Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |      
Autore: SarahDLawn    20/11/2017    0 recensioni
Sophie Gordon, una mezzodemone di diciassette anni, si trasferisce con la famiglia in Giappone su volere del padre. Dovrà iniziare una nuova vita e una nuova scuola, l'Accademia Shikon, frequentata da umani, demoni e mezzidemoni. Il suo obiettivo è finire il liceo senza intoppi, ma si sa che spesso la vita non dà ciò che si vuole, ma ciò di cui si ha bisogno.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Little Fall Of Rain

 

Prologo: Era meglio se restavo a letto

 

 

«Sophie, svegliati, siamo arrivati».


«…Doppia porzione di torta per me, grazie…» dissi, ancora beatamente immersa nel mondo dei sogni.


«Sophie!».


Mi svegliai di colpo a sentire il mio nome, sobbalzando sul sedile della macchina. Azione pessima, ovviamente, perché la cintura bloccò i miei movimenti, quasi strozzandomi.


«Ma che diavolo…» imprecai con voce leggermente rauca «Non potevi svegliarmi, senza urlare?».


«Ci ho provato, ma a quanto pare le torte che stavi sognando di mangiare erano troppo deliziose» mi rispose mia madre, ridendo.


«Credimi, lo erano».


Scendemmo dalla macchina e scaricammo le valigie. Una parte, almeno. Il resto della nostra roba sarebbe arrivato con il camion dei traslochi.


«Così, questa sarà casa nostra d’ora in avanti» commentai, restando ferma a guardarla.


«Esattamente» mi rispose mio padre, dandomi una lieve pacca sulla spalla «Su, entriamo».

 

 

 

 

Era stata una decisione di mio padre, quella di trasferirci a Tokyo dall’Inghilterra. Erano anni che voleva aprire una nuova sede della sua casa editrice la “Gordon Publishing” ed ora è riuscito, finalmente a realizzarlo. Mia nonna paterna, Kaede, viveva ancora a Tokyo e questo aveva influenzato sulla decisione di mio padre, anche se lei aveva rifiutato di vivere con noi. Aveva detto che era indipendente e che non voleva avere mio padre tra i piedi a controllarla. Io e mamma avevamo trovato la faccenda molto divertente.

 

Da parte di mia madre non avevo nonni, anche perché lei aveva da poco superato i mille anni di vita. Cioè, essendo loro demoni, avrebbero potuto anche essere vivi, ma da quello che mi aveva raccontato mamma, erano morti entrambi in battaglia secoli fa.

 

Sì, come immagino abbiate capito, anche mia madre era un demone – un demone lince, per l’esattezza – mentre mio padre un essere umano. Questo faceva di me una mezzodemone. Ero praticamente la fotocopia di mia madre: stessi capelli biondo scuro e stessi occhi ambrati. L’unica differenza era che io avevo delle semplici orecchie umane. Ringraziando i Kami.

 

Nel ventunesimo secolo ormai umani, demoni e mezzidemoni vivevano in pace tra loro. Più che altro i demoni avevano accettato di vivere secondo le regole umane, questo voleva dire che dovevano frequentare la scuola, come gli essere umani, insieme alle altre cose. Ve li immaginate demoni centenari seduti ai banchi, con la divisa scolastica? Io sì. Una visione celestiale.

 

 

 

 

Il giorno seguente mi svegliai di buon’ora. Sarei dovuta andare all’Accademia Shikon a fare una sorta di test attitudinale per vedere a quale classe del secondo anno assegnarmi. Da quello che mi avevano spiegato, le sezioni andavano dalla A alla F in base alla tua capacità. 


Quando ne avevo discusso con i miei genitori, gli dissi che sarebbe costata una fortuna, ma alle mie apprensioni avevano semplicemente risposto che volevano il meglio per il mio futuro e che quell’accademia lo era. 


Così eccomi qui, con la mia divisa scolastica, composta da una gonna blu con una striscia rossa al bordo, una camicia bianca, cravatta rossa e giacca dello stesso colore della gonna. Fortunatamente in Inghilterra indossavo una divisa simile, altrimenti sarei andata in crisi esistenziale ancora prima di iniziare.


«Mamma, papà, esco» urlai, prima di uscire.


«Buona fortuna, tesoro» risposero entrambi dalla cucina. Oh sì, ne avrei avuto bisogno.

 

 

 

 

Trovai l’accademia al primo colpo. Cioè, diamo a Cesare quello che è di Cesare, il navigatore mi ha aiutata a trovarla al primo colpo, altrimenti a quest’ora sarei in Polonia.


«Levati» una voce disse alle mie spalle.


Mi voltai, trovandomi faccia a faccia con un petto maschile. E io che pensavo che i giapponesi fossero tutti bassi.


Alzai lo sguardo e incontrai un paio di occhi ambrati, così simili ai miei eppure così diversi allo stesso tempo. Kami-sama…


«Sei sorda?» mi disse di nuovo «Stai bloccando il passaggio».


Boccheggiai un paio di secondi, prima di spostarmi. Nella fretta, pestai il piede destro con il sinistro, finendo con le chiappe a terra. Ah sì, una bella figura barbina era proprio quello che ci voleva in questo momento.


Quando mi alzai il demone – perché un demone era e anche molto potente – era già entrato nell’edificio.

 

 

 

 

Non era ancora suonata la campanella e già volevo tornare a casa.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Buonasera a tutti, questa è la mia prima fanfiction dopo anni di inattività. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, sebbene questa sia solo i prologo. Detto ciò nel prossimo capitolo, vedremo a quale sezione finirà la nostra Sophie, ma cosa più importante con quali compagni di classe.

 

A presto,

Sarah D. Lawn


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: SarahDLawn