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Autore: _Agrifoglio_    20/11/2017    2 recensioni
Anche questo epitaffio, come quello da me già pubblicato di Carlotta de Corday d’Armont, fa parte di una più ampia galleria di personaggi, da me già inserita nel settore di Lady Oscar, dal titolo: "Scorre la Senna, scorre lenta". Buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
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Antoine Laurent de Lavoisier
 
Nacqui a Parigi, il 26 agosto 1743, da una famiglia agiata
e fui un cultore delle scienze fisiche, naturali e sperimentali,
chimico, filosofo, naturalista, biologo ed anche uomo di legge.
Fui il fondatore della chimica moderna,
l’autore del “Traité Élémentaire de Chimie
e l’elaboratore di una nuova nomenclatura degli elementi.
Il diamante, per me, non era una pietra preziosa,
ma una forma di reticolo cristallino del carbonio.
L’ossigeno, l’idrogeno, l’azoto, l’acido solforico
portano questi nomi perché io glieli imposi.
Rivoluzionai la teoria della combustione,
alla quale ricondussi la respirazione animale e vegetale,
demolendo le obsolete ed oniriche teorie flogistiche
ed individuai la composizione dell’aria e dell’acqua.
Feci costruire bilance perfettissime
che utilizzai nei miei innumerevoli esperimenti.
La legge di conservazione della massa,
in forza della quale, nulla si crea e nulla si distrugge,
che tutti ancora studiate, porta il mio nome.
Supervisionai gli scavi geologici nell’Alsazia e nella Lorena.
Nominato membro dell’Accademia Reale delle Scienze,
grazie ad uno scritto sull’illuminazione stradale,
collaborai alla preparazione dell’atlante mineralogico di Francia
ed alla fondazione del sistema metrico decimale.
La donna che sposai mi fu di immenso aiuto nelle ricerche
e nel promuovere e sostenere pubblicamente il mio lavoro.
Nel corso della mia vita, fui anche esattore delle imposte,
circostanza alla base dei capi di accusa che mi portarono alla morte.
La furia iconoclasta dell’epoca ed il livore del mediocre Marat
determinarono l’ordine del mio arresto e di quello
di altri ex dirigenti della Ferme Générale.
Mi presentai spontaneamente davanti ai miei accusatori,
certo della mia innocenza e rassicurato dalla mia fama.
Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
scriveva il ghibellin fuggiasco, il sommo poeta fiorentino.
La République n’a pas besoin de savants!
tuonò il presidente del tribunale rivoluzionario
e, a quei tempi, quattro forsennati epuratori
contavano più dell’intera biblioteca d’Alessandria nell’antichità.
Desiderando servire la scienza allo stremo delle mie forze e possibilità,
portai avanti l’ultima sperimentazione fin sulla ghigliottina.
Giunta, per me, l’ora fatale, agitai le palpebre finché potei
ed il mio domestico annotò gli esiti nel suo taccuino.
Ci è voluto solo un istante perché gli staccassero la testa,
ma la Francia non ne avrà un’altra così neanche in un secolo
furono le parole del matematico ed astronomo Joseph Louis Lagrange:
commosso omaggio di uno scienziato ad un altro,
eterna damnatio memoriae per la rivoluzione francese.
   
 
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