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Autore: Sunako_7    17/11/2017    2 recensioni
Una raccolta di flash-fic e one-shot per raccontare momenti, avventure e problemi di questi due giovani ragazzi alle prese con una relazione a distanza. KuroTsukki
#1 - One touch: perché saper murare è un'arte
#2 - Our hands (1): le mani sono importanti
#3 - Our hands (2)
#4 - Our hands (3)
#5 - I think what you think: non siamo poi così lontani
#6 - Our hands (4)
#7 - Non importa quanto sono lunghe le tue gambe, se scappi io ti seguirò
#8 - Just this time
#9 - On my own
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Our hands - 4

 

 

Kuroo uscì dalla doccia e indossò l’accappatoio. Passò la manica di spugna sul vetro appannato dal vapore e fece una smorfia nel vedere i capelli neri appiattiti contro il cranio, consapevole che da asciutti avrebbero ripreso la loro istrionica forma.
Tornò in camera, massaggiandosi il cappuccio contro la chioma zuppa d’acqua e andò verso l’armadio, tirando fuori dei vestiti puliti.
Lasciò cadere a terra l’accappatoio umido e sentì un singulto strozzato alle sue spalle. Girò solo la testa per vedere Tsukishima che, seduto sul letto, lo fissava con gli occhi sbarrati al di sotto delle lenti, il libro che stava leggendo con tanto interesse dimenticato.
“Cosa?” domandò Kuroo. Tuttavia, vedendo che l’altro non rispondeva e continuava a tenere quella faccia sbigottita, così diversa dalla sua solita espressione impassibile, aggiunse “Non è mica la prima volta che vedi un ragazzo nudo, no? Fai tutti i giorni la doccia coi tuoi compagni di squadra.”
Tsukishima sembrò riprendersi dallo shock e scosse la testa, finendo per chinarla e guardarsi le mani strette in grembo.
“Che… che c’entra? Ti saresti dovuto vestire in bagno, non qui!” La sua voce aveva perso la solita tonalità piatta e perennemente annoiata, era persino tremante, testimonianza diretta del suo turbamento.
Kuroo si grattò la testa, fissandolo pensieroso. Si voltò del tutto, continuando a rimanere nudo e disse:
“Avevo dimenticato di portare i vestiti in bagno, ma in fondo un corpo è sempre un corpo, dovresti essere abituato.”
Sentì Tsukishima borbottare qualcosa del tipo “È diverso” ma non ne era così certo. Camminando in modo felpato, si avvicinò al letto, ancora nudo, e allungò una mano per poggiarla sotto il mento del ragazzo e fargli sollevare la testa. Kei fece resistenza, ma alla fine suo malgrado cedette sotto la spinta gentile ma decisa di quella mano. Il suo sguardo rimase però ostinatamente puntato verso il basso.
Kuroo vide le sue guance rosse ed emise un suono sorpreso, mentre la consapevolezza iniziava a sbocciare dentro di lui.
Che stupido!
Doveva avere preso una qualche botta e il sangue doveva aver smesso di affluirgli al cervello per non comprendere una cosa tanto semplice, proprio lui che si credeva arguto. Un corpo non era sempre un corpo. C’erano mille differenze e sfumature che entrambi dovevano ancora imparare a conoscere.
Anche se Tsukishima non poteva vederlo, sul viso di Kuroo apparve un sorriso, non il solito ghigno sardonico, ma qualcosa di più gentile, persino affettuoso.
“Hai ragione: è diverso. E in effetti penso che ci rimarrei male se tu avessi questa reazione ogni volta che vedi uno dei tuoi compagni di squadra nudo – gli posò un bacio tra i capelli – ma non devi avere paura, è solo il mio corpo.”
Gli prese una mano e, forzandogli appena il braccio rigido, la guidò fino a posarsi sul proprio torace dai muscoli delineati ma asciutti. Sentì il lieve tremore di quella mano, i polpastrelli callosi che iniziavano a prendere consapevolezza mentre Kuroo li faceva vagare sulla propria pelle ancora umida per la doccia, conducendoli amorevolmente in un cammino lento e accorto verso nuove mete finora sconosciute.
“Vedi? Il mio corpo non morde, sono solo pelle, muscoli e ossa che racchiudono quello che sono. Mi piace quando mi tocchi, come a me piace toccare te, anche solo carezzandoti i capelli. Non ti forzerò mai a fare nulla, ma non voglio che tu ne abbia paura” disse con voce morbida ma priva di affettazione, per fargli intendere quanto fosse serio.
Abbassò il braccio lasciandogli andare la mano che finora aveva tenuto stretta con la propria, ma Tsukishima non la ritirò. Per un attimo rimase ferma su di un fianco, poi riprese a muoversi, esplorando il corpo di un altro ragazzo nelle sue fattezze dure e a volte anche spigolose.
Finalmente alzò lo sguardo, puntando gli occhi chiari in quelli di Kuroo e, anche se aveva ancora il viso rosso, la sua fronte era corrucciata in una smorfia ostinata, segno che non si sarebbe più tirato indietro.
“Toccami anche tu. Voglio sentire le tue mani su di me” gli disse e Kuroo non ebbe bisogno di ulteriori incoraggiamenti per accontentarlo, esultando per quell’ennesimo passo in avanti nella loro relazione, sorpreso per come la semplice carezza di una mano potesse risultare così soddisfacente. La mano di Tsukki, perché era certo che nessun’altra gli avrebbe mai fatto provare le stesse emozioni.

 

 

 

 

L’angolino oscuro: Tanti auguri Kuroo!!! Quale regalo migliore se non riuscire farsi accettare interamente dal suo Tsukki e iniziare finalmente ad esplorare a timidi passi i loro corpi? Anche se sono ancora nel mezzo del caos ho cercato di buttare giù qualcosa per il compleanno del mio gattaccio preferito <3 spero vi sia piaciuta, alla prossima.
P.s. : forse con questa si conclude la saga delle mani.

   
 
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