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Autore: Wings_of_Mercurio    19/11/2017    1 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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5. 23:35


Ed eccolo. Fuori la casa di Stan incollato al campanello. 
Ad aprire fu una ragazza che doveva aver finito almeno le superiori, con ispidi capelli castani e un cipiglio in volto.
Craig la riconobbe. Da piccolo, la vedeva spesso nel quartiere; era una bambinetta brutta e racchia con dei capelli castani orrendi e un apparecchio preistorico che le prendeva tutto il viso. Spesso e volentieri, mentre era fuori a giocare, magari a fare pupazzi di neve o altro, lei lo aveva pure preso di mira, chiamandolo stronzetto o altre cose quando capitava che Craig si trovasse sulla sua strada.
Adesso l’apparecchio era andato; lo sviluppo sembrava essere stato più clemente con lei ed anche lei sembrava metterci del suo, almeno dallo sforzo che doveva aver profuso per domare quei capelli.
<< Staaan, uno dei tuoi amici merdosi è qui alla porta >> lo avvertì con la sua voce gracchiante. 
Il ragazzo in questione apparve sulla soglia spintonandola di lato.
<< Oh, ehi Craig >> lo salutò.
Craig gli fece solo un cenno del capo.
<< Ehi, stronzo >> lo apostrofò la sorella. Adesso Stan era più alto di lei, ma un tempo non doveva essere stato così, e, magari, doveva aver bullizzato anche lui, oltre agli altri bambini.
<< Shelly, perché non vai a farti un giro? >>
Gli occhi di Shelly si allargarono di stupore, facendo scivolare lo sguardo dal fratello a Craig, fino a fermarsi su quest’ultimo. 
Craig poté notare la rapida discesa nel panico di Stan, quando si rese conto che Shelly doveva aver realizzato più del dovuto.
<< Per caso Wendy ha cambiato sesso? >>
<< Non fare la deficiente, dobbiamo studiare, ci disturbi >> cercò di riprendere il contegno.
Shelly assestò una gomitata nel fianco di Stan, che mugugnò di dolore. 
<< Sei tu che disturbi la mia esistenza, stronzo! E non osare chiamarmi in quel modo! >> 
Tuttavia, aveva appena sfilato un giubbino dall’appendiabiti, indossandolo.
<< Ad ogni modo, qualsiasi cosa stia per succedere qui… >> e lanciò un’occhiata d’ispezione verso Craig << …io non voglio assistervi >>
Detto questo, attraversò il pianerottolo fulminando Craig con lo sguardo, il quale dovette trattenersi per non darle il dito medio. 
Stan gli fece strada dentro, richiudendo il portone.
Si  avviarono lungo le scale che portavano al piano superiore.
<< Scusala >>
<< Simpatica >> commentò Craig << Come un dito in culo >>
<< Già, avete molto in comune >>
Craig gli fece il gestaccio che aveva tanto trattenuto prima, e Stan ridacchiò.
Quando entrarono nella sua camera, Craig non ebbe il tempo di guardarsi intorno, perché Stan chiuse la porta alle sue spalle e ve lo inchiodò contro, le mani premute ai lati della sua faccia. 
Craig guardò verso il ragazzo più basso di lui, ma non certo meno audace. Stan lo fissava con un sorriso malizioso, un leggero rossore sulle gote e i suoi intensi occhi azzurri. Allungò una mano per chiudere a chiave la porta.
<< Giusto nel caso arrivino i miei >> spiegò. 
Sorprendendolo, Craig gli afferrò la testa fra le mani e fu il primo a baciarlo. 
Stan rispose con impeto, aggrappandosi al suo cappotto. Non si accorse neanche di quando glielo tolse e gli sfilò il cappello. 
Si baciarono con fervore fin quando Stan non si allontanò da lui.
<< Vieni >> disse, rivolgendogli un sorriso bellissimo e tirandolo per una manica verso il letto. 
Lo spinse a sedere, poi salì con le ginocchia sul materasso dietro di lui.
Craig si fece dentro e tirò su i piedi, mettendosi a gambe incrociate.
Il cuore gli batteva a mille mentre la presenza di Stan sulla sua schiena gli mozzava il respiro. Avvertì l'altro prendere a baciargli il collo, poi l'orecchio, la punta del naso che sfregava contro la sua guancia. E poi la sua mano così ferma e forte sul suo avambraccio, l'altra che lo accarezzava piano sul torso. 
Inclinò la testa di lato per dargli più spazio.
<< Non devi impegnarti così tanto >> gli disse.
<< Shhh >> lo rimbrottò Stan, nell'orecchio. 
Craig allungò una mano per premergliela sulla bocca e spingerlo via, poi si voltò verso di lui, entrambi trattenendo una risata.
<< Vieni qui >> lo invitò Craig, agitando una mano.
Stan non se lo fece dire due volte, e si tuffò fra le sue braccia.


Era stato lento ed intenso, ed ora era strano, essere sdraiati l'uno accanto all'altro a guardare il soffitto senza niente da dire. 
Craig osservò l'enorme poster di Mad Max sulla parete. Stan era assorto nei suoi pensieri, lontano anni luce.
<< Posso fumare? >> chiese.
<< Alla finestra >>
Craig si alzò lentamente e scavalcò il ragazzo di fianco a lui, dato che si trovava dalla parte interna del letto, vicino alla parete. Recuperò i suoi vestiti ad uno ad uno e iniziò a rivestirsi, sentendo il freddo crescere dentro di lui mentre si copriva. I jeans furono gli ultimi, poi Craig si infilò il cappello prima di aprire la finestra e accendersi la sigaretta.
L'aria fredda gli colpì subito le guance ed il naso.
Fuori il paesaggio innevato di South Park sembrava statico, triste, una perfetta cartolina della sua mente in quel momento.
<< Merda >> sentì imprecare Stan << Non potevi aspettare che mi rivestissi? >>
Il ragazzo iniziò a infilarsi i vestiti in fretta, lamentandosi del freddo. Poi lo affiancò, ispezionando bene le case vicine, come ad accertarsi che nessuno potesse vederli.
Gli occhi di Stan si posarono un attimo sulle sue labbra, poi si avvicinò per dargli un bacio.
Craig lo guardò stranito << E questo perché? >>
Stan ridacchiò, poi scrollò le spalle  << Sono un tipo romantico >>
<< Marsh, è solo sesso >> contestò.
<< E il sesso non può essere romantico? >>
Craig scrollò le spalle. 
Lanciò la sigaretta non del tutto consumata lontano, dalla finestra.
<< Ho solo bisogno di un attimo per riprendermi, poi vado via >>
Stan guardò verso l'interno della stanza << Non devi andartene per forza adesso, possiamo giocare a Call of Duty >> poi ripose lo sguardo su di lui.
Poteva passare del tempo con Stan; fingere per una volta di andare d'accordo e di essere amici, anche se Craig non sapeva più se fosse ciò che voleva, ormai. Tuttavia il fatto che glielo avesse chiesto lo rese felice.
<< Certo >> assentì.
Passarono il tempo a giocare sul pavimento come se la situazione fra di loro non fosse complicata, bevendo bibite gassate e ridendo di Shelly, che nel frattempo era ritornata, insieme ai genitori di Stan.
<< Staaan, tesoro >> sentirono sua madre dal piano inferiore << C'è Kyle >>
<< Merda! >> il ragazzo saltò su spegnendo la playstation in un secondo << Sarebbe strano farci vedere insieme! >> 
Afferrò Craig per un braccio costringendolo ad alzarsi.
<< Ehi! >> si lamentò il ragazzo, mentre i passi di Kyle rimbombavano sulle scale.
<< Scusa, Craig, ho bisogno che tu ti nasconda >> detto ciò, lo infilò nell'armadio con uno sguardo di scuse; Craig ebbe appena il tempo di fargli il dito medio, prima che lo chiudesse dentro.
Sentì Kyle spalancare la porta.
<< Che cazzo, amico? Puzza. Di fumo e... puzza >>
<< Non ne ho idea. Che ci fai qui? >>
<< Perché ci sono tutte queste lattine a terra? >>
Sentì Stan sospirare << Adesso vuoi rompere le palle anche per la Fanta? >>
<< Chiedevo solo, mr. permaloso. Tua madre mi ha detto che eri con qualcuno >>
<< No, si è sbagliata. Vorrei andare al Walmart. Vuoi venire? >>
<< Eh? All'improvviso? >>
<< Per un paio di cuffie nuove >>
Kyle sbuffò << Ok >>
I due lasciarono la stanza.
<< Aspetta, inizia a scendere, ho dimenticato il cappello >> udì in lontananza.
Avvertì i passi concitati di Stan avvicinarsi all'armadio, prima che gli aprisse. La stanza adesso era al buio, c'era solo la luce che proveniva dal corridoio, e gli occhi luminosi di Stan davanti a lui.
<< Puoi scendere subito dopo di noi, mia madre non ci farà caso >> disse, prima di scappare fuori. Dovette ritornare di nuovo per afferrare il cappello dimenticato sulla scrivania.
<< Fottiti >> riuscì giusto a dirgli Craig, prima che il ragazzo sparisse.
  
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