Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: guiky80    22/11/2017    4 recensioni
La famiglia allargata di Fuoco Liquido: Ozora/Wakabayashi/Misaki, incontra la famiglia allargata Price-Becker.
Cosa accadrà? come reagiranno i ragazzi a confronto?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ANGOLINO DELL'AUTRICE: Premetto che in questa one shot non troverete i soliti personaggi di CT.

Ho 'usato' i pg creati da me in 'Te li affido, te lo affido' e mi sono presa la libertà di 'usare' i pg creati da Sanae77 in 'Fuoco liquido'.

So per certo che a lei non dispiacerà il loro utilizzo.

Li abbiamo visti nascere e crescere, sono i nostri ragazzi adorati.

Questa one shot è un regalo per lei, per la mia betuccia adorata, Sanae77.

Ti voglio bene Beta mia! Goditi i nostri ragazzi.

Un bacio. Guiky80

 

P.S.: Il betaggio è opera di Lenea che ringrazio infinitamente! Soprattutto ho avuto il piacere di conoscerla di persona recentemente e sono morta dal ridere quando mi è corsa incontro nel parcheggio stile Taro e Tsu a Parigi! Non abbiamo fatto il salto con presa al volo perchè saremmo sicuramente cadute... ahahahah Grazie!!!

 

***

 

 

Come è buio qui dentro. Non riesco a vedere un cazzo! Tasto con le mani a destra e a sinistra, ma niente.

“Mari?” Non dovrei essere solo, ero in salotto con mia moglie, quindi dovrebbe essere da qualche parte!

“Mari, dove sei?”

Niente, nessuna risposta. D'un tratto urto contro qualcosa, o meglio qualcuno visto il mugugno che ottengo in risposta.

“Ahi!”

“Chi è? Mari, sei tu?”

“Direi di no!”

La voce che mi risponde è decisamente da maschio.

“Chi sei? Perché non si vede un cazzo?”

“Bella domanda.”

Sento questa persona alzarsi, perché la voce ora mi arriva alla mia stessa altezza più o meno, anzi direi più in alto.

“Non ti muovere, qui c'è un muro, magari c'è un interruttore.”

Lo lascio fare per un attimo e finalmente si accende una luce. È una specie di lanterna posta accanto a noi sul muro. Non è molto ma almeno comincio a vedere dove sono. È un corridoio, ma non è casa mia, né un luogo che conosco. Il ragazzo di fronte a me ha più o meno la mia età, mi guarda attentamente, non lo conosco.

“Tu sai dove siamo?”

Nego con la testa e sbuffo.

“Ricordo di essermi addormentato sul divano, c'era mia moglie, ma non la vedo!”

Lui annuisce.

“Anch'io mi sono addormentato sul divano e nemmeno io vedo la mia compagna. Proprio non capisco!”

Si passa una mano tra i capelli corti scuri, sono lisci e non incasinati come i miei.

Allungo una mano, tanto vale sapere con chi ho a che fare.

“Sono Manami.”

Lui mi guarda e sorride.

“Piacere Ben.”

Annuisco e continuo a guardarmi intorno, lui armeggia con la lanterna e riesce a staccarla dal muro.

“Conviene camminare, vediamo un po' se capiamo dove siamo.”

Annuisco e lo seguo, come supponevo è più alto di me, ma non di molto.

D'un tratto lo vedo aumentare il passo. “C'è qualcuno qui!”

Lo raggiungo e subito mi inginocchio. “Doki! Stai bene?”

Il mio amico sbatte le palpebre confuso: “Manami, sì credo di sì... ho un po' di mal di testa, ma dove siamo?”

“Non ne ho idea.”

Lo aiuto ad alzarsi, ma continuo a non capire.

“Come mai sei qui?”

“Bella domanda, mi sono addormentato sul divano con Leja, ma dov'è?”

Gli poso una mano sulla spalla. “Anch'io ero con Mari, e lui era con la sua compagna.”

Doki mette a fuoco il ragazzo e alza un sopracciglio. “E lui chi è?”

“So solo che si chiama Ben.”

Dopo le presentazioni riprendiamo a camminare. Non capiamo davvero, non ci sono porte, c'è solo questo corridoio semibuio.

D'un tratto noto Ben frugarsi nelle tasche da cui estrae un cellulare che vibra.

“Ella! Dove sei?”

Resta in ascolto e poi scuote la testa.

“Non lo so! Ah meno male, Bex è con te! Per fortuna... Bas? Juls? Cazzo! Chissà se sono qui anche loro? Ok senti, restate dove siete, vi troverò!”

Chiusa la telefonata, lo vedo sospirare.

“La mia ragazza e mia sorella sono insieme, in una stanza, sono chiuse dentro, non sanno dove o perché.”

Tiro un calcio al muro. “Merda!”

Ricordo che anch'io dovrei avere un cellulare, ma non lo trovo, invece Doki trova il suo.

“Provo a chiamare gli altri.”

Lo vedo che tenta un numero, credo di Leja, ma nulla. Riprova, poi ancora e ancora. “Oh finalmente, uno che suona!”

“Chi stai chiamando?”
Non mi risponde poi lo sento tuonare: “Daibu! Dove sei? Sei solo? Aspetta, ti metto in vivavoce.”

Non sono mai stato così felice di sentire mio fratello al telefono.

“Siamo in una stanza, non so dove, sono con Aiko, non so dove siano gli altri.”

Una voce stentata e sull'orlo delle lacrime arriva a noi.

“Doki, ho paura.”

“Aiko, piccolina, stai tranquilla, ti troverò! Io sono con Manami e un altro ragazzo, vi troveremo non temete.”

Mio fratello riprende il telefono.

“Manami, non so dove sia Hayate e nemmeno Hotaru o Yukio! Mari non è con voi?”

“No, e nemmeno Leja e Dolores...”

Ci fissiamo tutti e tre sospirando, alla fine interviene Ben.

“Restate dove siete, cercate di fare rumore, così vi troveremo prima.”

Chiusa la telefonata, vedo Doki riprovare gli altri numeri.

Mentre continuiamo a camminare noto Ben tentare anche lui qualche chiamata.

“Tenti ancora con la tua ragazza?”
“No, sto cercando di parlare con mio fratello.”

Dopo qualche minuto di silenzio arriviamo davanti a una porta, cerchiamo di aprirla, ma niente, non cede. Tutti e tre insieme la carichiamo a spallate e finalmente si apre. Dentro c'è molta luce, tre lampadari immensi illuminano questo salone: ma dove diavolo siamo?

Ci guardiamo intorno, poi noto un movimento con la coda dell'occhio verso sinistra.

“Ben! Meno male!”

Una ragazzina arriva di corsa, ha dei lunghi capelli castano chiaro ed è palesemente incinta!

“Juls!”

Subito Ben le va incontro e l'abbraccia. Io e Doki seguiamo la scena, almeno abbiamo trovato qualcuno, anche se non è del nostro gruppo.

“Stai bene? Bas non era con te?”
“No, io ero da papà, Bas era appena andato via... mi sono risvegliata qui. Ben dove siamo, io ho paura!”

Mentre l'abbraccia di nuovo, Ben cerca di tranquillizzarla, infine la porta da noi.

“Loro sono Doki e Manami, si sono ritrovati qui come noi senza sapere. Ella e Bex sono insieme da qualche parte. Forza, vedrai che troveremo tutti e ne usciremo.”

La ragazza trema vistosamente mentre si stringe al braccio di Ben.

“Ciao io sono Manami. Stai bene?”

Lei annuisce mentre anche Doki si presenta sorridendo tranquillamente.

Cerchiamo altre uscite da questo salone, e dopo parecchi minuti Doki trova qualcosa, sembra un passaggio nel muro, non è troppo largo ma dovremmo passarci senza problemi, guardo la ragazzina e tiro una gomitata a Ben.

“Senti ma... è tuo?”

Lui sgrana gli occhi: “Sei matto?! Mi arrestano se la tocco! No, è la ragazza di mio fratello, il bimbo è suo.”

Annuisco, in effetti mi sembrava troppo piccola.

Seguiamo Doki in questo cunicolo, decido di chiudere io la fila, visto che la ragazzina non si stacca da Ben, che si è infilato dopo il mio amico.

Arriviamo a un'altra stanza e sento il capo fila esclamare: “Finalmente! Come state?”

Quando raggiungo l'uscita sorrido: meno male.

Mari mi corre incontro subito e credo di non essere mai stato così felice di vederla, sembra star bene e con lei c'è Hayate.

Dopo aver abbracciato anche il mio fratellino, presento loro Ben e Juls.

Nessuno riesce a capire che cavolo sia successo. Come siamo finiti qui? Perché tutti insieme? Perché solo noi ragazzi? Non siamo riusciti a chiamare i genitori, quindi forse non sono qui. Sì ma qui... dov'è qui? Ma soprattutto chi diavolo sono questi tizi qui con noi?

Mentre mi gratto la testa cercando di trovare una soluzione, mia moglie fa sedere Juls e le sussurra che anche lei è incinta, ma di pochi mesi. E già, cazzo, spero non accada nulla a lei o al bambino. D'un tratto sentiamo un colpo, come se qualcuno cercasse di buttare giù una porta. Ci guardiamo intorno straniti, e capiamo da dove proviene il suono. Il muro alla mia destra sta vibrando, ma non è possibile abbattere una parete! Un colpo ancora, seguito da un altro e l'intonaco si crepa finché vedo spuntare la punta di un'ascia. Tutti ci stringiamo nell'angolo opposto, lasciando contro il muro le ragazze, noi quattro ci schieriamo di fronte, pronti a proteggerle... da non si sa bene cosa.

Un altro colpo di ascia e la parete inizia a cedere, vedo una mano cercare di allargare il buco, poi un voce: “Dannazione! C'è qualcosa qui dietro.”

Non la riconosco, quindi resto fermo, ma noto Ben fare un passo avanti, chiunque sia di là forse lo conosce, ma poi un'altra voce interviene.

“Speriamo di trovare l'uscita.”

In coro Ben e Hayate sbottano:

“Bas!”

“Dolores!”

Si guardano un secondo, prima che dall'altro lato arrivino altre voci.

“Hayate!”

“Ben!”

Un altro colpo permette al muro di allargarsi ancora un po' e finalmente vedo il viso di un ragazzo infilarsi nel buco. Non lo conosco, ma il suo sguardo mi ricorda vagamente qualcuno... stringo le labbra, mentre vedo Ben e Hayate andare ad aiutare per allargare il passaggio.

Finalmente Dolores e l'altro ragazzo sono con noi.

Hayate coccola la sua ragazza, mentre il ragazzo dopo aver abbracciato Ben si è gettato sulla ragazzina.

Credo che sia il padre del bimbo.

“Ben, dov'è Bex?”

“So solo che è con Ella... ma non so dove! Dannazione!”

Il più grande calcia l'aria malamente, mentre io abbraccio Dolores che poi va subito da Mari.

Prendo in mano la situazione.

“Sentite, facciamo il punto. Del nostro gruppo mancano: Daibu, Aiko, Yukio, e Leja. Ben da voi chi manca?”

“Ella e Bex.”

Il nuovo arrivato interviene.

“Potrebbe essere qui anche Aaron.”

“Perché?”

“Perché era con Bex, stasera.”

Vedo Ben soppesare le parole del fratello e annuire.

“D'accordo: Ella, Bex e Aaron.”

Sospiro e guardo Doki.

“Dobbiamo capire dove siamo.”

Il mio amico non risponde, ma so che sta pensando la stessa cosa.

D'un tratto sentiamo qualcuno arrivare di corsa dallo stesso buco nel muro aperto da Bas.

Siamo tutti in allerta, in cerchio con le ragazze al centro, faccio fatica a tenere a freno Mari, ma le ho detto di restare con la ragazza incinta, e per una volta mi ha ascoltato: non ci credo ancora!

Dalla fessura sono felice di veder arrivare Daibu e Aiko, che senza arrestare la corsa, sgrana gli occhi e si getta al collo del fratello.

Io abbraccio Daibu e gli batto una mano sulla schiena, subito dopo viene stretto da Hayate.

Rifacciamo la conta e ora mancano due persone per noi e tre per loro. Che situazione di merda!

Faccio il giro della stanza più e più volte con Mari al seguito, ma non trovo altre uscite, ho controllato il buco da cui sono arrivati loro, ma torneremmo al corridoio buio di prima.

Nessuno sa come siamo arrivati qui, tutti ripetono la stessa cosa: “Ci siamo addormentati!”

Forse dovremmo dividerci per capire qualcosa, ma credo sia più opportuno restare tutti insieme.

Sono come un animale in gabbia e non sono il solo. Doki e Ben non sono messi meglio. Bas è calmo solo perché è seduto accanto alla sua ragazza incinta, ma continua a ripetere che devono trovare questa famosa Bex.

Passa parecchio tempo, non so di preciso quanto, e finalmente udiamo un rumore, come un pannello che scorre, qualcosa che graffia, non capiamo bene, ma abbiamo individuato da dove arriva.

Non siamo armati, spero sia qualcuno dei nostri gruppi e non qualcuno di nemico, magari chi ci ha rinchiuso qui. In realtà vorrei capire chi è stato, ma non possiamo affrontarli, con due ragazze in dolce attesa e Aiko sull'orlo di una crisi di nervi perché vuole Yukio!

D'un tratto una grata dell'aerazione, posta in alto, che non avevo visto, rovina al suolo, dall'apertura sbuca una mano che precipita nel vuoto, fortuna che il proprietario riesce a mantenere l'equilibrio: è un ragazzo, ma non lo conosco, purtroppo. È Bas a scattare in piedi: “Aaron!”

Lui alza la testa sussultando.

“Bastian! Meno male che ho trovato qualcuno.”

I due fratelli lo aiutano a scendere e intanto gli chiedono se è solo, se ha visto qualcuno, ma lui nega.

Si passa la mano tra i capelli e poi sento la stessa domanda che inizia a darmi ai nervi: “Dov'è Bex?”

Alzo gli occhi al cielo: ma chi cazzo è questa Bex!?

Mentre loro discorrono del fatto che non sanno altro, io continuo a guardare in giro, poi torno a concentrarmi sulla botola di aerazione e ne vedo altre due. Studio la situazione e infine espongo il piano.

“Sentite, da dove è arrivato Aaron non ci sono uscite, ma se usassimo le altre botole? Potremmo vedere dove si arriva.”

Doki è d'accordo con me, mentre Aiko dice che è meglio non dividerci, ma non abbiamo molto tempo. Fortunatamente Ben è d'accordo, alla fine abbiamo preso il comando io, lui e Doki.

“Sentite, le ragazze resteranno qui, io andrò con Bas in quel cunicolo, Manami e Doki useranno l'altro. Gli altri ragazzi resteranno qui.”

Annuisco ma subito si leva la supplica di Juls: “Bas, resta qui, ti prego.”

Arriccio le labbra, ma in effetti capisco che lei non voglia restare con noi, non conosce nessuno.

“Vengo io con te Benjamin.”

Aaron si fa avanti e il più grande annuisce: “D'accordo. Bas, resta qui.”

Mentre Daibu aiuta me e Doki a entrare nel cunicolo, Bas aiuta gli altri due.

L'accordo è di tornare indietro in ogni caso, così da far sapere che stiamo bene e raccontare cosa abbiamo trovato, sperando di trovare qualcosa.

A quattro zampe percorro il cunicolo, Doki mi tiene dietro mentre sento che inizia a parlare.

“Senti un po', ma tu ti fidi di quei tizi? Voglio dire, non sappiamo chi siano.”

“Già, ma sono finiti qui come noi.”

“Questo l'han detto loro... e se fossero in combutta con chi ci ha rapito?”

Soppeso le parole del mio amico, certo potrebbe essere vero, ma del resto non abbiamo molta scelta.

“Lo so Doki, ma purtroppo dobbiamo sperare che non sia così. Ma perché poi rapirci tutti?”

“Riscatto?”

Non rispondo, l'ho pensato, non so se sperare o meno che sia così.

Non troviamo sbocchi, anzi è un vicolo cieco. Con una fatica immane ci giriamo e torniamo verso il salone.

Daibu e Bas ci aiutano a scendere, noto che gli altri non sono ancora tornati, purtroppo ci tocca dire che era un vicolo cieco, mentre stiamo pensando ad altro, vediamo Aaron sbucare dal cunicolo dall'altro lato.

“Abbiamo trovato qualcosa, questo cunicolo si collega con un altro che porta al piano superiore, Ben sta curando che l'apertura non si chiuda, conviene salire di un piano secondo lui. Non è molto agevole qui dentro, ma dovrebbe farcela anche Julien.”

Tutti gli occhi si posano sulla ragazzina pallida stretta al braccio del suo ragazzo.

Mari, come sempre, è la prima a parlare.

“Va bene andiamo! Tanto restare qui non serve a nulla.”

Aiutata da me e Doki salta nel cunicolo, la facciamo seguire da Aiko, poi Bas così che possa tenere d'occhio Juls, subito dopo solleviamo Dolores e Hayate, Daibu entra poco dopo, infine io e Doki ci guardiamo. Decidiamo di far entrare prima lui, io sono più atletico dovrei riuscire con un salto ad aggrapparmi, poi lui mi tirerà dentro.

Fortunatamente ce la facciamo e tutti in fila indiana arriviamo da Ben, uno alla volta li fa passare tutti, Juls ha qualche difficoltà ma alla fine passa, ultimo questa volta resta lui. Al piano di sopra arriviamo in un altro salone, ma ci sono delle finestre e vediamo che siamo in un palazzo, molto vecchio, ma ben tenuto, sotto di noi si allarga un grande giardino, un parco sembra.

Noto Ben e Bas con le sopracciglia aggrottate, non comprendo, infine li vedo guardarsi e in coro esclamano:

“Ma questa è casa nostra!”

Tutti li fissiamo esterrefatti. Non mi trattengo.

“Come cazzo avete fatto a non riconoscere casa vostra?”

Ben storce la bocca. “In realtà è nostro il parco esterno, ma la casa non è così. Villa Price, non ha questi saloni, anche se questo somiglia un po' a quello di casa. Il piano sotto no, però.”

“Beh se è casa vostra potremo trovare l'uscita allora.”

I fratelli annuiscono e subito Bas spalanca la porta, ma si ritrova sospeso nel vuoto: “Oh merda! Ben vieni a vedere!”

“Chiudi, Bas!” Subito il più grande lo tira indietro sbattendo la porta. Le pareti inziano a dondolare paurosamente il pavimento sparisce, ma nessuno di noi cade nel vuoto, d'un tratto tutto cambia. Il giardino esterno ora ha una piscina, e il salone in cui siamo diventa leggermente più piccolo. Ci fissiamo tutti sbalorditi, fino alla frase di Mari.

“Oh cazzo! Ora quello là fuori è il giardino di casa dei tuoi Manami!”

“Ne sei certa?” La raggiungo e infatti scorgo la vasca idromassaggio di mamma in fondo al giardino.

Ma che diavolo succede!?

Mentre tutti cercano di riprendersi da questa situazione, la porta si spalanca e una ragazzina dai lunghi capelli scuri entra correndo. Si blocca pochi passi dopo, poi spalanca gli occhi e sorride: “Ben! Bas!”

Vola letteralmente incontro ai due ragazzi che in coro urlano: “Bex! Finalmente!” Incrocio le braccia al petto e penso: “No, finalmente lo dico io!”

“Piccolina, come stai?” Ben spupazza la ragazzina come non mai, e anche Bas continua ad accarezzarle la schiena. Credo proprio sia la loro sorellina.

Poco dopo dalla porta entra un'altra ragazza: che schianto! Subito mi ritrovo un gomito di Mari nel fianco: “Che c'è?”

“Abbassa lo sguardo, Ozora!”

Non faccio in tempo a rispondere che la ragazza si lancia addosso a Ben.

“Ella! Meno male, state bene!”

Ecco la fidanzata... però, mica scemo questo Ben!

Infine noto l'abbraccio tra Bex e Juls, e in ultimo la ragazzina salta la collo di Aaron.

“Oddio anche tu qui, Aaron! Stai bene?”

Avverto anche il tossicchiare forte di Ben e lo sguardo torvo di Bas.

“Oh eddai! Pure qui dovete rompere!”

“Bex! Un po' di contegno! Dico bene Aaron?”

Il ragazzo diventa paonazzo mentre annuisce alle parole del fratello più grande.

“Be-benissimo, Benjamin!”

Bex mette il broncio e a me scappa da ridere, si vede che tengono sotto stretta sorveglianza la sorellina, mi ricordano un po' Genzo in questo momento.

D'un tratto un ricordo mi assale, lo sguardo di Bas mi ricordava qualcuno prima, ma non capivo chi, ora lo so: somiglia molto allo sguardo di Yukio, quindi a quello di Genzo. Aggrotto le sopracciglia, ma infine decido che deve essere una mia impressione.

“Manami, noi siamo al completo, ma a voi manca ancora qualcuno, vero?”

Ben sempre con la ragazza bionda accanto, mi aiuta a tenere il conto, annuisco: Leja, Hotaru e Yukio mancano ancora all'appello.

Doki è un fascio di nervi, Mari continua a mordicchiarsi il labbro inferiore, e anche Daibu non è tranquillo.

Per fortuna passano solo pochi minuti prima di sentire delle voci, una porta in fondo che era chiusa, visto che Hayate l'ha strattonata parecchio prima, riceve dei sonori colpi dalla parte opposta alla nostra. Qualcuno sta cercando di aprirla a spallate, pare. Raddrizzo la testa quando riconosco la voce di mio cognato.

“Merda, non cede!”

Subito io, Doki e i gemelli arriviamo di corsa.

“Yukio, mi senti?”
“Manami?”

“Sì, spostati l'apriamo noi, siamo di più da questo lato.”

“D'accordo, vai pure!”

Tutti e quattro prendiamo a spallate la porta, finché non cede, dall'altro lato gli ultimi tre. Subito Daibu stringe Hotaru che piange disperata. Leja scavalca un detrito e salta al collo di Doki, mentre Aiko mi sfreccia accanto passando tra me e Hayate e abbraccia Yukio.

Guardo Ben sospirando: “Ci siamo tutti.”

 

Seduti in cerchio cerchiamo di capire dove siamo. Doki dà voce al pensiero che mi aveva esposto prima.

“Se ci avessero rapito per un riscatto?”

“Riscatto?”

Bex diventa pallida di colpo, subito Aaron le passa un braccio intorno alle spalle e riceve l'occhiataccia di Ben, io alzo gli occhi al cielo, ma mi riprendo subito.

“Potrebbe essere. Voglio dire: i nostri padri sono calciatori famosi a livello mondiale.”

Ben raddrizza la testa: “Davvero? Anche i nostri! In più c'è la Price Inc.!”

“La cosa? D'accordo, calma, ci presentiamo tutti così capiamo di chi siamo figli e cerchiamo di capire chi colpirano.”

Annuiscono e io comincio:

“Io sono Manami Ozora, e loro sono i miei fratelli: Hayate e Daibu, siamo i figli di Tsubasa Ozora, il Capitano della nazionale giapponese, nonché giocatore del Barcellona. Loro sono Mari e Yukio Wakabayashi e sono figli di Genzo il portiere della nazionale giapponese e del Paris Saint-Germain, prima era nell'Amburgo. Doki e Aiko sono figli di Taro Misaki, che forma la Golden Combi con mio padre e gioca nel Paris Saint Germain con Genzo. Le ragazze sono le fidanzate di Daibu, Hayate e Doki. Ah no, scusate, Hotaru è la figlia di Hikaru Matsuyama, gioca anche lui in nazionale.” Finito il mio discorso fisso i ragazzi seduti di fronte a me e vedo i loro volti stupiti, immobili. Non capisco. Ben si riscuote per primo e si schiarisce la voce.

“Scusa, Manami, ma ci dev'essere un errore.”

“Errore?”

“Certo! Io sono Benjamin Frederick Becker Price, sono figlio di Tom Becker, asso del Paris Saint-Germain, nonché parte della Golden Combi della nazionale giapponese. Poi sono stato adottato da Benjamin Price: portiere della nazionale giapponese e dell'Amburgo. Loro sono i miei fratelli Bastian Tomas e Beatrix Kristal, figli di Benjamin Price. Ella è la mia ragazza, figlia di un diplomatico tedesco e Aaron è il ragazzo di Bex, mentre Juls è Julien Patricia Hutton, figlia del capitano della nazionale giapponese Oliver Hutton che gioca nel Barcellona. Capisci che c'è qualcosa che non va? Il Giappone ha una nazionale sola!”

Cala un silenzio tombale nella stanza. È Mari a prendere parola.

“Ma non è possibile andiamo?! Sentite: questi sono i nostri genitori.”

Estratto il cellulare la vedo scorrere freneticamente le foto e finalmente trova quella dei sei adulti al mare quest'estate. Posa il telefono a terra e attende.

I ragazzi hanno gli occhi sgranati.

Bas indica la foto: “Questo è papà!”

O santa pace ha indicato Genzo!

“E questa è mamma!”

Cosa?!

Non mi trattengo: “Che cazzo dici? Quella è mia madre! E questo è il padre di Mari!”

Ben si passa le mani sul viso.

“Calma! Allora: Questo è Benji: padre di Bas e Bex, e mio padre adottivo. Questo è mio padre naturale. E questa è la madre di tutti e tre! Questo è il padre di Juls, gli altri non so chi siano!”

Osservo Ben e gli altri, sembrano convinti di quel che dicono.

“No Ben, io spiego a te: questo è il padre di Mari e Yukio e questa è la loro madre. Questi sono i genitori di Doki e Aiko. Mentre questi sono i miei genitori!”

“No!” Sobbalzo all'urlo di Ben.

“Non osare ripetere che mia madre avrebbe avuto dei figli con Oliver Hutton! No! Non lo accetto, non esiste! Quell'uomo deve tenere le mani lontane da mia madre!”

Resto scioccato un secondo prima di incazzarmi davvero: “Modera i termini, amico! Mio padre e mia madre stanno insieme da tempo immemore, fin dalla scuola, fin da prima che lui si trasferisse in Brasile!”

“Sì, lo so, ma poi lui l'ha tradita e lei si è messa con mio padre – e indica Taro sulla foto – si sono sposati e hanno avuto me, poi mio padre si è ammalato ed è morto e mamma si è sposata con Benji – e indica Genzo – e sono nati loro. Oliver Hutton, per me, è solo il padre di Juls e basta! Deve stare lontano da mia madre l'ha già fatta soffrire abbastanza!”

La sua arringa finisce così, con noi tutti sbalorditi e lui infervorato.

“Ma non esiste che Tsubasa abbia tradito Sanae! Ma andiamo! Non ne sarebbe mai capace!”

Annuisco alle parole di mia moglie, non ce lo vedo papà che va a letto con un'altra!

“Babbo sarebbe morto?”

Aiko ha le mani davanti alla bocca e Yukio la stringe.

“No, piccola, non è morto.”

Anche Doki è sconvolto.

“Quindi tu saresti figlio di nostro padre? E tua madre è la madre di Mamani?”
Ben alza le braccia al cielo.

“Non lo so più!”

Si gratta la nuca, mentre io penso, che in effetti ora ha più senso il fatto che lo sguardo di Bas e Bex mi ricorda Genzo!

Mi alzo in piedi di scatto: “Questa cosa è assurda! Ma andiamo! Cosa sarebbe successo? Avremmo vissuto vite parallele finora, senza sapere nulla gli uni degli altri? L'unica cosa che combacia sono le squadre in cui giocano i nostri padri. La Nazionale è il filo conduttore comune e basta? Ma non è possibile! Non posso pensare a mia madre senza mio padre! Sono legati indissolubilmente!”

I suoi occhi gelidi mi sono addosso: “Io, non posso pensare a mia madre con tuo padre! Ma scherziamo!? Avevo sei anni quando l'ho buttato fuori da casa nostra perché ha importunato mia madre! Non esiste che siano sposati e abbiano addirittura tre figli! No, non lo accetto! Ho fatto una fatica enorme ad accettare il fatto che fosse il padre di Juls e che lei fosse incinta di Bas!”

La ragazzina incinta mi guarda un po' stralunata, in effetti ora che li osservo bene i suoi occhi sono uguali ai miei... e i miei sono uguali a quelli di mio padre... oh cazzo!

D'un tratto le pareti ancora ondeggiano, il pavimento sparisce, ma di nuovo nessuno cade nel vuoto. In un attimo e ci ritroviamo in un'altra stanza, catapultati chissà dove. Ora però noto una lastra di vetro dividere il nostro gruppo da quello di Ben. Possiamo parlare, ma non raggiungerci.

Tocco la lastra affiancato da Mari e Doki, dall'altro lato anche Ben e Bas stanno facendo altrettanto.

“Dannazione!” Impreco tirando un pugno al muro di vetro.

Ci mancava solo che ci separassero! Però mi rendo conto che la separazione è netta, i due gruppi distinti e questo è strano, avrei giurato che i gemelli fossero alle spalle di Bas durante la discussione e stessero parlando proprio con lui.

Ben colpisce il vetro poi mi fissa.

“Manami... ci hanno separati...”

“Già... ma almeno i gruppi sono uniti. Tu hai i tuoi e io i miei.”

Noto che si guarda intorno e tira un sospiro, forse ora che sa che i suoi fratelli e gli altri sono con lui è più tranquillo.

Dall'alto giunge una voce.

“Manami!”

Sollevo gli occhi al cielo, ma noto che sono il solo, cerco di prendere il braccio di Mari, ma la vedo allontanarsi, sembra tranquilla, io cerco di prenderla ma niente, poi ancora la voce.

“Manami!”

Mi volto e anche Yukio si allontana come Doki.

Guardo il vetro, noto Ben guardare in alto e poi intorno, anche lui resta solo.

Ci fissiamo spaventati, questa volta davvero.

Avverto poi un'altra voce, diversa.

“Ben! Forza Ben!”

Lo guardo, lui guarda in alto e poi di nuovo me. Allungo la mano e riesco a penetrare il vetro senza tagliarmi, stringo il braccio di Ben, lo fisso mentre mi sento tirare indietro, anche lui si aggrappa a me, urla il mio nome e io il suo, lo graffio e mi graffia a sua volta, i suoi occhi nocciola ed enormi sono nei miei neri e altrettanto grandi, un ultimo sguardo, prima che il buio cali su di noi.

 

***

 

“Manami, Manami! Ma mi senti? Manami, svegliati è tardi!”

Apro piano gli occhi li muovo per la stanza: sono nel mio salotto, sul mio divano, sbatto le palpebre più volte e inquadro Mari che mi sovrasta.

“Alleluja! È una vita che ti chiamo, dai muoviti, dobbiamo prepararci, i tuoi stanno per arrivare.”

Si volta ed esce dal salotto, io mi metto seduto, guardo ogni singolo angolo di questa stanza, e tutto è uguale a quando mi sono sdraiato poco fa. Fisso l'orologio da polso e scopro che dormo da due ore! Ma come è possibile. Punto le mani al divano per alzarmi e un bruciore al braccio attira la mia attenzione.

Graffi.

Ho dei graffi sul braccio. Inclino la testa aggrottando le sopracciglia, ma quando me li sono fatti?

Chiudo gli occhi un secondo e rivedo degli occhi nocciola, spalanco i miei sussurrando: “Ben!”

Ma era un sogno. Eppure ho il braccio graffiato, ma non può essere.

Mi alzo e decido di farmi una doccia, ho fatto un sogno davvero pazzesco!

Mentre sono fermo sotto il getto dell'acqua calda, sento Mari trafficare nel bagno.

“Senti, Manami, prima mi sono appisolata e ho fatto un sogno.”

Mi faccio attento di colpo e lei prosegue.

“Era molto confuso. C'ero io, tu, i gemelli, Doki, insomma tutti! Ma c'era anche gente che non conosco. Bah! Eravamo in una stanza, non ricordo con precisione. Però ho deciso! Se il nostro bimbo sarà femmnina potremmo chiamarla Beatrix o Ella, Julien non mi fa impazzire, chissà perché mi è venuto in mente... Se invece fosse maschio Bastian, anche Aaron non sarebbe male, oppure-”

“Benjamin.”

Termino la frase per lei, che mi guarda attraverso il vetro.

“Come lo sai?”
Alzo le spalle e lei è sempre più sorpresa.

Ma il suono del campanello mi salva.

“Sbrigati, Ozora. I tuoi sono arrivati!”

Mentre mi asciugo e mi vesto continuo a pensare a come farò a guardare mia madre in faccia e a non pensare al fatto che ha fatto un figlio con Taro e due con Genzo! Oh santa pace, spero di dimenticare presto questo sogno, lo spero tanto. Ma poi la camicia che sto indossando passa sui graffi, mi fisso allo specchio: un mondo parallelo di cui non so nulla. Dove non esisto, ma esistono altri figli.

No, non credo che dimenticherò tanto facilmente l'altra famiglia allargata che ho conosciuto.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: guiky80