondava, riusciva solo a scorgere quelle minuscole onde che si scagliavano calme e placide vicino ai suoi piedi.
Ragnar era immobile, inespressivo. Il suo sguardo era fisso nel vuoto e colmo di tristezza, una tristezza che non credeva che avrebbe mai provato in tutta la sua vita.
Era scivolato lentamente fuori dal letto prima, cercando di non svegliare Aslaug, e se ne era andato vicino al molo per pensare. Aveva bisogno di stare solo. Anche se era circondato dal silenzio e del suono ipnotico del mare, sentiva troppo rumore nella sua testa. In quel periodo i pensieri lo stavano assillando. Pensava a tutti gli errori che aveva commesso in passato, ma soprattutto pensava a lei. Alla sua dolce e forte Lagertha. Certo, lui amava Aslaug e i figli che essa aveva generato, ma non poteva certo scordarsi di lei. Il suo unico vero amore, la donna guerriero più forte che avesse mai conosciuto, la donna che lo amava più della sua stessa vita, la madre del suo primo giovane figlio Bjorn. Ma anche la madre della sua piccola e dolce Gyda. Ancora non aveva accettato il fatto che gli dei avessero strappato la sua bambina dalla terra così presto. Gli mancava terribilmente. Era giovane, eppure era già così fiero di lei. Spesso si chiedeva che donna forte e meravigliosa sarebbe diventata. Sicuramente avrebbe preso dalla madre. Avrebbe voluto dirle ancora tante cose, narrarle tante storie. Avrebbe voluto vederla sbocciare, diventare una donna, e avrebbe voluto insegnarle l'arte della guerra. Ma ormai era tardi. Era stata portata nel Valhalla, e lui avrebbe tanto voluto seguirla.
Oltre alla perdita di Gyda, Ragnar aveva visto anche la donna della sua vita andare via da lui, insieme al figlio Bjorn, a causa dell'arrivo di Aslaug. L'immagine dei loro volti in lacrime che si allontanavano lo tormentava. Aveva visto chiaramente come i loro cuori si fossero spezzati. E da quel momento lui non era più lo stesso, qualcosa si era sgretolato anche dentro di lui. Quella scena gli fece male, molto male. E gli faceva ancora più male sapere che aveva perso le persone più preziose della sua vita a causa di un suo sbaglio. Questo pensiero lo distruggava tutte le volte. La sua vera famiglia se ne era andata, per sempre. E anche se provava dei sentimenti per la principessa Aslaug, sapeva che non era la stessa cosa. In mente aveva solo una persona.
Continuò a pensare fissando il mare. Si ricordò di ogni piccolo momento felice trascorso con Lagertha, Gyda e Bjorn. Ormai era troppo tempo che non li vedeva. Sì ricordò di quando sposò Lagertha, della prima volta che si unirono. Si ricordò di quanto fossero complici un tempo, di quanto si amavano, e di come vivevano felici in quella piccola fattoria appena fuori Kattegat. Ricordò il momento in cui Bjorn riuscì a maneggiare perfettamente l'ascia, e di quanto fosse gentile ma coraggiosa la piccola Gyda. Anche se lui era diventato conte, e faceva tutto ciò che voleva, spesso rimpiangeva quella vita abbastanza tranquilla. Ma tutto era svanito per colpa sua, e questo lo uccideva. Non riusciva a sopportarlo. A volte aveva dei cedimenti, d'altronde era umano anche lui, ma cercava di non darlo a vedere. Lui cercava di mantenere su di sé una corazza dura e impenetrabile. Non poteva assolutamente dimostrarsi debole, sia per se stesso che per tutto il suo popolo.
L'alba ormai si stava avvicinando. Ragnar era sempre immerso nelle sue riflessioni, avvolto dal silenzio.
Ma all'improvviso ecco che sentì il suono di un corno. Si voltò di scatto rimanendo in silenzio. Poi scosse la testa, emise un lungo sospiro rassegnato e si alzò in piedi. Ripose dentro di sé tutti i suoi sentimenti, le sue debolezze e la sua tristezza, e indossò di nuovo la sua maschera. Si girò e guardò il mare un'ultima volta. Poi si incamminò lentamente verso il molo. Qualcuno stava arrivando a Kattegat.




Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Grazie per essere arrivati fino a qui. Volevo parlare di un piccolo momento intimo di Ragnar, che ho immaginato dopo aver visto della morte della piccola Gyda. È stato un momento davvero triste che mi ha fatto provare svariate emozioni, ed ho scritto di getto questa piccola storia. Spero di essere riuscita a trasmettervi qualcosa ^^
Alla prossima! 
  
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