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Autore: Evola Who    19/11/2017    0 recensioni
Una ragazza parla appartenente con sua madre e deve pensare alle sue scelte. Ma lei è Carrie Fisher. E tutte le cose che fa sono complesse. Seguito di "Why didn't it work?"
[Carrison]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Carrison '
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Attenzione! Questa è una storia di pura fantasia. Tutto quello che ho scritto non è mai successo! È solo una storia di puro divertimento! Non vuole offedere nessuno!
 

I want to be with you


Los Angeles, 1980, casa di Carrie Fisher.

Erano le 8:50 del mattino e c’era silenzio. Finché il suono del telefono del soggiorno non ruppe la pace mattutina.

Carrie andò a rispondere, con i capelli scompigliati, la vestaglia bianca allacciata, mentre sbadigliava. Prese la cornetta del telefono che era sopra ad un mobile vicino al divano, dicendo: "Pronto?" con tono assonato.

"Buongiorno, tesoro!" rispose una voce femminile e luminosa già di primo mattino.

Carrie capì subito di chi si trattasse e si sedette del divano, dicendo: "Buongiorno, mamma" si passò la mano sulla fronte con aria paziente. 

"Ti ho svegliata?" domandò Debbie.

"Mamma, non sono nemmeno le nove del mattino. Ovvio che mi hai svegliata" rispose lei, pazientemente.

"Oh! Scusa tesoro! Non volevo, ma sai come sono mattiniera quando devo provare uno spettacolo!" fece una piccola risata, mentre la figlia alzò gli occhi al cielo "Comunque, come stai? Dormito bene?". 

"Sì, mamma, ho dormito bene".

"Oh! Ora che mi ricordo, ieri sera sei stata a cena con un tuo collega".

Carrie si ricordò dell’incontro casuale con Harrison Ford, l'invito per caffè e quell’invito a cena.

"Come è andata?" domandò Debbie.

"Bene" rispose Carrie "Abbiamo parlato del più e del meno, per il tour promozionale del prossimo film e mi ha accompagnata a casa. Tutto qui" guardò in basso con aria inespressiva.

"Oh" rispose sua madre "Beh, sono contenta che sia andata bene".

"Anche io..." rispose Carrie, con aria quasi indifferente.

Rimasero in silenzio, finché Debbie non domandò: "E con Paul?".

Carrie pensò a lui con gli occhi spalancati, si batté la mano sulla fronte, pesando tra sé e sé: "Merda! Paul!".

"Bene" rispose tranquilla, cercando di mantenersi calma "Al momento è in tour. Sai, il nuovo album e tutto il resto..." guardò in basso.

"Oh, giusto. Pensavo che non vi steste più frequentando" disse Debbie "Ma comunque, indovina chi mi ha chiamato!" aggiunse subito dopo, entusiasta.

"Chi? Il presidente?" rispose Carrie, ironica.

"Ma no! Liberace!".

Carrie pensò al nome e domandò: "Chi?".

"Il pianista! Quello che fa sempre degli stupendi spettacoli musicali con il piano".

Carrie sentì il suo sorriso entusiastico e disse: "Oh! Ho capito! Il pianista che si veste tutto di paillettes ed è gay non dichiarato".

"Come puoi dire che è gay?" la rimproverò Debbie "È stato con qualche uomo, ma Betty White mi ha detto che è stato con lei, e mi ha detto che è tutto fuorché gay".

"Allora Betty White ha un fetish per gli uomini vestiti di paillettes e con una dubbia sessualità" rispose Carrie, facendo una risata.

"A volte vorrei non capire le tue 'battute'" la rimproverò Debbie, mentre lei rideva.

"Comunque," disse la madre con tono più dolce: "Mi è venuta una grande idea!".

Carrie alzò gli occhi al cielo, pensando: "Oddio" immaginando già la sua "grande idea".

"Visto che presto paritari per il tour promozionale per il tuo nuovo film, che ne diresti di venire a trovarmi?" disse Debbie con tono entusiasta.

Carrie sopirò con aria paziente, ma lei continuò: "Tanto, tra qui e Las Vegas sono solo tre ore. E poi, ti farebbe bene svagarti un po’".

"Mamma, non posso. Non voglio viaggiare prima del tour. Davvero, non mi va" rispose Carrie con tono calmo, ma gli occhi di chi si sente in colpa.

"Dai, tesoro. Secondo me ti farebbe solo bene. Siamo in famiglia e ti divertisti".

“Davvero, mamma. Non posso” insistette di nuovo Carrie.

“Allora, perché non chiedi a Tod se vuole venire a Las Vegas?”.

“Credo che nemmeno Tod abbia voglia di venire a Las Vegas”.

“Oh, giusto…” disse Debbie, fece un sopirò triste e aggiunse: “Ormai siete adulti e non avete più bisogno di me…”.

“Mamma…” disse Carrie con tono paziente.

“No, no. Lo capisco” la interruppe lei.

“È solo che dopo partirai per mesi e non ti vedrò per un po’, volevo solo starti vicino. Dopo tutto quello che è successo…”.

Carrie sopirò pazientemente, si passò una mano sulla fronte con aria triste, capendo a che cosa si stava riferendo sua madre e sentendosi in colpa.

“E voglio solo vederti felice” disse ancora Debbie.

“Mamma…” sospirò Carrie, ormai sull’orlo dell’esasperazione.

“No, è così” spiegò Debbie, con tono triste, come se stesse piangendo “Se non ti avessi costretta a metterti sotto pressione… non ti saresti buttata sulle droghe”.

Carrie guardò in basso con sguardo malinconico, pensando ai litigi di quando era adolescente.

“Ti ho detto, ‘drogati, fai tutto quello che voi’ perché non volevi cantare… mi dispiace”.

“No, mamma, non è colpa tua” cercò di rassicurarla Carrie “È colpa mia se mi sono buttata sulle droghe e l’ho fatto da sola. Nessuno mi ha spinto a farlo. L’ho fatto da sola” fece un sorriso malinconico

“Mi dispiace per averti fatto soffrire. A quanto pare, non sono una donna forte, robusta, sicura e bionda come te. Ma una piccola, sottile, fragile ragazza con i capelli scuri e con le manie di autodistruzione. In pratica, sono uguale a papà” fece una piccola risata.

Anche Debbie rise: “No, non sei uguale a tuo padre. Tu non mi hai mia lasciata”.

“E nemmeno tu” rispose Carrie, con tono sincero

“Anche dopo tutto quello che ho fatto. Mi dispiace”.

“L’ho fatto perché sei mia figlia e ti voglio bene”.

Carrie fece un sorriso luminoso, dicendo: “Ti voglio bene anche io”.

Rimasero entrambe in silenzio per qualche istante.

“Allora, davvero non vuoi venire a Las Vegas?” domandò Debbie.

“Forse” rispose Carrie, ma sapeva che corrispondeva ad un sì.

“Fantastico!” esclamò Debbie, felice “Allora ti aspetto!”.

Carrie scrisse il nome dell’hotel in cui la madre alloggiava e si salutarono.

Quando chiuse la corretta, si buttò sul divano, sospirando con gli occhi chiusi.

Finché non sentì una voce maschile che le disse: “Buongiorno”.

Aprì gli occhi e vide Harrison Ford, appoggiato allo stipite della porta del soggiorno con i capelli scompigliati, indossando la sua camicia bianca mezza abbottonata, un paio di pantaloni neri, era senza scarpe. 

Carrie aveva detto una mezza verità. Sì, era uscita con Harrison a cena, in un ristorante Italiano, dove avevano parlato di tutto: dai i loro primi incontri sul set del primo film, le prese in giro su Lucas e sul suo lavoro, di quello che stavano facendo in quel periodo, delle loro vite private e di come erano finiti a fare proprio quel lavoro.

Ma dopo la cena, Harrison l’aveva accompagnata a casa e si erano baciati; tuttavia, erano andati ben oltre al bacio della buona notte. 
Carrie si mise i gomiti sulle ginocchia e le mani sulla guancia. 

“Buongiorno” rispose, quindi sorrise. 
Harrison ricambiò il sorriso e si sedette accanto a lei.

“Hai sentito tutto, non è vero?” domandò Carrie.

“Beh, non ho potuto farne a meno…” confessò Ford un po’ imbarazzato, guardando in basso. 

Carrie non rispose, ma commentò: “Ora capisci che rapporto strano ho con mia madre?” fece una piccola risata, accompagnata subito dopo da Harrison.

“Allora, andrai a Las Vegas?” domandò l’attore.

“Ormai le ho detto ‘Forse’ e quindi devo andarci”.

“Okay”.

Rimasero in silenzio. Era un silenzio di tensione e non sapevano se parlare di quello che era successo, ma Ford chiese: “Chi è Paul?” guardò Carrie.

“Paul Simon” rispose lei con diffidenza.

Harrison rimase confuso: “Il cantante? Del duo Simon & Garfunkel? Quelli che hanno cantato ‘Mrs.Robison’ del film ‘Il Laureato’?”.

“Sì” rispose Carrie.

L’attore rimase sorpreso e quasi a bocca aperta, soprattutto per l’indifferenza con cui gli aveva parlato.

“Quindi, tu e lui state insieme?” domandò un po’ imbarazzato.

“Sì… no… non lo so!” rispose confusa, nascondendosi il viso nelle mani

“Ci siamo conosciuti quasi per caso ed ero già attratta da lui” fece una piccola ristata

“Ci siamo frequentati per un po’ ed è una brava persona. È gentile, simpatico, ha un gran senso del umorismo, è un bravo musicista ed è un brav’uomo” il sorriso si spense mentre aggiungeva:

“Ma… non penso di essere innamorata di lui” guardò in basso ed entrambi rimasero in silenzio.

Harrison le mise il braccio intorno alla spalla.

“Allora, che cosa vorresti fare?” domandò l’attore.

“A parte avere un rapporto più sano con mia madre?” rispose sarcasticamente “Non lo so” aggiunse, con gli occhi tristi; dopodiché guardò Harrison e domandò: “Posso farti una domanda?”.

L’attore lo guardò, mentre Carrie diceva: “Per te questa notte che cosa ha significato?”.

Harrison non sapeva che cosa rispondere, né sapeva in che modo discutere di ciò che era successo quella notte, quindi guardò in basso.

“Che cosa è stata questa notte per te? Un errore? Un ritorno di fiamma? Un divertimento? Un gioco?” continuò Carrie, visto che Harrison non si decideva a parlare.

“Ha davvero importanza?” chiese lui, guardandola negli occhi con aria dura.

“Sì!” rispose Carrie con lo stesso tono, togliendo il braccio di Harrison dalla sua spalla

“Se per te questa notte è stata solo una distrazione, allora dimmelo subito, così almeno evito di fare progetti in mente come cinque anni fa!”.

Harrison capì che Carria si stava riferendo alla loro “storia” che aveva avuto luogo sul set del primo Star Wars.

“Non so come spiegartelo…” mugugnò.

“Provaci!” insistette subito Carrie.

Harrison guardò in basso, sopirò e disse: “Beh, non so che cosa è stata questa notte per me, di preciso.
So che lo vorrei rifare. Vorrei anche che fosse una storia molto più profonda, che vada oltre il sesso” la guardò dei occhi.

Carrie rimase sbalordita dalle sue parole.

“Dici sul serio?” domandò.

“Sì” rispose sicuro prendendo le sue mani “Voglio provarci” disse seriamente.

Carrie sembrava paralizzata dalla sua richiesta e non rispose.

“Lo so, la prima volta non poteva funzionare, ed è colpa mia, non sai quanto mi dispiace di averti fatto soffrire” guardò in basso, sentendosi in colpa per come aveva dovuto troncare la loro relazione

“Ma voglio riprovarci. Perché provo delle emozioni molto forti per te e ne ho avuto conferma a cena e questa notte. Ho provato emozioni ancora più forti e voglio che nasca qualcosa fra di noi” la guardò negli occhi con aria davvero convinta di ciò che stava dicendo.

Carrie non disse nulla, ma i suoi occhi erano lucidi e disse: “Davvero vuoi riprovarci? Dopo tutto quello che ti ho detto ieri? Il mio periodo di merda, le droghe, l’alcol, il disturbo bipolare e il mio strano rapporto con mia madre, vuoi ancora provarci?”.

“Sì” rispose Harrison, convinto “Certo che voglio riprovarci, quando mi hai raccontato tutte quelle cose mi sentivo a disagio, ma sentivo il fortissimo desiderio di starti vicino”.

Si guardarono in silenzio, Carrie rimase sorpresa dalla sua frase e della sua confessione. Nel frattempo, Harrison le stringeva le mani, con lo sguardo sicuro.

“Voglio stare con te, Carrie. Almeno darmi una chance”.

Carrie lo guardò, mentre le lacrime le scendevano sulle guance: “Davvero vuoi restare con me? Anche dopo aver saputo della mia malattia? Hai idea di che cosa significhi convivere con una persona che soffre di bipolarismo? Un attimo prima potrei essere troppo felice fino ad arrivare ad un forte stato depressivo” comicò a singhiozzare e a piangere 
“Non voglio che tu mi veda così! Non voglio che tu soffa per me...” mormorò, quindi continuò a piangere.

“Perché?” chiese Harrison, confuso.

“Perché sono innamorata di te!”
confessò Carrie, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime.

Lui rimase stupito dalla sua confessione e senza parole.

“Una parte di me è sempre stata innamorata di te. Non voglio che tu mi veda depressa per la mia malattia”.

Harrison le mise una mano sulla guancia, la guardò negli occhi e disse: “Ma io voglio starti vicino. Perché anche io sono innamorato di te”.

Lei lo guardò con aria incredula.

“Per me sarai sempre la ragazza simpatica e divertente che io abbia mai incontrato” disse Harrison e fece un sorriso sincero

“Lo so, all'inizio era solo un gioco, una distrazione e tu lo sapevi, io lo sapevo, ma abbiamo sofferto lo stesso...”

guardò in basso in ricordo di quel periodo “Ma ora è diverso” la guardò negli occhi “So che avremo momenti no, e saranno anche difficili, ma li supereremo. Non so se esiste l'amore eterno, le anime gemelle e tutto il resto, ma... finché durerà, voglio stare con te. Perché so che tu faresti lo stesso per me, se fossi io nella tua stessa situazione” disse tutto con tono dolce.

Carrie sopirò per quelle parole, e capì che Harrison era sincero, anche dopo tutto quello che era successo tra di loro, lui voleva ricominciare.

Carrie lo baciò sulle labbra.

Harrison rimase sorpreso, ma ricambiò il bacio. Quando si staccò da lui, si appoggiò al suo petto, dicendo: “Grazie, Harry”.

“Di nulla” rispose lui, e la abbracciò

“Quindi, adesso stiamo insieme?”
domandò un attimo dopo, un po' confuso.

Carrie rise, dicendo: “Sì, ma prima devo lasciare Paul...” guardò in basso.

“Sai, quando hai detto che stavi con Paul Simon... l’ho trovato strano. Non so, ma mi sembravate una copia strana, tu e Paul”.

Carrie lo guardò confusa mentre lui disse: “Potresti meritare di meglio”.

“Tipo te?” domandò Carrie, con tono sarcastico.

“Beh, quasi” rispose con un sorriso beffardo.

Si guadarono, risero e si baciarono un’altra volta.

“Allora, vai a Las Vegas stasera?” domandò Harrison.

“Sì, ormai mia madre avrà annunciato la cosa a chiunque” spiegò Carrie.

“E vorresti che venissi con te?”.

Carrie lo guardò con aria sorpresa, dicendo: “Tu vorresti venire con me a Las Vegas per conoscere mia madre?”.

“Beh, più che conoscere tua madre, vorrei vedere un suo spettacolo. Poi, quando avrò un’altra occasione per conoscere la mitica Debbie Reynolds?” risero entrambi.

“Cazzo, Harrison! Ci siamo messi insieme da solo 20 secondi, e già vuoi conoscere mia madre?” rispose Carrie, ironicamente.

“Beh, se non vuoi dirle della nostra storia, va bene, anzi, se vuoi che io non venga...”.

“No” lo interrippe Carrie “Se vuoi venire con me, va bene. Ma sì, non diremo a nessuno della nostra storia. Non ancora, perlomeno” disse e poi lo guardò con aria seria

“Non lo dirò né a mia madre, né a mio padre, né a mio fratello, né ai i miei amici, né a Lucas e soprattutto non lo dirò alla stampa”.

Harrison capì e la ascoltò attentamente.

“Non voglio fare la stessa cosa dei miei genitori, ovvero pubblicizzare la nostra relazione” aggiunse Carrie, quindi guardò in basso “Non voglio che la gente lo sappia, non per ora” lo guardò negli occhi, domandando “Va bene per te?”.

“Certo” rispose Harrison, sorridendo

“Finché non saremo pronti, terremo tutto segreto”.

Carrie sorrise: “Ti ringrazio” disse, e si abbracciarono.

Harrison era felice, finalmente, dopo quasi cinque anni aveva finalmente confessato il suo sentimento e si sentiva davvero in pace con se stesso per essere stato perdonato da Carrie.

Carrie non era del tutto convinta da quella storia, ma una parte di lei era felice per quel nuovo inizio, e sperava che le potesse portare solo del bene.

“Quindi, questo Liberace è gay?” domandò Harrison, guardandola.

“Beh... l'ultima volta che l’ho visto aveva un bel giovane biondo con sé. Ma a quanto pare Betty White è stata a letto con lui, quindi non saprei” rispose, guardandolo a sua volta, quindi entrambi risero.

E fu così che iniziò una storia d'amore complessa ma straordinaria. 

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Note:
Questo è la nuova storia della (orami) serie "Carrison"
Dopo la prima storia è nata un altra e un altra ancora.
Ovviamente tutto quello che scrivo non è reale e cerco
di essere più corente e precisa possibile. 
Ma spero che vi piaccia! :)
Alla prossima! 
Evola. 


 

   
 
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