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Autore: KomadoriZ71    17/11/2017    0 recensioni
{ Serie: Periegesi | HOENN | Ship&Other }
Ehi, ciao!
Finalmente sono tornata con questo nuovo e piccolo progetto, una raccolta in cui ogni città della regione di Hoenn avrà la sua storia a sé stante.
Fin da piccola sono rimasta affascinata dalla terza generazione e tutto ciò che racchiude, appena mi è saltata in mente l'idea non ho resistito e ho cominciato a scrivere. Non posso premettere niente dato che i vari capitoli sono ancora in fase di sviluppo, ma spero di essere stata abbastanza chiara con le spiegazioni e non posso fare altro se non augurarvi una buona lettura.
- Lily
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Ferrugipoli

La città che sperimenta l'integrazione tra natura e scienza”

 

 

 

“Quando avrai la pazienza di venire a trovare il tuo vecchio? Sono mesi che non ti fai sentire” … “Cominciavo a preoccuparmi”.
Nonostante la calma che aleggiava dentro all'ufficio sfarzoso, il Signor. Petri aveva messo da una parte i suoi doveri da presidente per recuperare il Pokénav dal taschino della giacca elegante. Era sempre un buon momento per fare uno squillo veloce al suo unico figlio, erano mesi che non aveva sue notizie e per lui era una gioia poter ascoltare il suono della sua voce. Sperava di non disturbarlo e non lo biasimava per le mancate visite, Rocco era molto impegnato anche se aveva perso la carica del Campione, era diventato un uomo che mandava avanti la sua vita nella piccola isola di Verdezzupoli.
Sempre alla ricerca di pietre preziose da collezionare, sempre così impegnato a migliorare le sue tecniche con i Pokémon. Ma non se ne parlava di perfezionare il rapporto con suo padre, l'unica persona che lo incoraggiava e che faceva il tifo per lui anche se da lontano.
Papà...” sbuffò il ragazzo dall'altra parte del telefono. “Ne abbiamo già parlato
Il Signor. Petri sospirò e scrollò le spalle. Quanta pazienza ci voleva con quei giovani? Per loro la vita era un tragitto tutto in salita, quando recuperavano le energie per prendere la rincorsa non si fermavano più, non avevano la pazienza di fermarsi per ascoltare le lagne di un povero vecchio. Ma era meglio così, Rocco era un ragazzo forte come i Pokémon che allenava, c'era un motivo se era riuscito a raggiungere dei traguardi così alti.
Anche se il Signor. Petri preferiva vederlo al suo fianco, sposato con una bella donna e pronto per prendere in mano le redini della ditta. Era ovvio che gli piaceva l'idea di vederlo sistemato, voleva solo regalargli un futuro solido su cui fare affidamento. Non pretendeva l'oro, ma nemmeno l'argento.
Lo so che non sei più un bambino” mormorò il Signor. Petri per smorzare la tensione. “Ma almeno fammi sapere come stai e se ti trovi bene. Hai trovato delle nuove pietre? La prossima volta che verrò a trovarti le esaminerò dalla prima all'ultima, almeno una passione sono riuscito a trasmettertela
Sentì una risata provenire dall'altro lato della cornetta. “Papà, tu non cambierai mai. Non è vero?
Ci puoi scommettere la cravatta, figliolo
Comunque sì, sto bene” … “Di recente ho cominciato a fare degli scavi alle Cascate Meteore, si trovano tante pietre interessanti e i miei Pokémon sono liberi di scatenarsi senza provocare tanti danni. L'altro giorno ho visto un Bagon, la sua testa scintillava come una Pietralbore colpita dai raggi del sole. È stato magnifico, ci dovevi essere
Non ho il tempo per mettermi a scavare, qui hanno bisogno di una guida altrimenti si perdono in un bicchiere d'acqua
Lo so. Mi chiedo come fai a stare chiuso in un ufficio per tutto il giorno, io morirei dopo nemmeno una settimana. Ti ammiro molto per questo, sai?
È un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo
Mi dispiace papà, ma adesso devo andare. Ho promesso agli scienziati del Centro Spaziale di fargli una visita, hanno intercettato qualcosa di anomalo e hanno chiesto il mio intervento. Quando ti capita vieni pure a trovarmi, sarà un piacere offrirti un caffè”
Appena posso verrò a trovarti, ti voglio bene figliolo
Ti voglio bene anche io, papà
Il Signor. Petri si alzò dalla sedia una volta spenta la telefonata, camminò in direzione della finestra con le mani intrecciate dietro alla schiena. Da quella postazione riusciva ad avere un'ampia visuale della città di Ferrugipoli, così austera con i suoi palazzi moderni e le vie prive di sporcizia, le pietre che componevano le strade erano talmente pulite che brillavano sotto ai raggi caldi del sole. La scuola per giovani allenatori era vicina all'azienda, da lì si potevano intravedere i volti sorridenti dei bambini che si ammassavano l'uno sull'altro per lasciare la struttura. Anche Rocco aveva studiato lì da piccolo, quella formazione era stata utile per le sue basi.
Rocco era molto simile a suo padre per certi versi, aveva una passione innata per i Pokémon e per le pietre preziose. Ecco perché il Signor. Petri aveva deciso di lasciarlo andare per la sua strada e dargli la possibilità di realizzare i suoi sogni, non voleva tappare le ali a quel piccolo Taillow pieno di speranze e possibilità.
A quell'ora Petra passeggiava per la via principale per raggiungere la Palestra, il Signor. Petri si lasciò scappare un sorrisetto nell'osservare la figura femminile e minuta di quella giovane donna. Era carina d'aspetto e molto elegante nei movimenti, una moglie perfetta per suo figlio, in più allenava Pokémon di tipo Roccia e quel particolare poteva intrecciarsi alla perfezione con l'ossessione di Rocco. Prima o poi avrebbe organizzato un incontro tra i due per farli conversare, non era la prima volta che lo faceva e ogni volta sperava in un miracolo.
Il Signor. Petri tornò alla realtà quando sentì bussare alla porta.

«Signor. Presidente, mi scusi se la disturbo in questo momento».
Dalia, la sua segretaria.

«No, affatto».
«Volevo ricordarle che tra poco ci sarà l'incontro con i clienti di Sinnoh, sono venuti per discutere sul nuovo modello di Pokénav che abbiamo messo in commercio l'estate scorsa. Ci siamo preoccupati di ospitarli nei suoi appartamenti, proprio come ha richiesto».
«Perfetto Signorina Dalia, come sempre ha svolto un lavoro impeccabile. Si preoccupi di far sentire a loro agio i nostri ospiti, io la raggiungerò il prima possibile».
«La ringrazio Signor. Presidente, le auguro una buona giornata».
«Buona giornata anche a lei, Dalia».

 

 

Il Bosco Petalo era situato nel bel mezzo del Percorso 104, la via per raggiungerlo era breve e circondata dalla natura: bastava attraversare la passerella di legno costruita sulla superficie del lago e seguire il sentiero, al termine di una breve passeggiata bisognava svoltare appena si intravedeva la biforcazione che conduceva nel negozio del fiorista. La foresta era considerata dagli abitanti del posto come un rito di passaggio, ogni allenatore novizio si inoltrava tra le vie alberate per catturare i primi esemplari di Pokémon e allenarli per riuscire a conquistare la medaglia della Palestra di Ferrugipoli. Chiunque conosceva Petra e i suoi Pokémon di tipo Roccia, erano degli ossi duri e non si potevano sconfiggere con qualche coleottero al primo stadio evolutivo.
Non era la prima volta che lo scienziato percorreva quel sentiero affollato dai più giovani, era un piacere fermarsi per ammirare le lotte intense e ricche di grinta, oppure a guardare la vita pacifica dei Pescatori intenti a pescare i Pokémon che vivevano sul fondale delle acque cristalline. Fin da bambino era affascinato dalla vita all'aria aperta, ogni pretesto era utile per evadere dalla tecnologia e lasciarsi abbracciare dalla natura.
In quei frangenti non riusciva a controllare la sua testa e tornava indietro nel tempo, ai giorni in cui aveva dieci anni compiuti ed era intenzionato a catturare un Pokémon per mettersi in viaggio. Ma non era mai riuscito a realizzare le sue aspettative, l'idea di catturare un esemplare di Shroomish era un sogno che aveva chiuso dentro a un cassetto. Conosceva quel piccoletto grazie alle raccolte di botanica della nonna, ogni giorno lo studiava nel dettaglio per conoscerlo e allenarlo al meglio. Eppure non aveva mai avuto il privilegio di scovarlo tra i cespugli del Bosco Petalo e ciò lo portò a rinunciare per seguire il volere dei suoi genitori, due studiosi che lavoravano nella Devon e che stravedevano per la scienza. E questo l'aveva portato a separarsi dai suoi migliori amici e portare avanti i suoi studi, dopo la laurea aveva trovato un posto di lavoro dentro alla rinomata azienda, questo rappresentava un traguardo molto importante ma non era capace di farlo sentire completo.
La sera si presentava con poche ore di anticipo quando il calendario segnalava i primi giorni del mese di Settembre, la regione di Hoenn era conosciuta per il clima principalmente tropicale e il vulcano aiutava a mantenere temperature calde ogni giorno dell'anno, ma l'orologio non voleva sentir ragione e anche gli abitanti del luogo dovevano fare i conti con questi lievi sbalzi annuali. Lo scienziato adorava quando il crepuscolo incontrava gli alberi quieti del Bosco Petalo, aspettava l'arrivo delle tenebre prima di fare ritorno nel suo appartamento da single, talmente silenzioso e vuoto da essere invitante solo per il riposo notturno. Il cielo dipinto dai colori accesi del tramonto restava nascosto dietro ai rami delle piante, questi si intrecciavano tra loro e solo pochi raggi riuscivano a filtrare per illuminare il suolo cosparso di erba sempre verde e cespugli. Lo scienziato sospirò poco prima di mettersi a sedere su un ceppo non molto distante dalla strada principale, si levò gli occhiali e si massaggiò le tempie per dare sollievo alla testa martellante, era sempre allo stremo delle sue forze quando si allontanava dal laboratorio della Devon.
Proprio quando era sul punto di alzarsi, sentì un leggero fruscio provenire dai cespugli alle sue spalle e ciò lo invogliò a bloccarsi sul posto. Quei rumori, seppur causati dai Pokémon selvatici che aspettavano l'imbrunire per procurarsi del cibo, avevano sempre un'aria suggestiva e pericolosa per chi non aveva qualcosa con cui difendersi dai vari attacchi. Ma lo scienziato non riuscì a controllare la curiosità, si inginocchiò sulla propria postazione per scostare le varie foglie e affacciarsi per esaminare la fonte di quell'insolito rumore. Restò di sasso quando i suoi occhi incontrarono la forma esile e marroncina di uno Shroomish, ma non c'era niente di entusiasmante in un esserino schiacciato da un tronco molto più grosso di lui. Riusciva a sentire i lamenti di quella dolcissima creatura che per anni aveva cercato e desiderato, lo scienziato non aveva il cuore giusto per ignorarlo e aspettare che la natura facesse il suo corso. Anche se rischiava di essere colpito dalle abilità come “Spargispora” o “Velenopunto”, abbandonò il ceppo per palesarsi davanti al funghetto e si inginocchiò accanto a lui per accarezzarlo con cura nell'intento di tranquillizzarlo. Lo sentiva mentre si muoveva sotto di sé, una reazione causata dall'agitazione e dalla paura di incontrare un essere umano.

«Stai tranquillo, sono qui per aiutarti».
Sussurrò con parole dolcissime e continuò ad accarezzare lo Shroomish con l'intento di stabilire un leggero contatto fisico, per un istante il Pokémon si fermò per osservarlo con i piccoli occhi scuri e l'espressione accigliata. Era davvero buffo grazie a l'unico sopracciglio!
Sapeva che quei Pokémon avevano una natura molto scontrosa, ma non c'era motivo per preoccuparsi se non c'erano altri esemplari pronti ad aiutare il compagno in difficoltà. Respirò con calma e afferrò il grosso tronco che schiacciava il Pokémon Fungo, cercò di fare leva sulle braccia per alzarlo e permettere alla creatura di scivolare in una zona d'erba molto più sicura.

«Visto? È stato facile!»
Commentò lo scienziato con entusiasmo, si avvicinò allo Shroomish per chinarsi e continuare ad accarezzarlo sul ciuffetto posto sulla testa. Finalmente poteva esaminarlo senza quell'inconveniente nel mezzo, Shroomish saltellava sulle zampette verdognole che si abbinavano con i pois verdi che ricoprivano il fungo principale di un marrone molto chiaro. Era davvero carino, proprio come le illustrazioni che aveva visto da bambino.
L'attimo di gioia non era destinato a durare per molto, a un certo punto l'esserino si immobilizzò e cominciò a correre in direzione dei cespugli. Lo scienziato cominciò a battere più volte le palpebre per esprimere perplessità davanti a quella scena, stava per rincorrerlo quando sentì dei passi in avvicinamento.

«È un luogo abbastanza insolito per incontrarti di nuovo, scienziatuccio».
Non riusciva a crederci. Dallo stupore lo scienziato balzò subito in piedi, si passò la mano sul terriccio e i fili d'erba che sporcavano il lungo camice bianco.
Davanti a sé aveva lo stesso teppista che un paio d'anni prima gli aveva teso ben due trappole, si ricordava del giorno in cui aveva fatto di tutto pur di entrare in possesso di documenti molto importanti, ma i suoi piani erano andati in fumo grazie all'intervento di un giovane e abile allenatore. Per quell'occasione non era più da solo, al suo fianco c'era un Mightyena dall'aria fin troppo minacciosa. Riconosceva gli occhi arroganti di quella creatura, quello sguardo lo possedeva fin dal primo stadio evolutivo.

«Non so cosa ci fai da queste parti piccolo teppista, ma non mi sembra il modo di spaventare così le persone».
Esclamò lo scienziato e cominciò a stringere i pugni dalla troppa rabbia, non si lasciava intimorire dall'aspetto stravagante del suo interlocutore. Trovava ridicolo quelle divise cosparse di righe e bande varie, eppure entravano in sintonia con lo sguardo poco intelligente del diretto interessato.

«Stai calmo...Ho interrotto il tuo momento di gloria con quella piccola nullità, ma non per questo devi alzare la voce. Dovrei ordinare al mio Pokémon di strapparti via la lingua, non sopporto questo tono».
Esclamò l'altro con un piccolo accenno di divertimento e senza trattenere una risata, accarezzando il Pokémon Morso sulla testa.

«Sei solo un bambino che gioca a fare il pirata, non ho paura di te».
«Va bene, l'hai voluto tu» borbottò l'altro, accigliato. «Migh...»
Il Mightyena era sul piede di battaglia e il suo padrone stava per dare l'ordine, quando un piccolo grido calò su di loro e motivò ognuno a fermarsi. «Cosa sta succedendo?!»
Proprio in quel momento Shroomish tornò a corsa dentro alla piccola radura, fissava in malo modo la Recluta e il suo amico dall'aria minacciosa. Aveva capito la situazione, era lì per aiutare la persona che poco fa l'aveva salvato dal tronco.
«Lo consideri ancora una nullità?»
Lo scienziato si preoccupò di dare man forte, era pronto ad aiutarlo in caso di necessità. Da soli erano deboli, ma insieme potevano farcela e cacciare quel teppista dal bosco.
«Tsk, e cosa mai potrebbe fare di male? Il mio è un Pokémon evoluto, basterà un piccolo morso per metterlo al tappeto. Sarà divertente, Mightyena è da tanto che cerca un nuovo giocattolino da mordicchiare a suo piacimento».
Shroomish cominciò a rilasciare le sue spore e paralizzare l'avversario, lo scienziato conosceva quell'abilità e sapeva gli effetti collaterali che essa portava, approfittò della situazione per dare un ordine al piccolo Pokémon.

«Forza Shroomish! Adesso Mightyena è paralizzato e si muove molto più lentamente, colpiscilo con un attacco Bottinstesta. Sbrigati!»
Shroomish annuì al consiglio e caricò il grosso Pokémon per colpirlo in pieno. L'avversario cominciò a tentennare all'urto subito, il fatto che fosse paralizzato non l'aiutava a contrattaccare. «Bravo Shroomish, colpiscilo ancora!».
Il combattimento continuò in quel modo per diversi minuti, ogni tanto il nemico rispondeva agli ordini del suo padrone e cercava di contrastare Shroomish con attacchi come “Sgranocchio” o “Sbigoattacco”, ma il piccolo Pokémon Fungo resisteva bene al tipo Buio e l'avversario non sembrava possedere delle mosse efficaci per chiudere la partita con una vittoria.
«E adesso, finiscilo con un Semebomba!»
La vittoria era stata imminente, dopo l'ultimo attacco di Shroomish il nemico era caduto al tappeto. Era stata una battaglia avvincente e piena di grinta, dopo la sconfitta la Reculta richiamò il proprio Pokémon per fuggire ed evitare di ricevere la giusta punizione.
In quel momento lo scienziato si chinò per congratularsi con quel piccoletto, senza preoccuparsi lo afferrò tra le braccia per abbracciarlo e coccolarlo. Shroomish era molto più piccolo ed esile, eppure aveva dimostrato di possedere una forza eccezionale grazie all'aiuto dell'umano.

«Sei stato eccezionale, Shroomish!»
Lo scienziato cominciò a ridere, contento di aver trovato un nuovo amico.

 

 

   
 
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