Due mondi differenti, troppo incompatibili per potersi anche solo sfiorare l'un l'altro: in un luogo è tutto perfetto, nell'altro non c'è spazio per la speranza, per la vita, né per la gioia dell'infanzia.
È in questo luogo non poi così lontano che Xiwàn, a tredici anni, trascorre le sue giornate costruendo giocattoli per i bambini più fortunati a cui lei non è nemmeno capace di dare un volto; è in quella stanza fetida, buia e soffocante, sopportando il dolore alle mani, che inizia ad immaginare per la prima volta.