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Autore: Nene_92    17/11/2017    4 recensioni
L'estate è passata, l'assassino è stato trovato e la morte di Samuel Larson è ormai un lontano ricordo.
Come continua la vita dei personaggi dopo l'omicidio?
.
(si tratta di una raccolta di OS sui protagonisti presenti nella storia interattiva "Un Omicidio per i Black")
.
[la storia fa parte della serie "La nuova dinastia dei Black"]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'La nuova dinastia dei Black'
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Scusate il ritardo ma lavorando il tempo che ho a disposizione è proprio poco!
In ogni caso è il turno di Alexis! ;)


- Alexis Elizabeth Buldstrode -


Alexis_Bulstrode
Alexis Elizabeth Buldstrode, 18 maggio 1981, ex Serpeverde poi Serpecorno




"Prendi questa." Le consigliò Samuel, depositandole una pasticca bianca tra le mani "Ti aiuterà di sicuro a reggere per il resto della notte. In serate come queste bisogna divertirsi." Continuò facendole un occhiolino "La prima te la offro io. JOHN!" Urlò poi al barista, che immediatamente accorse "Dai alla signorina qualcosa da bere." Ordinò prima di alzarsi.
"Aspetta..." Lo richiamò Alexis, prendendolo per un braccio "Posso almeno sapere il tuo nome?"
Sorridendo gentilmente, il ragazzo annuì. "Mi chiamo Samuel... Samuel Larson. E mi raccomando: tutta giù d'un fiato. Non te ne pentirai."
Alexis, spinta da una forza irrefrenabile, si mise la pastiglia sulla lingua. Per poi buttarla giù insieme al drink che le venne dato dal barista.





"Uscirò dal carcere prima che tu possa rendertene conto." Promise Elliot con voce vellutata, avvicinandosi il più possibile al vetro. "E quando uscirò, potremo andare a fare un giro da Martha insieme." Le comunicò in un sussurro.
Sentendo quel nome, per qualche secondo il sangue si gelò nelle vene di Alexis. 
Quella che a chiunque poteva sembrare una frase innocente, per lei aveva un significato ben diverso: Martha era il nome della discoteca dove aveva conosciuto Samuel Larson. E dove, per la prima volta in vita sua, si era drogata. 

Come aveva fatto lui a venirne a conoscenza? 


(da "Un omicidio per i Black")



fine agosto 2007, Londra, Villa Buldstrode



Sfoggiando un passo sicuro ed elegante, che non dimostrava in alcun modo quale fosse il suo reale stato d'animo, Alexis si diresse in maniera deciso verso la casa dei suoi genitori.

Avendo lavorato praticamente tutto l'anno, accumulando straordinari su straordinari, era riuscita ad ottenere senza problemi dal suo capo quasi un mese di ferie.
E ne sfoggiava il risultato grazie alla sua perfetta abbronzatura, risaltata ancora di più dall'abito bianco perlaceo che indossava.

In teoria, le sue vacanze sarebbero terminate soltanto tre giorni dopo, tuttavia era tornata in anticipo, ansiosa di discutere con suo padre su una questione che le stava molto a cuore.

Aveva infatti saputo per caso dai giornali che il processo contro Elliot Florence sarebbe iniziato a settembre... e la cosa l'aveva parecchio agitata.

Quanto sapeva, esattamente, quell'uomo su di lei?
Quanto gli aveva riferito Samuel Larson, prima di morire?
E quanto sarebbe stato disposto, lui, a trascinarla nel fango con sè?

Avrebbe fatto finta di nulla, oppure avrebbe informato gli Auror - o peggio, la stampa - sulle sue notti brave, magari sperando in una diminuzione della pena?

L'unica cosa sicura, era che lei non avrebbe potuto permettersi in alcun modo di farsi trascinare in uno scandalo.

Per quello si stava dirigendo verso la casa paterna: avrebbe convinto suo padre di essersi accorta di avere una lacuna in un qualche ambito legale e che per quel motivo necessitava di trascorrere un anno - o anche di più - all'estero.
Magari per una specialistica.
Ne avrebbe approfittato per disintossicarsi, lontana da occhi indiscreti. E poi avrebbe tenuto monitorata la situazione, per tornare in Inghilterra soltanto quando tutti avrebbero scordato dell'esistenza di quel processo.
Di sicuro, se il suo nome fosse saltato fuori, ci avrebbe pensato suo padre ad insabbiare ogni cosa.

Lei doveva soltanto convincerlo a lasciarla andare.


-*-*-*-


agosto 2009


Contrariamente a quanto pessimisticamente preventivato, il suo nome non era mai saltato fuori durante il processo.
Perciò Alexis, dopo quasi due anni di assenza dall'Inghilterra, si apprestò a chiudere la valigia con tutti i suoi beni e a dirigersi verso il punto dove avrebbe preso la passaporta per ritornare finalmente dalla sua famiglia.

E, con sua enorme sorpresa, si scoprì felice per quell'evento.

Aveva passato tutta la sua giovinezza a gareggiare con il più grande tra i suoi fratelli, perchè nonostante fosse lei la primogenita, lui sarebbe stato quello che avrebbe portato avanti il cognome di famiglia.
Aveva passato i suoi anni ad Hogwarts a prendere in giro suo fratello minore, perchè era stato smistato in Corvonero, quando tutti in famiglia erano invece appartenuti alla casa di Salazar.
E infine aveva voluto a tutti i costi seguire la carriera del padre, non per reale interesse ma per dimostrare di essere anche lei all'altezza di un figlio maschio.

Si era sempre convinta di fare le cose solo perchè dovesse farle e non perchè volesse.

Ma quel giorno, forse per la prima volta, si accorse che le cose non stavano così: non stava tornando perchè il processo era finito, o perchè Elliot Florence non aveva mai fatto il suo nome.
Stava tornando perchè voleva davvero farlo.
Stava tornando perchè la sua famiglia le mancava.

Semplicemente stava tornando.
A casa.



-*-*-*-


Festa di Natale 2009, Ministero della Magia Inglese



Dopo aver roteato leggermente il bicchiere di champagne che teneva tra le mani e averne sorseggiato un sorso, Alexis lasciò scorrere pigramente lo sguardo tra la fiumana di gente avvolta in abiti colorati ed eleganti che stava riempiendo la Sala dei Ricevimenti del Ministero della Magia Inglese.
Nonostante le cose stessero lentamente cambiando, all'interno dell'alta società magica inglese, riuscì comunque a riconoscere diversi volti noti, segno che parecchie famiglie purosangue continuavano a mantenere ininterrottamente il potere.

Tra i vari invitati, riconobbe anche suo cugino Darius - anche se, almeno giuridicamente, quel titolo di parentela non li legava più - e la moglie e, sorprendendo per prima se stessa, decise di dirigersi proprio verso di loro.
Voleva quantomeno salutarli.

Cassiopea, avvolta nel suo abito da sera color cobalto e sulle spalle la giacca del marito, teneva per mano Lyra e conversava amabilmente con alcuni dignitari del Ministero, mentre Darius, con la cravatta semislacciata, attirava l'attenzione delle loro mogli, dal momento che il piccolo Antares si era addormentato su di lui, sfruttando la spalla paterna come un cuscino.

Di sicuro, quello non era il tipico comportamento adatto a due purosangue.

Ma Alexis, che fino all'anno prima avrebbe sicuramente trovato l'occasione idonea per criticare apertamente tali comportamenti, fu la prima invece a sorridere intenerita davanti a quella scena.

Forse perchè era lei, ormai, ad essere cambiata.


"Signori" La distrasse dai suoi pensieri la voce di Cassiopea "Posso presentarvi Alexis Elizabeth Buldstrode? E' la cugina di mio marito, nonchè un'avvocatessa molto in gamba." Iniziò con le presentazioni, permettendo così ad Alexis di inserirsi nella conversazione "Alexis, ti presento Vincent Gherard, rappresentante del Ministro della Magia Francese e Markus King, ambasciatore della Repubblica Magica Australiana."
"E' un onore per me conoscerla, signorina Buldstrode." Replicarono a turno entrambi, esibendosi in un perfetto baciamano.

Ma tra i due, l'unico baciamano che ad Alexis rimase impresso fu quello di Markus King.

La serata, gli invitati, le risate, la musica, gli schiamazzi.
Ogni cosa scomparve.
Ogni cosa a parte gli
intensi occhi azzurri dell'uomo.


-*-*-*-


marzo 2010, Villa Black



Se non avesse ricevuto una perfetta educazione purosangue, in quel momento Alexis avrebbe sia strabuzzato gli occhi che sputato il sorso d'acqua che aveva appena mandato giù.
Tuttavia riuscì a trattenersi, mentre ascoltava suo padre sciorinare a Darius un numero elevato di teneri ricordi di quando lui e Meissa erano bambini.

Sapeva bene, come probabilmente la cosa era nota anche a suo cugino, che non c'era praticamente nulla di vero in tutto quello: a suo padre non era mai interessato niente della sorella, la madre di Darius.
Altrimenti avrebbe fatto sicuramente qualcosa in più per cercare di proteggerla da Alexej Levenvolde.

Tuttavia era da circa un quarto d'ora buono che Adam Buldstrode continuava a descrivere immagini idilliache appartenenti alla sua infanzia - tutte legate in qualche modo a Meissa - e Alexis sapeva già in anticipo a cosa serviva quel teatrino: loro erano imparentati con Darius, ormai un Black, per via materna, non paterna.
E Meissa - anzi, le due Meisse - erano l'unico bel ricordo che Darius aveva della sua vita in Russia.

Sottolineare quel legame di sangue, se fatto nel modo corretto, poteva ancora fruttare, ai Buldstrode.

Tuttavia Alexis era più che sicura che suo cugino avesse già capito da un pezzo le mosse dello zio e che, in realtà, fosse soltanto seccato per ogni parola detta in sproposito dall'uomo.
Per quel motivo decise di abbandonare quel teatrino pietoso, uscendo dal salotto
con una scusa.

In un primo momento girò a zonzo per la grande Villa poi, in un corridoio, captò delle voci che riconobbe come quelle di Cassiopea e Lyra.

Per un po' rimase sulla porta, indecisa se bussare oppure no, ma alla fine vinse la curiosità.

Cassiopea era sdraiata a terra, su un tappeto persiano, e teneva sollevata a mezz'aria la figlia, che si dimenava ridendo.
"Zia! Vieni anche tu!"

E Alexis, per una volta nella vita, decise di lasciarsi andare: si tolse a sua volta le scarpe e le raggiunse sul tappeto.


-*-*-*-


 giugno 2010, Ministero della Magia


"Mi sto frequentando con Markus King da..." 
"Natale?"

Sgranando gli occhi per la sorpresa - che ancora una volta testimoniavano la perspicacia della cognata - Alexis annuì, sentendosi immediatamente meglio per averlo finalmente reso noto a qualcuno. "Come fai a saperlo?"
"Alla festa di Natale non vi siete staccati gli occhi di dosso neanche per un attimo." Commentò Cassiopea divertita "Era abbastanza evidente."
"Sei la prima alla quale lo dico. In assoluto." Confessò a quel punto l'avvocatessa, arrossendo subito dopo.
"E a cosa devo questo onore?" Chiese la Black, soffocando una risatina divertita. Da quando la conosceva, era la prima volta che vedeva Alexis imbarazzata per qualcosa.
"Io... devo chiederti una cosa." Ammise l'altra "E... ehm... diciamo che è un po' imbarazzante, ma visto che lui lavora alla Cooperazione Magica Internazionale, immagino che tu lo conosca molto meglio di me." Cercò di spiegare.
"E cosa potrei mai sapere io, su di lui, che tu non abbia imparato in sei mesi?" Domandò a quel punto Cassy, assumendo un'aria perplessa.

"Chetusappiaèpurosangue?" Chiese a quel punto tutto d'un fiato Alexis, dopo un attimo di esitazione, diventando contemporaneamente bordeaux.
"Oh!" Realizzò così la Black, scoppiando apertamente a ridere "Hai paura che, se non lo è, tuo padre potrebbe non approvare la relazione?"
"Hai poco da ridere!" Si lamentò l'avvocatessa, nascondendo il viso tra le mani "Forse tu hai avuto la fortuna di crescere in una famiglia lontana da questi pregiudizi, ma nella mia... allora, lo è o no?"

"E se ti dicessi che è un nato babbano?" Indagò a quel punto Cassiopea, assumendo un'espressione seria ed imprescrutabile.
"Credo che dovrò chiedere a te e Darius l'asilo politico da mio padre, allora." Replicò Alexis con decisione
"Perchè ci tengo davvero a Mark."

Per un attimo Cassiopea la scrutò, come per leggere eventuali tracce di bugie nel volto della cugina acquisita.
Non trovandone, il suo volto si aprì in un sorriso sincero "Allora sei una donna fortunata Alexis: Mark è purosangue. Ma è bene che tu e la tua famiglia sappiate anche questo: nella moderna Australia, i contratti matrimoniali e la questione della dote non esistono. E lì è previsto anche il divorzio."


-*-*-*-


Markus_King Markus King


2011, Londra, Villa King


Con un enorme sorriso stampato sulle labbra, sorriso che continuava a sfoggiare con tutti da quella mattina, Alexis volteggiò con grazia in mezzo all'enorme pista da ballo creata apposta nel gazebo, prima di tornare tra le braccia del suo neomarito.
Era proprio per lui che sfoggiava quel sorriso: quella mattina infatti, alla presenza di un qualche centinaio di invitati, lei e Markus avevano finalmente dettò il fatidico "sì."

Era diventata ufficialmente la Signora King.

Alexis non poteva essere più felice di così: suo padre, a discapito delle sue più nere previsioni, aveva accettato di buon grado il ragazzo in famiglia, fornendo così ben presto la sua benedizione all'unione.
Ma, cosa ancora più importante, erano stati lei e Markus ad avere voluto tutto ciò.

Non era stato un matrimonio combinato.
Era stato un matrimonio voluto. E desiderato.

Sin dall'inizio.

Anche a distanza di tempo, a causa dell'emozione, Alexis avrebbe ricordato davvero poco di quella giornata.

Ma quello che contava davvero era una cosa sola: lei amava Mark e Mark amava lei.
E quel giorno, il 13 di ottobre, era l'inizio della loro vita insieme.



-*-*-*-


maggio 2012, San Mungo



"Mi spieghi come ti è saltato in mente di averne altri due dopo Lyra?" Domandò Alexis a Cassiopea con voce stanchissima, tenendo tra le braccia il fagottino contenente la sua primogenita. "Io, dopo di lei, non penso proprio che vorrò ripetere l'esperienza."

La Black, a quelle parole, le rispose con un ghigno divertito, scrutandola da capo a piedi: Alexis, come qualunque donna dopo il parto, in quel momento non era soltanto esausta.
Era appoggiata mollemente sui cuscini, con la fronte madida di sudore e i capelli appiccicati alla testa. Tuttavia emanava anche una luce diversa. Più dolce. Materna.
E di gioia.

"E ti dirò di più, Alex: se dovesse arrivarmi il quarto non mi tirerei indietro." Le comunicò Cassiopea, lanciando un'occhiata al lato destro del letto della cognata, dove aveva appoggiato temporaneamente la carrozzina di Asterion. "Tutto, però, dipende dagli obiettivi che ognuno fissa per la propria vita. Io e Darius volevamo una famiglia grande e unita, quindi sono più che felice di averne avuti tre. Ma non è obbligatorio che tu segua le mie orme."
"Beh, io preferisco concentrarmi solo su di lei, per il momento. Poi, in futuro vedremo." Proferì Alexis, cominciando a cullare dolcemente sua figlia, che aveva aperto gli occhi proprio in quel momento per emettere strani gorgoglii. "Ma non credo che vorrò ripetere l'esperienza." Concluse in un sussurro.

Sapeva perfettamente che in molti, la sua famiglia d'origine in primis, le avrebbero fatto diverse pressioni per farle tentare almeno una seconda gravidanza.
Le avrebbero fatto notare che era giovane, in salute, che lei e Mark avrebbero potuto permettersi di mantenere parecchi figli.
E anche che, alla fine dei conti, durante quella prima gravidanza era andato tutto liscio. Poteva quindi affrontarne senza problemi una seconda... e magari una terza.

Tutto questo soltanto per un motivo: lei aveva partorito una femmina.

E, a seguito di quella "amara" constatazione, Alexis non potè che farne immediatamente un'altra: a differenza di suo marito, che le era stato accanto in ogni secondo della gravidanza, dalle prime nausee mattutine fino alla sala parto, il resto della famiglia - a partire da suo padre - nel momento in cui avevano saputo che il nascituro sarebbe stato una nascitura, avevano immediatamente dimostrato tutto il loro disinteresse.
E la dimostrazione palese ce l'aveva proprio davanti agli occhi: nel momento in cui Markus si era preso una pausa, chiedendo il tempo per andare a bere un caffè, nella sala d'attesa aveva trovato soltanto Cassiopea e Darius, pronti a dargli il cambio.

Dei genitori di Alexis, nonostante le ore passate dalla prima rottura delle acque fino al vero e proprio parto, nemmeno l'ombra.

E, probabilmente, non si sarebbero nemmeno presentati.

Ma questo ormai ad Alexis non importava più: lei e suo marito avevano ricevuto in dono quella bambina.
E quella bambina avrebbero amato con tutti se stessi.


-*-*-*-

Karen_King  
Karen King, 6 anni



2018, Villa King



"Mark? Karen? Sono a casa!"
Non udendo risposte di alcun tipo, Alexis iniziò a vagare per la proprietà, cercando di capire dove potessero essersi andati a cacciare marito e figlia in base ai posti che di solito frequentavano di più della casa.

Alla fine, dopo una ricerca alquanto lunga e approfondita, li trovò.
E capì anche il motivo per cui nessuno dei due aveva risposto: sia Karen che Markus erano infatti sdraiati insieme sul lettone, in una buffa imitazione l'uno dell'altro.
Placidamente addormentati.

Per un attimo, Alexis si chiese se non fosse il caso di svegliarli.
Ma, alla fine, optò per un'altra soluzione: dopo aver recuperato una coperta abbastanza grande, si liberò in fretta dei vestiti più ingombranti.
Poi si sdraiò al loro fianco, coprendo tutti e tre.

Ci mise pochissimo tempo, ad addormentarsi a sua volta.

Sssh! Si dorme!


-*-*-*-


1 settembre 2023, sera, Villa King



Dopo aver dato un biscotto al gufo di sua figlia, appena entrato dalla finestra, Alexis tornò con un sorriso sulle labbra e una lettera ancora sigillata tra le mani verso il tavolo della sala da pranzo, dove ancora erano presenti i resti della cena.
Poi andò ad accomodarsi in braccio al marito, che aveva già trascinato indietro la sedia per farle spazio.

Come avevano già deciso da tempo immemore, avrebbero aperto la prima lettera di Karen insieme.

"Pronta?" Domandò Mark, mentre un piccolo fremito attraversava, per motivi diversi, entrambi. Markus, a differenza della moglie, non aveva studiato ad Hogwarts, perciò la questione dello smistamento era una novità assoluta. Alexis invece perchè era davvero curiosa di vedere dove sarebbe stata smistata la sua piccola principessa.

Era stato un piccolo lutto, per entrambi, doversi allontanare dalla loro unica figlia.
Ma allo stesso tempo li riempiva di gioia, sapere che finalmente Karen aveva raggiunto quel traguardo così importante.

"Sì." Replicò Alexis annuendo.
"Allora coraggio, apriamo questa busta." Decretò Mark, strappando finalmente il sigillo dei King che Karen aveva applicato per chiudere la lettera.

Molto velocemente, i coniugi lessero le parole della figlia, che descrivevano piene di entusiasmo il viaggio affrontato in treno insieme al cugino Asterion. Ma ciò che premeva sapere ad entrambi lo trovarono soltanto nelle ultime righe, dove finalmente si arrivava alla descrizione dello smistamento.

E Alexis, quando finalmente trovò ciò che stava cercando, scoppiò a ridere.

Sia Karen che Asterion erano stati smistati in Corvonero.

La stessa casa nella quale era stato smistato il fratello di Alexis, quando i Buldstrode erano tornati in Inghilterra. L'avvocatessa l'aveva preso in giro per mesi, visto che non esisteva un solo Buldstrode che non fosse finito in Serpeverde.
Tuttavia, davanti alla notizia della figlia, la donna si ritrovò a pensare a quanto in quegli ultimi anni lei fosse cambiata. E la sensazione che provò fu solo una ed inequivocabile: felicità.


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La prossima OS (che spero arrivi prima di questa) sarà incentrata su Caroline.
  
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