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Autore: reggina    24/11/2017    5 recensioni
Si dice che i gemelli abbiano un legame misterioso, speciale e invidiabile.
James e Jason , forse incatenati allo stesso destino, imparano da subito di non essere il centro del mondo.
Si guardano le spalle, si proteggono e si difendono l'un l'altro. Sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jason e Zahra amano cucinare insieme e sperimentare tra pentole e fornelli perciò, la sera prima della partenza di James e dei genitori per Tokyo, decidono di preparare una cena di commiato.

Con il suo solito senso pratico, il ragazzo ha preso in mano la situazione: si è dedicato alla spesa, scegliendo prodotti buoni e freschi, ed è ben felice di fiondarsi in cucina e prendere in giro la fidanzata per quel grembiule di Sumire che le sta un po’ largo e che ha annodato alla polinesiana.

James si è limitato a spiarli da lontano: è suo fratello che si occupa dei pasti quando sono fuori casa. Lui sa a malapena cuocere una bistecca mentre Clifford si accontenterebbe di mangiar solo hamburger e patatine fritte.

Quando ha tentato di insegnargli qualcosa, Jason non ha avuto molto successo: ha avuto più fortuna con Zahra che si è dimostrata un’ottima allieva.

È bello vederli all’opera insieme: giocano a fare gli chef, canticchiano e mescolano gli ingredienti, non si parlano quasi mai ma si intendono alla perfezione.

Passare una serata tutti insieme, per distarsi un po’, è la ricetta vincente.


Quando rientrano, i coniugi Derrick sono accolti da un profumo di buono, di vecchia Inghilterra: mangeranno fish and chips, come fa la gente felice il venerdì sera.

“Ma non doveva cucinare Jamie?” Chiede Jimon, divertito e scanzonato, lasciando fuori dalla porta tutti i grattacapi e il nervosismo.

“Confesso che non vedevo l’ora di vederlo soffrire in cucina ma non volevo saltare la cena con qualcosa di immangiabile, anche se preparare l’insalata dovrebbe essere alla sua portata!”

Il diretto interessato alza gli occhi al cielo, sospira e affonda una patatina nel ketchup uscendosene con un diplomatico:

“Io non sono portato per questo genere di cose!”

Nessuno è in vena di fare battute, anzi tutti cercano di nascondere le loro debolezze e camuffare l’espressione dei visi.

“Tutto squisito tesoro!”

Si complimenta Sumire, pulendosi la bocca con l’angolo del tovagliolo e togliendosi le briciole che le sono finite addosso.

“Beh mammina credo sia il modo di Jay per dirci che ci vuole bene! Alcuni pomeriggi, mentre io fingo di studiare, questi due pasticcioni passano il tempo a provare nuovi intrugli che poi mi propinano la sera: sono la loro cavia preferita!”


James è un maestro nell’arte di disegnare faccine con il cibo nel piatto ma quando alza lo sguardo e incrocia quello di Lydia è come se avessero un dialogo muto in cui si dicono che gli mancherà tutto questo. L’espressione con cui lei lo guarda è così tenera da fargli desiderare di prenderla tra le braccia.

Annuisce e inspira profondamente, cercando di sembrare ottimista.

“Allora cosa farete tu e Cliff lunedì? Salterete la lezione?”

Jason asciuga sui pantaloni le dita rese scivolose dall’olio e prende dell’altro pesce. Lo addenta ed è come tornare indietro nel tempo, a quando lui e Zahra hanno mangiato per la prima volta insieme fish and chips sulla spiaggia di Brighton Beach e sono stati quasi sbranati dai gabbiani.

“Oh non faremo nulla di particolare! Io ho lezione di pomeriggio.”

“Beh io credo che, per quell’ora, sarò già completamente fuori di testa!”

Per qualche secondo si sente soltanto il cozzare delle posate sui piatti e nessuno sa come riempire quel silenzio imbarazzante. James vorrebbe alzarsi, correre in camera e ricomparire, dopo qualche minuto, vestito da pagliaccio per far ridere tutti.

Non si è mai perso d’animo, però, e ha deciso di restare concentrato su ciò che deve fare per guarire: in questo momento la priorità è affrontare l’intervento.

“Per mia fortuna ho avuto poco tempo per metabolizzare. È successo tutto così in fretta che , nel giro di pochi giorni, mi ritroverò in sala operatoria!”

Con tono forzato, triste e un po’ infantile recupera tutto l’entusiasmo perduto qualche istante prima e, ritrovando nuovo slancio, propone che siano lui e Lydia a preparare un dolce da principianti, facile anche per chi-non-sa-cucinare-ma-sa leggere.

Alla fine tocca a Zahra, con una risata che da libero sfogo alla tenerezza e alla tensione, raccontare di come, quella prima volta, gli uccelli avessero beccato le dita di Jason quando aveva cercato di salvare le sue patatine.


Sicuro di non riuscire a chiudere occhio, James passa la notte sul divano, continuando a muoversi per trovare una posizione comoda, e quando Jason esce dalla loro camera per prendersi da bere lo vede agitarsi, illuminato dalla luce bianca della luna che filtra dalla finestra.

Arriva il momento di partire: i genitori caricano in auto il trolley di Jamie e due grandi borse con le loro cose, le ragazze hanno gli occhi tristi e lucidi.

Il viso di Lydia è una continua smorfia: sta facendo un grande sforzo per non piangere, intanto Zahra fa del suo meglio per distrarla ma senza grossi risultati. Si morde continuamente le labbra, poi passa alle unghie: è nervosa, tesa e terribilmente spaventata.

“Se sei forte tu, lo sono anch’io!”

Saluta così James, sorridendo tra le lacrime che hanno cominciato a colarle giù per il naso e sfiorandogli le labbra con un bacio fulmineo.

Jason, invece, tamburella nervosamente sulla capote dell’auto. C’è un filo invisibile tra i gemelli: sono abituati ad intendersi senza bisogno di parole.

“Vola alto e non aver paura! E ricordati: quando senti che il tuo avversario è molto più forte di te l’unica soluzione è resistere. Testa bassa e avanti, nascondendo i punti deboli”

Sumire insiste per far sedere suo figlio davanti: James abbassa il finestrino e saluta, fino alla fine del vialetto, Jason, Zahra e Lydia che si sbracciano finché la casa diventa piccola e scompare dietro la cortina di pioggia calda che è iniziata a cadere.

Si mette comodo sul sedile e guarda avanti anche se una parte dei suoi pensieri resta impigliata a loro.

   
 
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