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Autore: AlessiaDettaAlex    21/11/2017    1 recensioni
[Suite Pretty Cure | HibiKana | shoujo-ai | slice of life, romantico, malinconico | tripletta di one-shot | guest star a sorpresa nell'ultimo capitolo]
Un po' di HibiKana perché . Sarà una trilogia di one-shot con l'evoluzione della loro relazione, tre anni dopo la sconfitta di Noise.
Dalla prima one-shot: "«Ripetilo se hai coraggio!» tuonò Kanade.
Ma Hibiki, invece di risponderle, la spintonò giù dalla slitta per farla cadere a terra, e poi le si buttò accanto. Con un sorrisetto subdolo l'abbracciò per la vita e rotolò con lei un paio di volte per inzupparla di neve fresca.
«Tu sei tutta matta! Grazie a te a casa mi ritroverò la neve anche nelle mutande!»
"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ako Shirabe/Cure Muse, Ellen Kurokawa/Cure Beat/Seiren, Hibiki Hojo/Cure Melody, Kanade Minamino/Cure Rhythm
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2) Adagio con sentimento

 

Ako e Souta guardavano delusi le gocce di pioggia scendere sui vetri della finestra. Erano in casa Minamino e il loro progetto era uscire per raggiungere in spiaggia Hibiki e Kanade, già sul luogo da un'ora circa. Ma un temporale estivo, violentissimo, li aveva colti alla sprovvista.
«Meno male che non siamo usciti, a quest'ora saremmo zuppi» notò Ako esibendo la sua solita atonalità.
«Come probabilmente lo saranno già Hibiki e mia sorella» completò Souta sospirando, «ma avrei voluto proprio andare al mare oggi!»
Ako rispose con un'alzata di spalle; si girò e si diresse verso il salotto di casa Minamino. Souta la seguì con lo sguardo sorridendo. Non appena la principessa si rese conto degli occhi di lui su di sé, borbottò qualcosa fingendo irritazione.
«Dovremo inventarci qualcos'altro per far passare il tempo»
A quelle parole, Souta si illuminò.
«Che ne dici di un film? Ho qualche dvd niente male...»
«Mi sta bene» gli rispose lei con un mezzo sorriso.
In realtà l'idea di un film in solitaria col giovane Souta la rendeva più felice di quel che voleva far credere, ma ovviamente questo, al ragazzo, non lo fece capire.
Piuttosto, chissà come se la stavano cavando le sue due amiche sotto la pioggia.
 
«Non dire nulla» esalò Hibiki.
«Io te l'avev-»
«Risparmiami la ramanzina, Kanade!»
«Ma-»
«Sssst»
L'erede del Lucky Spoon fece un lungo sospiro di rassegnazione. Sotto il tendone di un chiosco abbandonato, a pochi metri dalla spiaggia, le due ragazze mantennero almeno un minuto di silenzio. Il motivo del breve battibecco era semplice: Kanade si era informata abbastanza da sapere avrebbe piovuto, ma Hibiki l'aveva comunque convinta – o costretta – ad andare al mare insieme a lei. Ed adesso erano lì, bloccate sotto un chiosco di fortuna da quando aveva cominciato a piovere; il tempo sembrava peggiorare ogni secondo di più e con esso anche le probabilità di ritornare a casa presto. Nonostante la situazione tutt’altro che desiderabile, però, la pianista si sentiva inspiegabilmente felice.
«Il suono della pioggia è bello, non trovi?»
Kanade si voltò verso Hibiki con uno sguardo interrogativo.
«Dici? A me mette solo tanta tristezza»
Stavolta fu Hibiki a voltarsi verso l'amica.
«Bello non significa che non possa essere triste... ricordi quando abbiamo affrontato Noise?»
Kanade annuì, capendo cosa voleva dirle.
«È nostalgico. Il ticchettio della pioggia è un suono malinconico, come la musica del cuore di Noise... di Pi-chan»
Le due ragazze rimasero in silenzio per un altro minuto. Erano passati tre anni dal giorno in cui avevano combattuto Noise ed erano cambiate molte cose dentro di loro: avevano imparato che la musica non è solo quella che rende felici, un'allegra o frivola melodia. C'era molto di più, c'era in gioco il cuore di ognuno, e la musica era la descrizione più profonda di questo cuore. E in quanto descrizione, teneva conto di tutto: felicità, divertimento, noia, paura, tristezza, speranza, disperazione... non esisteva contraddizione tra la Melodia della Felicità e la Melodia della Tristezza. La musica non fa distinzione tra buoni o cattivi, ha posto per tutti. Tutto questo l’avevano compreso diventando Pretty Cure.
«Kanade»
«Mh?»
«Sono felice di essere diventata una Pretty Cure»
L'altra ragazza si passò una mano sulle braccia, mossa da un brivido di freddo.
«Lo sono anche io. Anche se in alcuni momenti non ne ero così certa»
Hibiki le sorrise.
«Nemmeno io. Ma sai cosa mi dava forza?» si tolse la felpa della tuta che aveva portato in più e la mise sulle spalle di Kanade, che era solo in canotta, «sapere che avevo te accanto su cui potevo contare»
Kanade le sussurrò un grazie per la giacca e poi, senza troppi preamboli, si aggrappò al braccio di Hibiki.
«Non scherziamo, sono sempre stata io quella che contava su di te»
La giovane pianista strinse le labbra come per trattenersi dal dire qualcosa che avrebbe tanto voluto rivelare. Kanade lo notò e appoggiò la testa sulla spalla dell'amica.
«Hibiki. Negli ultimi tempi sei molto strana, non pensare che non l'abbia notato»
Ma lei scosse la testa negando.
«Probabilmente hai preso un abbaglio, io sono sempre la stessa»
«Da quanto tempo sono la tua migliore amica? Ti conosco come le mie tasche»
Ma Hibiki, a quelle parole, sembrò rabbuiarsi di più; con un gesto deciso fece staccare Kanade dal suo braccio e l'allontanò da sé. In quel momento la pioggia sembrò scrosciare più forte, più malinconica, o più disperata. Rimbombava nelle orecchie di entrambe e stavolta nessuna delle due aveva voglia di ricominciare a parlare.
Kanade si strinse la giacca di Hibiki sulle spalle e si accorse che portava molto forte il suo profumo. Provò il desiderio di abbracciarla ma non sapeva come avrebbe potuto reagire l'altra, che l'aveva appena respinta. Da parte sua, Kanade non poteva certo negare che le cose si fossero fatte strane tra di loro: spesso calava un velo di imbarazzo, litigavano per qualsiasi sciocchezza e nonostante ciò si cercavano più del solito. In realtà lei immaginava molto bene la causa del suo comportamento, ma non poteva dire se lo stesso valesse per Hibiki.
Il pensiero la falciò in due.
«Hibiki, non voglio separarmi di nuovo da te»
«Non accadrà... anche io voglio restare al tuo fianco» bisbigliò l'altra in risposta, guardandosi i sandali zuppi.
La pioggia cessò.
Hibiki guardò il cielo e fece qualche passo in avanti. Poi si voltò verso Kanade e le tese una mano, sorridendo.
«Dai, torniamo a casa».
Lei la prese e la strinse forte, come quando combattevano. Non avrebbe più voluto lasciarla.
«Sì».
E si lasciò guidare.




 


Note di Alex
E così, eccoci di nuovo qui! Non ho molto da dire se non il solito... spero non sia troppo pruriginoso ahah.
Fatemi sapere!
Alex
   
 
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