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Autore: elefiore    18/11/2017    3 recensioni
Quando portò la mano libera verso il suo volto, ella non si ritrasse, convinta che la aspettasse una punizione per le sue mancanze.
Quello che sentì sulla pelle, però, fu solo una carezza che la lasciò senza parole.
C’erano stati tanti cicli, un’infinità, ma mai un Prescelto la aveva toccata in quel modo.
Molti la avevano colpita, alcuni perfino uccisa senza sapere che sarebbe tornata – o anche e soprattutto essendone a conoscenza, per usarla come manichino per provare le armi o per sfogare la rabbia di un insuccesso -, altri si erano limitati a farle svolgere il suo ruolo di Guardiana senza quasi parlarle… ma mai nessuno era stato così delicato e gentile con lei.
Era sbagliato, eppure era così giusto...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La donna voltò il capo verso l’ingresso dell’Altare del vincolo come se l’avesse visto. Riconosceva i suoi passi, ormai, riconosceva quelli di chiunque.
“Bentornato a casa.” lo salutò con un inchino quando fu abbastanza vicino “Sei stato lontano più a lungo del solito, va tutto bene?”
Lui ricambiò il gesto in segno di rispetto e sorrise.
“Non potrebbe andare meglio, sapendo che sei al mio fianco.”
La guardiana portò timidamente una mano affusolata al viso, sorridendo a sua volta.
“Posso aiutarti in qualche modo?” chiese dolcemente, e lui annuì inginocchiandosi.
Si concentrò sul potere, quello che la Guardiana infondeva in lui, ascoltando il cantico che mormorava.
Quando ebbe finito, però, si alzò troppo in fretta e la mano di lei sfiorò il suo viso.
Mano che lui prese con una delicatezza che lei non credeva appartenergli.
“M-mi dispiace, n-non si ripeterà!” fece lei tentando di ritrarsi, ma lui impedì alla sua mano di scivolare via.
“Va tutto bene.” la interruppe lui, con un tono che la sorprese “Non temere, va tutto bene.”
Quando portò la mano libera verso il suo volto, ella non si ritrasse, convinta che la aspettasse una punizione per le sue mancanze.
Quello che sentì sulla pelle, però, fu solo una carezza che la lasciò senza parole.
C’erano stati tanti cicli, un’infinità, ma mai un Prescelto la aveva toccata in quel modo.
Molti la avevano colpita, alcuni perfino uccisa senza sapere che sarebbe tornata – o anche e soprattutto essendone a conoscenza, per usarla come manichino per provare le armi o per sfogare la rabbia di un insuccesso -, altri si erano limitati a farle svolgere il suo ruolo di Guardiana senza quasi parlarle… ma mai nessuno era stato così delicato e gentile con lei.
Era sbagliato, eppure era così giusto.
Lei era una misera serva, un’ancella pronta a servire il Fuoco ed il Prescelto fino alla morte, eppure ora si sentiva come mai prima. Cos’era quella sensazione? Era calda, come il tepore della Fiamma, ma non bruciava al contatto. Cos’era?
“Guardiana, io… non so quale sia il tuo nome, ma se ciò che ho scoperto durante i miei viaggi è vero, forse nemmeno tu lo ricordi, e mi dispiace non poterti aiutare a ricordare. Posso aiutarti a sopportare il resto, però. Voglio aiutarti a sopportare quello che questo mondo ci carica sulle spalle.”
“Sto bene, davvero. Servire te e la Fiamma è il mio scopo, il motivo per cui esisto.”
“Ma sei felice? Sei felice di esserne schiava, di essere costretta a non vedere e ad essere sola?”
“Non sono sola, ho la Fiamma… e ho te.”
“Sì, hai me. Mi hai davvero. Completamente ed innegabilmente.”
La Guardiana esitò. Cosa voleva dire?
Lui prese entrambe le mani di lei e la seguì quando si ritrasse, fino a quando alle sue spalle non ci fu la parete di uno dei numerosi corridoi.
“C-cosa stai facendo?” fece lei, presa da strani brividi ed un’agitazione che mai aveva provato prima “Che cosa vuoi fare?”
La voce dolce di lui, però, la fece calmare all’istante.
“Non temere.”
Sentì prima la sua mano fra i capelli, poi il suo respiro sul viso.
Infine le loro labbra si sfiorarono.
Sentendola paralizzata, l’uomo si allontanò di un passo e s’inginocchiò.
“Perdonami, sono stato un incosciente. Non avrei dovuto.”
Ma non si mosse.
Alzò lo sguardo verso di lei appena in tempo per accorrere a sorreggerla vedendo che stava crollando a terra. Era colpa sua? Sì, lo era. Era come se l’avesse violata, in qualche modo. Non avrebbe dovuto.
Stupido non-morto, forse la follia lo stava finalmente raggiungendo?
La prese in braccio e la stese su dei morbidi tappeti.
Andre, vedendola in quello stato quando passò davanti a lui, chiese minaccioso: “Che cosa le hai fatto?”
Ma lui non poteva rispondere. Le aveva involontariamente fatto del male e si sentiva tremendamente in colpa. Ben presto decise di andare da Velka a chiedere perdono, ma quando si alzò sentì la debole presa della Guardiana sul suo mantello.
“Aspetta, ti prego.” mormorò, e si alzò lentamente, presa dalle vertigini.
Lui si voltò verso di lei e vide qualcosa di diverso.
Prese tra le proprie mani quella di lui, poi lo abbracciò poggiando la testa sul suo petto.
“È sbagliato, lo so,” disse “ma questa sensazione… non l’ho mai provata prima. Non sapevo cosa fosse, non potevo sentirne la mancanza… però…”
Strinse un poco la presa, e lui la avvolse con un braccio e le carezzò la testa delicatamente, passando le dita tra i suoi lunghi capelli.
“Ora però la desidero. Desidero questa sensazione, desidero rimanere al tuo fianco ancor più di prima.”
“Sai cosa desidero io, invece?” sussurrò lui al suo orecchio
“Che cosa?”
In risposta, la baciò.
La baciò e l’abbracciò come fosse fatta di cristallo, come potesse rompersi ad un movimento sbagliato.
“Ti amo.” sussurrò, e lei sorrise.
“Ti amo.”
  
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