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Autore: Sana_Akito_Kodocha    20/11/2017    9 recensioni
Fanfiction ispirata, almeno in parte, al manga/anime "Ranma ½".
Fuyuki Hayama e Misako Kurata, decidono di combinare un fidanzamento tra i loro rispettivi figli, Akito Hayama e Sana Kurata, entrambi praticanti di arti marziali, nella speranza che un domani possano gestire il dojo insieme.
Inizialmente i due ragazzi non saranno affatto d'accordo con questo "fidanzamento combinato", ma col tempo le cose potrebbero cambiare...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando il mattino successivo riapro gli occhi vengo invaso da un inebriante profumo alla vaniglia, seguito dalla sensazione di un corpo caldo a stretto contatto con il mio.
Con la vista ancora annebbiata dal sonno, osservo Sana e senza che possa farne a meno mi ritrovo a sorridere come un perfetto idiota.
Sarò uno smielato del cavolo, ma diamine… è così bella da togliere il fiato.
Le sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lei, di tutta risposta, mugugna qualcosa di incomprensibile, intanto che nella mia mente si susseguono gli avvenimenti della scorsa notte.
Ricordo il suo corpo nudo stuzzicare il mio, con una sensualità e timidezza disarmante, limpida ed innocente, come solo lei riesce ad essere.
Ricordo il suo ansimare, il suo mordersi il labbro inferiore, in preda al piacere, le sue mani che mi accarezzano dolcemente.
Ricordo l’esatto momento in cui sono entrato in lei, permettendoci di diventare una cosa sola, il cuore che batteva a mille e le sensazioni che mi attraversavano come scariche elettriche.
Fare l’amore con Sana è stato emozionante, eccitante, appagante, perfetto.
In diciotto anni di vita ho avuto numerose ragazze, ma mai nessuna era riuscita a coinvolgermi tanto, mai nessuna era stata in grado di farmi provare quello che ho provato la scorsa notte e nell’osservarla ora, coperta solo da un misero lenzuolo bianco, una gran voglia di ripetere l’esperienza, non una, ma più volte e non uscire più da questa camera per tutta la durata della nostra permanenza nella residenza invernale di Kamura, mi assale con così tanto vigore che devo fare una fatica non indifferente per cercare di contenermi e non cedere alla tentazione di svegliarla e regalarle un risveglio che, sono certo, gradiremmo entrambi.
Sono consapevole di dare l’impressione di un adolescente in piena crisi ormonale, ma è più forte di me… questa ragazza, che in poco tempo è riuscita a stravolgermi completamente l’intera esistenza, è diventata come... il sushi.
Probabilmente per gli altri non sarà il paragone più romantico del mondo, ma per me lo è, considerata la sorta di venerazione che provo per quella pietanza;  la gusterei ad ogni ora del giorno, proprio come farei con la ragazza dai capelli rossi che, in questo preciso istante, sta iniziando ad agitarsi e ad aprire lentamente gli occhi.
«’Giorno, Kurata»
Quest’ultima mi guarda, arrossendo ed io conto fino a dieci, cercando di controllarmi e non saltare addosso seduta stante.
Mi fa impazzire quando arrossisce e lo fa praticamente ogni qual volta che la distanza che ci separa è piuttosto ridotta e ciò, ovviamente, non giova affatto al mio già scarso autocontrollo «Sei sveglio da molto?»
«Non direi, saranno passati al massimo cinque minuti»
Si mette a sedere, coprendosi il seno con il lenzuolo e si guarda intorno, come se fosse alla ricerca di qualcosa che non mi è ancora ben chiaro «Cosa stai cercando?»
«Qualcosa da mettermi, mi sembra ovvio»
Tsk, se pensa di rivestirsi non ha capito proprio un bel niente.
Le cingo la vita con un braccio e la tiro verso di me, facendole appoggiare il capo sul mio petto «Per quello che ho intenzione di fare da qui a breve, sta pur certa che non ti serviranno i vestiti»
Nell’ascoltare la mia velata provocazione il suo volto assume tutte le possibili gradazioni di rosso e... è davvero tenera.
Così tenera che non sembra per niente la ragazza violenta e scorbutica che ho conosciuto la prima volta che sono piombato in casa sua, la stessa che mi ha fatto perdere i sensi scaraventandomi una sedia sulla testa.
Non che sia diventata improvvisamente “Miss dolcezza”, intendiamoci, visto e considerando che capita ancora piuttosto frequentemente che, in preda alla rabbia, mi scaraventi qualcosa contro… ma diciamo che c’è stato qualche margine di miglioramento nei miei confronti e la cosa non mi dispiace affatto.
«Mmmh si, interessante…» si lascia sfuggire, in risposta alla mia proposta di poco fa, ma poi evidentemente si rende conto di ciò che ha appena detto e si copre il viso con le mani, nel banale ed inutile tentativo di nascondere il colorito che invade le sue guance «Cioè, non volevo dire che è interessante, solo che… oh Kami…»
Quando entra nel pallone è davvero esilarante ed è per questo motivo che, senza che possa farne a meno, scoppio in una fragorosa risata, beccandomi un calcio nello stinco da parte sua.
«Si può sapere cos’hai da ridere?»
«Sei davvero buffa»
Kurata alza un sopracciglio, infastidita «Buffa?»
Annuisco, ghignando divertito e lei mi guarda torva, manco le avessi detto chissà cosa.
Poi, cogliendomi alla sprovvista, si posiziona a cavalcioni su di me, eliminando ogni traccia di divertimento e suscitandomi una reazione del tutto diversa… proprio lì, nel punto in cui ha deciso di torturami.
«Adesso non ridi più, eh?»
Deglutisco, seguendo il movimento della sua mano, sorpreso ma al contempo compiaciuto da questa sua improvvisa audacia «Hai intenzione di farmi impazzire, Kurata?»
«Beh sì, l’idea è quella» mormora con tono malizioso, prima di piegarsi e unire le sue labbra alle mie.
Non ci penso due volte prima di ricambiare e rendere quel bacio perfetto, intrecciando la mia lingua nella sua, cercando di trasmetterle quanto la desideri e stando ai suoi gemiti di piacere, mentre con le mani inizio a seguire il profilo del suo corpo, mi sembra evidente che provi un desiderio gemello al mio.
Con un colpo di reni ribalto le posizioni, facendola stendere sotto di me, unisco il mio corpo con il suo e l’avverto di nuovo la sensazione provata la scorsa notte, li sento di nuovo i battiti del cuore accelerare come un tamburo impazzito, le emozioni travolgermi come piacevoli scariche elettriche e se da una parte la cosa mi compiace parecchio, dall’altra mi manda nella più completa confusione.
Per quanto mi sforzi, non lo riesco proprio a dare un nome a questo nuovo sentimento.
O, forse, sono io a non volerglielo dare?




 
 
«Sono malato»
«Sei malato?»
«Esatto»
Ryoga scoppia a ridere, dandomi particolarmente su i nervi.
Lo guardo torvo, serrando la mascella «Mi spieghi cosa ci trovi di tanto divertente?»
«E’ l’assurdità della piega che ha preso la conversazione ad essere divertente, Hayama» scuote il capo, divertito «Ti avevo semplicemente chiesto com’era andata la scorsa notte con Sana e tu te ne esci in questo modo. Come altro dovrei reagire?»
Sbuffo, lasciandomi andare contro lo schienale dell’enorme divano, dell’altrettanto enorme salone della residenza Kamura «Non lo so, ma non dovresti ridere, accidenti. Ti ho appena detto di essere malato e tu…»
«E per quale assurdo motivo dovresti essere malato? Illuminami!» m’interrompe.
«Perché…» sospiro, scompigliandomi nervosamente i capelli «Perché ieri notte e stamani, mentre io e Kurata eravamo in intimità, è successa una cosa… strana»
«In che senso strana?» mi domanda confuso e prima che possa rispondergli, la sua espressione diventa improvvisamente compassionevole «Oh, capisco…» mi appoggia una mano sulla spalla, abbozzando un leggero ed irritante sorriso di pietà «Guarda che può capitare a chiunque, capisco che la cosa ti abbia creato disagio ma… vedrai, riuscirai a recuperare nelle volte successive, non devi abbatterti»
Aggrotto la fronte, interdetto «Ma cos’hai capito?»
«Hai fatto cilecca, no?»
Lo fulmino, spostando con rabbia la sua mano dalla spalla «Ma sei rincitrullito o cosa? Ti pare che io, Akito Hayama, possa fare cilecca a letto?»
«E allora qual è il problema?»
«Qual è il problema?» scoppio in una risatina isterica e dal modo in cui mi sta fissando, giurerei che stia seriamente iniziando a dubitare della mia stabilità mentale «Il problema, Hibiki, è che ho provato qualcosa di nuovo, inaspettato e decisamente strano, un qualcosa che non avevo mai provato prima d’ora e non riesco né a dargli un nome, né a capire cosa diamine mi sia successo. Ogni sacrosanta volta che mi sfiorava, guardava, sorrideva, rischiava di farmi schizzare il cuore fuori dal petto e… non sto dicendo che non mi sia piaciuto, anzi, è stata la notte più bella della mia vita, solo che mi ha confuso le idee e…» Ryoga scoppia a ridermi in faccia , di nuovo, lasciando il mio discorso senza senso sospeso a mezz’aria.
«Se non la pianti, giuro che ti strozzo» sbotto irritato, ma lui se ne frega e continua a ridersela di gusto, fino a farsi uscire le lacrime.
«Sei un vero spasso, Hayama» sospira divertito, asciugandosi le lacrime «Anche se, tutto sommato, considerando il fatto che prima di frequentare Sana tu abbia avuto esclusivamente delle avventure, non è poi tanto strano che tu non sia in grado di riconoscere quei “sintomi”»
«Sintomi?»
Annuisce, sorridendomi «I “sintomi dell’amore”, amico mio»
M’irrigidisco, boccheggiando con la stessa frequenza di un pesce rinchiuso all’interno di una boccia «Cosa… cosa intendi dire?»
«Proprio non ci arrivi, eh? Intendo dire che ti sei innamorato, Hayama»
«Ma cosa dici? Io non sono innamorato di lei… credo» deglutisco, allentandomi il colletto della maglia «Voglio dire… la conosco soltanto da pochi mesi e…»
«E allora? Non è mica una questione ti tempistica»
«Forse per te che hai l’innamoramento facile, ma non per me. Kurata mi piace molto, lo ammetto, ma…» mi blocco, non riuscendo a trovare valide giustificazioni per negare questo presunto sentimento.
Non so cosa significhi la parola "amore", non sono mai stato in grado di definirlo e odio dovermi ritrovare in questa situazione, odio non riusciere a fare chiarezza su ciò che provo realmente per Sana.
L'amo?
La prima risposta che mi viene da dare, di getto, è "sì".
Ma allora perchè non riesco a dirlo ad alta volte?
Cos'è che mi frena?
Paura forse? Possibile che sia diventato un codardo del genere?
«Ma?» m’incita a continuare ed io sospiro, passandomi una mano sulla faccia.
«Ma non lo so, maledizione. E’ tutto un fottuto casino»
«Questo l’avevo capito»
Sospiro per l’ennesima volta, giocherellando con la chiusura dell'orologio che ho al polso «Ma se fosse per davvero come dici? Se fossi davvero innamorato di lei?»
«Non vedo dove sia il problema. Insomma, siete fidanzati dopotutto»
Annuisco, mordendomi nervosamente il labbro inferiore.
In effetti non dovrebbero subentrare problemi, ma allora perché mi sento così agitato?
Sbuffo come una pentola a pressione, massaggiandomi la fronte con il medio ed il pollice... tutti questi pensieri, tutte queste domande, tutti questi dubbi, mi stanno mandando in pappa il cervello.
«E, se vuoi un consiglio, secondo me dovresti confessarle ciò che provi»
Mi volto di scatto verso di lui, fissandolo allucinato «Ma ti è dato di volta in cervello per caso? Non potrei mai dirle una cosa del genere!»
«Perché no?»
«Perché… perché non sono il tipo da dichiarazioni» balbetto, uscendomene con la prima scusa che mi è passata per la testa, ma dalla sua espressione è evidente che non se la sia bevuta.
«O perché hai paura che lei non ricambi?»
Rimango in silenzio, non sapendo come ribattere, colpito e affondato dalle sue parole.
Mi sa che c'ha proprio azzeccato.


***
Nda:
Hey! :D
Ci scusiamo con le persone che seguono questa storia per: 1) il tremendo ritardo. 2) per la brevità del capitolo e 3) per l'obbrobio che n'è uscito.
Nessuna delle due è soddisfatta di questo capitolo, ma visto che non avevamo altre idee e l'aggiornamento continuava a tardare, l'abbiamo pubblicato ugualmente.
Speriamo di rifarci con il prossimo. Alla prossima, un bacio! =)

 
   
 
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