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Autore: Arvati77    22/11/2017    0 recensioni
"…Il respiro del cuore è la voce dei sentimenti che si agitano in noi desiderosi di uscire allo scoperto, è il richiamo della libertà al di là dei limiti che ci impone chi vuole comandarci, è il soffio dell'anima che chiede solo di essere se stessa...".
Questa storia è ambientata a Verona, la mia città, e ripercorre uno scorcio di vita di persone come tante, individui che affrontano ogni giorno le piccole grandi battaglie della vita. Amore per l'arte, amicizia, passione, orgoglio, odio, tanti sentimenti si mescolano e si alternano in un avvicendarsi di situazioni e personaggi la cui evoluzione mette in risalto il costante ed altalenante scontro tra mente e cuore e la fondamentale importanza delle emozioni nella vita di ognuno. Seguendo percorsi che spesso travalicano gli angusti confini di convenzioni e buon senso, i protagonisti si ritroveranno faccia a faccia con loro stessi, arrivando a riscoprire la parte più vera e profonda della propria anima ed a compiere di conseguenza fondamentali scelte, nelle quali svanisce la distinzione tra vittima e carnefice, torto e ragione, e l'unica certezza è che ogni decisione, ogni azione reca con sé delle conseguenze alle quali non ci si può sottrarre.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO IV

 

I giorni scorrono tranquilli e anche luglio si avvia alla conclusione.
E' questa una normalissima mattina di lavoro per Marina che, seduta alla sua scrivania, svolge diligentemente le mansioni quotidiane. A un certo punto nello studio entra una persona che la segretaria non aveva mai incontrato in precedenza. Si tratta di un uomo di circa sessant'anni, con i capelli grigi, non molto lato e piuttosto grassottello. Il viso rotondo ha un'espressione simpatica e bonaria, mentre i vispi occhi castani sono specchio di una mente attiva e vivace. Nonostante il fisico per nulla prestante e il portamento non impeccabile, lo sconosciuto indossa con una certa disinvoltura un elegante completo grigio fumo e tiene in mano una valigetta di pelle perfettamente intonata alle scarpe. Chi è dunque costui?
Marina fissa il misterioso individuo con evidente curiosità e lui fa altrettanto, avvicinandosi al bancone per osservare con attenzione la giovane impiegata.
Con un immenso e cordiale sorriso l'uomo saluta la ragazza e lei ricambia il benevolo sguardo, rivolgendosi con estrema gentilezza allo sconosciuto:
"Ha un appuntamento con l'architetto Bruni?"
L'interrogato scuote la testa ma non fa in tempo a rivelare la propria identità, preceduto in ciò da Lorenzo, che sbuca dal suo ufficio e si dirige verso l'ingresso, sorpreso dall'inattesa visita:
"Ehi, papà, che ci fai qui?"
"Allora, questo è Giacomo Bruni." pensa tra sé Marina, continuando a fissare colui che da tempo sperava di conoscere, avendone sentito parlare davvero bene dai colleghi.
Il maturo uomo volge di nuovo gli occhi verso la segretaria, chiedendo al figlio se la graziosa impiegata sia l'ultimo acquisto dello studio.
"Non solo lei." rivela Lorenzo, pregando Marina da andare a chiamare Jenny.
La ragazza prontamente si precipita lungo il corridoio e dalla foga rischia di cadere scivolando sul pavimento lucido. In un attimo sparisce dietro ad una porta e quando fa ritorno insieme a lei c'è la sua amica: entrambe sono impazienti di essere presentate al tanto decantato Giacomo Bruni.
"Voi siete le brave attrici di cui mio figlio mi ha parlato così bene..." esordisce con spontanea galanteria l'uomo, ricevendo i calorosi ringraziamenti delle dirette interessate.
Con familiare tono l'imprenditore chiacchiera con le brillanti e spigliate giovani, sotto gli occhi divertiti di Lorenzo, che di rado ha la possibilità di intervenire nell'animata conversazione. Purtroppo gli impegni di lavoro incombono, Giacomo a malincuore deve troncare la vivace discussione per trattare questioni d'affari col figlio, e congedandosi dalle esuberanti dipendenti fa loro un'ultima schietta confessione:
"Adesso ho capito chi ultimamente ha avuto un'influenza tanto positiva su Lorenzo: nemmeno lui è riuscito a non farsi contagiare dalla vostra allegria! Mi raccomando non dategli sempre ragione: se ha torto, fateglielo notare!"
Lorenzo lancia un'eloquente occhiata a Marina e lei, memore dell'acceso scambio di battute di non molto tempo prima, con un discolo sorriso dimostra di aver colto il tacito messaggio.
Spariti padre e figlio dietro la porta dell'ufficio dell'architetto, Marina sospirando dà voce ad un suo intimo desiderio:
"Vorrei avere anch'io un padre così."
L'insolita sfumatura malinconica nei cerulei occhi quasi commuove Jenny, che tenta a suo modo di sviare la mente della compagna da tristi pensieri:
"Dai, su, non fare quella faccia! Magari nemmeno Lorenzo va d'amore e d'accordo con suo papà."
"Sono sicura che quei due si intendono alla perfezione. Da come si guardano si capisce che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda."
"Non credo che tra loro non ci siano mai discussioni."
"Tra genitori e figli ci sono sempre dei contrasti, ma l'importante è che non ci siano solo quelli." conclude Marina, con una vena di amareggiato sarcasmo nella voce.
Jenny resta zitta, non sa quali argomenti intavolare per stemperare l'atmosfera, ed è invece la sua amica a gettarsi alle spalle rimpianti e deprimenti riflessioni, recuperando repentinamente la sua inconfondibile verve. Con rinnovato zelo la solerte impiegata torna alle proprie mansioni ed incita la compagna a rimettersi al lavoro per non rischiare di essere rimproverate dal titolare.
Dopo circa mezz'ora Giacomo Bruni ricompare insieme al figlio e, prima di uscire con lui dallo studio, fa il giro dei vari uffici per salutare i collaboratori. Marina, sentendo la voce allegra del vivace imprenditore, sorride divertita coprendosi la bocca con una mano, non accorgendosi di essere osservata da Lorenzo, affascinato dalla naturale femminilità dei suoi gesti. Salutata anche la segretaria, al momento impegnata al telefono sfoggiando un fluente inglese, l'architetto e suo padre se ne vanno, discutendo animatamente di un importante affare.
Durante la pausa pranzo, Jenny e Marina mangiano in pizzeria in compagnia di Alfred e Anna, i due colleghi che da più tempo lavorano con Lorenzo, e a loro le ragazze domandano informazioni sulla famiglia del titolare.
"Ho sempre sentito parlare della sorella e del papà del nostro capo. E sua madre?" chiede Jenny, addentando una succulenta fetta di pizza.
"E' morta dieci anni fa." risponde senza tanti giri di parole Alfred, cogliendo di sorpresa le amiche ignare della cosa, che rischiano entrambe di soffocarsi ingoiando i bocconi che stavano masticando.
In effetti era facile immaginare si nascondesse un fatto del genere dietro il silenzio di tutti riguardo alla madre dell'architetto, eppure la notizia appresa in maniera tanto brusca ha colpito profondamente Marina. Anna fa notare al compagno di essere stato decisamente indelicato nel rivelare la verità:
"C'è modo e modo per dire le cose, a volte un po' di tatto non guasta: in alcuni momenti hai la delicatezza di una mandria di elefanti!"
L'accusato prontamente si difende:
"Insomma, che dovevo dire? Se uno è morto è morto."
"Smettetela!" interviene perentoria Marina, zittendo di colpo ogni discussione.
Jenny osserva l'amica e si stupisce nel vederla fin troppo turbata da una questione che, in fondo, non la tocca da vicino: come mai si è lasciata coinvolgere tanto da una vicenda che riguarda il passato di una persona a lei sconosciuta fino a poco tempo fa?
Anche Marina è stupita della desolante tristezza che si è impossessata di lei: prova nel cuore il deprimente senso di vuoto e solitudine che solitamente invade l'animo di chi subisce un lutto tanto grave come la perdita di un genitore. Perché? Perché si sente così vicina a Lorenzo? Forse per il semplice motivo che lei da tempo vive come se suo padre fosse morto e riesce a comprendere il dolore che un simile nefasto evento comporta, avendolo a lungo provato sulla propria pelle e non avendolo probabilmente ancora superato. E se ci fosse un'altra spiegazione? Cosa mai potrebbe renderla adesso simile nel cuore ad un uomo apparentemente lontanissimo da lei?
La conversazione al tavolo intanto ha mutato argomento. Alfred e Anna stanno raccontando come siano divertenti le feste organizzate dai Bruni, e Marina, nella speranza di scacciare dalla mente malinconici pensieri, volge la propria attenzione alla vivace narrazione dei compagni, che si dilungano a descrivere gli appetitosi menù che appositamente per queste occasioni vengono preparati nel locale in cui di solito si svolgono le cene. Il ristorante in questione è quello gestito dalla sorella di Lorenzo, Elisa, e dal marito di lei, un posto elegante ma non ostentatamente lussuoso, situato in centro, nei dintorni di Piazza Brà. E dal cibo, si passa poi inevitabilmente a parlare della festa che si protrae fino a notte inoltrata.
"Abbiamo saputo che saranno dei vostri amici a suonare alla prossima cena." rimarca a un certo punto Anna, rivolgendosi a Jenny e Marina, e quest'ultima ne approfitta per intervenire nel discorso, stanca di dover solo ascoltare:
"Sono dei musicisti bravissimi, suonano insieme da anni e si esibiscono in diversi locali. A vederli magari sembrano un po' strani, ma sono persone eccezionali."
"Mi pare che si chiamino Holiday." si intromette Alfred "Li ho sentiti un mesetto fa in una birreria: sono sul serio un bel trio!"
Marina è soddisfatta e orgogliosa come se il complimento del collega fosse rivolto a lei: dopotutto conosce Simone, Claudio e Loris da talmente tanto tempo che li considera quasi dei fratelli e non può che gioire se riescono a riscuotere un meritato successo con la loro musica.
Usciti dalla pizzeria, i quattro si dirigono al lavoro e per strada affrettano il passo ansiosi di rientrare nello studio per ripararsi dai cocenti raggi solari. Lungo il breve tragitto, Jenny, di nascosto da Anna e Alfred, sottovoce fa una domanda alla sua amica del cuore:
"Mi vuoi dire che ti è preso prima?"
L'interrogata finge di non capire il chiaro riferimento, ma la tenace interlocutrice non demorde:
"Non mi imbrogli con quell'aria ingenua, sai benissimo di cosa sto parlando: hai avuto una strana reazione quando ci hanno detto che la madre di Lorenzo è morta."
"E allora? Ti stupisci ancora delle mie reazioni?" replica serafica l'altra.
"C'è qualcosa che mi sfugge..." insiste sospettosa Jenny.
"Non solo a te." conclude infine Marina, incapace di chiarire la situazione tanto all'amica quanto a se stessa.

 

 

Giunge presto l'ultimo giorno di lavoro nello studio dell'architetto Bruni prima della pausa estiva e in questa speciale giornata scorrono rapide le ore che precedono la tanto attesa festa in programma per la serata. Simone nel pomeriggio si reca al ristorante scelto per l'evento insieme ai compagni della band per sistemare gli strumenti e verificare l'acustica. Secondo gli accordi presi con Lorenzo, i tre musicisti inizialmente dovranno soltanto suonare qualche brano tra una portata e l'altra e avranno così la possibilità di gustarsi la cena come tutti gli altri invitati, mentre la loro vera esibizione inizierà al momento del dessert, quando già qualcuno solitamente manifesta il desiderio di muoversi un po' per smaltire le ricche pietanze ingurgitate.
Marina rientra a casa all'incirca alle sette di sera e immediatamente dà il via alla convulsa ricerca di un vestito adatto alla speciale occasione. Lei abitualmente non dà eccessiva importanza all'abbigliamento, non è mai trasandata ma indossa ciò che le piace infischiandosene della moda e delle opinioni altrui. Eppure in questa circostanza ci tiene particolarmente a far bella figura e non vuole confondersi tra la folla come una qualunque.
Quando anche Simone rincasa per farsi una doccia e cambiarsi, viene praticamente assalito dall'amica che, squadrandolo dall'alto in basso, gli intima di fare in fretta a prepararsi per non rischiare di arrivare tardi al ristorante.
"Parli così perché hai già fame o perché vuoi fare una bella impressione sul tuo capo?" insinua mordace il giovane.
"Sei per caso geloso?" ribatte a tono l'altra, con provocatorio sguardo.
Simone allora con un fulmineo scatto prende in braccio la pestifera compagna, sussurrandole con suadente voce:
"Certo che sono geloso... avevi dei dubbi in proposito?"
I due ridono e scherzano come dei bambini scanzonati, mettendo a soqquadro l'appartamento per trovare gli abiti giusti da indossare, e anche se in realtà non ci sarebbe bisogno di fare tanta confusione, gli scatenati coinquilini si divertono così: riordineranno domani, per adesso sguazzano in mezzo ad un totale caos quasi fosse il loro habitat naturale.
Alla fine la casa è un disastro ma Simone e Marina sono pronti per far restare tutti a bocca aperta: lei indossa un corto e attillato abito color glicine, con una profonda e provocante scollatura sulla schiena; lui porta con estrema disinvoltura un paio di jeans scuri, una camicia bianca e un gilet di pelle nera.
"Mi spieghi cosa ti frulla in quella testolina matta?" chiede Simone prima di uscire.
"A volte mi piace farmi notare." risponde Marina prendendo sottobraccio l'amico.
"A volte?! Che tu lo voglia o meno, riesci sempre a farti notare, è impossibile non accorgersi di te!"
"Non ho capito se questo è un complimento..."
"Fai un po' tu!" conclude Simone, guardando con evidente ammirazione la ragazza al proprio fianco.
I due, con la loro sgangherata auto, passano a prendere Jenny, che si presenta con un lungo abito dalle tinte sgargianti, simile alla tavolozza di un pittore.
"Adesso sono sicuro che tutti si accorgeranno di noi!" commenta Simone, osservando l'appariscente compagna, i cui neri capelli e la scura carnagione creano un vistoso eppur gradevole contrasto con i vivaci colori del vaporoso vestito.
Quando i tre amici entrano nel ristorante, già un nutrito gruppo di persone popola l'enorme sala dalle alte pareti, nella quale i tavoli sono disposti in modo da lasciar libera la parte centrale, evidentemente adibita a pista da ballo, come si deduce tra l'altro dagli strumenti musicali che a margine di tale zona sono posizionati. Marina curiosa in giro in cerca dei posti assegnati a lei e ai suoi amici e a facilitarle il compito ci pensano Loris e Claudio, che, arrivati al locale da un po', si sono già accomodati e gesticolando come dei matti si fanno notare dai compagni. Una volta che il gruppo si è riunito, i tre musicisti si mettono a discutere dei brani da suonare, mentre Jenny e Marina spiano i nomi scritti sui segnaposto per scoprire chi siederà con loro. Come era logico, gli altri componenti della tavolata saranno i colleghi dello studio, compreso Lorenzo e di conseguenza sua moglie. Quindi le due ragazze cominciano a gironzolare per la sala desiderose di conoscere il resto degli invitati, tutti uomini e donne alle dipendenze di Giacomo Bruni: muratori, geometri, impiegate, e altre persone di varia estrazione sociale e diverse età, incluso qualche rinomato socio del laborioso imprenditore. Quando le due giovani, terminato il giro d'ispezione, tornano al proprio posto, il loro tavolo è quasi al completo, così come quelli intorno. Ad occhio ci saranno duecento persone. L'assenza più evidente è quella degli organizzatori della serata, ed accortosi di ciò Simone non si risparmia un sarcastico commento:
"Vogliono fare la loro entrata trionfale per ultimi!"
Marina dà un calcio al compagno e lui incassa il colpo fulminando con un'occhiataccia l'amica: con uno sguardo i due si parlano e con un sorriso concludono il silente dialogo, è talmente profonda e radicata la sintonia tra loro che non hanno bisogno di parole per capirsi.
Ecco che finalmente nella sala entra Lorenzo insieme alla gentile consorte: lei, come sempre impeccabile, indossa un lungo abito color petrolio, legato in vita da un'alta cintura dalla vistosa fibbia dorata, il tutto arricchito da una preziosa collana di perle abbinata al bracciale e ai raffinati orecchini; lui invece, prediligendo un'eleganza più sobria, porta con naturale classe un paio di pantaloni neri dal taglio classico e una camicia tinta avorio. Alle spalle della coppia appare Giacomo Bruni, che a gran voce, con il solito gioviale sorriso, si scusa del ritardo:
"La mia macchina proprio non voleva partire!"
"Sembra un tipo simpatico." osserva Loris, masticando un pezzo di pane per sedare i morsi della fame.
"E' una persona fantastica!" conferma entusiasta Marina, subito raggiunta da una frecciatina di Simone:
"Ti riferisci al padre o al figlio?"
"Comincio a stancarmi delle tue battute." replica seria la diretta interessata, trafiggendo con una significativa occhiata il pungente amico non appena l'affascinante architetto e la moglie si siedono al tavolo.
Simone, colto il minatorio messaggio, con un eloquente gesto fa intendere che cercherà di tenere la bocca cucita, benché la sua ambigua espressione faccia temere opposte intenzioni.
A un certo punto, una donna si avvicina a Lorenzo e gli chiede se sia ora di servire gli antipasti: di chi si tratta? Della sorella minore dell'architetto, Elisa. Non ha un fisico da modella, le sue forme sono fin troppo generose e il suo aspetto è nel contempo femminile, rassicurante e materno, e se al fratello somiglia nei tratti del viso e nel colore scuro di occhi e capelli, dal padre indubbiamente ha ereditato il cordiale e allegro sguardo. Ottenuto il benestare dell'organizzatore della serata, Elisa a passi lesti si dirige in cucina per coordinare il lavoro di camerieri e cuochi e far sì che tutto proceda senza intoppi.
Durante la cena Lorenzo, con invidiabile savoir-faire, tiene viva la conversazione al proprio tavolo, facendo in modo di non trascurare nessuno, versatile e spigliato nel dialogare con tutti. Di tanto in tanto si alza per dedicare un po' della propria attenzione anche agli altri invitati, così come fa Giacomo Bruni, che si aggira per la sala parlando con chiunque senza distinzioni. Loredana invece chiacchiera quasi esclusivamente con Erika, l'unica collaboratrice del marito con cui abbia legato, e per pura cortesia sporadicamente rivolge la parola agli altri seduti al suo tavolo.
Simone, in mezzo a tanta confusione, di una cosa si accorge: ad uno come lui non possono sfuggire le furtive occhiate che Lorenzo rivolge a Marina, sguardi ammirati volutamente nascosti a tutti, perfino a colei che ne è oggetto, con la scaltrezza e la maestria di un ladro capace di rubare uno scrigno prezioso sotto il naso dei proprietari. Simone, altrettanto furbo e sagace, nota chiaramente ciò che gli altri non vedono e con occhi non benevoli fissa l'architetto. Questi, percepita la diffidenza del giovane, comprende d'essere stato scoperto e mantenendosi impassibile continua rilassato a parlare allontanando la propria attenzione dalla ragazza che inconsapevolmente l'aveva catturata.
La cena prosegue tranquilla fino all'arrivo del secondo: un bel piatto di pesce alla griglia, nel quale spiccano dei magnifici scampi, logicamente da sgusciare. Tale impresa non è facile da compiere con coltello e forchetta per chi non è abituato a farlo, e infatti per Jenny è una faticaccia cercare di mangiare un boccone della succulenta polpa. Com'era prevedibile, nel corso della dura lotta con gli ostili crostacei, la maldestra giovane ne fa volare uno in mezzo alla tavola, provocando una collettiva risata della quale lei non si offende affatto, premendole al momento recuperare la propria preda. Lorenzo sorride quasi intenerito, mentre al contrario Loredana squadra con superbo disappunto la ragazza che con una mano prende lo scampo fuggiasco e lo rimette nel piatto. Marina si accorge dell'espressione di biasimo sul volto dell'altera donna e ne è alquanto infastidita: ma chi si crede di essere questa snob boriosa? Si reputa superiore a tutti solo perché appartiene a un ambiente ricco e raffinato?
Jenny sorridendo si scusa per il guaio combinato e senza volerlo dà alla mordace amica l'opportunità di sferrare il proprio tagliente attacco verbale. Rivolgendosi apparentemente alla compagna pasticciona, ma curando di farsi sentire bene da tutte le persone al tavolo, Marina sfodera il proprio pungente sarcasmo:
"Non ti preoccupare Jenny: qui non siamo in mezzo a degli snob con la puzza sotto il naso. E poi non è una colpa se non hai tempo da perdere per imparare a sgusciare i gamberi con coltello e forchetta! Queste sono sciocchezze che non servono a niente!"
La destinataria della palese allusione è chiara a tutti, anche a Lorenzo, che non si scompone minimamente. Loredana invece, sentendosi attaccata, tenta di ribattere:
"Non credo sia una sciocchezza saper stare in mezzo alla gente."
Marina non aspettava altro e con un beffardo sorrisetto affonda il colpo decisivo, sfruttando l'occasione offertale dalla sua stessa vittima:
"Io volevo dire che è assurdo stabilire a priori come parlare e come muoversi per darsi arie da gran signori. Tanto se uno signore non lo è dentro, non lo diventa imparando a mangiare un'oliva con coltello e forchetta!"
"Sei una maleducata arrogante!" esclama stizzita Loredana.
"Sono solo sincera, io." puntualizza lapidaria Marina, mentre gli altri al tavolo sono muti e si guardano bene dell'intromettersi nell'acceso scambio di battute onde evitare di peggiorare la situazione.
Le due antagoniste si squadrano in silenzio: Loredana, che d'istinto vorrebbe alzarsi a andarsene, per non concedere tale soddisfazione alla sfacciata giovane resta al proprio posto palesemente alterata; Marina, con un compiaciuto sorriso dipinto in viso, regge senza scomporsi lo sguardo truce dall'altra, non lasciandosi nemmeno sfiorare dal suo palese astio. Il resto delle persone nel ristorante non si è accorto di nulla e il caotico ciarlare nella sala fa da sottofondo alla glaciale atmosfera calata di colpo al tavolo di Lorenzo. L'architetto, dal canto suo, evita accuratamente di posare gli occhi sulle due litiganti, ben sapendo che riserverebbe ad ognuna un diverso sguardo rischiando di inasprire ulteriormente gli animi.
A stemperare l'aria ci prova Simone che, alzandosi in piedi, propone a Loris e Claudio di suonare qualcosa. Marina riprende tranquillamente a mangiare, seguita a ruota da Jenny e da Lorenzo. Loredana, recuperato il controllo di sé, ricomincia a parlare con Erika. Alfred e gli altri colleghi chiacchierano tra loro, assaporando il gustoso piatto di pesce. A risollevare l'umore del gruppo arriva provvidenzialmente Giacomo Bruni, ansioso di raccontare una barzelletta appena sentita da un amico.
Jenny approfitta del momento e, accostandosi all'orecchio di Marina, sottovoce le dà un sensato consiglio:
"Levati dalla faccia quell'espressione soddisfatta."
"Lo farò solo quando qualcun altro smetterà di comportarsi come una gran dama di corte." ribatte la cocciuta ragazza, e la sua compagna desiste dall'intento di farla tornare alla ragione.
Fortunatamente è la stessa Marina dopo un po' a deporre le armi per non rovinare la serata di festa: lei vuole soltanto divertirsi, non le va di cimentarsi in un'inutile e stupida battaglia, ed è soprattutto un giustificato dubbio a farla d'improvviso rinsavire. Che opinione avrà ora di lei Lorenzo? Dopotutto, Loredana è sua moglie... Eppure lui non ha aperto bocca, non ha detto nulla... Che sia arrabbiato? Ormai però è tardi per porsi tanti problemi e Marina decide di gettarsi l'accaduto alle spalle tornando a chiacchierare come niente fosse.
Chi è stranamente silenzioso dopo quanto accaduto è proprio Lorenzo. Fino al momento del dessert non pronuncia una parola e solo al termine della cena, alzandosi in piedi con un calice di spumante in mano, propone un brindisi rivolto a tutti gli invitati, assecondato subito dal padre. Giacomo ringrazia i dipendenti per l'ottimo lavoro svolto, lavoro che ha permesso di raggiungere importanti obiettivi ed altri ne farà raggiungere in futuro. All'architetto Bruni è affidata la conclusione del brindisi e lui quasi senza riflettere parla seguendo uno spontaneo sussurro del cuore:
"Una cosa mi auguro: che il rapporto tra tutti noi sia sempre basato su una costante collaborazione, su una fiducia reciproca e su una assoluta sincerità."
Marina, sentendosi presa in causa, spalanca gli occhi su Lorenzo, mentre lui, tornato a sedersi, guarda con amorevole dolcezza la moglie, quasi a voler attutire la portata delle proprie parole, in particolare di quell'ultima parola che avrebbe potuto suonare come un affronto per Loredana. La donna invece pare non aver colto il collegamento con la frase uscita poco prima dalle labbra di Marina: o sa fingere molto bene, o davvero non le importa se ci sia o meno un legame tra il discorso del marito e quello della ragazza. Sta di fatto che quanto udito ha colto di sorpresa tutti coloro che avevano assistito all'infuocato scontro verbale verificatosi in precedenza, apparendo come una presa di posizione da parte di Lorenzo in favore di Marina. Non a lei però l'architetto dedica ora completamente la propria attenzione, bensì alla moglie: con galanteria la prende per mano e la invita a ballare, ammorbidendo con affettuosi gesti l'orgoglioso carattere. In questo modo, concessa una qualche soddisfazione all'una e all'altra parte, l'uomo ha posto fine alle ostilità senza rischiare di esporsi troppo in prima persona, e Marina bene ne ha inteso il comportamento e ne ammira adesso più di prima la prontezza di spirito e la sottile furbizia. Risultando abbastanza chiaro anche agli altri il gioco dell'architetto, in nessuno il suo comportamento provoca dei sospetti. Rimane Simone l'unico a nutrire dei dubbi, ma al momento è troppo impegnato a suonare per tener sotto controllo la situazione, e poi Marina non è una sprovveduta, non ha bisogno di una guardia del corpo.
La pista da ballo si riempie in fretta e la sala è pervasa da un'atmosfera vivace e allegra, sia per merito della musica che per effetto del vino che a fiumi è stato servito durante la cena. La band degli Holiday sfodera un repertorio musicale che spazia dal rock ai ritmi latino americani, con la personale aggiunta di qualche pezzo scritto da loro, senza scordare di inserire di tanto in tanto melodie dedicate agli animi più romantici. I tre giovani però non si limitano solo a suonare e a momenti, abbandonati gli strumenti, animano la festa con i classici balli di gruppo. Simone si cala nel ruolo di DJ, armeggiando abilmente con l'impianto stereo, mentre Loris e Claudio si divertono a improvvisare coreografie più o meno inedite, seguiti nelle loro mosse dalla folla che davanti a loro si sta dimenando senza sosta.
Marina e Jenny sono scatenate e a dire il vero anche Loredana, contrariamente ad ogni aspettativa, si lascia talvolta trasportare dalla musica e dall'euforia generale. Chi dimostra una certa abilità nel seguire i ritmi più disparati è Lorenzo, che versatile passa da un valzer a un mambo, non disdegnando i tipici beat da discoteca. Senza sfoggiare una tecnica eccelsa, si muove con stile e disinvoltura, sempre mantenendo la sua aria accattivante e intrigante, cambiando spesso dama per accontentare le numerose richieste. Marina, tornata al tavolo insieme a Jenny per bere dell'acqua, osserva l'attraente architetto in mezzo alla pista da ballo e con estrema schiettezza esprime la propria impressione all'amica:
"Guardalo là, come si diverte con tutte quelle donne che gli girano intorno... Fossi sua moglie, lo terrei sott'occhio."
"Per amor del cielo, non tirar fuori altre grane!" esclama Jenny preoccupata, manifestando poi un'opinione diversa da quella della compagna:
"A me pare che Lorenzo cerchi di essere gentile con tutti. E' vero, con le donne, soprattutto quelle più carine, è di sicuro galante, ci sa fare, e magari gli piace corteggiare ed essere corteggiato. Però non credo sia il tipo da superare certi limiti."
"Peccato." commenta maliziosa Marina, fulminata da un'occhiataccia dell'amica, che immediatamente la rimprovera per l'inopportuna uscita:
"Vedi di non farti venire strane idee e cerca di non dire cavolate. Piuttosto, pensa a scusarti per la discussione di prima e prova a chiarirti, se non con Loredana, almeno con Lorenzo."
Marina sbuffa, ma è costretta ad ammettere la sensatezza del saggio consiglio. Quando anche Lorenzo raggiunge il tavolo per dissetarsi, Jenny dà un pizzicotto sul braccio alla compagna per spronarla a mettere subito in atto il suggerimento che le ha dato, onde evitare spiacevoli equivoci, sempre deleteri se si protraggono nel tempo, dopodichè si allontana, augurandosi che le sue parole non cadano nel vuoto. Marina pian piano si avvicina a Lorenzo, che nemmeno la guarda e beve imperterrito un bicchiere d'acqua. Fermatasi accanto a lui, gli si rivolge con dolcissima voce:
"Mi spiace per prima, non volevo offendere nessuno."
L'architetto si gira verso la ragazza, mascherano i propri pensieri dietro un'indecifrabile espressione, e Marina, non scorgendo in lui alcuna reazione, prosegue il proprio discorso:
"Non volevo essere maleducata, però non mi piaceva il modo con cui Loredana guardava Jenny, come se la mia amica non meritasse di stare a tavola con lei."
"Non devi giustificarti con me." interviene sorridendo Lorenzo "Ho capito benissimo cos'è successo. A volte mia moglie sembra ostile e insofferente, ma non è cattiva: ha un carattere un po' difficile, però anche tu signorina sei un bell'elemento... Dovresti imparare a contare fino a mille prima di aprir bocca!"
Il benevolo rimprovero non infastidisce Marina, che anzi lo accoglie ammettendo la propria colpa, mentre gli occhi sereni dalla conciliante luce nei quali si sta ora specchiando hanno su di lei un'inspiegabile effetto, infondendole nel cuore la rassicurante certezza di aver trovato qualcuno in grado di comprenderla nel profondo.
Nella sala risuonano adesso i sanguigni ritmi latino americani e Lorenzo, amante dei balli di questo genere, invita Marina a cimentarsi in una rumba. Lei ovviamente non si tira indietro e, lasciandosi guidare dal disinvolto cavaliere, si dimostra pari a lui in scioltezza e musicalità. I due si intendono alla perfezione nell'eseguire i passi, solo apparentemente facili, in sintonia l'uno con l'altra sulle calienti note della travolgente musica. Quello che era partito come un divertente gioco, lentamente assume connotati differenti e quasi inquietanti: smettono d'un tratto di sorridere Marina e Lorenzo, intimoriti da ciò che in loro si sta agitando. Mai erano stati tanto vicini, non solo fisicamente: stretti l'uno all'altra d'improvviso avvertono una forte attrazione che entrambi sanno di dover fuggire e per porre fine alla pericolosa situazione, smettono di ballare e si allontanano, guardandosi increduli e perplessi. In breve la strana sensazione che li aveva catturati svanisce dai loro animi e con uno spontaneo e complice sorriso viene superato il misterioso imprevisto.
L'attenzione generale di colpo si concentra su quanto sta accadendo al centro della pista: Jenny sta improvvisando un mambo con Giacomo Bruni che, sebbene impacciato nei movimenti, si impegna a seguire i passi della scatenata dama. Lorenzo si copre gli occhi con le mani e scuotendo la testa esclama:
"Ci mancava solo questa! E' la prima volta che mio papà si butta in un ballo che non sia un valzer!"
Marina ride per la sconcertata espressione sul volto dell'architetto e lui, divertito, commenta l'esibizione del genitore:
"Sembra un orso, saltella qua e là senza aver la minima idea di quello che sta facendo... Mi sa che ha bevuto qualche bicchiere di troppo!"
Marina ha le lacrime agli occhi per le spassose osservazioni di Lorenzo e lui a sua volta si lascia contagiare dalla genuina ilarità della ragazza, sentendo nell'animo l'energia e la gioia che da tempo aveva perduto. Nel corso della festa i due comunque evitano accuratamente di ballare nuovamente insieme, per evitare di incappare nel medesimo incidente capitato in precedenza: in certi casi la prudenza non è mai troppa!
Passata la mezzanotte poco alla volta gli invitati cominciano ad andarsene, compresa Loredana, che si fa accompagnare a casa da Erika. Lorenzo invece si trattiene insieme a Giacomo, per adempiere fino in fondo al ruolo che gli spetta in quanto promotore della serata. Con estrema gentilezza padre e figlio salutano e ringraziano coloro che hanno preso parte alla festa, rimanendo nel ristorante finché non si è svuotato. Verso l'una e mezza di notte, anche i tre musicisti si accingono a lasciare il locale e caricano gli strumenti sul furgone di Loris. Marina e Jenny aspettano sedute in un angolo che Simone abbia finito per poter tornare a casa: sono piuttosto stanche, però non appena vedono avvicinarsi la famiglia Bruni al completo, recuperano immediatamente le forze.
Elisa, con occhi ridenti, si rivolge a Jenny:
"Non so come tu sia riuscita a far ballare un mambo a mio papà: di solito lui al massimo si avventura in un valzer, anche perché, a dire la verità, non è molto portato per la danza!"
"Ho solo qualche chilo di troppo!" si difende il diretto interessato.
"Non trovare scuse," interviene Lorenzo "non sei mai stato agile come un gatto."
Jenny sorride per il vivace scambio di battute e Marina, divertita, si lascia sfuggire uno spontaneo commento:
"A vedervi discutere così sembrate i personaggi di una commedia!"
"Mi pareva impossibile che non mettessi in mezzo il teatro..." sottolinea Lorenzo, puntando i neri occhi sulla ragazza già pronta a replicare:
"Farebbe comodo a molti se mi limitassi a parlare di teatro."
"Se non altro faresti meno danni." rimarca pungente l'architetto, incalzato da Jenny:
"Sarebbe sufficiente se questa peste tenesse un po' a freno la sua linguaccia."
Il più maturo dei Bruni, pur ignorando determinati antefatti, non si trattiene dall'esprimere la propria schietta opinione:
"Anche se sono sicuro che voi tre state nascondendo qualcosa, posso dire che a me piacciono le persone sincere e dirette, e non sopporto quelle che davanti ti fanno mille complimenti aspettando il momento giusto per pugnalarti alle spalle."
"Finalmente qualcuno che mi capisce!" esclama in tono melodrammatico Marina, abbracciando affettuosamente il maturo uomo, che sorridendo afferma compiaciuto:
"Queste sì che sono soddisfazioni!"
"Credevo che il play boy della famiglia fosse mio fratello..." osserva Elisa, molto divertita.
Nel frattempo, gli Holiday hanno terminato di portar via i loro strumenti e si avvicinano a Giacomo Bruni e suo figlio per ringraziarli della squisita cena e dell'ingaggio, ricevendo in cambio dei meritati complimenti per la loro bravura nel passare abilmente da un genere musicale ad un altro e per l'estro dimostrato nell'animare la festa. Simone, come i compagni, gradisce i sinceri apprezzamenti e accetta volentieri di prendere ancora parte alle cene organizzate dai Bruni, però nel momento in cui stringe la mano a Lorenzo non gli risparmia un'occhiata diffidente e velata di ostilità, tacito monito a non oltrepassare precisi limiti. Con apparente indifferenza l'architetto recepisce il messaggio, senza minimamente scomporsi, quasi la cosa non lo toccasse, convinto di non dover certo render conto delle proprie azioni al giovane che gli sta di fronte.
Alla fine, Marina e la sua amica se ne vanno insieme a Simone. Durante il tragitto in auto verso casa, Jenny domanda alla compagna perché abbia attaccato con tanto astio Loredana, e la diretta interessata subito risponde:
"Quando ti è scappato dal piatto quel gambero, lei ti ha guardato con un tale disgusto che proprio non ho potuto stare zitta."
"Anch'io me n'ero accorta," ammette l'altra "e ho preferito far finta di niente."
"Io davvero non ci sono riuscita, mi spiace." insiste Marina, iniziando ad innervosirsi nel ripensare alla sprezzante espressione della superba donna.
Jenny pone fine alla discussione chiedendo un favore all'amica:
"Non ho bisogno di cavalieri che mi proteggano, so difendermi da sola, ma so anche quando è il caso di non reagire: a volte non vale la pena arrabbiarsi, con certa gente l'indifferenza è l'arma migliore."
"Hai ragione." interviene Simone "Però le uscite di Marina sono state grandiose... la faccia di quella Loredana era uno spettacolo!!"
Inevitabilmente i tre amici scoppiano a ridere rammentando l'espressione stizzita della donna il cui smisurato ego è stato ridimensionato in maniera piuttosto brusca: a chi crede di saper tutto e di essere superiore agli altri, di tanto in tanto va impartita una lezione di umiltà.

   
 
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