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Autore: Abigail_Cherry    24/11/2017    1 recensioni
"Il tuo nome non ti definisce come persona. Ognuno è quello che è, indipendentemente dal proprio nome. Ed io dico che tu sei intelligente, sgargiante ed adorabile. Questo è ciò che sei."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 32:
Il Finale
 
Guardo fuori dalla portafinestra della cucina, seduta su uno sgabello del bancone.
Il prato è sporco, pieno di foglie secche, e un lieve filo di vento le sfiora delicatamente, facendole ondeggiare.
Per una volta, sono tranquilla. Non ho pensieri che mi sfiorano la mente. Solo tranquillità.
È bello non doversi preoccupare di nulla.
Una tazza piena di cioccolata calda copre improvvisamente la mia visuale.
Mi giro verso Thomas. «Grazie» gli dico e prendo la tazza, avvolgendo tutta la superficie con le mie mani per intiepidirle un po'.
Thomas non risponde, ma si siede sullo sgabello accanto al mio.
C'è qualche attimo di silenzio.
«E quindi è tutto finito, a quanto pare» dice Thomas.
«Già» rispondo.
Sono passati un paio di giorni dalla pubblicazione dell'articolo, e in questi due giorni ho ricevuto un mucchio di messaggi, tutti da ragazzi della scuola, alcuni non sapevo neanche come avessero avuto il mio numero.
Certi messaggi insultavano, altri si complimentavano, altri ancora volevano sapere se fossi stata davvero io a scrivere quell'articolo e se la storia fosse vera.
Non ho risposto a nessuno.
Finché non mi sono arrivati altri tipi di messaggi.
 
Il primo a scrivermi fu Andrew:
"Grazie delle scuse e dei consigli. Spero di vederti in giro."
 
Poi Theo:
"Bell'articolo, ne riparliamo oggi pomeriggio."
 
Poi me ne arrivò uno da un numero sconosciuto:
"Non credo ci riuscirò ma proverò a fare ciò che mi hai consigliato. Sono contento di averti incontrato, principessa."
 
Colin e Chris, invece, non mi hanno scritto, e non ho potuto neanche incontrarli non essendo andata a scuola per lasciar calmare un po' le acque.
Ho sentito, però, che Colin ha deciso di cambiare scuola, non si sa se i suoi genitori glielo lasceranno fare, ma sembra abbastanza convinto.
In quanto a Chris, spero di potergli parlare di nuovo un giorno.
 
Tutto sembra essersi stabilizzato. E vorrei che questa calma non finisse mai.
«Thomas, sai c'è ancora una cosa che non mi spiego» dico, e bevo un sorso dalla tazza.
«Dimmi.»
«Quella volta che sei uscito in giardino con Cameron, lui è tornato dentro che non aveva più intenzione di farmi del male. Perché? Cosa gli hai detto?»
Thomas ridacchia imbarazzato. «Cose da maschi.»
Sorrido. «Ah, sì? Tipo "No, cioè, fratello quella è mia amica e non la tocchi, chiaro?" Qualcosa del genere?»
«No...» dice, e lo fisso finché non parla di nuovo. «Non proprio.»
«Dai, andiamo, dimmelo!»
Thomas sospira. «D'accordo.» Appoggia la tazza sul bancone e passa un dito sul bordo della tazza, seguendone più volte la circonferenza. «Dopo essermi fatto spiegare le situazione, gli ho detto che se avesse provato a toccarti un'altra volta gli avrei rimesso il proiettile nel braccio e avrei fatto di tutto per ritrovare gli uomini che lo stavano seguendo.»
Resto in silenzio. Non avrei mai pensato che Thomas avrebbe potuto mai dire qualcosa di simile. «Devi essergli sembrato piuttosto minaccioso.»
«In realtà no. Mi ha riso in faccia, dicendo che non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Io non risposi, e poi Cameron fece qualcosa di inaspettato.»
«Cioè?» chiedo, mentre continuo a bere cioccolata come se fossero popcorn accompagnati dal film che Thomas sta raccontando.
«Mi sorrise.»
«Come mai?»
«Non lo so. Mi disse che mi rispettava perché ero venuto a difenderti, anche se solo con minacce che probabilmente non sarei riuscito a mantenere, e...»
Bevo l'ultimo sorso di cioccolata rimasta e appoggio la tazza sul bancone. «E...?»
Thomas scuote la testa. «Nulla.» Prende entrambe le tazze e le sistema nel lavandino, accende l'acqua e comincia a lavarle.
«Non devi farlo. Non è casa tua, te l'ho già detto un milione di volte!» mi alzo in piedi e lo raggiungo davanti al lavandino, decisa a farlo smettere.
«Lo sai che lo faccio volentieri» mi risponde, così lo lascio fare.
«Allora? Come continua la storia?» chiedo.
«Non continua. Semplicemente ha accettato di non darti più fastidio.»
«Sì, certo, come no.» Mi metto di schiena ed appoggio le mani sul bordo del bancone affianco al lavandino per poter guardare in faccia Thomas. «Andiamo, dimmelo.»
Thomas resta in silenzio, continuando ad insaponare la tazza che sta pulendo, poi la sciacqua e fa lo stesso con l'altra, appoggiandole poi entrambe ad asciugare. «Vuoi saperlo davvero?»
Annuisco, e Thomas si asciuga le mani per poi incrociarle davanti al petto.
Mi guarda dritta negli occhi. «Gli ho detto che tu eri troppo importante per me, che ti amavo, e che le mie minacce non erano a vuoto se c'entravi tu e la tua sicurezza.»
Resto immobile a fissarlo come un'idiota, senza sapere cosa dire, mentre lui continua a parlare. «Questa volta lui non rise di me, stranamente. Mi tese la mano e mi promise che non ti avrebbe fatto mai del male se io non avessi fatto nulla per metterlo nei guai. Strinsi la sua mano ed accettai. Tutto qui.»
Sentivo uno strano tepore nel petto spargersi per tutto il corpo.
In realtà l'avevo sempre saputo. Avevo sempre saputo di provare qualcosa per Thomas. Me n'ero accorta la sera del Gala, quando era venuto in camera mia a sistemarmi il vestito. Ma in quel momento la mia vita era troppo incasinata per trascinarci dentro anche Thomas e avevo soffocato i miei sentimenti.
Ma adesso era diverso.
Tutta questa storia dell'articolo è finita, e io posso finalmente sistemare tutto e ripartire da zero.
Stacco le mani dal bancone e le porto al viso di Thomas.
Tutto accade velocemente, ma nella mia mente vedo tutto nitido. Vedo le palpebre di Thomas che si alzano un po' per lo stupore, sento le sue guance sotto le mie dita infreddolite, avvicinandomi al suo viso noto le pallide labbra di Thomas socchiuse.
Premo le mie labbra contro le sue per qualche secondo, poi mi stacco, lasciando giusto un paio di centimetri tra i nostri nasi.
«Grazie. Per esserci stato sempre. Per le tue parole. Per avermi protetta e per farlo ancora adesso. Grazie» dico, ed avvicino di nuovo la bocca a quella di Thomas, ma lui mi blocca con un dito.
«Aspetta un attimo.» Sembra un po' confuso. «Quindi mi stai dicendo che dopo averti confessato i miei sentimenti più volte ed essere stato rifiutato, adesso hai cambiato idea? Solo per aver sentito questa storia?»
Sorrido. «No.» Le mie mani scendono fino alle sue spalle e le incrocio dietro il suo collo. «Sarebbe successo comunque, prima o poi. Ti avevo rifiutato perché non volevo che tu fossi il sesto ragazzo che frequentassi e c'era Colin che non mi faceva ragionare lucidamente. Ma adesso che tutto è finito posso dirtelo.»
Mi stringo nelle spalle «Ti amo. Di questo non posso dubitarne. E voglio stare con te, con tutte le cose che comporta. Voglio stringerti la mano mentre camminiamo per strada, abbracciati per minuti interi, guardare film stupidi insieme, voglio conoscere meglio la tua famiglia per capire come abbiano fatto a crescere un figlio tanto perfetto. Voglio fare l'amore con te, più e più volte finché non ne saremo stanchi. Voglio farti felice, prepararti i dolci per San Valentino, baciarti, sentire tutto quello che hai da dire sulla tua passione per la medicina, starti accanto nei momenti difficili come tu lo sei stato con me. Voglio fare le conversazioni stupide tra innamorati, voglio che ci facciamo il solletico per poi bisticciare. Voglio semplicemente che tu faccia parte in modo incisivo nella mia vita. Voglio vivere con te affianco.» Mi manca un po' il fiato, ma continuo a sorridere, aspettando una risposta da Thomas.
«È valsa la pena aspettare tutto questo tempo» dice e accoglie nelle sue mani il mio viso per baciarmi. Sapore di cioccolato si sparge nella mia gola, e le gambe mi tremano per l'emozione.
Continuando a baciarmi, le mani di Thomas cominciano a scendere fino ai miei Jeans, dove slaccia il bottone e tira giù la lampo.
«Aspetta, che fai?» dico ridendo.
«L'hai detto tu che volevi far l'amore con me più e più volte finché non ne saremo stanchi, no?» mi risponde con un sorriso malizioso.
Io mi sfilo in fretta il maglione di lana, restando in reggiseno. «Vedo che non ti è sfuggita quella parte del discorso, eh?»
«Scherzi? Mi avevi già convinto al "Ti amo" ma quando hai detto "Voglio fare l'amore con te" ho capito che eri la ragazza della mia vita.»
Rido. «Che scemo.»
Thomas sospira ed appoggia la sua fronte contro la mia «Ti amo più di qualsiasi altra persona. Voglio che tu lo sappia. Ti rispetterò sempre e farò tutto ciò che è in mio potere per renderti felice.»
Chiudo gli occhi per un momento e sorrido compiaciuta. «Allora togliti quella maglietta.»
Thomas esegue e riprende a baciarmi passionatamente, le sue mani scivolano fino alle mie cosce e con uno strattone mi solleva e mi porta fino al lungo bancone dove eravamo seduti prima per poi appoggiarmici sopra, appoggio le dita sulla vita dei suoi pantaloni e lo attraggo a me finché i nostri corpi non si toccano.
Comincio a sbottonare i pantaloni ma lui mi ferma.
«Aspetta, aspetta, aspetta» mi dice con un sorriso imbarazzato. «Prima che sia troppo tardi, hai...» indica con un dito in mezzo alle sue gambe.
«Oh, sì certo.» Sorrido, e gli do un veloce bacio sulla bocca. «In camera mia nel cassetto della biancheria» gli sussurro. «Se trovi qualcosa che ti piace, puoi portare giù anche qualcos'altro da quel cassetto.»
Lui arrossisce per un attimo, poi mi bacia. Si stacca da me e cammina verso la porta, la apre e prima di richiuderla specifica un: «Non ti muovere.»
Chiusa la porta, mi ritrovo a fissare la mia immagine nello specchio appeso sul suo retro, circondata da un improvviso silenzio.
Nello specchio vedo una ragazza diversa da ciò che ero e che sono stata fino a qualche giorno fa. Ma quel viso così familiare in realtà non mi dice nulla. Lo sento bianco. Vuoto.
Ma queste parole non sono mai state così positive.
Sono un quaderno con pagine bianche, ancora tutto da scrivere. Nuovo.
E sono sicura che scriverò molte cose che ancora non so.
Ma sono certa che la prima parola che scriverò sarà: "Thomas".
 
FINE
   
 
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