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Autore: Vera_D_Winters    19/11/2017    2 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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𝓒𝓸𝓶𝒆 𝓸𝓷!
𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝓭𝓪𝓷𝓬𝒆
𝓘 𝓴𝓷𝓸𝔀 𝔂𝓸𝓾 𝓬𝓪𝓷
𝓝𝓸𝓽 𝓪 𝓬𝓱𝓪𝓷𝓬𝒆
𝓘𝒇 𝓘 𝓬𝓸𝓾𝓵𝓭 𝓭𝓸 𝓽𝓱𝓲𝓼, 𝔀𝒆𝓵𝓵, 𝔂𝓸𝓾 𝓬𝓸𝓾𝓵𝓭 𝓭𝓸 𝓽𝓱𝓪𝓽
ℬ𝓾𝓽 𝓘 𝓭𝓸𝓷'𝓽 𝓭𝓪𝓷𝓬𝒆


« Io non ballo!»    
« Sabo...»    
« Ho detto che io non ballo! Non lo faccio! No, no e ancora no. No!»  
Bibi davanti a quella scena si lasciò sfuggire la prima risata dopo giorni, una risata di cuore, che accese anche i suoi occhi color cobalto. Koala cercava in tutti i modi di convincere il suo ragazzo che però non ne voleva sapere: aveva puntato i piedi e non si schiodava dalla panchina su cui si era piantato, nonostante la compagna tirasse con tutte le sue forze per farlo alzare.
Dopo qualche minuto si era aggiunta Nami a spingerlo dal dietro, e in due stavano quasi riuscendo a smuoverlo. Mancava solo Bonney per completare il trio delle donne dalla vena manesca, ma la volpe dalla lingua lunga era troppo impegnata a cercare di far cantare Law, aiutata da una Violet assai competente, che davvero si era scoperta avere una voce d'usignolo. Oltre che un senso del ritmo allucinante e una bravura sopraffina nel ballo. Avrebbe fatto le scarpe a Pudding senza dubbio.
Bibi un poco la invidiava.
Chissà se una così avrebbe fatto girare la testa anche al professor Marco...
Ecco non appena quel pensiero la colse, il cuore le mancò un battito, e subito le sue labbra si piegarono all'ingiù come se fosse stato premuto un invisibile interruttore che l'aveva brutalmente spenta.
Per sfuggire a quei tormenti d'amore prese ad intrecciarsi i capelli, cercando di concentrarsi sul movimento delle proprie dita, ma sembrava aver dimenticato persino un gesto tanto semplice.
Stava già per maledirsi da sola, quando due mani più robuste delle proprie le sostituirono, intrecciando sapientemente le ondulate ciocche azzurrine fino alle punte, che vennero infine strette da un laccetto dello stesso colore dei suoi occhi, un nastrino che le sembrava di aver già visto... ma dove?
I suoi occhi poi incontrarono il sorriso splendente di colui che era giunto in suo soccorso, e involontariamente la giovane arrossì.
« A... Ace ma...? »  
Il moro si arruffò i capelli con le proprie dita, il viso spruzzato di lentiggini acceso di una luce allegra e calorosa.
« La mia mamma aveva i capelli lunghi e quando ero piccolo mi divertivo spesso a intrecciarglieli.»
Spiegò lui con una semplicità disarmante, che fece stringere il cuore alla compagna di scuola più giovane.
La storia di Ace era leggenda.
Quando aveva poco più di sei o sette anni la sua mamma si era ammalata ed era morta e lui aveva dovuto tornare a vivere sotto il tetto del padre che li aveva abbandonati ancor prima che lui nascesse. Perchè tutti lo sapevano? Perchè il giovane aveva combattuto gli ultimi anni per farsi legalmente affibbiare il cognome della madre, al posto di quello del padre, e così la sua triste storia era divenuta di pubblico dominio.
Alla fine comunque aveva vinto lui, ed ora con orgoglio si faceva chiamare Portgas da tutti.
Vederlo comunque parlare della madre in maniera tanto serena era stata una sorpresa, soprattutto perchè anche Bibi conosceva bene quel dolore, lo aveva provato purtroppo sulla propria pelle.
« Ah, un'altra cosa, i tuoi biscotti erano deliziosi. Mi piacerebbe mangiare ancora qualcosa preparato da te. »    
Un attimo di smarrimento in cui la ragazza sbattè più volte le palpebre mentre le sue dita prendevano in un gesto inconscio la treccia, e gli occhi scivolavano sino a incontrare il nastro che la teneva legata: ecco dove lo aveva già visto, era quello con cui aveva legato il pacchettino con il regalo distrutto di Marco.
Si era completamente dimenticata di averli lasciati al loro destino quei dolcetti. Ace li aveva raccolti? Allora l'aveva vista? Oh cielo, ora sapeva di lei e della sua cotta stratosferica? O forse era sopraggiunto solo in un secondo momento?
Oh cielo, o cielo, o cielo....
 « Io...io... certo ti preparerò ancora qualcosa.»
Rispose stralunata, solo perchè lui ancora la stava guardando. Le sue parole fecero sorridere di nuovo il moro, che con quell'espressione capace di illuminare una notte senza stelle si congedò per correre verso Sabo, il quale finalmente era stato allontanato dalla sua panchina della salvezza.
Giocherellone come sempre gli si buttò sulla schiena e quasi lo fece cadere in avanti, tra un'imprecazione e un insulto.
Tutti quelli che non erano Sabo risero di cuore, e quel momento decretò l'inizio ufficiale delle prove, in quanto tutti i ragazzi del gruppo erano finalmente presenti.
Bibi però non rimase ad assistere oltre: il suo animo era in totale subbuglio e dovette allontanarsi per ritrovare un minimo di calma. Sentiva il cuore martellarle nel petto come un tamburo, mentre mille pensieri si rincorrevano l'uno con l'altro.
Che cosa diavolo stava succedendo?


 « Come sarebbe a dire che vai al ballo? Con mia cugina poi?! »    
L'espressione schifata di Zoro diceva TUTTO. E anche il fatto che fosse più schifato di quell'idea piuttosto che da Rufy intento a scaccolarsi diceva tutto.
 « Che c'è di male? Ha detto che è il suo pagamento per le ripetizioni, mica potevo dirle di no!»  
 Il giovane dai capelli verdi si spiaccicò una mano in fronte con un rumore tanto forte che di sicuro qualche povero neurone era passato a miglior vita.
« Ti sei fatto fregare da lei. Ti sei fatto fregare per bene anche...» 
Ma il morettino non vedeva la fregatura in tutta quella faccenda ed anzi era divertito dall'idea di avere una scusa per fare casino.
« Non so perchè ti preoccupi tanto, il nonno mi ha già anche preparato lo smoking.»    
Zoro rabbrividì e scosse la testa.
« Divertitevi. »    
Bofonchiò alla fine, riprendendo in mano la palla da basket per prepararsi a fare qualche tiro, senza però essere seguito dal compagno.
« Come sarebbe a dire divertitevi? Zoro anche tu vieni con noi. »    
« Come scusa? »    
« Vieni anche tu. Ace ha detto che devi venire per forza, altrimenti lui non potrà invitare Bibi con la scusa che è l'unica ragazza senza accompagnatore.»    
 Zoro sconvolto apriva e chiudeva la bocca senza emettere alcun suono. Col cavolo che avrebbero deciso per lui! Oh!
« Scusa tanto Rufy, ma chi diavolo dovrei invitare secondo il vostro piano contorto?»
« Perona!»
Esclamò il moro con estrema semplicità.
E silenzio.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Poi...
« Assolutamente no! »    


«Assolutamente si. »    
Izou chiuse la sua borsa contenente le matite e l'album da disegno e sdegnato lasciò la sua aula, dove una Bay sconvolta si metteva le mani nei capelli.
L'insegnante le aveva appena annunciato il suo piano per far rimettere insieme Thatch e Marco, e la collega si rifiutava di aiutare, asserendo che non era affatto una buona idea.
Ma certo che lo era invece.
Non che Izou fosse mosso da buon cuore eh. Solo che era stufo di vedere Thatch depresso e sull'orlo dell'alcolismo. Era giunto il momento di fare qualcosa.
E chi si sarebbe sacrificato per la causa?
Lui ovviamente.
Il suo favoloso e brillante piano diceva questo: lui e Thatch si sarebbero messi in un punto di transito facilmente visibile, e non appena Marco fosse passato in zona, Izou avrebbe afferrato il collega dai capelli castani e lo avrebbe limonato duro davanti a tutti. Il biondo geloso sarebbe corso verso di loro, avrebbe urlato il suo amore al cielo, e la coppia felice sarebbe tornata ad essere felice, con buona pace di tutti, prima tra tutti quella di Izou stesso che ne aveva le scatole piene dei piagnistei altrui.
L'insegnante di belle arti se ne andò dunque via bellamente soddisfatto di sè per quell'idea rivoluzionaria, ma non appena giunse davanti alla propria spider, il buon umore abbandonò completamente il suo viso dai tratti orientali.
Hina stava appoggiata con la schiena alla portiera nera, i capelli lunghi e lisci portati sciolti sulle spalle, il completo dal taglio maschile che fasciava il suo corpo curvilineo, la sigaretta tra le labbra rosse di rossetto e gli occhiali scuri a rendere irraggiungibile lo sguardo della donna.
Alla fine lo aveva notato?
E perchè diavolo non aveva cambiato auto in quegli anni che non si erano visti?
A ma certo, una spider nera come la notte si addiceva perfettamente ad un esteta come lui, il cui motto principale era: le cose belle devono stare tra le cose belle.
Ma porca miseria...
« Che cosa vuoi Hina?»    
Le chiese senza un minimo di grazia. Tutti erano abituati alla sua lingua tagliente, ma quasi mai la sua voce suonava tanto dura ed aspra.
«Sono venuta a prendermi una cosa che mi appartiene. O meglio a riprendermi qualcosa di mio.»    
Le labbra del corvino si strinsero severe.
« Non c'è nulla di tuo qui. » 
Se fosse stato un cane o un qualsiasi altro animale in grado di farlo, avrebbe sicuramente ringhiato.
Hina con glaciale calma intanto si era scostata dall'auto e si era fatti vicina.
Troppo vicina.
« Ti sbagli di grosso. » 
Enunciò con aria autoritaria, le velenose labbra ancora più vicine. Troppo vicine. L'odore di sigaretta al mentolo gli si stava trascinando addosso, adagiandosi sui suoi vestiti firmati e la naturale fragranza della donna riempiva la poca aria rimasta tra i loro corpi ormai vicini allo sfiorarsi.
 « Non farmi di nuovo questo.» 
Un sussurro, una richiesta dal gusto troppo disperato per appartenere ad un uomo.
Ogni protesta però venne spenta dalla bocca della donna che colmava ogni distanza, posandosi con forza e decisione su quella impotente di Izou, che inesorabilmente si lasciò divorare di nuovo, un pezzo alla volta.
Quella era una danza a cui non poteva sottrarsi.
Non lui.

- To be continued -
- Coming next: when there was just me and you -

   
 
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