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Autore: clairemonchelepausini    18/11/2017    0 recensioni
Ci si rifugia in un posto sicuro e si aspetta, ma quando questo non è possibile?
Allora s'inizia a vagare con la mente, si è irrequieti e tutto ciò a cui si riesce a pensare e… e proprio quello che si è promessi di non fare.
L’attesa, il momento che precede la pace, la tranquillità, ma quando è proprio quell'attimo a farti vacillare?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei in piedi, ti guardi attorno e tutto ciò che riesci a scorgere ti sembra sconosciuto.
Il corridoio con le pareti bianche, le sedie dure fissate a terra e… e quell’aria strana che ti pizzica il naso.
Aspetti, osservi e sai che non sei a casa.
E poi ricordi. 
Sì, ricordi dove sei, cosa fai, ma continui a sentirti confusa, leggera e ti sembra quasi di fluttuare nell’aria.
Lei è appena entrata, tu l’hai vista distesa sul lettino, il suo sguardo preoccupato che rifletteva il tuo, ma poi ti ha sorriso.
Tutto intorno a te gira, ma non puoi fare altro che ricambiare.
Allarghi le labbra, spalanchi gli occhi e sorridi.
La verità è nascosta lì. Solo un occhio attento può notare la differenza.
Aspetti l‘esito, ma mentre lei è dentro tu continui a pregare e sperare. 
È una cosa di routine hanno detto i medici, ma loro credono che questo allievi la situazione, forse è anche peggio.
Ti ritrovi a sembrare folle, alterni momenti seduti da quelli alzati a viaggiare per il corridoio.
Stringi i pugni, digrigni i denti e provi mille espressioni senza pensare a tutte le prospettive che già ti immagini.
No, proprio quelle non hanno mai fine e, hanno svariati esiti, passano da quelli positivi a quelli negativi in un batter d’occhio, tralasciando l’attimo in cui si ci ripiega in quelli ancora più tragici.
Ti autoconvinci che è solo la paura, lo stress a parlare, ma sai benissimo che non è solo questo.
Forse è vero, ecco un attimo dopo lo confermi.
Allo stesso tempo non puoi nascondere che… che non vuoi perderla e… solo adesso ti accorgi – anche se lo sapevi già – quanto sia preziosa per te, ancora di più di quanto tu abbia mai pensato.
E così, inevitabilmente mentre fai chilometri per quel corridoio ti immergi in vecchi ricordi, attimi di vita e sorridi.
L’attesa… forse fa più paura del sapere.
Ma cosa aspetti? 
Lei.
I minuti passano e si trasformano in ore, ma tu sei rimasta sempre lì, ad aspettare.
No, non li conti nemmeno più, non sentì l’esigenza di mangiare, dormire, la stanchezza che hai accumulato perché si riserva tutta in una volta e ti senti sfinita.
E quando arriva quel momento.
Lo senti, ma non riesci a spiegarlo.
Ti batte forte il cuore come non aveva mai fatto prima, le mani ti sudano e dentro di te senti quel filo che vi lega tirare verso di lei.
Lo sai e basta.
Non hai bisogno che i dottori escono, che ti informano, tu sei sicura che lei sta bene.
Il tutto poi avviene velocemente e, quegli attimi di angoscia, terrore, quell’attesa snervante vengono spazzati via.
Fai un lungo respiro ed entri.
Lei ha gli occhi aperti, è cosciente, ti riconosce.
Sorride e tu fai lo stesso, anche se poco dopo dal tuo viso scende una lacrima.
È liberatorio. 
Lei è lì con me. 
Le baci la guancia, le sussurri un debole e tenero ti voglio bene e stringi la sua mano, lei ricambia.
Questo… questo era tutto quello che desideravo, che speravo pur non avendolo detto ad alta voce.
È tornata da me e io… io ho smesso di aspettare.






 
   
 
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