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Autore: Usagi_84    24/11/2017    1 recensioni
- E’ una voglia normale o è una voglia matta? - chiese Minako.
- Bè… non saprei, ho solo voglia di cioccolata - rispose la “quasi mammina” in tutta la sua ingenuità.
- Pensaci bene Usagi, è di vitale importanza... -
Dopo il successo di "Più viva che mai", Usagi_84 torna con il seguito "Tre è il numero perfetto"
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 7: Parlami, ti ascolto.
 
Tornarono a casa e si concessero una buona tazza di thè.
Mamoru si rese conto di quanto fosse stanco ed Usagi gli consigliò di farsi un bel bagno rilassante, l’acqua calda avrebbe rilassato i muscoli e avrebbe alleviato il peso della pancia.
Nel frattempo Usagi decise di sistemare un po’ la camera da letto, d’altra parte quella mattina, presi dalla nuova situazione, non avevano neanche sistemato il letto.
Perciò si avviò verso un lato del letto e tirò bene le lenzuola e la coperta, poi toccò all’altro lato, quello di Mamoru, e notò sporgere da sotto il letto alcuni libri, li tirò fuori per scoprire che si trattava di testi di medicina.
Che bravo studioso era il suo bel dottore!
Decise di aprirne uno al punto in cui era inserito il segnalibro, chissà, magari nel corpo di Mamoru, avrebbe potuto usufruire della sua intelligenza e capire le nozioni di medicina che ogni tanto lui si impegnava a spiegarle.
 
Capitolo 24: La gravidanza.
 
Usagi scorse le pagine di quel capitolo seguendo le sottolineature e gli appunti di Mamoru. Stava studiano quello stato particolare femminile per cercare di capire, dal punto di vista medico ed anatomico, cosa succedesse, ma non solo, alcuni appunti riportavano domande alle quali Mamoru cercava risposte “Quanto sono protetti i bambini nell’utero materno?”
- Oh Mamo, hai paura davvero… io non avevo capito – sospirò Usagi sentendosi così stupida.
Decise di continuare a sfogliare concentrandosi sulle altre domande o appunti personali “Le voglie non esistono! O, si?” “La mia bambina sente davvero la mia voce?”
Usagi ripensò immediatamente al loro litigio, alle parole di Mamoru, lui aveva cercato di dirle cosa provava, ma lei era troppo impegnata a far valere le sue ragioni di mamma, come se fossero più importanti di quelle di un papà. Lui non viveva la gravidanza come lei, non poteva sentire la bambina quando voleva e non poteva controllare i suoi sbalzi d’umore e come le aveva detto lui “tutto questo è frustrante, e neanche tu mi aiuti molto Usagi!”.
 
- Che stupida! Stupida! Stupida…
 
Nel frattempo Mamoru era uscito dalla vasca e si concedeva altre coccole avvolto nel caldo accappatoio di spugna bianco.
Per ingannare il tempo cercò qualcosa da leggere, qualcosa di Usagi magari, che so… un fumetto, qualcosa di leggero insomma.
Trovò una di quelle riviste femminili che leggevano le ragazze… bè, lui ora era nel corpo di una ragazza, no? Decise di aprirla.
Era piena di scritte disordinate e sottolineature sugli articoli che evidentemente l’avevano interessata, come una grossa cornicetta rossa intorno al titolo “Come riaccendere il desiderio” e varie sottolineature sui suggerimenti più efficaci ad esempio “completino di pizzo”… Gli bastò leggere quelle parole per richiamare alla mente un’immagine di Usagi in camicia da notte… fin troppo trasparente… sotto alla quale aveva notato il completino di pizzo azzurro come i suoi occhi, ma la sua attenzione era stata poi catturata dalla pancia e dalle stupide paure che aveva e si era voltato uscendo dalla stanza in favore di una bella doccia fredda.
Immediatamente ricordò le lacrime di Usagi durante il loro litigio “E’ perché non ti piaccio più? Perché sono diventata enorme? Non mi guardi più con quegli occhi!!
- Piccola mia, ti ho protetta per anni da mostri e demoni, e poi non sono stato capace di proteggerti proprio da me stesso –
Lei aveva cercato, nelle sue lacrime, di trasmettergli il suo stato d’animo e la mancanza di affetto che percepiva, eppure lui si era lasciato prendere più dalle sue paure che dalle sue certezze, e ce le aveva davanti agli occhi, ogni giorno.
Uscì dal bagno, animato da nuove sicurezze e si diresse in camera, dove trovò Usagi china sui suoi testi di medicina, mentre accarezzava i suoi appunti ordinati ai margini del capitolo 24.
- Che stupida! Stupida! Stupida…
- Siamo in due Usako – Usagi sobbalzò sul letto nel sentire quelle parole.
- Da quanto sei qui? – chiese Usagi con gli occhi lucidi.
- Abbastanza da aver capito cosa hai letto – disse mostrando ciò che aveva letto lui.
Usagi si ritrasse sul letto improvvisamente vergognosa cercando di nascondere il viso tra le mani. Due mani delicate glielo impedirono, le stesse la abbracciarono stretta.
- Finalmente so perché non riusciamo a capirci Usako –
- Lo so anche io… non siamo riusciti ad ascoltarci –
Rimasero in silenzio, quasi ad assimilare il significato profondo di quella verità.
- Voglio tornare nel mio corpo Usako – sospirò Mamoru – voglio abbracciarti con il mio corpo, voglio abbracciarti tutta – l’abbracciò ancora più stretta, cercando di avvolgere tutto il suo corpo, ma quelle braccine delicate davvero non potevano contenere tutto il suo corpo maschile.
- Se ti accontenti, per ora, posso abbracciarti io – disse Usagi sorridendo e invertendo l’abbraccio – rivoglio anche io il mio corpo Mamo, amo essere coccolata dalle tue braccia forti e sentirmi protetta –
- Mi dispiace Mamo non aver ascoltato le tue paure, e non averti affatto rassicurato – confessò Usagi.
E visto che si stava entrando in tema di confessioni anche Mamo si scusò per le sue mancate attenzioni.
- Dispiace anche a me non averti fatto sentire desiderata Usako, lo avevo notato il completino di pizzo azzurro, e invece poi… bè… diciamo che ho dovuto farmi una doccia fredda per calmarmi – Mamoru abbassò lo sguardo, perché, ci avrebbe scommesso la sua moto, in quel corpo così sensibile era sicuramente arrossito.
- Doccia fredda? E a cosa… - Usagi lasciò a metà la domanda – oh… oooh! Mamo, vuoi dire che… insomma… ti avevo fatto un certo effetto? – chiese entusiasta Usagi.
Il ballo era iniziato, non si poteva fermare a metà.
- Oh… Usako… tu non hai idea dell’effetto che mi fai, io ti desidero ogni momento della giornata, che tu sia vicina a me o lontana, che i miei occhi ti guardino o che la mia mente ti pensi solamente – le disse serio guardandola dritta negli occhi e scorgendo la vera lei nei suoi stessi occhi.
Eccoli. Quegli occhi. Che lei desiderava tanto. Si, erano quelli di una ragazza, ma dietro a tutto, c’era il suo sguardo, il suo amore e il suo desiderio.
Sta volta non c’era vergogna o imbarazzo a trattenerlo, la guardava negli occhi, non vedeva il colore dei capelli, ne’ le spalle grandi e forti e la baciò.
Elettricità allo stato puro.
Luce accecante.
E poi buio.
  
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