Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Fujiko91    18/11/2017    2 recensioni
AU: OMEGAVERSE!!
Ciao a tutti! Sono tornata qui, con una Thilbo.
Ma un po diversa, infatti qui Bilbo è un Omega e Thorin è un Alpha!
Bilbo scopre di essere un Omega e...
Chissà cosa succederà durante il suo viaggio?
Una buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Incest, Non-con, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: anch'io ho voluto provare a scrivere una One shot ambientata in questo universo alternativo! Poi ho messo tra le avvertenze Non-con perchè c'è una scena lime (non descritta, nel dettaglio) e che quindi non sfocia nel atto vero e proprio, poi si fa riferimento della relazione tra Fili e Kili ! Ci si vede giù! ù.ù


       
 

Per Bilbo era stato un vero e proprio shock scoprire di essere un omega.

A dirglielo era stata Belladonna: “Bilbo vieni qua in sala da pranzo, ti devo parlare di una cosa, molto importante.”

Il giovane hobbit smise d’innaffiare i vasi del giardino e corse all’interno della casa e raggiunse la madre “Che cos’è che mi devi dire?”

“Tuo padre ed io non sapevamo, come dirtelo, ma tu mio caro Bilbo, sei un omega!

“Cos’è un omega mamma?”

“Un omega è un hobbit dolce, coraggioso ma anche ahimè passivo… e credimi non c’è nulla di positivo in tutto ciò!”

“Perché?”

“Perché avrai dei problemi con gli Alpha, devi sapere che tu, essendo un Omega, ogni tre giorni della settimana entri in una specie di calore.” Belladonna smise per un attimo di parlare, i suoi occhi si erano leggermente velati di lacrime, se li sfrego e riprese a parlare: “In quei momenti, dovrai stare attento perché ogni Alpha nelle vicinanze potrebbe farti del male… oh mio piccolo Bilbo io e tuo padre siamo così dispiaciuti è colpa nostra se tu sei così…” Se lo strinse forte a sé.

Bilbo non aveva capito, molto di quella cosa ma ricambiò l’abbraccio, desiderando solo l’affetto di sua madre e le accarezzò la nuca per confortarla.

Un giorno di un anno dopo, Bilbo se ne stava nella taverna a bere birra con un paio di amici, una volta che la serata era terminata il giovane Hobbit se ne stava tornando a casa, quando un altro hobbit robusto gli disse: “Sai che sei veramente molto carino?” e gli afferrò il braccio.

Bilbo lo spinse via: “Ma cosa fai? Io non ti conosco e poi sono uno hobbit rispettabile!”

“Se tu lo fossi veramente, non te ne andresti a spargere i tuoi ferormoni in giro per la contea! Questo è un modo per invitare noi alpha a fare ciò che vogliamo con il tuo corpo.”

Bilbo divenne rosso di vergogna e di rabbia. “Io… non capisco di cosa tu stia parlando… ora se permetti, io me ne andrei…”

“Vai pure, intanto è il tuo destino, un giorno sarai preso da un alpha che tu lo voglia o no!”

Da quella sera Bilbo non uscì più di casa, neppure per andare alle feste.

Poi all’età di quarant'anni i suoi genitori vennero a mancare.

Per sua fortuna, trovò un bravo hobbit di nome Hamfast.

La prima cosa che il giovane giardiniere gli disse fu: “Io sono un beta non ho alcun interesse verso gli omega.

Bilbo lo ringraziò molto per le sue parole.

Hamfast andava al mercato, a comprare cose buone che finivano nella dispensa del suo padrone. D’altro canto Bilbo si sentiva fortunato, ora non era più solo, poteva chiacchierare e giocare a scacchi e magari fumare erba pipa in compagnia.

Bilbo aveva appena compiuto cinquant’anni, Hamfast si era ormai sposato e le giornate insieme erano diminuite.

Così quando il suo amico Gandalf lo invitò ad andare, con lui e una compagnia di nani alla riconquista di Erebor, lui accettò, ma solo dopo aver chiesto a Gandalf alcune rassicurazioni: “Sei sicuro che i nani non siano alpha?

“Ma certo, mio caro Bilbo, ne sono sicuro allora partirai con noi?”

“Stando così le cose, ma sì un bel viaggio non mi farà male!”

In realtà Gandalf non sapeva, nulla di queste cose, non si era mai interessato, le trovava delle stupidaggini create da alcuni uomini, tanto per passare il loro tempo. Per sua sfortuna le cose erano ben diverse.

Durante il viaggio, Bilbo si sentiva a suo agio, aveva già stretto amicizia con quasi tutti, tranne che con Thorin. Il quale se ne stava sempre in disparte, con la mente altrove.

Una sera Fili, si avvicinò a Kili. “Tu l’hai sentito?”

“Cosa?”

“L’odore… Bilbo emana un odore, molto buono sa di erba appena tagliata, di torta di mela… non so come dirlo, ma lui sa di…”

A finire la sua frase fu Kili: “Bilbo sa di casa! Non è vero?”

“Sì proprio così.”

“Oltre tutto, è da diversi giorni, che sta riempiendo l’aria dei suoi ferormoni… secondo te lo sa che qui siamo tutti alpha?”

“Tu, Kili, non sei un alpha. Tu sei il mio omega, non devi mai dimenticarti del mio bite che porti sul collo!”

“E chi si dimentica del tuo morso, Fili? Comunque hai notato di come lo zio, stia sempre così lontano da Bilbo?”

“Io so solo che, mio caro Kili, questo viaggio si prospetta più interessante e divertente del previsto!” Alla fine i due giovani nani si addormentarono.

La mattina dopo, tutti erano nervosi e stanchi. Tutti tranne Bilbo che invece era raggiante e riposato, tanto che durante la colazione disse: “Gandalf, ma gli altri stanno male?”

“Oh, dev’essere per via del freddo… tranquillo” rispose il mago con un leggero sorrisetto sulle labbra.

Bilbo annuì e se ne andò a lavarsi, invece i nani, mandarono Balin a parlare allo stregone: “Abbiamo un problema…”

“E dimmi, qual è questo problema mastro nano?”

“Si tratta di Bilbo… lui è in quella fase, noi alpha non riusciamo più a dormire…”

“Sciocchezze! Mi aspettavo di meglio, siete dei nani! Non delle pappemolli, quindi se qualcuno di voi farà qualcosa a Bilbo, se la dovrà vedere con me chiaro?”

“Sì è tutto chiaro Gandalf.” Balin tornò dagli altri per riferire il messaggio.

Intanto il mago andò a vedere come stava Thorin. “Non dirmi che anche tu…”

“No certo che no, io sono un alpha ma anche un re e come tale so cosa devo fare!”

Ma Gandalf, non era molto convinto di tali parole.

Intanto Bilbo, durante il viaggio, se la chiacchierava con Bofur. “Sai Bilbo, io sono un beta!

“Oh! Io sono un omega, mi fa piacere sapere che tu non sia un alpha.

“Hai mai avuto delle esperienze con loro?” domandò Bofur.

“Sì ma solo una e non è stata per nulla piacevole, per mia fortuna, alla fine non mi ha fatto niente di male… perché me lo chiedi?”

“Nulla era solo per chiacchierare!” Il nano pensò che non era il momento di fargli sapere che era in mezzo a un branco di alpha.

Nei giorni successivi, Bilbo si mise a parlare con Fili, quest’ultimo per sua fortuna essendo ormai legato a Kili, dal bite, i ferormoni di Bilbo non avevano alcun effetto su di lui. Così le conversazioni erano sempre piacevoli.

Bilbo parlava della contea e del suo amico Hamfast e di come fosse stato fortunato a conoscerlo, ma anche di come si sentisse solo, per via del suo problema dei ferormoni.

Finché un giorno, mentre stava salvando Thorin dall’orco pallido quest’ultimo esclamò: “Ma cosa abbiamo qui, un omega? Dimmi Thorin, ti sei trovato un nuovo giocattolino?”

Per sua fortuna il nano era svenuto, ma Bilbo aveva sentito, senza alcuna esitazione afferrò il pungolo e si scagliò sull’orco, anche se lui prima di andarsene disse: “Ricordati piccolo omega, questo non cambierà nulla. La tua sorte è segnata.”

Quando si riprese Thorin, abbracciò Bilbo e in quell'istante Bilbo senti nel suo naso un profondo odore di fuoco, ferro e di sangue. Invece Thorin non si voleva staccare da lui perché odorava di casa e di altri odori rassicuranti. Finché… “Thorin, mi stai soffocando…”

“Scusa, non era mia intenzione. Stai bene, Bilbo?”

Lo hobbit ci rimase un attimo il nano l’aveva chiamato per nome. “Sì… sto bene… grazie Thorin.”

Da quel momento Thorin iniziò a comportarsi diversamente con Bilbo.

Tutto andò bene, fino a quando la compagnia non si fermò a riposare nella città sul lago di Esgaroth ma sopratutto a casa di Bard.

Quest’ultimo era un uomo, alto, con la barba e con i capelli lunghi, ma era anche un alpha e per questo Thorin non lasciava mai da solo Bilbo, anche se lo hobbit sembrava apprezzare le varie conoscenze dell'arciere, tanto che una sera Bard se ne stava a fumare fuori dalla sua casa e venne raggiunto da Bilbo e gli chiese: “Anche tu fumi, mastro Hobbit?”

“Sì! Guarda che ho già cinquant’anni!”

“Non li dimostri! Ma dimmi tra te e quel Thorin c’è qualcosa?”

“Perché me lo chiedi?”

“Lui è così scorbutico. Se poi ci sei tu nelle vicinanze allora inizia a dirmi di tutto. Ma dimmi, tu Bilbo sei per caso un omega?

“Sì perché?”

“Beh allora è tutto chiaro, Thorin è un alpha! Non dirmi che non lo sapevi… gli alpha sono coraggiosi, possessivi e dominatori. Anch’io sono un alpha almeno così mi avevano detto, ma io non mi sono mai cercato un compagno, anzi alla fine mi sono sposato con una donna e ho fatto dei figli! Il mio unico rammarico era quello che fosse nato anche un maschio, per mia fortuna è un beta, per gli alpha non significa nulla.”

“Ora se mi perdoni, dovrei andare a parlare con Thorin, comunque grazie”

Bilbo rientrò in casa, salì le scale e andò a bussare nella stanza da letto che Bard aveva fatto avere a Thorin. “Chi è? Oh Bilbo entra pure.”

Dopo essere entrato, chiuse dietro di sé la porta. “Thorin, è vero che sei un alpha?”

“Sì! E una volta conquistata la montagna, vorrei che tu, Bilbo, pensassi sul fatto di diventare il mio consorte!”

“A me farebbe piacere, ma… sono uno hobbit e come tale amo la natura, l’aria aperta. Non penso di poter stare dentro a una montagna…”

“Pensavo che magari, una volta finito il viaggio, di lasciare Erebor nelle mani di Fili e di venire con te a vivere nella contea che ne dici?”

“Davvero tu lo faresti per me?”

“Certo che sì, mio Bilbo!” I due per quella notte dormirono insieme e Thorin fece del suo meglio, per non fare nulla di male a Bilbo, ma quest'ultimo lo baciò leggermente sulle labbra.

Fino all'arrivo a Erebor tra i due c’era fiducia ma tale fiducia fu rotta una volta che la montagna fu liberata da Smaug.

Il drago tentò invano di metterlo in allarme lo hobbit, dicendogli: “Piccolo omega devi stare attento, lui è un Durin e come tale, metterà sempre in primo piano l’oro e tu sarai, solamente una sua proprietà!”

Ma Bilbo non volle credergli, ma ahimè purtroppo aveva ragione.

Thorin impazzì e fece rinchiudere Bilbo nella sua stanza da letto. Anche se Fili e Kili tentarono in vari modi di vedere come stava, non ci riuscirono.

Il re urlò: “Voi volete rubarmelo! È meglio invece che cerchiate l’arkengemma, o sarà peggio per voi!”

Bilbo temeva per la sua vita.

Una notte Thorin entrò nella stanza ed era alterato.

“Thorin, ti prego fammi uscire…” gli disse con voce tremante. “Ti ricordi ciò che mi hai promesso?”

Il nano non rispose, ma gli si scagliò addosso.

“Lasciami andare...” lo supplicò Bilbò. “Io…”

“Tu cosa? Tu sei un omega e come tale devi solo tacere e fare ciò che voglio io!”

“Ti prego, non voglio…” La lotta non durò a lungo.

Durante quelle notti, Thorin un po’ alla volta si prendeva il corpo e l’anima di Bilbo. Alla fine del piccolo hobbit rimase solo un involucro vuoto.

Una notte, mentre Thorin si trovava nelle fucine, a parlare con Balin, Bilbo fu raggiunto da Fili, il quale dopo aver aperto la porta, prese il minuscolo corpo tra le braccia, lo portò fuori e dopo averlo legato a una corda lo fece calare dal muro del portone e lì a prenderlo in braccio a sua volta c’era Gandalf. “Oh mio piccolo amico, cosa ti ha fatto?”

Bilbo non volle parlarne, nemmeno quando arrivarono all'accampamento degli uomini e degli elfi.

Un’elfa lo medicò e una volta riprese leggermente le forze, volle parlare con Thranduil.

Il re degli elfi era alquanto sorpreso di vederlo lì. “Dimmi, piccolo uomo, Che cosa vuoi da me? Vuoi che risparmi la vita del tuo Thorin?”

“No! Volevo solo darti questa, l’arkengemma!”

“Sei sicuro? Quando Thorin lo saprà, ti vorrà uccidere.”

“Mi ha già ucciso…non può farmi più male di così…” il suo cuore piangeva.

L’elfo non aggiunse altro, prese la pietra e lo congedò.

La mattina dopo, Bilbo si alzò con dei buoni propositi di tornare alla contea invece, preso dai sensi di colpa, corse a Erebor e una volta lì, sentì Thorin urlare: “bugiardi!” e altre parole poco lusinghiere.

Sentendosi in colpa, lo hobbit, salì la corda e andò da colui che aveva promesso di amarlo. “È la verità! Gliel'ho data io”

“Tu?”

“Sì! Io, ma la colpa non è mia, è tua! Tu non hai mantenuto fede a ciò che mi avevi promesso… ricordi, mi avevi detto che tu mi avresti protetto, invece…”

“Taci traditore! Zitto!”

“No! Non sono stato io a tradire, sei stato tu. Tu mi hai violentato… io me ne vado.”

“Io ti ammazzo!” Ma in quel momento una voce amica parlò: “Tu, Thorin di Durin, non farai proprio nulla, anzi dovresti vergognarti di te stesso, guardati… sei come tuo nonno e come tuo padre… non sei poi così diverso!”

Thorin non disse più nulla e si ritirò all'interno della montagna.

Bilbo con Gandalf partì alla volta della Contea, ma alla fine non ci fece ritorno, infatti si fermò a Gran Burrone, la scusa fu: “Gli elfi sono asessuati almeno qui, non dovrò stare attento al fatto di essere un omega.

Re Elrond lo tenne informato dell’inizio e della fine della guerra e della vittoria dei nani di Erebor, ma nel suo racconto non c’era modo di capire che fine avesse fatto Thorin o almeno Fili e Kili.

Passarono due anni e alla fine, un Bilbo di cinquantadue anni se ne stava nel porticato del palazzo dell’elfo a leggere un libro.

Quando arrivò Thorin che gli s’inchinò davanti, Bilbo lasciò che il libro gli cadesse di mano. “Thorin tu sei qui?”

Il nano gli afferrò con delicatezza entrambi le mani e con calma iniziò a parlare: “Sì… spero che tu mi possa perdonare. Sono stato accecato dalla pazzia della mia stirpe. Credevo di essere più forte, e invece…”

Bilbo liberò una delle mani per accarezzargli il volto ma Thorin disse: “Lasciami finire, te ne prego. Io voglio ancora stare con te, io voglio venire con te nella contea o da qualunque parte, che potremo chiamare casa. Ti prego di permettermi di riparare ai miei errori.”

Bilbo ci pensò per un attimo, ma alla fine rispose: “Ci vorrà del tempo, sai certe ferite dell’anima, ci mettono più tempo a guarire, ma ti credo quando dici che sei di nuovo tu, il tuo sguardo è di nuovo vivo!”

Thorin accettò in silenzio tale decisione.

Un giorno, però Bilbo chiese: “Che cos’è un bite?”

“È il segno che un alpha fa alla sua anima gemella… perché questa domanda?”

“Io sono la tua anima gemella, vero?”

“Sì è così, ma io vorrei sapere se ora la tua anima sta meglio?”

“Sì la mia anima è guarita e il mio cuore batte di nuovo per te! Ti prego fammi tuo per sempre.”

Thorin lo prese, spostò delicatamente la spallina della camicia e si appoggiò alla spalla e v’impresse un piccolo e delicato morso. “Non solo tu odori di casa, ma la tua pelle sa di erba e di torta di mele.”

Bilbo divenne rosso, dopo il bite ogni volta che Thorin stava male o era felice, lo hobbit poteva percepirlo, e viceversa.

“Thorin, io ti amo, non so se tra omega e alpha si usi, ma non m’importa, io ti amo lo stesso!”

“Tranquillo, mio piccolo Bilbo, per me vale lo stesso, io aggiungo solo che il nostro sarà eterno e basato sul rispetto! Come quello che c’è tra Fili e Kili.”


Angolo dell'autrice:

1- spero che vi sia piaciuta, è la prima volta che ambiento qualcosa nel universo Omegaverse, però ultimamente ne ho lette di diverse ambientate in questo universo AU, quindi fatemi sapere cosa ne avete pensato? Magari più avanti ne scriverò altre... u.u

2- povero Bilbo forse sono stata un po' dura con lui ç.ç Però non ho voluto spingermi troppo, oltre perchè essendo la mia prima volta avevo paura che non uscisse bene! 

3- ringrazio chiunque recensirà e mi farà sapere il proprio parere al riguardo e anche chi la leggerà solo grazie :* E un grazie alla mia beta :*

Alla prossima Fuji.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Fujiko91