Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    23/11/2017    0 recensioni
Due amici di infanzia, da sempre innamorati, ma costretti a separarsi. Allora giunse il momento in cui lui dovette fare una scelta, e dirle addio…. Ma non per sempre, sapeva che prima o poi si sarebbero sicuramente ritrovati. Perché quella era la loro promessa.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mokona, Sakura, Syaoran, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Song of Memory
 

 
Anche al di là della luce fui accolta da un’aria nebbiosa. A distanza mi parve di intravedere il mio villaggio, il villaggio in cui ero cresciuta. Poi udii una bambina piangere debolmente.
Camminai in direzione di quel suono, ritrovandomi in un campo di margherite.
«Mamma…. Papà…»
La me bambina era rannicchiata, accanto ad un albero, chiusa in se stessa, come il bozzolo di una farfalla. E singhiozzava.
Dieci anni fa i miei genitori morirono a causa di un’epidemia. Le lacrime mi risalirono agli occhi al ricordo. Mi avvicinai, chinandomi su di lei per carezzarla, ma la mia mano attraversò il suo corpo. Mi si strinse il cuore alla mia impotenza.
“Non piangere…”, la implorai, sicura di star facendo lo stesso.
«Sakura, perché piangi?»
Vidi Shara avvicinarsi a sua volta, inginocchiandosi davanti a me.
«Stavo pensando al mio papà e alla mia mamma…. A quando erano qui con me…. Non li rivedrò più…. Sono andati via…. Perché mi hanno lasciata qui da sola? Non voglio restare sola…»
«Andrà tutto bene, vedrai.» Shara provò a consolarmi, asciugandomi con delicatezza le lacrime dal viso. «Ci sono io con te. Non ti lascerò sola.»
«Davvero?», chiese speranzosa la me bambina, tirando su col naso.
«Sì. Starò sempre al tuo fianco.»
«Me lo prometti?»
«Sì. Forza, andiamo a casa.»
Si mise in piedi, porgendole una mano, ma quella piccola me si rifiutò di ascoltarla.
«Non voglio! Non c’è nessuno per me! Non ha alcun senso tornare lì…»
«Ci sono io, Sakura. Resterò al tuo fianco finché non ti addormenterai.»
«Lo farai?»
«Certo.»
«Shara…. Grazie….»
La versione bambina di me stessa prese finalmente la sua mano, alzandosi, e andarono via.
“Aspettate!”
Provai ad inseguirle, ma la scena cambiò. Stavo guarendo un orso e questi quasi mi attaccò, ma Shara mi protesse. Vidi che si era ferita in quel momento, con un artiglio dell’animale. Non ne avevo idea, all’epoca….
«Ti proteggerò sempre.», mi promise.
La piccola me le chiese perché era sempre così gentile con me e Shara rispose: «Voglio farlo. Perché ti voglio tanto bene.»
«A-anche io ti voglio bene.»
«Lo so.», sorrise tristemente Shara. «Ma il tuo volermi bene è diverso. Un giorno ti spiegherò perché.»
La scena tremolò davanti ai miei occhi e cambiò nuovamente, il ricordo di noi due si distorse incredibilmente. Come la pellicola di un film si susseguirono numerosi ricordi, tutti rimossi. Alcuni erano troppo forti e brillanti, altri più oscuri, alcuni accesi di colori, altri pure ombre nere. Mi sentivo come se li stessi rivivendo, uno dopo l’altro, e molteplici voci si frapposero, giungendo da tutte le direzioni.
«Ti vogliamo bene.»
«Sei la nostra dolce bambina.»
«Principessa, lo facciamo per salvarti.»
«Le parole magiche sono racchiuse in te.»
«Nel tuo sangue scorre la magia.»
«Devi soltanto trovare la chiave.»
«Lui ti proteggerà.»
«Sakura, andiamo all’Accademia di magia Gedonelune insieme.»
«Shara! Arrampichiamoci sugli alberi!»
«Accidenti, Sakura! Perché devi essere sempre così imprudente? Non posso distogliere un attimo lo sguardo da te!»
«Shara, mi canti qualcosa?»
«Questa corona di fiori donerebbe più a te che a me, Sakura.»
«Shara! Facciamo una gara e vediamo chi arriva prima a casa!»
«Sakura, da questa parte!»
«Vorrei tanto stare così per sempre. Giocare con te è divertentissimo, Shara.»
«Canterò per te, Sakura.»
Le care e amate voci dei miei genitori si accavallarono a voci senza suono, ma furono ben presto sostituite da risate gioviali, toni allegri e spensierati.
“Perché ho dimenticato tutto questo? Erano così tanti momenti meravigliosi….”
La nebbia fu spazzata via da una forte raffica di vento, che portò via con sé anche i miei ricordi.
“No! Non sparite!”
Non potei fare altro che restare a guardare mentre tutto si frantumava in mille pezzi, davanti ai miei liquidi occhi. Tutto si sgretolava, finché non rimasero che riflessi nella polvere. Poi l’oscurità.
«Shara!»
«Sakura!»
Fui colpita nuovamente da una luce accecante.
Era notte e ci trovavamo sulla sponda di un fiume, su cui galleggiavano lanterne colorate che rappresentavano le anime dei defunti. Sembrava un altro cielo pieno di stelle.
«Mamma…. Papà…. Ci rivedremo l’anno prossimo…»
Shara si rannicchiò accanto alla me bambina, mentre le lanterne si allontanavano guidate dalla corrente.
«Sakura…»
«Sto bene. Anche se sono triste, tu sei qui.»
Si sforzò di sorridere e proprio allora Shara prese gentilmente la sua mano.
«Sakura, c’è una cosa che devo dirti. Promettiamoci che un giorno ci rincontreremo… E all… se… o.»
Mi chiesi cosa mi avesse detto, perché le parole erano improvvisamente diventate mute.
«Anche se sei una bambina?»
«La prossima volta che ci vedremo sarò un ragazzo.»
«Non riesco a capire…. Ma va bene, lo farò, perché tu mi piaci.»
«Grazie…. Sarà la nostra promessa.»
«Sì. Ma perché me lo dici adesso?» La me piccola dovette capire qualcosa, perché provò ad indagare, sempre più spaventata di quella che sarebbe stata la risposta. «Cosa intendi dire con “un giorno ci rincontreremo”?» Non ricevendo risposta si fece più avanti, osservando il suo viso e restandone infelicemente colpita. «Shara? Perché sembri così triste?»
«Il lavoro di mio padre qui è terminato…. Quindi…. Ora dobbiamo andare in un altro paese, a nord.»
«Cosa?»
«Non posso più restare qui…»
«Quando devi partire?»
«Stanotte.»
«Non è possibile…. Non può essere vero….»
«Sakura…»
«Mi avevi promesso che saremmo state sempre insieme!»
«Lo so. È doloroso anche per me.»
«Stai rovinando tutto! Non ti prometterò più niente! Sei una bugiarda!»
Grosse lacrime scivolarono giù dagli occhi della me bambina. Erano talmente grandi che Shara non riusciva ad asciugargliele, ma ben presto a quelle si aggiunsero anche le sue lacrime.
«Mi dispiace…. Mi dispiace così tanto, Sakura. Odio vederti piangere…. Volevo diventare forte in modo tale da proteggerti…. Per non farti piangere più…» Provò a celare la tristezza dietro un sorriso gentile, ma le sue lacrime non si arrestarono. «Andrà tutto bene, Sakura. Non ti lascerò.»
«È una bugia!»
«Non vado da nessuna parte.» Shara la abbracciò, la sua espressione diceva che stava per fare qualcosa di cui si sarebbe pentita per il resto della sua vita. «Perdonami, se puoi.», sussurrò, prima di prendere un profondo respiro ed intonare: «--briowhio sumerou acriadon sunodo riokmus rimeamo…»
Mentre lei cantava gocce di una luce soffusa fluttuavano attorno a noi e salivano in alto, fino al cielo, fondendosi con le lanterne e le stelle, spandendosi nell’universo.
«--riokmus rimeamo…» Con quelle ultime note la me bambina, ancora tenuta fermamente tra le sue braccia, perse i sensi. Shara crollò a terra, reggendomi, singhiozzando come in agonia.
«È meglio così…. Se non mi ricordi, non piangerai…. Se puoi vivere senza questi ricordi dolorosi…. E mi dimentichi…. Va bene così…. Finché non ci rincontreremo ancora…. Addio, Sakura.»
La scena si volatilizzò, scomparendo come fumo, e tutto fu avvolto dalle tenebre, nelle quali lasciai che scorressero le mie lacrime come cascate. Shaoran aveva recitato un incantesimo tanto doloroso, affinché io non fossi triste… Mi si strinse il cuore in una morsa immaginando come doveva essersi sentito.
“Mi dispiace, Shaoran…. Voglio vederti…. Voglio vederti. Voglio vederti!”
«Shaoran!» 
Nonostante avesse dovuto essere sigillata, la mia voce risuonò forte nell’oscurità. Fu allora che una piccola sfera di luce venne verso di me. La afferrai con una mano, disperata, e quando riaprii gli occhi mi ritrovai in una foresta, accanto ad uno stagno…. E davanti ai miei occhi c’era la persona che desideravo tanto incontrare.
«Shaoran! Shaoran, sei proprio tu?»
«Sakura, cosa ci fai qui?!»
Senza che riuscissi a contenermi gli saltai addosso, stringendolo con tutte le mie forze.
«Mi dispiace…. Mi dispiace…. Non ne avevo idea…. Mi dispiace.», continuai a ripetere.
Lui non pronunciò parola, mi tenne stretta tra le sue braccia finché non smisi di piangere. Anche allora ci fu un piacevole momento di silenziosa gentilezza, ma Mokona attirò la nostra attenzione, spiegandomi che avevo sciolto l’incantesimo da sola, senza bisogno di un contro-incantesimo, per il mio forte desiderio di incontrare Shaoran. Parlò al posto mio, delucidandolo sulla mia presenza lì e non appena lui stava per lamentarsi lo interruppi.
«Lo hai promesso.»
«Eh?»
«Promettesti che saremmo stati sempre insieme!»
«Ma -»
«E che saremmo andati all’Accademia…. E abbiamo fatto anche un’altra promessa. Le stiamo mantenendo tutte, no?»
Sembrava agitato.
«Quindi tu…»
«Lo so, la mia risposta vuoi sentirla quando sarò ufficialmente una studentessa e avrò rimesso insieme tutti i pezzi del puzzle. Ma adesso abbiamo un lavoro da portare a termine, quindi sbrighiamoci.»
Proseguimmo, inoltrandoci nuovamente nella foresta, ma avevo come l’impressione che stessimo girando in tondo. Ciò fu confermato da Shaoran, che aveva preventivamente legato un fazzoletto ad un ramo. Mi mantenni ottimista, certa che presto ne saremmo usciti fuori, quando ecco che una voce riecheggiò con un indovinello: «Se io sono destrimano tu sei destrimano, se io sono mancino tu sei mancino. Tu mimi me, ma io mimo te. Io sono me, ma tu sei me. Cosa sono?»
«Uno specchio?», ipotizzai d’istinto. «Sei il mio riflesso nello specchio, no?»
Il ridacchiare delle dispettose fate echeggiò nella foresta.
Avanzammo ignorandole, fino a che non vedemmo una luce filtrare attraverso degli alberi. Ci avvicinammo ad essa e su di noi torreggiava un castello antico, circondato da colonne, rovine, rampicanti e detriti. Mi ricordava quello che avevo visto nell’illusione, ma lì non era così fatiscente.
«È enorme…», sussurrai colpita.
«Deve essere questo il posto.»
Mokona annuì in conferma e un’aria infausta si arrampicò con fare sinistro attorno a quelle che una volta dovevano essere state candide pareti bianche. Rabbrividii e anche Mokona sembrava impaurita, per cui si nascose nel mantello di Shaoran.
«Non posso andare oltre.», si scusò.
Ipotizzai ci fosse qualche tipo di magia che glielo impedisse, per cui la presi tra le mani e la posai all’ombra di un albero.
«Aspettaci qui.»
«Ma -»
«Va tutto bene. Torneremo presto.», provò a rassicurarla Shaoran.
«Tornate tutti interi.»
«Lo prometto.»
Shaoran mi prese per mano e in risposta gliela strinsi con forza. Finché eravamo insieme sarebbe sicuramente andato tutto bene.
  
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