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Autore: Medeafire    17/11/2017    1 recensioni
Seconda classificata al contest “AU is the only way” indetto da meryl watase sul forum di efp.
Storia partecipante al contest "AU is the only way" indetto da Meryl watase sul forum di Efp.
Tratto dal primo capitolo:
"Ingenuamente credevo che la fine di una storia fossa dovuta ad un tradimento o all'assenza di amore, era impossibile per me che una relazione finisse nonostante ci si amasse l'un l'altro... almeno questo era ciò che credevo fino ad oggi, quando una delle più intense storie d'amore si era sgretolata sotto il peso dei litigi, delle incomprensioni.
Qual è questa splendida storia d'amore di cui parlo? La mia."
Store ambientata nel mondo ospedaliero con una Sasusaku un po'... insolita.
Buona lettura!
Sasusaku; accenni Sasumei, Shisaku e Suikarin.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mei Terumi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shii, Suigetsu | Coppie: Karin/Suigetsu, Sasuke/Sakura
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2 

 

21 ottobre 2017  

 

Sono rientrato appena ieri sera dal convegno e stamattina mi ritrovo di nuovo in ospedale per un intervento d'urgenza – maledetta reperibilità - un'ernia strozzata. 

-Buongiorno dottore, qui c'è la cartella del paziente, faccio preparare la sala? -  

-Sì - Shizune è una delle infermiere strumentiste di reparto, una delle più efficienti a mio avviso, ricordo ancora quando dopo un intervento durato sei ore, finsi di aver scordato una laparotomica e lei prontamente ma educatamente me ne ricordò; da quel giorno esegue quasi ogni intervento con me.  

Mi piace perché sa fare il suo lavoro e lo fa in silenzio, fondamentale per me, non sono un chiacchierone e talvolta provo fastidio quando si comincia a spettegolare dentro la sala, anche se devo ammettere che una volta quello sproloquiare mi fu molto d'aiuto, era arrivato da poco un nuovo medico – una donna – l'avevo conosciuta durante un intervento di appendicite acuta svolto assieme – aveva sicuramente poca esperienza quindi tenne i divaricatori; di solito per un intervento del genere c'è bisogno solo di trenta minuti ma quando cominciai ad incidere, mi resi subito conto che qualcosa non andava, invero l'appendice si era rotta e tutto il materiale infetto contenuto al suo interno era fuoriuscito e penetrato nella cavità addominale, se non avessi agito in fretta ci sarebbe stato un rischio alto di peritonite o ascessi, e considerando che il paziente in questione era un bambino di undici anni, non volevo correre il rischio. Mi colpì il modo in cui i suoi occhi si sgranarono quando si accorse che qualcosa non andava, pensai che sarebbe svenuta di lì a poco, invece con mio sommo stupore si sistemò in una posizione più consona per tenere più aperti i divaricatori – permettendomi così di operare più velocemente –  

Finii tre ore dopo. 

Di solito qualsiasi medico mediocre comincia a lamentarsi dopo aver tenuto il divaricatore solo per quarantacinque minuti, per le donne è urtante anche solo tenerli in un intervento di mezz'oretta, lei invece non disse una parola e – almeno dentro la sala – non accennò ad alcun segno di cedimento, anzi, guardava con occhi curiosi ed assetati di conoscenza quella complicanza che le avrebbe permesso di crescere.  

Avrei dovuto complimentarmi con lei quel giorno – non mi capitava da tanto che i divaricatori fossero tenuti così fermi – ma non lo feci, non era nella mia indole spargere moine a destra e a manca. 

 

** 

 

Sono in sala per lavarmi ma c'è qualcosa di strano, sono tutti un po' troppo taciturni, non che la cosa mi dispiaccia ma trovo questo silenzio... assordante, decido di non pensarci, non mi importa, tanto meglio per me.  

Durante tutto l'intervento nessuno ha aperto bocca se non per delle informazioni relative ai parametri della paziente; spossato da tutta questa reticenza decido di andare un po' a riposare in stanza, ma al mio arrivo qualcuno sta già impegnando il divanetto. 

-Naruto – cosa ci fa lui qui? Non è questo il suo reparto. 

Lui alza lentamente lo sguardo su di me e quando i suoi occhi afflitti e disperati si poggiano sui miei, sento un brivido freddo attraversarmi la colonna vertebrale. 

-Cosa c'è? - e nel porre la domanda non riesco a celare la mia insofferenza. 

Non conosco in prima persona questo ragazzo, ho scambiato poche parole con lui, ma so che è uno dalla lacrima facile, so anche però che è davvero bravo in ciò che fa. 

-Sasuke... - si blocca, si tortura le mani, sto davvero perdendo la pazienza, non so perché decido di assecondare questa sua pausa senza spingerlo a parlare; poi finalmente sembra essersi risvegliato dal suo stato catatonico e continua – ieri notte è arrivato un intervento d'urgenza – la sua voce trema parecchio 

-Si lo so – dico incrociando le braccia al petto, lui alza la testa di scatto verso di me – me ne sono occupato io –  

-Ma che stai dicendo? -  

-L'ernia strozzata, sono uscito poco fa dalla sala operatoria – ma mentre lo dico comincia ad instillarsi in me il dubbio che Naruto non si riferisca a quest'intervento. 

-C'è stata una sparatoria, hanno trovato due corpi: uno di un uomo che è morto ancor prima che i soccorsi arrivassero, l'altro... è quello di Sakura. - finisce la sua frase con un singhiozzo che non riesce a reprimere, sgrano gli occhi incredulo, intontito. 

-Ma lei ieri era a Suna – cerco di dire con quel briciolo di razionalità rimastami. 

-L'hanno trovata nel parcheggio dell'ospedale. - non riesco più a sentirlo, le orecchie mi fischiano, senza aggiungere altro esco dalla stanza con una certa urgenza per andare dall'unica persona da cui spero di poter avere risposte. Senza alcun preavviso entro nella stanza del primario, con il magone dentro di me. 

-Dov'è? - incalzo, ho bisogno di vederla  

-Sasuke, è uscita da poco dalla sala operatoria... -  

-Non mi ha avvertito nessuno. - adesso capisco quel silenzio di poco fa 

-Avevi un intervento delicato da fare, sarebbe stato deleterio – continua a guardarmi, lei sa quanto importante sia stata la nostra storia – stanza quattro –  

Tutta l'irruenza di prima sparisce davanti l'uscio della porta, per la prima volta mi manca il coraggio, non credo che riuscirò a mantenermi distaccato come nelle altre situazioni.  

Si sta formando una certa folla attorno a me quindi per liberarmene entro e richiudo velocemente la porta, mi volto e vorrei che il terreno mi inghiottisse, lei è distesa sul lettino, le macchine segnano i suoi parametri vitali, è intubata... non riesco a guardarla, è troppo anche per uno come me. 

Prendo la cartella per sapere qualcosa di più... una sparatoria, una maledettissima sparatoria. 

-Sicuramente sarà stata vista dagli aggressori, stava già cominciando ad aiutare l'altro uomo – non mi sono nemmeno accorto della presenza di Tsunade dietro di me. 

-Cos'è? - dico sollevando il post-it su cui è annotato "probabile pneumotorace, ore 23:27" conosco quella scrittura minuta ma marcata. 

-L'ha scritto Sakura, quel biglietto potrebbe essere stato determinante per salvarle la vita –  

Resto di nuovo da solo con lei, fermo a sfiorare quell'inchiostro impresso sulla carta, mentalmente alla ricerca di lei. 

Se solo non fossi andato al convegno e avessi partecipato all'intervento tutto questo non sarebbe successo. 

Non posso permettermi di avere questi pensieri, non posso crollare, non è nella mia indole, ma quando la guardo nuovamente sento una scarica dolorosa attraversarmi il corpo, come quel giorno... 

 

4 marzo 2017 

 

-Non me ne frega niente delle tue ragioni, ti avevo detto che era rischiosa quella faringectomia e tu l'hai fatta comunque. –  

-Per Tsunade era l'opzione migliore! -  

-Tsunade non aveva visto la sua cartella, non sapeva dei problemi cardiaci di quella donna. -  

Stiamo litigando, stiamo litigando di nuovo, lei che si infervora per difendere l'onore che crede io voglia denigrarle, e io che rimango calmo facendola imbufalire ancora di piùÈ così testarda, non gliene importa niente del fatto che io abbia più esperienza di lei e che cerchi di evitarle le stesse rogne che ho avuto io tempo addietro, per lei sono sempre io l'egoista 

-Hai bisogno di comandare tutto, sei arrogante e saccente come sempre! -  

-Sei tu la saccente, mi sono rotto dei tuoi capricci – nonostante ci eravamo ripromessi di mantenere rapporti civili per il bene del luogo in cui lavoravamo, ogni scusa era buona per litigare e rinfacciarci gli errori del nostro passato. 

La odio così tanto in questo momento, la odio perché riesco a leggere lo stesso sentimento nei suoi occhi fastidiosamente accesi. 

Prima di renderci conto dell'immane stronzata che stiamo facendo, ci ritroviamo a spogliarci nella stanza riservata ai medici, non ci baciamo mai, vogliamo dimostrarci che è solo sesso, che tra di noi non può esserci altro che questo. 

Quando inizio a spingere dentro di lei, faccio appello a tutto il mio autocontrollo per non lasciarmi andare ad un lungo gemito di piacereera da più di due mesi che non sentivo le sue pareti avvolgermi e per quanto tempo possa essere stato insieme a lei, ogni volta è una sensazione sconvolgente. Evidentemente il tempo passato insieme ci ha plasmato a rispettiva immagine e somiglianza perché anche lei sembra non voler dare a vedere quanto stia godendo, si aggrappa al divano, strizza gli occhi, tutto pur di non abbandonarsi al piacere, nessuno dei due si guarda negli occhi, sappiamo entrambi che se lo facessimo, rovineremmo questa farsa.  

 

8 maggio 2017 

 

Sono ad una noiosissima cena di fine seminario, ho deciso di voler allargare i miei orizzonti e l'unico modo che ho di farlo è prendere parte a questi meeting – talvolta internazionali – dove vengono mostrate nuove tecniche biomediche, nuova forme di anestesie e quant'altro e benché i commensali che mi affiancano si siano addentrati in discorsi da deficienti, in realtà sanno come svolgere il loro lavoro. 

La cena si era conclusa ed ero felice di poter tornare a casa e riposarmi, ero stato però prontamente bloccato dal capotavola che aveva esordito dicendo di voler offrire a tutti una speciale grappa invecchiata che servivano soltanto in questo ristorante – anche abbastanza raffinato effettivamente – aveva sussurrato qualcosa al cameriere e questo era scomparso dietro una porta a vetri da cui poco dopo era spuntata una donna, una bellissima donna, era parecchio tempo che non mi capitava di indugiare lo sguardo su qualcuna in questo modo: 

Ldonna in questione dopo aver salutato il mio collega si era prodigata a versare quel liquido ambrato a tutti quanti, mi ero accorto che si era soffermata un po' di più quando era stato il mio turno ma non ci avevo fatto caso più di tanto 

Quella grappa era davvero buona ma sfortunatamente tutti gli uomini seduti a quella tavola erano molto più attempati di me e non reggevano egregiamente l'alcool, per questo dopo un solo bicchiere quasi l'intero tavolo si era dissolto, decidendo di seguire a ruota gli altri stavo per alzarmi dal mio posto ma ero stato inchiodato da un altro bicchiere poggiato dinanzi a me. 

-Questo posso offrirtelo? -  

-Non mi faccio offrire le cose. - per nulla scomposta dalla mia risposta tagliente la donna di prima – probabilmente la proprietaria del ristorante - si era versata da bere e si era seduta accanto a me. 

-Allora diciamo soltanto che mi fai compagnia – avevamo fatto tintinnare i bicchieri ed avevamo buttato giù il contenuto d'un colpo, dopo aver scambiato quattro parole decisi che fosse meglio non andare oltre con lei e mi alzai per andarmene definitivamente. 

-Grazie per la grappa... - 

- Mei - continuò lei per me  

-Mei – ripetei io – mi sdebiterò -  

-Lo spero tanto – si allungò poi verso di me per salutarmi ma non mi sfuggì come le sue labbra si posarono sugli angoli della mia bocca. 

Non riuscivo a capire cosa mi attraesse così tanto di quella donna, non era la sua giunonica presenza, non erano i suoi capelli, ma allora... poi mi resi conto che i suoi occhi, il colore dei suoi occhi più precisamente, era così simile a quello di... dannazione. 

 

23 luglio 2017 

 

Non mi è mai importato troppo del mio compleanno, è un giorno identico a tutti gli altri e trovo superfluo se non inutile tutti i festeggiamenti ad esso annessi, molti dei miei colleghi capendo la mia indifferenza verso questa ricorrenza, sono arrivati con il tempo a limitarsi ad un educato augurio, che trovo molto più consono. Non me ne importa nulla neanche dei regali – l'unica volta che espressi il desiderio di riceverne uno, fu al secondo anno di specialistica, quando incisi per la prima volta e desiderai ardentemente di volere un mio bisturi porta fortuna –  

-Tanti auguri dottor Uchiha - per fortuna la persona in questione non può vedere il sorriso spuntato sul mio volto in questo momento. 

-Lo sai che non mi piace ricevere gli auguri –  

Lei ride, mi piace quando ride così. 

 Ma poi, cogliendomi alla sprovvista, si avvicina a me e poggia delicatamente le sue labbra sulle mie, se ne pente immediatamente perché si stacca bruscamente e poggia i polpastrelli freddi su di me per eliminare le lievi tracce di rossetto. 

L'unica cosa che riesco a fare è sbattere ripetutamente le ciglia. 

 

Questo era il miglior regalo che potessi ricevere. 

 

Sono imbambolato nella mia posizione da tempo quando vengo attratto da una conversazione in corridoio, la prima cosa su cui si poggiano i miei occhi è una chioma bionda che parla con una testolina rosa. 

"Ascolta, sono qui in questi giorni e mi piacerebbe tanto poter parlare con te come l'altra sera, che ne dici?"  

La sua audacia è da ammirare, Sakura è una delle persone più integerrime che abbia mai conosciuto, persino io faticai tanto per uscire con lei. 

Vedo soltanto la sua mano estrarre un foglio e scarabocchiarci qualcosa sopra. 

"Chiamami e dimmi dove e quando, sono ritardataria quindi dammi appuntamento almeno mezz'ora prima dell'ora reale"   

Colto da una rabbia incontrollabile decido di allontanarmi da quel posto, evidentemente anche lei è cambiata ed io non me ne sono reso conto. 

 

** 

 

I gemiti di Mei riempiono il silenzio della stanza. 

Non ho avuto remore a prendere ciò che lei mi ha offerto, dovevo distrarmi e non mi importava se lo stavo facendo nel modo più sbagliato possibile. 

Non contento di quella posizione la inverto portandomi sopra di lei, le piego la gamba sinistra e comincio a spingere con più foga notando le lacrime di piacere accumulatesi agli angoli dei suoi occhi, mi concedo soltanto di avvicinarmi a lei per asciugargliele con le labbra, al contempo lei mi afferra la mano facendola spostare dai suoi fianchi al suo seno, appagato da quella visione mi lascio andare ad un gutturale ringhio che soffoco sul suo prosperoso petto. 

 

Credevo di darle una lezione così, dimostrando che di lei non mi importava più nulla... allora com'era che mi facevo così schifo? 

 

4 agosto 2017 

 

La mia prima vera discussione con Sakura dopo quella volta, era stata il giorno prima per un litigio perché a quanto pare l'unico modo che conoscevamo per comunicare era quello;  

come se i miei pensieri si fossero materializzati, uscendo dall'ospedale alla fine del turno l'avevo trovata fuori, assorta in chissà quali pensieri. 

-Mi dispiace – la sento dire – hai ragione tu, non devo impicciarmi, rischio sempre troppo - è così triste e non so se sa che quando la vedo così, farei di tutto pur di rivederla sorridere. 

Come attratto da una calamita, azzero le distanze tra noi e la bacio, la bacio veramente dopo quella che mi è sembrata un'eternità, mi aspetto di essere bloccato di lì a poco dalle sue manine ma mi stupisco quando invece mi stringe la faccia tra i suoi palmi come se avesse bisogno tanto quanto me di quella boccata d'aria fresca. 

 

Avevo fatto scorrere lo sguardo sulla sua figura nuda ancora una volta, venivo distratto di tanto in tanto dalla sua coscia che si sfregava su di me spingendomi a perdermi in lei ancora una volta, Sakura aveva poggiato le sue mani sulla mia schiena avviluppandomi in un abbraccio che non ero stato in grado di rifiutare. 

Ero sconvolto da quello che era successo, stavamo con due persone diverse eppure eravamo lì, incuranti di tutto il resto. 

Eravamo ancora maledettamente innamorati e lo sapevamo... ma faceva paura ammetterlo. 

 

20 agosto 2017 

 

-Dai guarda che è bellissimo! -  

-Mi fanno paura queste cazzate Karin –  

Dalla stanza dei medici sento chiaramente la voci di Karin e Shikamaru che litigano su qualcosa. 

-Sasuke! Ti prego gioca – non avevo tempo da perdere con i giochetti ma acconsentii comunque a quella sceneggiata, c'era qualcosa nello sguardo di Sakura che mi incuriosiva. 

-Ti spiego - continuò concitata – questo è il libro della Sibilla*, devi fare una domanda sul tuo futuro e lei ti risponderà, puoi anche non dirmela, poi devi dirmi tre numeri che hanno un significato per te e al resto penso io! -  

-6, 8, 27 –  

-E la domanda? -  

-Hai detto che posso anche non dirla – sembrava contrariata dalla mia reticenza ma trafficò comunque con il libro, dopodiché scrisse una frase su un foglio e la lesse: 

"No e ti dico no, perché così sta scritto in cielo"  

Sgranai gli occhi di fronte quel responso e anche Karin sembrò stupita della risposta così netta. 

Con uno sbuffo divertito esco dalla stanza lasciando tutti perplessi, non credo alle stupidaggini di questo genere ma anche quel libro sembrava avermi dato la risposta che avevo sempre covato dentro di me... 

 

 

 

… "Smetterò mai di amarla?"  

 

 

Angolo autrice 

Come vi avevo già anticipato, da questo capitolo in poi la narrazione proseguirà dal punto di vista di Sasuke per due semplici motivi: 

Sakura è oggettivamente fuori gioco per poter parlare e ricordare, inoltre... 

Volevo sperimentare la vicenda attraverso i sentimenti di Sasuke, infatti impostando la storia dal suo punto di vista, ho evitato che il personaggio potesse risultare ooc, questi sono i pensieri più intimi di Sasuke, ma da fuori continua a comportarsi come sempre, se non per qualche raro momento in cui anche lui cede. Non so spiegare perché, ma anche all'interno dell'anime ho sempre avuto l'impressione che Sasuke fosse un'anima sensibile e a tratti tormentata – molto tormentata – e questo aspetto secondo me si evidenzia soprattutto quando scopre la verità su Itachi e quando si rende conto dell'amicizia forte che lo lega a Naruto, diciamo che a lui servono emozioni forti per crollare. 

 

*Il libro della Sibilla esiste veramente e quel responso che ha letto Karin esiste davvero (adesso però non ricordo con quali numeri lo avevo ottenuto) è divertente giocarci ma a tratti è inquietante per le risposte che dà!

   
 
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