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Autore: usotsuki_pierrot    23/11/2017    1 recensioni
"Aggiungi una ship a tavola" è una raccolta di piccole one-shots dedicata alle ship che più preferisco di Haikyuu!!
Ognuna nata da un pensiero, un'idea, un prompt trovato su internet, potrebbe essere qualsiasi cosa! Spero vi piacciano, e che ritroviate le coppie che vi stanno più a cuore~
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Lista:
I. [IwaOi] Under the rain.
II [MatsuHana] L'amore veste kigurumi.
[In corso]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«Sta per piovere».
«Hah? Ma che dici, l'allenamento ti ha dato alla testa per caso?».
«Iwa-chan, non credi mai a quello che dico!!».
Finiva sempre così, tra loro. Sembravano incessantemente sul punto di litigare. Persino in quel momento tanto tranquillo, al ritorno dagli allenamenti quotidiani, al calar della sera, la stanchezza non era riuscita a battere quel loro istinto quasi naturale.
Camminavano lentamente, l'uno di fianco all'altro; Iwaizumi aveva le braccia incrociate dietro la testa, come a sorreggerla, Oikawa teneva le mani nelle tasche della felpa bianco-celeste. Si erano da poco separati da Matsukawa e Hanamaki, ad un incrocio.
L'aria era pesante, si respirava il classico odore della pioggia, e nonostante intorno a loro regnasse già l'oscurità della sera, era pressoché ovvio il fatto che il cielo fosse colmo di nuvole scure e minacciose. Iwaizumi ne era consapevole; aveva capito fin dall'inizio, fin da quando avevano messo piede fuori dalla palestra, che si sarebbero imbattuti nel brutto tempo prima ancora di giungere a destinazione; tuttavia, pur di non darla vinta al compagno di squadra, l'aveva non solo contraddetto, ma anche velatamente insultato. La sua non era cattiveria, così come - il più delle volte - il broncio di Oikawa non era realmente offeso. Quei battibecchi continui che strappavano troppo spesso sospiri rassegnati al resto del team erano parte di un'abitudine, d'una tradizione segreta e misteriosa che contribuiva a rendere il loro legame inscindibile.
Continuavano a camminare, in un silenzio rotto solo dai radi e rumorosi sbadigli lanciati prima dall'uno e poi dall'altro.
Infine, la pioggia giunse. Minuscole, quasi invisibili gocce d'acqua iniziarono a cadere; lasciavano le loro impronte sull'asfalto, macchiandolo non appena vi entravano a contatto, scivolavano sui tetti delle case che affiancavano la piccola strada intrapresa ogni giorno dai due, colpivano le foglie, che si piegavano sotto il loro peso e la forza dell'impatto. Un gatto arancione, adulto, scese con cautela dal ramo di un albero, atterrando sul muretto che costeggiava il lato destro del quartiere. Dopodiché, con l'agilità felina di cui era dotato, scivolò nel cortile dell'abitazione, sparendo dalla vista di Iwaizumi; lo schiacciatore era stato rapito per qualche attimo dai movimenti scattanti e al contempo attenti dell'animale, tanto da rallentare un poco l'andatura.
Non appena il felino fu completamente scomparso all'interno della proprietà, il castano si lasciò sfuggire un ulteriore sbadiglio, raggiungendo in un baleno l'amico.
Non avevano accelerato il passo, come se non si fossero nemmeno accorti della ferocia della pioggia sempre più fitta. Le loro gambe si muovevano seguendo l'istinto, accompagnate dalla memoria infallibile di un percorso attraversato innumerevoli volte, tutti i giorni per anni. Fortunatamente il freddo non era molto intenso, altrimenti si sarebbero di certo buscati come minimo un potente raffreddore.
Ogni cosa aveva un aspetto diverso, se coperta dal pesante mantello della pioggia. L'atmosfera surreale, cupa e allo stesso tempo colma di quiete che donava al mondo era l'unione tra spaventoso e affascinante. La natura si rovesciava con potenza e aggressività, raggiungendo ogni angolo, mostrando la propria supremazia.
Difficile dunque non comprendere l'azione involontaria del capitano della squadra di pallavolo, che d'un tratto si fermò in mezzo alla via con il naso all'insù; con gli occhi socchiusi, lasciava che le gocce precipitassero sul suo viso, e scorressero senza freni sulla fronte, sulle tempie, sul naso, sulle guance.
Iwaizumi fece qualche passo in più rispetto a lui, e ci volle una manciata di secondi affinché si voltasse. Fece per aprire bocca e insultare per l'ennesima volta il castano e la sua incoscienza. Di certo, stare immobile in mezzo alla strada senza nemmeno un ombrello per proteggersi non gli avrebbe fatto bene.
Eppure, nemmeno una parola uscì dalla sua bocca. Rimase semplicemente lì, fermo anch'egli, a fissare il più alto.
Osservò i folti capelli, che si facevano più fradici e scuri ogni minuto che passava. La sua pelle, così perfetta e curata che lo rendeva quasi invidioso dell'attenzione che vi poneva. Le sue palpebre, semichiuse e che vibravano all'impatto con le minuscole ma aggressive gocce bagnate. Le guance, lievemente arrossate per il poco ma presente freddo che preannunciava l'inverno. Il naso, che non si arricciava quasi mai, al contrario del suo. E infine, le labbra; le stesse che avrebbe voluto sfiorare con le dita e mordere con i denti, che apparivano tanto morbide e imploranti di essere baciate. Quelle labbra che si perdeva a guardare ogni qualvolta il suo proprietario faceva i soliti, lunghi e stressanti discorsi incentrati su se stesso, che lo innervosivano ma che avrebbe sempre ascoltato pur di sentirlo parlare.
Da quella prospettiva, sotto la pioggia battente, Oikawa gli appariva diverso. Aveva un'espressione al contempo calma, seria e malinconica. Un particolare velo di tristezza e quiete fuse insieme a creare un’armonia del tutto singolare e attribuibile solo a lui faceva da padrone sul volto fragilmente imperscrutabile dell'alzatore.
Iwaizumi conosceva quella parte dell'esistenza dell'amico d'infanzia; aveva vissuto ogni lato, ogni aspetto del suo carattere. Ma assistervi era spiazzante persino per lui. Era come se si costruisse una barriera di elegante solennità che lo allontanava, che lo rendeva estraneo agli occhi del mondo circostante, inclusi quelli del suo migliore amico. Della persona che lo amava. E al più basso, quella sensazione di distacco non piaceva per nulla.
Non capiva che l'unico motivo per cui Oikawa si permetteva di mostrargli quel lato di sé era proprio la fiducia che aveva nei suoi confronti. Fiducia, affetto, amore.
Iwaizumi tirò un sospiro, che l'altro parve non sentire. Risvegliatosi da quel sonno profondo ad occhi aperti, lo schiacciatore si avvicinò al compagno di squadra, senza accorgersi che il suo braccio si stava alzando. In pochi istanti aveva inavvertitamente teso la mano, con le dita allungate verso quelle di Oikawa, rilassate lungo i fianchi. Per qualche secondo il più basso sentì una strana sensazione, come di euforia. Un brivido percorse la sua schiena, risalendo man mano che le falangi penetravano nella barriera invisibile eretta dall'alzatore.
Il contatto. I polpastrelli del ragazzo dai capelli a punta sfiorarono il dorso della mano dell'amico. Il tempo sembrò fermarsi; Iwaizumi credette di poter osservare ogni singola goccia di pioggia precipitare al suolo a rallentatore. I suoi occhi scuri si spalancarono, mentre un denso calore cominciava a circolare sulle sue guance, sulle sue dita, partendo dal petto. Sentiva il cuore battere sempre più forte, sempre più veloce. Le orecchie rimbombavano al suono di quel battito insistente, la testa si faceva pesante. Ma ciò che turbò maggiormente il castano fu la natura di quella sensazione; la trovò... piacevole. Calda, confortevole, accogliente.
Oikawa si era ormai svegliato dal suo stato di trance, ma non si era mosso di un millimetro. L'unico gesto che lo aiutò a liberarsi del potente stato di intorpidimento in cui era caduto fu quello di abbassare la testa; posò gli occhi chiari sul viso di Iwaizumi, e subito dopo sulla mano che ancora minacciava pericolosamente di entrare a contatto con la sua.
Un sorriso comparve sul suo volto; un sorriso lieve, che ben pochi avevano avuto il piacere e l'onore di vedere. Colmo di innocenza, completamente opposto a quelli che era abituato a scoccare ai suoi avversari, e ancora più sincero degli sguardi affettuosi che rivolgeva ai compagni di squadra.
Il più basso lo vide. Lo vide come aveva ne aveva visti tanti altri.
Non avrebbe potuto rendersene conto, ma le guance gli si erano tinte in poco tempo di un rosso fuoco, paragonabile a quello che scoppiettava ancora nascosto ma costante nel suo cuore; ed era stato fortunato, perché se solo fosse stata una giornata di sole, l'alzatore lo avrebbe notato subito.
D'improvviso, uno starnuto da parte di Oikawa riportò entrambi alla realtà. Iwaizumi scosse la testa d'istinto, come per lasciar scorrere insieme alla pioggia ogni insicurezza provata da qualche minuto a quella parte.
«Stupido di un Oikawa!», esclamò, colpendo il capo del più alto con una sberla a palmo aperto. La vittima dell'attacco gemette dal dolore, mostrandosi poi sorpreso dell'atto, come se fosse il primo da parte dell'amico.
«Iwa-chan, sei cattivo!!».
«Se continui a stare fermo in mezzo alla pioggia ti ammalerai, idiota!!». Iwaizumi afferrò la manica della felpa del compagno di squadra, iniziando a trascinarlo.
«Allora è vero che ti preoccupi per me, Iwa-chan!», fece lui, sottolineando con la solita cantilena allegra il soprannome.
«Tsk, smettila! Se dopo questa ti prendi un raffreddore o peggio, ti riempio di botte!!».
Un'altra litigata, un nuovo bacio mancato, un'altra connessione invisibile tra l'alzatore e il suo fedele partner.

   
 
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