Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    19/11/2017    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Otto


Allunga cautamente un braccio e sfiora con la punta delle dita la sua fronte contratta. Reclina il capo, pensoso, osservando le sue ciglia vibrare, senza tuttavia permettere alle palpebre di sollevarsi. Si chiede se ci sia la possibilità di far scivolare un poco del suo potere fra le ombre che occludono la mente dello spirito oscuro. Forse potrebbe riuscire a scacciare l’incubo abbastanza a lungo da permettergli di ridestarsi. Ma poi? Sanderson non crede che avrebbe piacere di ritrovarsi in balia dell’Omino dei Sogni subito dopo essere sfuggito a uno dei suoi incubi più implacabili. Sbuffa, frustrato, e fa scorrere i polpastrelli in una specie di carezza un po’ distratta, quasi infantile, sorridendo nel notare il naso ora arricciato di Pitch, probabilmente frutto dell’essere infastidito senza potersi ribellare.


Un’idea bizzarra si insedia nei suoi pensieri. Ci riflette su, la rigira con cura, valutandola nelle sue sfaccettature mentre solletica con interessanti immagini la sua mente illuminata. Infine fa spallucce, accantona inutili ragionamenti che per lui sono semplice fumo impalpabile e si raddrizza, dirigendo la sua nuvoletta fuori dalla camera e nuovamente nella sala in cui sono ancora riuniti gli altri guardiani, sempre occupati a discutere. Vola fino a raggiungere la fata e tira dolcemente alcune verdi piume delle sue ali, così da farsi notare da una guardiana piuttosto concentrata nel seguire quello che ormai ha tutti i sintomi di un battibecco in piena regola.


«Sandy» soffia, occhieggiandolo sospettosa, «dov’eri finito?».


Sul paffuto viso di Sanderson si allarga un enorme sorriso che preoccupa un poco Toothiana. Ma una delle sue piccole mani ha già afferrato quelle della fata e lei permette di buon grado al collega di condurla dove ritiene meglio. Tanto quei due testoni in salotto ne avranno ancora per molto, molto tempo.


*


Si blocca di botto, all’inizio di uno dei tanti corridoi, trovandosi a fissare negli occhi un grosso incubo acciambellato di fronte a una delle porte della fabbrica. L’incubo la fissa di rimando e sbuffa innervosito per la comparsa inattesa di un nuovo guardiano.


«Sandy» bisbiglia nuovamente Toothiana, «dove mi stai conducendo, esattamente?» si informa nell’incertezza.


Sanderson non risponde, invece indica, con un grosso sorriso stampato in faccia, giusto il punto in cui sosta l’incubo, spronandola a riprendere il cammino. La fata lo adocchia, indecisa.


«Sei certo si tratti di una buona idea?» si assicura.


Sanderson annuisce convinto e a lei non resta che sospirare e seguirlo con la dovuta cautela. Nota tuttavia, non senza una buona dose di stupore, che l’amico guardiano sembra avere una qualche influenza sull’incubo che, invece di tentare di attaccarli, li osserva attento e nel momento in cui giungono di fronte all’uscio si scosta così da permettere loro di passare. Toothiana scuote la testa, stranita dal bizzarro comportamento della creatura, ma si guarda bene dal protestare e approfitta di quell’inaspettata fortuna per riuscire finalmente a dare un’occhiata curiosa all’ospite di North.


Ospite che, nota Sanderson, non sembra intenzionato a ridestarsi ora più di quanto non lo sembrasse nel momento in cui è giunto fino a lì. “Beh, tanto peggio” riflette, deciso a dare una bella scossa alla situazione. “Mi sono portato appresso l’artiglieria pesante proprio per questo, in fondo”. Ridacchia beato fra sé, scatenando maggiormente la curiosità di Toothiana la quale lo squadra sospettosa.


«Quindi, come mai hai deciso di portarmi qui?» indaga. Non che le dispiaccia, ben inteso; era dalla notte precedente che fremeva dalla voglia di varcare quella stupida soglia rossa e sbirciare dentro proprio come farebbe un bambino la mattina di Natale. Ma Nicholas è tanto cocciuto che temeva di dover aspettare ancora a lungo. Invece lì con lei c’è l’Omino dei Sogni che ghigna strofinandosi le manine eccitato. No, dico: ghigna! Toothiana scuote nuovamente la testa, sempre più perplessa e preoccupata, infine si avvicina al baldacchino per soddisfare finalmente la sua voglia di gossip.


*


«Nicholas ha già qualche teoria su cosa possa essere accaduto?» mormora Toothiana all’indirizzo di Sanderson.


Il guardiano dei sogni si limita a negare e sollevare di poco le spalle, mostrando quanto poco ne sappiano dei fatti della notte appena trascorsa. La osserva raccogliere alcuni frammenti di quello strano materiale luminescente dallo squarcio ancora aperto e studiarli con interesse. Nemmeno lei sembra in grado di comprenderne l’origine, ma al contrario di chi l’ha preceduta accantona momentaneamente le domande, strofina i palmi l’uno contro l’altro e ne porta uno sopra la veste nera, quasi poggiandovelo contro. Sanderson si sporge e socchiude le labbra in una O pressoché perfetta, ammirando il lavoro della collega che sembra in grado di attirare i frammenti a sé come farebbe una calamita con il ferro. Qualche minuto dopo una discreta quantità di luccicanti frammenti è radunata sul comodino al loro fianco e Toothiana annuisce soddisfatta, mentre Sanderson vorrebbe tanto chiederle come ci sia riuscita, ma è distratto dalla veste nera di Pitch che ha stabilito, evidentemente, che il pericolo è ormai cessato ed è quindi ora di riprendere una forma dignitosa; sottili filamenti d’ombra si intrecciano lentamente fra loro creando una fitta trama e ricoprendo nuovamente lo spirito oscuro. Toothiana e Sanderson si guardano per un istante, sorpresi, poi Sanderson sorride esaltato e Toothiana, lungi dall’aver esaurito la propria curiosità, si riaccosta, afferra un lembo della veste nera fra indice e pollice e la scosta appena, sbirciando al di sotto. Sanderson si accende come una lampadina, si allunga con uno scatto fulmineo e scansa la mano della fata con una decisa pacca, fissandola indignato. Toothiana sbuffa, gli indirizza una linguaccia indispettita e incrocia le braccia al petto.


«Volevo solo vedere se le ombre avevano riparato anche i danni sul suo corpo» prova impacciatamente a giustificarsi.


Sanderson tuttavia le lancia un’occhiataccia d’avvertimento, senza minimamente dare credito alle sue scuse. Poi però rammenta il motivo reale per cui era andato a cercarla; si colpisce la fronte con un sonoro schiocco e attira di nuovo l’attenzione della fata, indicandole poi Pitch ancora evidentemente poco interessato a tornare cosciente.


«Cos’hai in mente? Credi ci sia qualche altro problema?» indaga Toothiana, perplessa.


Sanderson sospira, frustrato. Com’è difficile, certe volte, comunicare con gli altri. Materializza di fronte a loro farfalle e pesciolini dorati, visibilmente allegri nei loro svolazzi aerei, poi li manda in polvere bruscamente sostituendoli con una creatura tutta pelo ispido e denti acuminati che pare intenta a sbranare ogni cosa. Infine anche quest’ultima scompare in uno sbuffo dorato e l’Omino dei Sogni fissa la fata con espressione eloquente.


«Dici che si è procurato un incubo grazie a tutta questa faccenda?» tenta, dubbiosa.


Sanderson annuisce con foga, soddisfatto del buon lavoro di squadra, e torna a fissarla con aspettativa.


«E… noi dovremmo provare a…» incespica, senza smettere di cercare indizi sul volto del collega «farlo sloggiare?» conclude.


Il guardiano dei sogni si illumina d’immenso, letteralmente, spandendo abbaglianti ondate di luce per la stanza e costringendo Toothiana a socchiudere gli occhi, infastidita.


«Va bene, d’accordo Sandy» sbotta contrariata. «Spegni l’interruttore un minuto, adesso, o mi verrà l’emicrania».


Sanderson mette il broncio e si affloscia sulla sua nuvoletta, con la sensazione di essere fortemente incompreso, da qualunque prospettiva la si voglia vedere, che galoppa rumorosamente nel suo petto millenario.


«Quindi, come facciamo?» chiede lei in tono pratico.


Di nuovo si fissano, incerti sul da farsi, poi una lampadina si accende sul capo di Sanderson, il quale indica prima la fata, poi sé stesso e infine le mostra un bicipite contratto con espressione risoluta.


«Uniamo le forze?» ipotizza la fata nello sforzo di risolvere il rebus del collega.


L’Omino dei Sogni annuisce ancora e indica anche Pitch.


«Ah, e come conti di convincerlo a collaborare?» domanda perplessa e un po’ incredula, salvo poi scuotere in aria una mano come a scacciare un insetto fastidioso. «Non importa, ho capito. Facciamo quello che ci riesce meglio e confidiamo che decida di venirci incontro, se non altro nel suo stesso interesse» conclude con decisione.


Sanderson solleva i pollici in aria e sorride di nuovo, facendo levare gli occhi al cielo a Toothiana.


  
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