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Autore: Civaghina    21/11/2017    1 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Domenica, 26 agosto 2012

Il dolore alla gamba torna all'improvviso e arriva forte, in piena notte, svegliandomi; sono le 4 e mezza e, in effetti, sono passate parecchie ore dall'ultima dose di morfina; suono il campanello, aspetto qualche minuto, ma non arriva nessuno.

Suono di nuovo, e ancora niente.

Mi attacco allora al pulsante e, finalmente, arriva Jhonny di corsa: “Eccomi, Leo! È tutto ok?”

No, che non è ok! Altrimenti non ti avrei chiamato, ti pare?!”

Sì, hai ragione, scusa” mi dice con un sorrisetto imbarazzato. “Ero impegnato”.

A giudicare dalla piega che hanno i suoi capelli, direi che era impegnato a dormire. “Mi fa male la gamba, ho bisogno della morfina.”

Ok, vado subito a prenderla!”.

Davvero?!

Così, senza farmi storie?!

Senza dirmi di aspettare, di provare a sopportare ancora un po', di capire se davvero sono arrivato alla mia soglia massima di dolore, ecc ecc?!

Mi sa che io e il fricchettone diventeremo grandi amici! Sempre che la smetta di fare il cretino con mia sorella, ovviamente.


Mi riaddormento quasi subito e poi mi sveglia Laura per la solita, noiosa, routine; per oggi, almeno, niente prelievo, il che è una doppia fortuna, dato che lei mi fa sempre un male cane; ogni tanto la buona sorte si ricorda di me, a quanto pare. Laura decide di occuparsi subito di tutte le medicazioni e, anche in questo caso, la buona sorte continua ad assistermi: i punti dell'arteriografia si sono completamente riassorbiti, la mano è messa molto meglio e può restare sbendata, e anche la ferita dell'operazione è “bella” (a detta di Laura; io di bello non ci vedo proprio niente!).

Hai un concetto un po’ strano di bello!” esclamo guardando la gamba, piuttosto impressionato, mentre lei mi medica.

Fidati, è una bella ferita!” mi risponde lei ridendo.

Se lo dici tu...”

Sì, sta guarendo bene.”

Oh, meno male!” dico sospirando di sollievo, prima di stringere i denti perché mi fa male. “Ca... volo! Fai più piano però!”

Su, non brontolare, che ormai è una delle ultime volte...”

Davvero?!”

Sì, se martedì ti ingessano, poi se ne riparla quando è ora ti togliere i punti”.

Oh! Un'altra bella notizia: le medicazioni stanno per finire! E poi arriva pure Asia con i cornetti e il caffellatte freddo! Potrei quasi essere contento, se non fosse che tutte quelle brutte cose di cui mi ha parlato la Lisandri sono ancora schifosamente reali e se non fosse che Giulia ha ignorato del tutto il “Mi manchi” che le ho scritto stanotte.

Mi dispiace ma i cornetti non sono i tuoi preferiti. Li ho presi nel bar vicino alla stazione” mi dice Asia mentre apparecchia il tavolino.

Tranquilla!” esclamo io avvicinandomi con la carrozzella. “Dopo giorni e giorni di colazioni tristissime, mi sembreranno comunque fantastici!”

Fantastico” mi corregge lei sorridendo, mentre me lo porge. “Te ne ho preso solo uno. Non puoi ancora esagerare!”

E vabbè! Me lo farò bastare! Ma come mai non li hai presi al solito posto? Era chiuso?”

Era chiusa la strada! Oggi comincia la fiera e c'è tutto il traffico deviato! Mi sarebbe toccato fare un giro assurdo!”.

La fiera di San Teodoro: un'altra delle cose che mi perderò stando qui.

Dopo essermi perso l'acquapark del primo agosto, la notte di San Lorenzo, il ferragosto, innumerevoli giornate al mare e pomeriggi in piscina, mi perderò pure la festa del patrono: quest'anno niente giostre e gadget stupidi e inutili in cui sperperare tutta la paghetta settimanale, niente gare coi miei amici al pungiball o al tiro al bersaglio, niente lividi da autoscontri, niente scorpacciate di caramelle gommose e di zucchero filato, niente fuochi artificiali, niente ragazze da rimorchiare... vabbè, di quelle quest'anno ne avrei fatto a meno, dato che c'è Giulia; sarebbe stato bello andare alla fiera con lei, però; ci saremmo divertiti un sacco.

E invece niente.

E invece lei ci andrà con gli altri e magari verrà pure rimorchiata; di sicuro anzi: non ci sono dubbi; e non bastano gli estranei, visto che pure degli amici faccio fatica a fidarmi, dopo quello che è successo; tra l'operazione e tutto il resto, di Daniele non abbiamo più parlato, non so nemmeno se lo abbia rivisto oppure no; come se non fosse già abbastanza dovermi preoccupare di riuscire a sopravvivere, mi tocca pure preoccuparmi che mentre sono qui qualcuno non mi freghi la ragazza.

Al peggio non c'è mai fine.

A proposito di “peggio”: forse riesco a convincere Asia ad intercedere per me sulla faccenda di Oncologia: “Senti, ma... hai parlato con la Strega, per caso? Ti ha aggiornata?” le domando ad un certo punto, mentre stiamo finendo di fare colazione.

Lei annuisce e si fa subito tesa: “Sì..., l'altra sera, quando sei sparito.”

Quindi lo sai già che non voglio andare a Oncologia!”

Sì, lo so” mi risponde lei sospirando.

E mi aiuti?”

Ma a fare cosa?”

Come cosa?! A fare cambiare idea alla Strega!”

Ma...”

Allora?!” la incalzo io. “Mi aiuti?!”

Leo non...”

Lascia stare, ho già capito! E ti pareva!”

Lo sai che è...”

Sì sì, è per il mio bene, come no!” esclamo alzando la voce, innervosito. “Ma come fate ad essere tutti convinti di sapere qual è il mio bene, eh?! Pensate tutti di saperlo meglio di me!”; e questa cosa mi manda ai matti.

Senti Leo, ad ogni modo non è una cosa che posso decidere io.”

Sì che puoi! Metti una firma..., e gli impedisci di mandarmi là!”

Non è così, la firma serve per autorizzare il tuo trasferimento, non per impedirlo.”

E allora non firmare e impedisciglielo!”.

Lei scuote piano la testa e si avvicina a me: “Io penso che se la Lisandri ha deciso così, vuol dire che è la cosa migliore per te” mi dice mentre distolgo lo sguardo dal suo e deglutisco. “Comunque non sta a me decidere se ci devi o non ci devi andare. Parlane con papà.”

Con papà?!” grido. “Figurati! Chissà quand'è che si farà rivedere!”

Viene oggi a pranzo.”

Ah... Sul serio?” le chiedo meravigliato, abbassando il tono della voce.

Sì. Abbiamo pensato di pranzare qui con te..., sempre se a te va bene.”

Sì..., mi va bene”.

Anche lui odia quel posto di merda, ne sono stra-sicuro; magari riesco a convincerlo a non farmici mandare.

Lo spero.


Per una volta che vorrei vedere la Lisandri, ovviamente lei non c'è.

La Strega mi sta evitando?” chiedo a Carlo dopo che ha finito di visitarmi.

No, oggi ha il giorno libero”.

E certo! Ha il giorno libero, lei. E proprio oggi che ho urgenza di parlarle: non solo per ribadire il fatto che in Oncologia non ci voglio andare, ma anche per tutte quelle domande che l'altro giorno mi sono tenuto per me e che adesso vorrei farle, nonostante non sia poi così sicuro di voler sentire le risposte.

Vorrei capire davvero cosa mi aspetta adesso.

Vorrei essere pronto.

Vorrei sapere cosa intendeva, quando ha detto che stavolta la terapia sarà più pesante, perché non riesco ad immaginare niente di più pesante dei tre cicli di chemio che ho già fatto.

Vorrei capire cosa rappresenta davvero quel 70%; se le mie possibilità di guarigione sono drasticamente calate; se la probabilità che il tumore ritorni sono notevolmente aumentate; se davvero rischio di morire.

Forse Carlo, a qualcuna di queste domande saprebbe rispondere, ma non voglio metterlo in difficoltà, perciò mi rassegno ad aspettare domani per vedere la Lisandri e mi limito a tentare di convincerlo a perorare la mia causa: “Carletto, non è che metti una buona parola per me con la Strega?”.

Lui è concentrato a compilare la mia cartella clinica e solleva perplesso lo sguardo su di me: “A che ti riferisci, scusa?”

A Oncologia. Dille che non mi fa bene andare là.”

Leo...” mi dice quasi ridendo. “Ma figurati se la Lisandri sta a sentire me!”

E tu provaci! Che ti costa?!”

Lo sai benissimo che mi costa! Rischio solo di irritarla e che poi mi tormenti! E poi..., ad essere onesto, io sono d'accordo con lei.”

E certo! Vi fanno il lavaggio del cervello appena entrate qui dentro! Anzi, forse partono a farvelo già all'università!”

Ma perché ti sei fissato che non ci vuoi andare? Me lo spieghi?”

Non mi sono fissato! È che mi fa schifo e basta! È un posto squallido e... triste! E poi ormai qui mi sono ambientato, ho la mia stanza, le mie cose..., conosco tutti! Non mi potete confinare là!”

Leo, nessuno ti vuole confinare. È che Oncologia è il reparto più adatto alla tua situazione.”

Sì, come no...” dico sbuffando e battendo nervosamente il piede sinistro contro la pedana della sedia a rotelle. “Lasciamo perdere, che è meglio, va'! Altrimenti mi innervosisco ancora di più! Posso andare a fare un giro?”

Più tardi” mi risponde mettendo la cartella al suo posto. “Adesso non posso accompagnarti.”

Fammi andare da solo, allora.”

Non posso Leo. Lo sai che la...”

La Strega oggi non c'è! No?!” esclamo facendo un sorriso accattivante e strizzando l'occhio. “Non lo viene mica a sapere, che mi hai lasciato andare da solo!”

Leo...”

Eddai! Faccio solo un giretto!”

Solo un giretto?” mi domanda incrociando le braccia.

Io annuisco con forza: “Sì!”

Giura...”

Giuro!” dico sollevando la mano destra.

Tra mezzora devi essere rientrato.”

Mezzora. Va bene.”

Leo..., ti raccomando!”

Sì sì... mezzora, giuro!”

Se lo viene a sapere la Lisandri... mi licenzia!”

Tranquillo, non lo viene a sapere! Mezzora. Giuro.”

Leo, non farmene pentire!” mi dice mentre ormai sono praticamente in corridoio.

Ormai sono diventato bravissimo a girare con la carrozzella: riesco ad andare velocissimo e a dribblare le colonne del corridoio senza rischiare di fare incidenti; certo, qualche richiamo me lo becco sempre, anzi diciamo pure parecchi, ma niente che non possa sistemare con un sorriso e un occhiolino.


Per tutto il pranzo ho aspettato il momento giusto per prendere l'argomento con mio padre, ma il momento giusto sembrava non arrivare mai; abbiamo ormai finito di mangiare quando mi decido, e glielo dico tutto d'un fiato: “Vogliono mandarmi in Oncologia, ma io non ci voglio andare!”.

Lui sostiene il mio sguardo per pochi secondi, poi lo abbassa, prende fiato, lo rialza: “Sì, la dottoressa me l'ha detto...”

E tu cosa le hai detto?! Non avrai mica già firmato?!”

Sì, ho già firmato” mi dice giocherellando con la fede.

No! Ha già firmato! Non ci posso credere: “Ma papà! Io lo odio quel posto! E lo odi anche tu! E anche la mamma lo odiava, lo sai benissimo!”

Sì, è vero. Ma..., anche se lo odiava..., la mamma c'è andata lo stesso. Tutte le volte che è servito.”

E a cosa cavolo è servito?! È guarita?! No!”

No...” mormora con il mento che gli trema leggermente. “Non è guarita.”

E allora cosa conta?! Me lo spieghi?!”; alzo la voce e mi avvicino a lui. “Che ci devo andare a fare in quel posto schifoso?!”

Quello che ha fatto lei” mi risponde deglutendo. “Lottare in ogni modo. Anche in quel posto schifoso.”

Ma almeno era una sua scelta!” urlo con gli occhi lucidi di rabbia. “Invece a me volete obbligarmi! Non posso scegliere un bel niente!”.

Lui abbassa di nuovo lo sguardo, come prima, e poi di nuovo torna a guardarmi; sembra faccia fatica a parlare e la sua voce esce come rotta: “Pensi che sia facile per me... dover decidere quale sia la cosa giusta per te? No..., non lo è. Te lo assicuro..., è difficile essere al mio posto.”

Oh, davvero?!” esclamo con le lacrime agli occhi. “Vuoi sapere com'è difficile essere al mio?!”; ci guardiamo in silenzio mentre cerchiamo entrambi, inutilmente, di frenare le lacrime.

Lo so che è difficile.”

No! Non lo sai! Che poi cosa c'è di così difficile nell'essere al tuo posto?! Non lo capisco proprio! Non prendi mai nessuna decisione! Fai tutto quello che ti dicono!”

Faccio quello che mi dicono perché non so cosa fare” mi dice allargando le braccia e lasciandole ricadere. “Perché non ci posso nemmeno pensare a dover prendere delle decisioni simili.”

Certo..., sempre la solita storia! No...” dico asciugandomi il viso con le mani. “È troppo comodo così! Metti una firma e sei a posto!”

Non sono a posto. Anche mettere quelle dannate firme non è facile. È l'ultima situazione in cui avrei voluto trovarmi. Io non so come comportarmi..., non so cosa fare...”

Te lo dico io cosa fare” gli dico guardandolo dritto negli occhi. “Non farmi andare in quel posto”; la mia suona come una supplica, e a tutti gli effetti lo è, ma lui non sembra intenzionato a cedere.

Leo, io e la Lisandri abbiamo parlato a lungo... e mi ha spiegato tutte le sue buone ragioni per farti trasferire, perciò...”

Certo” annuisco io con una smorfia. “Tutte le sue buone ragioni! Tanto non è lei che ci deve andare! E nemmeno tu! Tu tra pochi giorni sparisci..., non ti toccherà nemmeno venirmi a trovare là, pensa un po'! Fai una cosa, guarda: smetti di venire da subito! Così mi abituo!”; gli lancio uno sguardo pieno di rabbia e disprezzo e poi mi dirigo verso la porta.

Leo, dove stai andando?” mi chiede, con tono dolce, Asia che fino a questo momento è rimasta in disparte, mettendo via le cose del pranzo, anche se non dev'essersi persa una sola parola del nostro discorso.

Ho bisogno di stare da solo.”

Ce ne andiamo noi” mi dice appoggiandomi una mano sulla spalla. “Meglio se tu resti qui”; probabilmente ha paura che sparisca di nuovo, come l'altra sera; io la guardo e annuisco in silenzio, mentre mio padre si alza e mi passa accanto senza dirmi niente; si china a darmi un bacio sulla fronte, e poi se ne va.

Ci vediamo domani” mi dice Asia abbracciandomi e accarezzandomi la schiena. “Se hai bisogno chiamami e arrivo.”

Va bene. Grazie”.


Ho trascorso l'orario di visita a fare avanti e indietro con la carrozzella, dalla mia stanza al corridoio, guardando di continuo il telefono, sperando di vedere arrivare Giulia o sperando che almeno si facesse sentire.

Niente.

Non ha nemmeno ancora visualizzato il messaggio che le ho scritto stanotte.

Metto da parte l'orgoglio e provo a chiamarla.

Non risponde.

Stringo forte il telefono, fino a farmi male alla mano, mentre gli occhi mi si fanno lucidi.

Riprovo.

Niente.

Scrivo a Mattia: “Notizie di Giulia?”

Mattia: “Oggi non l'abbiamo vista . Pare sia andata via coi suoi per un paio di giorni ”.

Senza dirmi niente.

Ok.

Va bene.

Va bene un cazzo!

Spengo il telefono e lo lancio sul letto.

Sono incazzato.

D'accordo, anche lei sarà incazzata e ha i suoi motivi per esserlo, ma almeno che andava via per due giorni poteva dirmelo!

E poteva rispondermi alle telefonate!

Non si è neanche degnata di leggere il messaggio!

Inspiro profondamente, portandomi le mani alla testa, come se avessi ancora i capelli a cui aggrapparmi.

Non mi abituerò mai a non trovarli.

Mi viene da piangere ma resisto.

Resisto.

Mi si appanna la vista.

Ho gli occhi pieni di lacrime ma li asciugo.

Resisto.

Temo che stia succedendo ciò che avevo immaginato.

Temo che sia crollata e che non ce la faccia più, nonostante il suo “resto”.

Temo di averla persa.


   
 
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