Film > Le 5 Leggende
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Autore: SterekLover1121    19/11/2017    1 recensioni
Sono passati due anni dalla sconfitta di Drago Bludvist. Due anni durante i quali Hiccup Horrendus Haddock III, ormai eletto capo di Berk e quindi sommerso dal lavoro, ha dovuto rinunciare alle sue - una volta frequenti - scampagnate in compagnia del suo migliore amico Sdentato, alla ricerca di nuovi mondi sconosciuti e fantastici.
Tuttavia, in compenso, le cose a Berk sembrano andare finalmente per il verso giusto: Sdentato è il nuovo Alfa, Hiccup ha ritrovato sua madre ed è in procinto di chiedere ad Astrid, la sua ragazza, di sposarlo.
Ma... Cosa succederebbe se Hiccup, durante una spedizione in compagnia dei suoi amici, giungesse in una terra misteriosa, fatta interamente di ghiaccio e neve? Cosa succederebbe se, spinto dalla curiosità, vi si addentrasse e scoprisse che... Non è del tutto disabitata come credeva?
Ali bianche. Occhi azzurri come il ghiaccio. Un cavaliere misterioso.
Sdentato è davvero l'ultima furia buia rimasta in vita?
Ancora una volta, le certezze del nostro eroe dal cuore d'oro verranno fatte a pezzi da una cosa più grande di lui. Riuscirà a superare anche questa sfida? Ma sopratutto, riuscirà a resistere al fascino del Cavaliere di Ghiaccio?
Coppie presenti:
Hiccstrid (un accenno)
Hijack/Blackice
(VIVA I TRIANGOLI AMOROSI!)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il giorno dopo, fu Sdentato a svegliarlo. 

Alle prime luci dell'alba ,infatti, il drago in questione era saltato " non molto delicatamente " sul suo petto, minacciando di schiacciarlo con il suo peso da "furia buia in sovrappeso" . 

 

Hiccup, ovviamente, si era svegliato di soprassalto, trovandosi davanti la faccia sorridente del suo """piccolo""" amico squamoso. 

«Ehi, Sdentato!» lo salutò  il giovane, il quale ebbe a malapena il tempo di terminare la frase prima che fosse sommerso dalla bava umida del drago, che  aveva preso a leccarlo in pieno viso. 

Hiccup non potè fare a meno di farsi sfuggire un gridolino, coprendosi con le braccia e dibattendosi «D'accordo, d'accordo, mi alzo, ho capito!» disse, ridendo di gusto. 

 

Quella risposta sembrò soddisfare abbastanza la furia buia, la quale si mise seduta  su due zampe e lo osservò con la lingua a penzoloni. 

Hiccup ridacchiò a quella vista, mettendo le gambe fuori dal letto ed alzandosi, sbadigliando sonoramente. Dopodiché lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, attraverso la quale si potevano udire i rumori della vita che ricominciava. 

 

Stiracchiandosi, il giovane indossò i suoi soliti indumenti e cercò di rendere un po' più presentabili i suoi capelli, ma con scarsi risultati. 

Sdentato intanto lo guardava, impaziente di iniziare una nuova giornata in compagnia del suo vichingo preferito. 

 

«Va bene, sono pronto, andiamo bello» disse Hiccup una volta finito di prepararsi, scendendo di sotto con Sdentato al seguito. 

In cucina, come ogni giorno, lo attendava Valka. Ella, non appena lo vide, gli corse incontro e lo abbracciò, dandogli il buongiorno. 

«Dormito bene, tesoro?» gli chiese, scostandogli i capelli dalla fronte. 

Hiccup annuì, sbadigliando. «Il solito.» rispose, sedendosi a tavola. 

Valka sorrise dolcemente, mettendogli davanti il piatto con la colazione. Dopodiché si pulì le mani con uno straccio e lo guardò.

Hiccup intanto aveva preso a mangiare, cercando di ingurgitare quello che aveva preparato la madre, nonostante non fosse granché. Sapeva che Valka non era famosa per le sue doti culinarie, ma non voleva offenderla. Così si costrinse a mangiare tutto e, una volta finito, si pulì la bocca. 

 

«È arrivato il signor Loiarn prima» gli disse Valka, rimettendo il piatto al suo posto «Ti cercava. Parlava di un tetto che sta cadendo a pezzi dopo la tempesta di Neve di stanotte. Gli ho detto che eri già fuori, non volevo svegliarti.»

 

«Sì, grazie mamma» sospirò il ragazzo, alzandosi. «Ero davvero stanco. Ma me ne occuperò io, ora, ti ringrazio. Per tutto.» sorrise, e Valka corse ad abbracciarlo. 

«Sei mio figlio. Voglio solo il meglio per te.» detto questo gli baciò la fronte con amore, prima di guardarlo negli occhi con quello che sembrava vero e proprio... Orgoglio. «ora, va' a rendere grande questo posto, figlio mio, come solo tu sai fare.»

 

A quelle parole, Hiccup si sentì rinvigorito. Con un bacio salutò la madre ed uscì di casa, inspirando profondamente l'aria fredda di gennaio. Immediatamente, gli giunsero alle orecchie i rumori della vita: i ruggiti dei Draghi, le voci rozze dei Berkiani, il vento che soffiava impetuoso... 

Non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Ma ovviamente... 

 

«Hiccup, Hiccup!» 

Un vichingo dall'aria corpulenta e con una lunga barba bianca che gli arrivava alle gambe tozze e grassocce, corse verso di lui, inciampando più volte sulla neve fredda. 

Hiccup lo riconobbe al volo e lo raggiunse, seguito a ruota da Sdentato. Era Loiarn il Grave. 

 

«Salve, Loiarn!» lo salutò Hiccup, abbassando di poco il capo. «Cosa ti serve?» 

 

«Grazie al cielo ti ho trovato, ragazzo mio!» rispose l'uomo, fermandosi davanti a lui e riprendendo fiato. La fronte era imperlata di sudore ed aveva il respiro affannoso «Ti ho cercato dappertutto, tua madre aveva detto che eri già uscito!» 

 

«É vero. Io ero... Ehm... » fece una pausa, cercando di trovare una scusa credibile «Ad una riunione con i miei compagni. Sai, cose da risolvere e tutto il resto...» 

 

«Oh, Sisi, capisco benissimo.» l'uomo annuì vigorosamente,  per poi continuare «Solo che ora avrei un favore da chiederti: stanotte ha nevicato davvero, davvero tanto e molti tetti - non solo il mio - non sono stati in grado di reggere il peso della neve. Avremmo quindi bisogno di materiali più resistenti da posizionare sopra il legno, affinché incidenti del genere non ricapitino più. » 

 

Dopo aver ascoltato attentamente l'uomo, Hiccup si affrettò a rispondere: 

«Me ne occuperò subito, Loiarn, non preoccuparti.» 

 

Loiarn sembrò visibilmente sollevato da quella risposta. 

«Ti ringrazio, Hiccup, ti ringrazio.» rispose, stringendogli - parecchio forte, a parer di Hiccup - la mano; dopodichè girò sui tacchi, allontanandosi sulla neve alta e fredda.

 

Hiccup sospirò non appena l'uomo scomparve dalla sua vista e si voltò verso sdentato, che intanto lo fissava con un'espressione quasi esasperata. 

«Siamo solo all'inizio, bello.» 

 

Poche ore dopo, infatti, mentre Hiccup era con Scaracchio a creare selle per draghi ed altre attrezzature più resistenti, circa venti Berkiani vennero a chiedere il suo aiuto, per motivi sempre diversi. 

Hiccup cercava di fare il possibile, andando con Sdentato a sostituire i tetti vecchi e rotti con altri più nuovi e sicuri, cambiando finestre, porte, facendo rifugiare gli animali in un luogo al riparo dal freddo, e così via. 

Tuttavia, nonostante gli sforzi, Hiccup si sentiva soddisfatto del suo lavoro. Le cose sembravano andare ogni giorno meglio, a Berk.

Stavano finalmente per diventare un popolo che si sarebbe distinto dagli altri, non solo per l'assenza di pregiudizi nei confronti dei draghi e per la loro natura ormai pacifica, ma anche per i marchingegni di ultima generazione da lui creati e per l'organizzazione assai efficiente dell'intero villaggio. 

Hiccup era fiero di ciò che era - anzi, che erano, lui, Sdentato e i suoi amici - riusciti a creare.  

A poco a poco, stava tutto tornando alla normalità. 

 

Alla fine della giornata, quando il sole era ormai basso ed il cielo iniziava a tingersi di un blu chiaro, seguito da sfumature di arancione e rosa, Hiccup salutò Scaracchio e sua madre - la quale era ormai diventata la loro assistente - ed uscì dalla cabina con Sdentato, che intanto non vedeva l'ora di passare un po' di tempo da solo con lui.

«Dobbiamo andare a trovare gli altri, ricordi?» Fece Hiccup, dandogli una piccola pacca sul collo; Sdentato fece quello che sembrava uno sbuffo. 

«Oh andiamo! Sarà divertente!» disse il giovane, ridacchiando e spronandolo ad alzarsi in volo; anche se a malincuore, Sdentato spalancò le ali e si alzò in volo, dirigendosi verso la loro isola, altrimenti soprannominata "ascella che prude" . 

Il luogo in cui tutto era iniziato, due anni fa. 

 

Hiccup scosse la testa, deciso a non farsi sopraffare dai ricordi e concentrandosi invece sulla sensazione di libertà che ogni volta lo invadeva, quando era in volo con Sdentato. Sospirò felicemente, facendosi accarezzare dalla brezza fredda dell'inverno e osservando il mondo sotto di loro: sembrava tutto così piccolo. 

Sdentato, d'altra parte, sembrava essere altrettanto in pace: faceva qualche capriola occasionale e si alzava ed abbassava costantemente, alzandosi oltre le nuvole bianche e candide come neve.

 

Era in quei momenti che Hiccup si dimenticava di tutto e di tutti; si sentiva finalmente in pace con se stesso, libero dalle preoccupazioni e dai doveri di capo. Erano solo lui e Sdentato. Nessun altro.

 

Tuttavia, quel giorno, la pace non sembrava essere destinata a  durare; infatti, dopo poco più di dieci minuti, Hiccup iniziò a sentirsi osservato. 

Aprì gli occhi - che non ricordava nemmeno di aver chiuso - e si guardò intorno guardingo, reggendosi a Sdentato.

Quest'ultimo sembrava aver avuto la stessa sensazione, poiché aveva preso a ringhiare, guardandosi intorno guardingo. 

 

Passarono alcuni secondi nei quali tutto era silenzioso. Si udiva solo il vento del Nord che, impetuoso, ululava e sferzava il viso di Hiccup. 

Poi, accadde. 

 

Diversi draghi li accerchiarono, ma Hiccup non riuscì a capire chi fossero poiché  le loro sagome erano nascoste dalle nuvole grigie e scure che occupavano il cielo in quel momento. 

Sdentato si fermò a mezz'aria, ringhiando e cacciando fumo dalle narici.

I draghi e i loro cavalieri si stavano avvicinando, e le loro figure divennero sempre più nitide man mano che le nuvole di diradavano. 

 

E fu allora che...

   
 
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