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Autore: CHAOSevangeline    20/11/2017    11 recensioni
{ Viktuuri | Mermaid!AU }
[Dal testo]
« Ti avevo detto che non sarei scappato. »
« Ho pensato comunque che lo avessi fatto », rispose franco Viktor. « Sei mio prigioniero, se volessi scappare… »
« Ma non voglio », lo interruppe Yuri.
« Perché no? »
A Viktor non importava nemmeno di trovarsi sul ponte della nave, dove chiunque avrebbe potuto vederli parlare, i volti più vicini di quanto fosse conveniente.
« Perché mia madre mi ha raccontato una nostra leggenda, una volta », spiegò Yuri. « Dice che verrà un periodo di pace, prima o poi, tra umani e sirene. Che uno di noi farà la differenza. Non ho nulla da perdere, e se non resto con te non posso cambiare nulla. »
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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IX – Epilogo


 
 
« Sei nervoso? »
Viktor non era mai stato una persona troppo devota: aveva sempre preferito affidarsi a se stesso, dando poco credito ad una eventuale forza superiore. Gli avvenimenti degli ultimi mesi però lo avevano cambiato, perché non sempre dipendevano da lui e dalla sua forza; Viktor aveva fatto del proprio meglio per influenzarne l’esito in modo positivo e talvolta c’era riuscito, ma non sempre e soprattutto non nella sua totalità: non possedeva ancora il dono della chiaroveggenza per prevedere le mosse altrui e calcolare i propri comportamenti, così come non possedeva una sufficiente abilità di retorica per portare le persone dalla propria parte capovolgendo i loro ideali e punti di vista.
Anzi, per meglio dire forse quel dono lo aveva, ma si era trovato ad avere a che fare con individui troppo sordi e convinti. Sordità che però era stata curata e non grazie a Viktor, ma grazie alle sue infinite preghiere.
Perché sì, Viktor non era mai stato una persona troppo credente, ma nell’arco degli ultimi mesi si era rivolto così tanto ad un’entità superiore sperando esistesse da compensare tutti gli anni di vita trascorsi ignorandola: aveva pregato che Yuri si riprendesse durante il proprio viaggio ed era accaduto; aveva pregato di poterlo tenere al sicuro e ci era riuscito, contro ogni aspettativa e infine era riuscito a convincere le poche persone di cui davvero gli importava a comprendere. La loro sordità era stata curata e anche se forse alcuni piccoli aspetti di alcune risoluzioni ai suoi vari problemi degli ultimi mesi provenivano davvero da lui o forse da una congiunzione astrale particolarmente favorevole, essere fiducioso in qualsiasi cosa, anche solo nella fortuna, era servito.
Almeno così facendo aveva sgravato di un poco le proprie frustrazioni.
Il ghiaccio si era sciolto da qualche mese, la sua malattia sopraggiunta con spaventosa rapidità era scomparsa grazie a Yuri, e da altrettanto tempo.
Il tritone non era con lui in preciso istante.
Insolito dato che avevano trascorso gli ultimi tempi incollati l’uno all’altro, quasi il corpo di Viktor fosse un’estensione di quello di Yuri e viceversa. A tavola le loro sedie erano vicine, passeggiavano per il castello tenendosi per mano e quando Yakov aveva ordinato alle ancelle di preparare una camera secondaria per Yuri, Viktor si era opposto sapendo di essersi semplicemente fatto portavoce della volontà dell’innamorato.
Yakov non aveva obiettato: non si lasciava di certo mettere i piedi in testa e Viktor sapeva di non dover approfittare della sua recente disponibilità, ma era come se il sovrano, dopo essersi reso conto del proprio atteggiamento sbagliato forse non nei confronti di tutte le sirene, alcune delle quali erano pericolose, ma sicuramente nei confronti di Yuri che più di tutte loro si era dimostrato invece degno di fiducia, sentisse il bisogno di dimostrare di essere sincero nel proprio pentimento.
Certo, con ogni probabilità non avrebbe emanato un trattato di pace con ogni razza del mare, magari nemmeno loro lo avrebbero voluto, ma Viktor riponeva una discreta fiducia nell’idea che Yakov avrebbe cambiato il proprio atteggiamento, che avrebbe fatto in modo di imporre ai marinai del proprio regno il giusto rispetto per le sirene proprio come secoli prima i sovrani a lui pregressi avevano imposto l’odio.
Forse gli uomini non avrebbero capito subito, ma con il tempo ci sarebbero riusciti.
Il periodo di convivenza con Yuri era stato piuttosto intenso: Viktor lo aveva portato in paese per fargli conoscere le usanze, i luoghi, le strade; per fargli respirare la sua, di casa, proprio come Yuri gli aveva chiesto di fare quando era uscito dal lago.
Il regno di Viktor era esteso e una vastità di territori indicibile rientrava sotto la sua giurisdizione. La città in cui sorgeva il castello era però di una grandezza circoscritta, capace ancora di fare in modo che quasi tutti si conoscessero gli uni con gli altri.
La casata di Viktor non si era mai elevata troppo rispetto ai sudditi, anche se era una novità recente: sua madre era una popolana, sposata dal padre solo per amore. Niente discendenze calcolate, niente necessità di mantenere il lignaggio puro. Ecco il vero motivo per cui i Nikiforov avevano abbattuto il preconcetto di superiorità dei sovrani installato dalle precedenti generazioni.
Nelle loro terre si respiravano una tale serenità e forza da non rendere necessari matrimoni combinati.
Certo le persone non abbandonavano mai il “voi” di cortesia e vedendo Yuri in compagnia di Viktor lo avevano subito rivolto anche a lui. Il principe ricordava ancora l’espressione stralunata del tritone: aveva boccheggiato confuso e fissato la donna che aveva compiuto una riverenza di fronte a lui. L’aveva imitata, con somma sorpresa di lei.
« È uno straniero », aveva spiegato Viktor per evitare che la donna si sentisse presa in giro.
Viktor lo aveva dovuto ripetere decine, forse centinaia di volte perché Yuri faticava davvero a lasciare che le persone fossero ossequiose nei suoi confronti.
Osservava tutto con i suoi occhi castani illuminati di curiosità, Yuri. Occhi spalancati per lo stupore e forse per la gioia che un mondo tanto diverso dal suo, che la sua nuova casa lo stesse accogliendo come nemmeno la sua patria originale aveva fatto.
Gli umani, no anzi, le persone erano fantastiche. Yuri odiava quando veniva usato un termine che sembrava renderle gli abitanti della cittadina tanto diversi da lui, come se una razza prevalesse o se la sostanza di fondo cambiasse.
Yuri era benvoluto dai cittadini. Lo aveva capito quando aveva iniziato a frequentare il paese anche senza Viktor, sgattaiolando fuori quando il principe era impegnato in qualche riunione con Yakov o nelle mansioni che contribuivano alla sua formazione come futuro sovrano.
Questo gli aveva creato non poche preoccupazioni, le prima volte in cui questo era accaduto: Viktor aveva cercato Yuri in lungo e in largo per tutto il castello senza trovarlo, per poi vederlo passeggiare nella piazza di marmo di fronte alla corte intento a chiacchierare con la panettiera che portava le vivande al castello ogni mattina, talvolta aiutando addirittura i garzoni del porto a trasportare la merce ordinata dal re.
Era la sua genuinità, la bontà che contraddistinguevano Yuri ad averlo reso tanto benvoluto. Ad averlo fatto accettare anche quando da straniero si era tramutato, secondo l’opinione pubblica, nell’amante di Viktor.
Le persone osservavano con curiosità i tratti di Yuri, li trovavano esotici e attraenti.
Essendo il divario tra famiglia reale e gente comune meno respirabile che in altri regni, quasi ci fosse tra le due parti un contratto di delega di potere nei confronti della famiglia Nikiforov, tutti sapevano quanto questa visione fosse plausibile in base ai racconti diffusi sul conto di Viktor. Quanto Viktor avrebbe davvero potuto conquistare il cuore di un giovane a suo parere tanto bello oltreoceano, portandolo nel proprio regno per sposarlo.
L’aura magica che Yuri emanava aveva presto reso considerabile anche l’idea che fosse stato Yuri a conquistarlo, magari con un sorriso o una parola più spontanei degli altri. Che fosse stato lui a rapirgli il cuore.
Così i baci nascosti che Viktor schioccava talvolta sulle guance, sulla sua fronte o sulle labbra di Yuri quando osava di più, da semplice ragione per sollevare tali ipotesi, erano diventati conferma e poi normalità.
Non si facevano scrupolo a scambiarsi simili gesti per strada e nessuno prestava loro davvero caso.
Molte persone si complimentavano anzi, facendo arrossire Yuri e sorridere Viktor più di quanto avesse mai fatto.
La nutrice del principe, una donna anziana che ormai lavorava principalmente nell’orfanotrofio della città, la persona non appartenente alla famiglia che forse più di tutte le altre aveva confidenza con Viktor gli aveva detto di non averlo mai visto sorridere in modo tanto allegro e sincero.
Che nemmeno l’incantesimo di una sirena sarebbe riuscito a renderlo tanto felice, seppur fintamente.
Quelle parole, dette forse per indagare o forse senza malizia, avevano fatto spegnere il sorriso sia sulle labbra di Yuri che su quelle di Viktor. Perché quella donna aveva ricordato loro, anche se senza allarmarli sembrando genuinamente felice, che la verità sul conto di Yuri non si era estesa a tutto il paese.
Yuri era uno straniero proveniente da un paese lontano, questo sapeva la gente.
Nessuno era a conoscenza del fatto che in realtà fosse un tritone, che ogni giorno tornava al proprio amato lago sguazzando in compagnia di Viktor come quando era arrivato.
Questa grave consapevolezza aveva tolto loro il sonno per qualche giorno, portando Yuri a singhiozzare per tutta la notte nascondendosi contro il corpo di Viktor.
Così il principe aveva preso una decisione, di comune accordo con Yuri nonostante a sua titubanza, per gestire la situazione.
Non lo avrebbe fatto vivere come un prigioniero di nuovo, anche se le sue catene sarebbero state quelle invisibili di un segreto: Yuri meritava più serenità e se Viktor lo amava era dovere di Viktor garantirgliela, lottare con le unghie e con i denti per riuscirci.
Viktor aveva pregato tanto in quel periodo e per i motivi più disparati. Tra tutti questi motivi c’era il non sentirsi porre la fatidica domanda che Christophe aveva tuttavia avanzato.
Forse era stato troppo fiducioso all’idea che ogni sua richiesta venisse accolta.
« Esiste un uomo non nervoso il giorno del proprio matrimonio? » domandò Viktor.
I lunghi capelli argentei del principe ricadevano sciolti lungo la sua spalla destra, racchiusa come tutto il torace all’interno di un’elegantissima giacca blu notte lunga fino alle ginocchia. Era trapuntata di ricami, di rilievi in stoffa e ghirigori che in una situazione noiosa si sarebbe divertito a percorrere con le dita, tanto erano fitti e arzigogolati in volute, foglie e onde talvolta argentee, talvolta blu.
La stessa giacca scelta per Yuri, anche se di una tonalità leggermente più scura e intensa.
« Credevo lo sarebbe stato un certo Viktor Nikiforov, ma a quanto pare… » lo prese in giro Christophe.
Da quando la loro amicizia si era ripresa Christophe era tornato ad essere l’amico supportante di una volta. Aveva quasi esultato all’idea del matrimonio, quando Yuri l’aveva proposta a Yakov, benché avesse appena cambiato idea sul conto del tritone.
Quella volta sì che Yuri lo aveva sorpreso. Viktor aveva rischiato uno svenimento che probabilmente lo avrebbe fatto crollare a picco nel lago.
Persino lui avrebbe faticato a chiedere a suo nonno un favore del genere, anche dopo la sua disposizione a concedere qualsiasi cosa.
Era stata quella la prima volta in cui aveva rubato un bacio appassionato a Yuri davanti a qualcuno, per somma gioia di Yura; per poco non lo aveva spinto dentro al lago, incurante che Viktor ne fosse appena riemerso in salute.
Viktor spinse appena Christophe con un braccio, rivolgendo tutti i propri pensieri a Yuri. Lo avevano lasciato con il cugino più piccolo di Viktor; chissà se il biondo stava riuscendo a gestire la situazione o se invece le emozioni prorompenti di Yuri lo stavano travolgendo. Ancora non avevano sentito delle grida e immaginava questo fosse un buon segno.
Avevano organizzato la cerimonia a palazzo, decidendo di tenerla sul piccolo balcone rialzato che suo nonno e in generale i re utilizzavano per le comunicazioni importanti.
E Viktor ne aveva una, di comunicazione importante. Una rivelazione che avrebbe reso forse fondamentali quei metri a dividere la folla da lui e Yuri.
Non gli andava troppo di celebrare il proprio giorno così, quasi si stesse elevando al di sopra della propria gente, quasi dovesse proteggersi dalla folla, ma il luogo più spazioso e alternativo sarebbe stata la spiaggia.
Evocativo, nostalgico. Scenario perfetto per il matrimonio suo e di Yuri, forse, ma anche rischioso tenendo in considerazione ciò che la gente non sapeva.
Viktor aveva fantasticato in qualche occasione sul proprio grande giorno e appariscente e sfarzoso com’era si era sempre convinto che ci sarebbe stato più di un arco adornato di fiori sistemato quasi casualmente sul marmo della terrazza, lui e Yuri sotto di esso con Yakov a celebrare la cerimonia. Gli unici valori aggiunti erano Yura e Christophe, tirati un po’ più a lucido del solito, ai lati dell’arco stesso. E le giacche, quelle giacche erano davvero l’unico lato positivo.
Persino gli anelli erano delle semplici fascette d’oro.
A conti fatti era una cerimonia in piccolo nel suo essere in grande, perché Viktor aveva avuto tanta fretta da essere disposto a sacrificare ogni singolo dettaglio di troppo. Aveva già avuto modo di rendersene conto di quanto ogni cosa, persino la più grande, perdesse valore se confrontata con Yuri.
Quasi lo avesse evocato pensandolo, Viktor sentì dei passi e si voltò. Yuri non era davvero diverso dal solito: indossava giusto una giacca più elegante che quasi sembrava farlo sentire a disagio e i capelli erano tirati indietro sulla testa con un ordine maggiore.
La presenza di Yura, quella di Christophe, persino quella di Yakov che stava sopraggiungendo scomparvero.
« Sei bellissimo », disse Viktor con un filo di voce, rivolto al tritone.
Yuri gli sorrise con dolcezza, le gote arrossate e lo sguardo sfuggente. Prese la sua mano e la strinse.
« Anche tu. »
Yuri era emozionato. Sentiva il cuore battere all’impazzata nel petto, così forte che Yura lo aveva sostenuto e controllato in diverse occasioni da dopo averglielo detto, mentre lo accompagnava lì. Forse era anche pallido?
No, sicuramente Viktor si sarebbe preoccupato.
Indubbiamente la sua mano tremava, stretta intorno a quella dell’amato, tanto che il principe vi sistemò sopra la propria. Viktor non disse nulla però, perché non c’era davvero nulla da dire.
Yuri, dal canto suo, non aveva paura: le scelte inerenti Viktor erano quelle che più lo avevano reso sicuro e non si sarebbe mai pentito di quel matrimonio. Non aveva esitato un solo secondo.
Christophe avvolse un braccio intorno alle spalle di Yura, che osservava la scena non esattamente allegro e anzi imbarazzato per quelle effusioni. Era felice per quel matrimonio come chiunque, era felice che Yuri si trovasse lì, ma tutto quell’affetto lo spiazzava.
« Lo porto via prima che rovini l’atmosfera », rise Christophe, trascinando Yura verso l’altare mentre il ragazzino si ribellava.
Yakov, dal canto suo, esitò qualche momento. Sistemò la mano sulla spalla di Viktor e si diresse poi verso il parapetto della terrazza.
La folla ghermiva la piazza di fronte al castello, rumorosa e trepidante. Bastò la sola presenza di Yakov davanti ad essa, non un cenno, per calmarla.
I matrimoni della gente di Viktor erano particolari: gli sposi si incontravano poco prima dell’inizio della cerimonia e restavano insieme, ma nascosti agli occhi degli invitati fino a quando non dovevano scambiarsi i voti.
Quel matrimonio era solo una prova in più a suggellare il loro amore, un vincolo che avrebbe reso tutti partecipi del loro legame.
Per Viktor tuttavia era come se già si fossero sposati quel giorno, al lago, quando ognuno aveva creato un anello di fortuna da mettere intorno al proprio anulare.
Anche se la voce di Yakov rimbombava solenne nel circolo di mura che cingeva il castello, Viktor non la sentiva, non la ascoltava e così Yuri.
Si guardavano, un po’ di sfuggita quasi fossero intimiditi e un po’ senza imbarazzarsi, sorridendosi l’un l’altro.
« Sei preoccupato per quello che accadrà dopo la cerimonia, Yuri? » domandò Viktor.
Ciò che riguardava la loro scelta.
Yuri si morse il labbro. Un chiaro sì.
Rispose con un piccolo cenno.
« Anche io », confessò Viktor. « Ma non mi importa, perché va fatto e perché deve andare bene. »
Tutte le volte in cui Viktor si dimostrava timoroso per le stesse motivazioni che affliggevano Yuri il tritone non riusciva davvero a sentirsi preoccupato; gli faceva comprendere meglio che era meno solo e che la loro unica scelta era affrontare insieme qualsiasi ostacolo si fosse presente.
« Abbiamo superato quella barriera di ghiaccio… » cominciò Yuri, sottovoce. « Dubito che questo ci metterà più in difficoltà. »
Ostentava sicurezza e Viktor aveva sorriso per questo, perché sapeva che in verità Yuri non era affatto tranquillo.
« Tutto ciò che voglio ora è sposarti », mormorò il principe. « E che tu non dica nulla come “Viktor, non voglio metterti nei guai, è tutta colpa mia”. So che lo stai pensando. »
Yuri schiuse le labbra. Avrebbe voluto ribattere, ma se c’era un giuramento che si erano scambiati era quello di essere sempre sinceri l’un l’altro e negando allora lui non lo sarebbe stato per nulla.
Yakov si era voltato verso di loro, facendo un cenno.
Si stavano perdendo la loro stessa cerimonia tanto erano presi dal loro discorso.
Camminarono verso l’arco fiorito e una volta davanti agli occhi della folla vennero accolti da battiti di mani e schiamazzi. Yuri sorrise timidamente e Viktor fece altrettanto, anche se con maggiore fierezza. Dopotutto era molto più abituato di lui a simili eventi.
Dopo aver salutato si voltarono l’uno verso l’altro e Yakov avanzò di un passo.
« Viktor, futuro erede del trono di questo regno, vuoi tu prendere come tuo sposo Yuri? »
Il battito del cuore in gola, tumultuoso.
« Lo voglio », confermò Viktor, completamente perso negli occhi di Yuri.
« Yuri, vuoi tu prendere Viktor come tuo sposo, accettando così l’onere di governare al suo fianco e di supportare lui e le sue scelte? »
Yuri sorrise appena.
« Lo voglio », la voce ferma, priva di esitazione.
« Allora vi dichiaro uniti qui, di fronte alla vostra gente. » Sul volto di Yakov comparve l’ombra di un sorriso. « Siete ufficialmente sposati, futuri re della casata Nikiforov. »
Yuri venne scosso da un brivido così forte che per un istante dovette aggrapparsi al corpo di Viktor già avanzato in avanti, le mani sul volto di Yuri, per poterlo baciare con passione. Dovette sostenersi per non crollare, colto dall’emozione.
Niente giudizi da parte di Yakov, che spesso li invitava a trattenere tutto il trasporto quando erano in sua presenza per darsi un contegno. Niente versi disgustati da parte di Yura.
In ogni caso qualsiasi loro parola sarebbe stata coperta dal tumulto della folla, esplosa in uno scrocio di applausi e di grida.
Espressioni della loro approvazione che resero Viktor un po’ più forte quando si allontanò dalle labbra di quello che ora poteva definire suo marito. Lo guardò intensamente negli occhi, il volto di Yuri ancora tra le mani, prima di lasciar scivolare le dita intorno alla sua mano. Le intrecciò con le sue prima che entrambi si dirigessero verso il parapetto.
Viktor alzò una mano, facendo cenno alle persone ai diversi lati della piazza di acquietarsi, annunciando il proprio imminente discorso.
Yakov si sentiva fiero per il modo in cui Viktor sapeva comportarsi. Da vero re.
« Quando ho portato qui Yuri non immaginavo davvero lo avreste accolto in modo tanto caloroso, facendolo sentire parte di questa città appena qualche giorno dopo il suo arrivo. » Viktor gettò un rapido sguardo al proprio fianco, guardando il tritone, rigido e pallido pur sforzandosi di sorridere. « Non immaginavo che alla notizia del nostro matrimonio le strade sarebbero state agghindate di fiori e di striscioni, nonostante il poco preavviso. Non immaginavo davvero aveste tutta questa volontà di spendere tempo per il vostro principe. »
A quelle ultime parole la folla rise.
« Siete un popolo in cui ho riposto fiducia e che ha riposto fiducia in me e nella mia casa per secoli », proseguì Viktor, il tono improvvisamente più grave. « Ed è perché mi fido di voi, perché ci fidiamo di voi, che io e Yuri abbiamo scelto di rivelarvi la verità. »
Viktor osservò gli sguardi della folla, piccoli per la lontananza, ma palesemente incuriositi. La cieca fiducia nei confronti dei loro regnanti li rendeva incapaci di provare paura.
Sul punto di proseguire, Viktor vide il busto di Yuri protendersi in avanti, la mano libera aggrapparsi al parapetto e l’altra stringere con più forza le sue dita.
Viktor non temeva che Yuri potesse essere incapace di gestire la situazione, si era saputo destreggiare in condizioni ben più complesse e con un coraggio che forse nemmeno lui possedeva.
Yuri non poteva tollerare di scaricare, già il primo giorno di matrimonio, tutti i pesi sulle spalle di Viktor. Che compagno sarebbe stato? Cosa avrebbe dimostrato, se avesse lasciato dichiarare a lui ogni cosa quasi se ne vergognasse?
« La verità sulla mia provenienza. » Aveva ascoltato il discorso di Viktor più e più volte nella loro stanza, mentre lo pensavano insieme con Yuri che già si rifiutava di non essere partecipe; non poteva sbagliare. « Sono giunto qui mesi fa, a bordo della nave di Viktor, sì. Ma come suo trofeo di caccia, non per ragioni sentimentali. »
Il timore che fino a quel momento era rimasto contenuto parve dilagare e il vociare delle persone aumentò, ma nessuno si rivolse a Yuri in malo modo, nessuno disse nulla.
Viktor carezzò il polso di Yuri con il pollice, grato che fosse intervenuto, ma deciso a proseguire da sé.
« So che siamo in guerra con le sirene da decadi, da secoli e che i nostri antenati non sarebbero orgogliosi di me e delle mie scelte, ma dovete credermi quando vi dico che non tutte le sirene sono malvage. Che non tutte utilizzano i loro poteri per fare del male », proseguì Viktor. « E voi lo sapete. Sapete che se Yuri si è fatto spazio nei vostri cuori e nelle vostre vite non è stato per un incantesimo che vi avrebbe lasciati storditi, che se fosse qui per ferirci io non vi starei nemmeno parlando di tutto questo e voi non stareste provando paura all’idea che io, futuro re, governi al fianco di un tritone. »
Il silenzio era assordante, la folla divisa e basita per la rivelazione di Viktor.
« Ciò che non sapete è che quando sono stato malato, quando le strade erano a lutto, non mi avete perso solo perché Yuri è stato in grado di curarmi con i suoi poteri. Ha convinto anche mio nonno, il re, rimasto diffidente a lungo, che non sarebbe stato pericoloso per me e per voi, la nostra priorità. » Viktor prese un respiro. « Non sapete nemmeno che il tritone di cui parlava mio cugino Yura, dopo il suo miracoloso ritrovamento a seguito del naufragio che avrebbe dovuto ucciderlo, era proprio Yuri, la persona che mi sta accanto », proseguì. « Yuri ha dimostrato che il nostro amore non è una menzogna, cosa che voi stessi mi avete detto più volte, gioendo per noi. Le sue intenzioni sono sincere e il suo cuore è buono. »
Non ricevere nessuna risposta era forse più frustrante che riceverne mille.
« Posso comprendere il vostro timore, la vostra diffidenza. Non vi chiedo di fidarvi di ogni sirena o tritone, Yuri meglio di me potrebbe spiegarvi perché diffidare da alcuni di loro. Ma pensate davvero ci sia da temere e da odiare qualcuno dopo averlo conosciuto veramente? Senza leggende e storie, ma con i vostri occhi, con le vostre orecchie. »
Dopo l’ennesimo silenzio anche le dita di Viktor si arpionarono intorno alla mano di Yuri. Qualche commento volava nell’aria, ma mai troppo forte, mai capace di far comprendere le reali intenzioni della folla.
Yuri guardò Viktor, preoccupato, ma il principe tentò di sorridergli.
Era inutile aggiungere altro; che magari Yuri avrebbe potuto usare i suoi poteri per aiutarli, in caso di necessità, perché quello che serviva alle persone sotto di loro era metabolizzare gli avvenimenti.
Il parlare divenne più concitato fino a che una voce non proruppe tra tutte.
La nutrice di Viktor, la donna che aveva preoccupato entrambi con le sue constatazioni.
« Lunga vita al principe Viktor, lunga vita al principe Yuri! » gridò. « Il primo tritone che abbia mai dimostrato di essere degno della nostra fiducia. »
Viktor sgranò gli occhi, così come Yuri. La sua espressione sarebbe rimasta tale, se solo lentamente quel motto non avesse iniziato a dilagare fra la folla che iniziò a ripeterlo una, due, tre volte.
Le conseguenze tragiche di un rifiuto divennero un mero ricordo, mentre la folla tornava ad acclamarli decidendo che la diversità di Yuri non era una minaccia.
Yuri si voltò verso Viktor, guardandolo intensamente negli occhi.
« Mi hai salvato », sussurrò.
Lo sprazzo di un ricordo, quando Viktor aveva riaperto gli occhi sul volto di Yuri, galleggiando nel lago dopo la propria miracolosa guarigione.
« Anche tu », sussurrò Viktor. « Mi salvi ogni giorno. »
E tra battiti di mani e cori, tra i sorrisi di Christophe, di Yura e di Yakov, Viktor e Yuri si scambiarono un nuovo bacio.
Niente più paure, niente più segreti.
La loro vita, quella vera, quella insieme senza più doversi nascondere, era appena iniziata.
Erano al sicuro.
Erano felici.
Sono felici.
Ancora.



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È tardi e avrei forse potuto occuparmi di pubblicare domani, ma non mi va di rimandare il drammatico momento in cui metterò la spunta accanto alla voce "completa".
Sì, so che la sto ingigantendo, ma nonostante scriva da anni arrivare in fondo a un progetto a capitoli è una cosa che mi è capitata tre volte. Due di queste proprio nel fandom di Yuri on Ice.
Che dire? Questo fandom mi sta dando grandissime soddisfazioni, sia per le idee che i personaggi dell'anime mi fanno venire in mente, sia per tutte le persone troppo carine che seguono le mie storie.
Voglio ringraziarvi tutti quanti, dal primo all'ultimo: che abbiate solamente letto, messo la storia tra seguite, preferite o ricordate, o che abbiate commentato sporadicamente qualche capitolo.
Un ringraziamento speciale va a chi è stato presentissimo in ogni singolo capitolo della storia: quando ho fatto mente locale dopo le prime pubblicazioni giuro che aspettavo ogni commentatore abituale perché tengo davvero al vostro parere e vi ringrazio per aver trovato un momento per condividerlo ogni volta che pubblicavo ;__ Sono sempre impedita nelle risposte alle recensioni, ma tengo davvero a far vedere che le leggo tutte e mi fanno sempre super piacere!
Ringrazio anche Rika, a cui spacciavo i capitoli prima di pubblicarli quando riuscivo a non essere lenta come un bradipo. Ha sopportato tutti gli scleri del caso, come per ogni santa fanfiction che scrivo, dandomi pareri nei punti che mi lasciavano più perplessa.

Questa storia è stata un viaggio più lungo del previsto come ho ripetuto fino allo sfinimento, ma sono contenta di come mi è riuscita! Ho avuto più idee man mano che la stendevo e giunti fino a questo punto credo ancora di non aver esaurito le cose da dire. Come per la mia scorsa storia mi piacerebbe tantissimo approfondire degli aspetti, magari sul passato di Yuri o perché no, sul futuro suo e di Viktor. Ci sono dei personaggi a cui qui non ho potuto dare una rilevanza per lo svolgersi degli eventi, ma per cui avrei degli spunti e spero di riuscire nell'intento di scrivere magari qualche one-shot di contorno, o qualche mini-long (questa volta mini sul serio) per completare i punti su cui potrei avere altro da dire.
Sicuramente tornerò nel fandom di Yuri on Ice, quindi, ma non solo con questi progetti appena accennati: ne ho altri più o meno definiti e soprattutto più o meno brevi in mente, tra cui un'altra AU a capitoli (più long di quelle che ho scritto fino ad ora AHAH) che spero di poter concludere presto e pubblicare altrettanto in fretta! È un progetto un po' più ambizioso sia a livello di trama che per il numero di personaggi coinvolti, perciò spero di riuscire nel mio intento ;;
Nel frattempo ne approfitto nuovamente per condividere la mia pagina di Face Book. L'ho aperta di recente, ma mi impegno a condividere ogni lavoro poco dopo averlo pubblicato. Perciò se volete tenervi aggiornati per quanto riguarda nuove pubblicazioni o lamentele varie riguardanti i nuovi progetti lascio qui il link.
Il treno dei feels da conclusione storia ancora non è passato, certo è che mi farà veramente strano ritrovarmi mercoledì a dire "ah, non ho più capitoli di Mermaid Tales da correggere". Spero davvero di compensare questa assenza scrivendo in ogni momento della settimana, visto che durante le pubblicazioni mi fossilizzo quasi completamente.
Finisco di sproloquiare, ho scritto davvero tantissimo in queste note. Vi ringrazio ancora tantissimo per avermi seguita fino a qui, se mi sento un po' più sicura del risultato raggiunto fin qui è anche grazie a tutti voi che avete letto.
Augurandomi che questo epilogo vi sia piaciuto e che la mia storia vi abbia lasciato qualcosa, ci vediamo alla prossima fanfiction!

CHAOSevangeline

 
   
 
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