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Autore: ssj13    23/11/2017    0 recensioni
Gli anni non si contano più, il mondo è distrutto.
La vita è solitaria, i tuoi migliori alleati? Paura e sangue freddo.
Ma come si è arrivati a ciò?
Questa è la domanda al cui il nostro protagonista vuole rispondere...
Ci riuscirà ? Affronterà tutto da solo ? O troverà validi alleati ?
Scoprirà il significato della parola "amicizia" di cui ha sentito parlare?
O fallirà?
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 4
Inazuma
Un urlo di puro terrore squarcia il silenzio.
È un urlo infantile che fa accapponare la pelle. 
-Kōya io vado a vedere cos’è stato, tu resta qui.-
Mi fa un cenno affermativo col capo e io corro tra gli altri pini seguendo le urla che si susseguono.
Sta gridando un bambino, neanche io ho mai attaccato un bambino,  non vi è alcun motivo.
Corro pe una manciata di minuti fino a raggiungere il luogo da cui provengono le urla. 
La scena che mi trovo davanti mi da molto fastidio.
Un uomo tiene sollevato per la gola un bambino che urla e si dimena piangendo mentre altri due uomini si godono la scena sghignazzando.  Neanche io sono cosi spregevole!
L’uomo che serra la gola del piccolo è alto poco più di me ha gli occhi neri e crudeli i capelli cortissimi e castani; è molto massiccio e pieno di cicatrici con una giacca bianca on delle catene e un pantalone blu.
I due che ridono sono uguali, massicci, ma non troppo, occhi gialli e capelli ricci e biondi, uno però ha la barba entrambi hanno una tuta grigia e quello senza barba ha le maniche strappate.
Agisco d’istinto.
-Mollate immediatamente mio fratello!-
Ringhio mentre mi avvicino. 
Osservo il bambino che si volta verso di me e punta i suoi occhi blu nei miei smettendo di strepitare e agitarsi facendo fermare anche gli scompigliati capelli grigi del ragazzo mentre la fascia rossa che teneva fra i capelli scivola per terra.
Io lo guardo e gli mimo con le labbra di non aver paura di me che volevo solo aiutarlo e lui mi regala un tenue sorriso.
-Hei tu, ragazzina. Chi ti credi di essere ?- Sento chiedere.
Li guardo e, con tono altezzoso, rispondo.
-Mi chiamo Inazuma e sono la sorella del bambino che tieni  per la gola.- 
 Non capisco perché sto insistendo tanto sul fingere che sia mio fratello e non capisco perché lo stia aiutando, sarà l’influenza del rossino che mi sta cambiando, ma voglio aiutarlo e non demorderò!
-Io mi sono presentata! Ora presentatevi voi!-
Ordino in tono freddo e severo mentre l folgoro con lo sguardo.
L’omaccione scaglia il ragazzino contro un albero e  geme  sommessamente di dolore.
Ringhio al vedere la scena.
Mi si avvicina parlando.
-Io sono Nikushimi (憎しみ In giapponese odio ) e loro sono Enkon (怨恨in giapponese rancore) –ed indica il tizio barbuto-e Bujoku (侮辱in giapponese disprezzo)-(ssj13: no avevo idee per i nomi e mi sono venute quelle tre parole in mente.).
Poi mi si avvicina e io faccio scivolare la mia sacca vicino alla mano.
-Una bella ragazza come te non dovrebbe vagare per le selve-
Infilo l braccio ustionato nella sacca e con la mano sinistra afferro la mia amata FN Five seven mentre Nikushimi si avvicina.
Quando arriva ad una spanna da me , in uno scatto estraggo l’arma e gli sparo a bruciapelo dritto al cuore uccidendolo sul colpo, poi lo spintono facendolo cadere davanti a me.
Enkon grida furioso
-Come hai osato uccidere nostro fratello.-
Io lo ignoro e mi dirigo verso il corpo dell’uomo morto e poggio un piede sulla testa. Alzo la testa e guardo maligna i due fratelli.
 Faccio pressione col piede fino a sfondare il carneo dell’uomo ;la scarpa si imbratta di rosso poi in un gesto sparo a braccio di Bujoku e malevola affermo.
-Se scapate subito non via ammazzo.-
Ed i due scappano con la coda tra le gambe.
Mi avvicino al bambino ancora seduto sul prato tremante.
Mi accovaccio facendogli il sorriso più dolce che so fare.
-Tranquillo ora sei al sicuro.-
Alza lo sguardo e noto de lividi sul collo niveo .
-Come ti chiami piccolo?- 
-Hikari-
Risponde tremante il piccolo.
-Hikari, hai dei parenti da cui tornare.-
-No-
Lo sguardo diventano più tristi
-Vuoi diventare il mio fratellino e viaggiare con me?-
Lui mi guarda curioso e chiede:
-Non morirai anche tu come la mia famiglia, vero ?-
Faccio segno di diniego con la testa e lui si accende in un sorriso smagliante.
-Allora tu sarai la mia sorellona –
Prendo in braccio Hikari e mi dirigo verso Kōya. 
Kōya
Osservo Inazuma dirigersi verso la direzione da cui provengono le urla. 
So che è forte e so anche che le sarei di impiccio, ma sono comunque preoccupato.
Che poi, a pensarci bene, la conosco solo da pochi giorni e già ho paura per lei, le emozioni e le preoccupazioni non le riesco ancora a capire.
È più facile non pensarci  e fare altro.
Mi sfilo lo zaino dalle spalle e prendo amo e filo, mi siedo sulla riva del torrente ed inizio a pescare. 
In un primo momento va tutto bene, ma, appena prendo qualcosa uno sparo mi distrae e che succede ?
1)Perdo la mia preda.
2)Mi conficco l’amo sul dorso della mano
3) mi aggroviglio nel filo prima le mani, poi i polsi ed infine le braccia.
Più cerco di liberarmi, più mi aggroviglio, non so quanto tempo asso ad aggrovigliarmi nella lenza che mi sento chiamare.
Mi volto e incontro i vedi occhi di Inazuma.
Mi lancia un’occhiata come per dire “ Tra tutte le persone che potevo scegliermi come amico mi sono resa quest’idiota” e se pensa questo non posso biasimarla, orma non posso più muovere le braccia e ho del filo che dai capelli , come c’è arrivato là  ?
-Ma lui chi e?-
Chiedo appena noto il bambino che tiene in braccio, possibile che non l’abbia notato prima ?
Il piccoletto punta i suoi lapislazzuli nei miei occhi e poi si volta verso la bionda, lei lo posa a terra e la prima cosa che vedo sono i lividi sul collo, ma non faccio domande.
-Kōya, lui è Hikari e ho deciso che verrà con noi poiché l’ho adottato come fratellino. Hikari, il rossino qui presente è un mio buon amico, non devi aver paura di lui.-
Afferma sicura la ragazza poi la vedo dirigersi verso di  e aggiunge
-Mi puoi spiegare com’è umanamente possibile aggrovigliarsi in quel modo ? E poi come hai fatto a ficcarti l’amo sul dorso della mano ? Vedi di liberarti in fretta.-
Lo dice ridendo , poi mi supera e si dirige verso l’acqua.  La vedo prendere il coltello a doppia lama e ,dopo un attimo di apparente esitazione, la vedo scagliare l’oggetto in acqua per poi raggiungerlo e prenderlo con un pesce trafitto. 
È stata bravissima.
Dopo pochi secondi passati, sicuramente, con la faccia da ebete, tento di liberarmi senza risultati.
-Vuoi che ti aiuti.?-
Mi volto verso l’argenteo cespuglio che mi ha parlato e con un po’ di esitazione faccio segno di assenso con la testa.  
Hikari
Appena lo vedo farmi il cenno di assenso inizio a sbrogliare il filo.
Non è un lavoro semplice, ma dopo poco ho finito. Per tutto il tempo ,Kōyu, no aspettata, non si chiama così! Ehm… mi forse era …. Kōya (?), si Kōya. Stavo dicendo che per tutto il tempo mi ha guardato con una faccia stupita, ma io non capisco perché, ma non voglio chiederlo, lui è amico di Inazuma e visto che lei ha deciso di essere la mia sorellona, non voglio che pensi che io sia uno stupido, quindi sto zitto.
Una volta che ho riavvolto la lenza gli porgo il tutto e lui prima di afferrarlo si toglie l’amo dalla mano, ( esce qualche goccia di sangue, ma niente di grave) afferra il filo e mi ringrazia .
Poi si gira e si dirige verso la bionda.
-Hei, Hik, dai vieni.-
   Mi dice il rosso voltandosi  regalandomi un grande sorriso.
Inizia già a piacermi, sembra una persona molto buona, di sicuro non fa paura.
Sorrido e li raggiungo. Finalmente, mi sento al sicuro.
Inazuma ha pescato 6 pesci, 2 a testa, mica poco!
Ho una fame…
Ci allontaniamo un po’ fino a trovare una grotta, nel tragitto abbiamo raccolto della legna , così accendiamo il fuoco e mangiamo, controlliamo la sera e, giunta la notte mi dicono di andare a dormire, poi Kōya mi raggiunge.
Poco dopo mi addormento.
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