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Autore: Le_sorelle_Laclos    17/11/2017    5 recensioni
Forse, se Josephine non avesse sostenuto sua sorella Oscar, insegnandole ad ascoltare il proprio cuore e spingendola di fatto ad accettare l'amore di André, non sarebbe successo nulla di irreparabile alla famiglia Jarjayes. Ma Josephine non è pentita di ciò che ha fatto, tutt'altro: il destino della sorella minore non poteva che essere fuori da ogni schema, come sempre da quando è nata. Ma per quanto riguarda il destino della stessa Josephine? Esiste davvero anche per lei quella felicità completa che Oscar le scrive di aver trovato? E come si può sperare in un futuro felice, quando, già all'inizio del 1787, la Francia sembra destinata a scivolare inesorabilmente verso il baratro?
Dopo le Le amicizie pericolose, continua lo scambio epistolare tra Oscar "Françoise" Grandier e Josephine de Jarjayes de Liancourt.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Sorelle Jarjeyes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cara Sorella...'
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37. Josephine

 

Parigi, 14 luglio 1787

 

Mia cara Oscar,

 

ma che bel ringraziamento. Mi preoccupo per te e trovo il sistema per cercare di proteggerti e mi rinfacci di non essere una preda. Certo che sei un bel tipino insopportabile! A volte non so nemmeno perché mi preoccupo per te. No, sto mentendo, lo so. È affetto. E so anche che vale lo stesso per te, sebbene non sempre tu abbia la buona creanza di farlo sapere. Preferisci esprimerlo con la tua protettività e un agguato verso il Duca.

 

Devo dire che riconosco molto del tuo modo di fare nei gesti di Alain verso la sorella. Il prendersi carico nei piccoli gesti quotidiani, ma anche nei confronti di quello che potrà avvenire in futuro. Non sai quanto prenda male i miei accenni al fatto che la vedrei bene maritata con il timido François. Sono entrambi poco inclini alla confidenza, ma capaci di affezionarsi con sincerità, e dietro quei sorrisi fatti con lo sguardo rivolto in basso, dietro la pacata dolcezza vedo la determinazione a costruirsi un avvenire felice. Diane è una fanciulla graziosa, e non le mancheranno certo le avances di personaggi attenti solo al suo aspetto avvenente. Un fratello non ti può proteggere a vita. Un matrimonio con un uomo rispettabile, per quanto privo di mezzi, penso possa mettere una donna al riparo. Non sempre, non per tutte. Ma nelle giuste condizioni penso che questo possa valere.

 

Non devo certo dire a te che questi miei propositi non fanno piacere al fratello maggiore. Con me si contiene, e si limita a dire che non è il caso che mi dia tanto disturbo, che non è necessario questo interessamento, ma è palese il suo disappunto per la mia ingerenza. Cosa che vi accomuna, a quanto pare.

 

Quello che non avete in comune è invece la sfacciataggine. Tanto tu sei ritrosa nel modo di rapportarti alle persone, tanto ti chiudi a riccio quando qualcuno prova ad avvicinarsi troppo, altrettanto lui si ammanta di sfacciataggine quanto più vorrebbe avvicinarsi a qualcuno. Te lo racconto perché tutto ciò ha portato ad un episodio alquanto curioso (sebbene dubito che tu lo definirai così, quando e se lo racconterai a tuo marito). È molto significativo riguardo a quale strada abbiano preso le nostre frequentazioni, ma è un momento di quelli che tu non racconteresti mai, per cui se non ti va di leggere puoi saltare direttamente ai saluti.

 

Ieri sera, dopo un lungo scambio riguardante il matrimonio di Diane, il discorso è gradualmente scivolato su ciò che ognuno di noi si sarebbe atteso dalla vita, su cosa si sia davvero avverato, su quali aspettative ancora si nutrano. Stranamente, non si è parlato della Francia, delle aspirazioni del paese, ma tutto è rimasto molto circoscritto alle nostre persone. Una serie di confidenze molto private, quali non avrei creduto di scambiare con lui. La cosa deve avergli infuso un certo qual coraggio poiché, con la solita sbruffonaggine, mi ha chiesto un bacio. Tu lo avresti certamente preso a ceffoni. Io invece ho acconsentito. In fondo non me lo ha estorto, rubato. Me lo ha chiesto, in una maniera anche un poco goffa. Era quasi divertente. E mi sono divertita io nel dargli una risposta che lo spiazzasse.

- Certamente – Gli ho detto. - Altrimenti potreste andare in giro a vantarvi che Madame De Liancourt vi ha rifiutato un bacio1.

 

So che mi giudicherai frivola, ma è stato un innocuo gioco divertente. E non mi divertivo da un po', se devo essere sincera sino in fondo.

 

La tua irriverente Josephine.

 


1 Questa non è mia. L'ho letta in “Point de Lendemain”, di Vivant Denon, un racconto delizioso del 1777, in cui il narratore, tutto sommato ignaro delle “regole” dell'amore libertino dell'epoca, riceve esattamente questa risposta, che mi pare un geniale condensato del Settecento Francese.

 

   
 
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