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Autore: komova_va    24/11/2017    0 recensioni
“Quello mena”
“E tu mena più di lui. Ricordati che nella vita bisogna sapersi difendere da soli, puoi contare solo su di te.”
Ambientata durante la 1x10; Margherita ascolta per caso la conversazione tra Azzurra e il piccolo Camillo, un bambino della comunità di padre Bernardo, e decide di dare all'amica la sua personale opinione a riguardo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Azzurra Leonardi, Margherita Morbidelli
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Sai... forse non sono affari miei, però è carino quello che stai facendo per quel bambino.

Azzurra alza lo sguardo dal suo smartphone, in direzione della persona che ha appena parlato; Margherita, seduta alla sua destra, è intenta a gustarsi la sua parmigiana alle melanzane, preparata con le sue stesse mani giusto ieri. Il solo guardarla le fa venire fame, soprattutto se messa a confronto con il suo di pranzo: una misera insalata con pomodorini, accompagnata da uno yogurt bianco. Non è giusto; perchè Margherita può mangiare tutti cibi ipercalorici e rimanere magra mentre lei se sgarra anche di poco prende subito peso? Le ci sono voluti anni e anni di attività fisica per ottenere il corpo che ha ora – e che in tutta sincerità, adora sfoggiare e mettere in risalto in ogni occasione. Per evitare di continuare a pensarci, la ragazza sposta lo sguardo direttamente sulla sua interlocutrice, facendo del suo meglio per ignorare il cibo, e risponde:

-Chi, Camillo? Passo il tempo con lui solo perchè l'alternativa sarebbe studiare.

-Sarà... - risponde Margherita, visibilmente scettica. -Sicuramente le tue intenzioni sono buone Azzurra, però non penso che tu gli stia dando un buon insegnamento.

Azzurra inarca le sopracciglia, senza capire il senso della sua osservazione. Che significa che non gli sta dando un buon insegnamento? Se lo ha anche aiutato a difendersi dal bullo che in classe lo tormenta!

-Cioè?

-No niente, oggi passavo di lì e per caso ho sentito quello che gli hai detto, che nella vita bisogna sapersi difendere da soli e che ognuno può contare solo su sé stesso.

Nonostante la spiegazione, la ragazza siciliana proprio non riesce a capire cosa ci sia di sbagliato in tutto ciò; si è semplicemente limitata a constatare un fatto.

-E quindi? Che cosa ci sarebbe di sbagliato? E' la verità. Meglio prepararlo alla dura realtà della vita adesso Margherita invece di illuderlo con le fiabe e i cartoni animati ai quali tu per altro credi ancora.

-Perchè scusa, tu da piccola non li guardavi i cartoni della Disney?

Azzurra alza gli occhi al cielo. Dio, quella ragazza sarà anche intelligente, ma su certe cose proprio non ci arriva. Non riesce proprio a capacitarsi di come riesca a studiarsi interi libri di medicina alla perfezione e allo stesso tempo non capire un concetto semplice come quello.

-Massì certo che li guardavo, dovevo pur fare qualcosa mentre la babysitter dormiva ma che c'entra, era per esprimere tramite una metafora il fatto che sei tu che sei troppo ingenua a credere ancora a queste cose. Purtroppo nella vita è così, se qualcuno ti mena tu devi menare più forte,- spiega nel modo più semplice che le riesce, come se stesse parlando ad una bambina di due anni.

-Io non sono d'accordo. Se qualcuno ti mena è perchè è più grande di te Azzurra, - osserva l'altra ragazza, -quindi anche se meni più forte non gli fai niente... finisci solo per farti ancora più male. E infatti guarda come è tornato l'altro giorno quel povero bambino, grazie ai tuoi insegnamenti da donna vissuta.

-E quale alternativa proporresti scusa? Restare fermi e subire senza neanche provare a difendersi?

-No, infatti non ho detto questo, però non c'è sempre bisogno di affrontare tutto da soli, no? Si può sempre chiedere aiuto. Guarda io che sto cercando Carlo, da sola non ce l'avrei mai fatta, invece ho chiesto a quel poliziotto amico di Marco e ora mi sta dando una mano. Se siete in due contro uno è più facile difendersi, no?

Bhe, Azzurra deve riconoscere che detta così non sembra un'idea così tanto sbagliata; tutto è più facile se hai qualcuno vicino. Il problema è proprio questo, lei non ce l'ha (e non lo ha neanche mai avuto, se è per questo). Sì, c'era suo padre, sua madre, i suoi amici, ma a nessuno di loro è mai importato abbastanza di lei al punto da prestarle veramente anche solo un minimo di attenzione. E' in quel convento da mesi ormai e suo papà l'ha chiamata una sola volta, e solo per annullare la cena che avevano programmato per giunta. Non lo ammetterebbe mai ad alta voce, ma ovviamente la cosa la fa sentire uno straccio; se non altro ha la propria cerchia di conoscenze con la quale distrarsi, almeno momentaneamente.

-Tu sei troppo ottimista Margherita. Quando imparerai che agli altri non interessa niente di te? Ognuno pensa solo a sé stesso, è così. Sono tutti bravi a offrirsi di accompagnarti a sciare in Trentino nel tuo chalet privato o a farsi ospitare nella tua villa con piscina in Sicilia; peccato che poi quando ti serve aiuto con la scuola, per fare un esempio, o hai semplicemente bisogno di qualcuno con cui sfogarti non c'è mai nessuno, spariscono tutti, - si sfoga la ragazza, lasciando trapelare un sottile velo di amarezza e delusione nel suo tono di voce, cosa della quale si pente istantaneamente. Non le piace mostrare apertamente le sue emozioni, è molto meglio rispondere con sarcasmo; una volta che la gente capisce i tuoi punti deboli sei finito.

-Bhe ma tu hai me, - risponde Margherita, come se fosse la cosa più elementare del mondo.

-Cosa?- Azzurra la guarda con espressione leggermente confusa, non del tutto sicura di aver capito bene.

-Se ti serve aiuto con l'università o c'è qualcosa che ti da fastidio e ne vuoi parlare con qualcuno ci sono io per te Azzurra, - le garantisce la ragazza dai capelli rossi, con un sorriso sincero stampato sul viso.

Azzurra la squadra attentamente; a una prima occhiata non si direbbe che stia mentendo. E poi, Margherita è letteralmente incapace di dire le bugie. Anche se non vuole, ci pensa la sua faccia a dire la verità per lei. Ma comunque... ciò non toglie che ciò che la ragazza ha appena detto sia quantomeno strano. Perchè a Margherita dovrebbe importare qualcosa di lei? Fin dal suo primo giorno al convento Azzurra ha sempre colto ogni occasione per denigrarla e deriderla, anche se ci sono state delle volte in cui è riuscita a mettere da parte la sua forte repulsione per il suo modo di vestire e far cadere la maschera della stronza che è diventata così brava a indossare per trascorrere con lei dei bei momenti – come quando Margherita doveva andare a comprare delle scarpe nuove e Azzurra l'ha accompagnata, indicandole i negozi più in della città per fare un esempio. O come quando, neanche troppo tempo fa, Azzurra aveva perso quel concorso organizzato dalla discoteca che invece aveva vinto la sua amica Ila – la cosa l'aveva mandata letteralmente in depressione – e Margherita era stata con lei fino a quando la delusione non le era passata del tutto, aiutandola a distrarsi con tanto gelato, panna montata e maratona dei film della Marvel; ha scoperto che Margherita è abbastanza appassionata di queste cose di supereroi, materia nella quale lei invece era abbastanza ignorante (in fondo è normale, è il genere di film che piace agli sfigati, cosa che lei certamente non è), perlomeno prima della loro full immersion. Il suo preferito è Thor, e Azzurra non fatica a capire il perchè; almeno su questo, le due ragazze si trovano decisamente d'accordo.

Ma comunque, nonostante tutte queste cose che sicuramente ad Azzurra hanno fatto piacere – per una volta nella vita, si è finalmente sentita veramente importante per qualcuno – non pensava che a Margherita interessasse veramente il suo benessere. Non dopo che per mesi l'ha trattata in modo quantomeno sgradevole, per usare un eufemismo; al suo posto, anche lei si sarebbe odiata da sola. Una parte di sé in fondo in fondo non può fare a meno di essere contenta di quella sua inaspettata confessione; eppure, nonostante voglia crederci, alla ragazza riesce ancora difficile fidarsi completamente.

-Tu? E a te che t'importa scusa? E poi studi medicina mica giurisprudenza, cosa vuoi capirne tu.

-Ma dai non dire così, - replica lei, leggermente delusa da quella risposta. -Potremmo sempre metterci sul libro e poi da lì vediamo cosa riusciamo a capire in due. Io poi sono brava in queste cose, posso insegnarti tutte le tecniche per memorizzare meglio! Oh oh e poi potremmo ripetere assieme, tu dici a me le cose di giurisprudenza e io ti ripeto medicina!

-Oh frena frena, dicevo così per dire! - mette le mani avanti Azzurra, rabbrividendo internamente al solo pensiero di doversi veramente impegnare nello studio. -Figurati se ho voglia di mettermi a studiare per gli esami con tutte le cose che devo fare.

-Ma scusa prima non hai detto che hai aiutato Camillo solo perchè altrimenti non avresti altro da fare se non studiare? - fa notare l'aspirante medico. E' vero, effettivamente è così. Ma comunque, Azzurra non ha intenzione di dargliela vinta tanto facilmente; anche lei ha il suo orgoglio.

-Vabbè dicevo così per dire, guarda che sono piena di impegni, - puntualizza.

-E oggi cosa devi fare per esempio?

-Allora, sta mattina ho fatto pilates, poi sono andata a fare un po' di shopping perchè il mio guardaroba sicuramente non si rinnova da sola, ora sto pranzando, e questo pomeriggio... Boh forse farò un giro in centro, chiamerò qualche amico per un aperitivo. Contenta ora?- domanda retoricamente, accennando ad un mezzo sorriso.

In realtà, se si ferma a rifletterci, effettivamente non ha poi così tante cose da fare, ora che si trova a doverle elencare... tutte le sue giornate sono piuttosto vuote a dire il vero. D'altra parte vive in un convento, non ha nemmeno occasione di organizzare qualche festa come faceva prima a casa sua; questo genere di cose la divertivano un sacco.

-Sìsì, vedo chiaramente tutti gli impegni dai quali sei sommersa, - commenta Margherita, con un certo sarcasmo nella voce che Azzurra decide convenientemente di ignorare. Perlomeno la conversazione avrà fine e potrà tornare a guardare facebook e instagram.

-Ecco, allora fammi il favore di non disturbarmi, grazie.

-Comunque, se ti andasse, questa settimana c'è il festival del film latino americano, ogni giorno danno a un teatro qua vicino un film in lingua originale con i sottotitoli in italiano... oggi e domani finisco lezione tardi, ma potremmo andare giovedì sera, - le propone Margherita, con un certo entusiasmo nella voce. Ma quella ragazza non si stanca mai?

-No, - risponde, in modo così secco e coinciso da non lasciare neanche il minimo dubbio in merito.

-Perchè no?- insiste l'altra, leggermente delusa.

-Ho da fare.

-Che cosa?

-Di meglio, - replica Azzurra, sperando di terminare il discorso una volta per tutte. -Da qui a giovedì sicuramente troverò qualcosa.

-Ah, va bene...

Per tutto il resto del pranzo, Margherita rimane immersa nel più assoluto silenzio, al punto che Azzurra quasi si preoccupa; non che lei faccia qualche sforzo per riprendere il dialogo. C'è visibilmente rimasta male, questo è palese. Le dispiace quasi in realtà, al punto da arrivare quasi, e sottolinea quasi, a sentirsi in colpa. Se lo facesse vorrebbe dire che di Margherita le importa, cosa non vera ovviamente. Una parte di lei avrebbe voluto dire sì all'invito dell'altra ragazza, lo voleva davvero... il fatto è che semplicemente lei non è il tipo di ragazza che di sera va al cinema per la fiera del film latino americano, o quello che era. Certo, se invece le avesse chiesto di uscire e andare a ballare o a bere qualcosa in qualche locale avrebbe potuto considerare l'offerta, ma sanno entrambe che Margherita a sua volta non è proprio il tipo da divertirsi nel fare quel genere di cose. Se non altro ora avrà capito che deve smetterla di aspettarsi il meglio dalle persone, di cercare di vedere sempre il lato buono negli altri, perchè a volte semplicemente non esiste. E' brutto, ma è la vita, e presto o tardi anche Margherita dovrà imparare ad accettarlo.



 

-Pronto?

Una voce assonnata e leggermente seccata risponde al telefono, non del tutto sicura che sia suonato veramente e che non sia tutto ancora parte del sogno che fino a pochi minuti fa stava facendo. Margherita non se lo ricorda neanche tanto bene, sa solo che per qualche ragione era felice; non come ora. Sono le tre di notte, che diavolo! Chi cavolo è che chiama a quell'ora? Spera solo che ne valga la pena e che sia successo qualcosa di veramente, veramente importante – oddio certo, non qualcosa di grave o una disgrazia, ci mancherebbe, ma comunque le dispiacerebbe essersi svegliata e aver interrotto il suo bel sogno – dal quale era stata brutalmente strappata – per niente.

-Pronto?- risponde una voce femminile, in tono disperato. Margherita aggrotta la fronte nel riconoscere quel particolare timbro di voce.

-Azzurra? Sei tu?

Perchè mai Azzurra la sta chiamando? A quell'ora poi, con tutte le occasioni che ha per parlarle dal momento che vivono letteralmente assieme. Dalla loro interazione, se così si può definire, di ieri a pranzo le era sembrato che la ragazza non volesse avere nulla a che fare con lei – niente di nuovo, insomma. Margherita non è stupida, sa che Azzurra non fa così perchè è cattiva e che anzi, sotto sotto è buona anche lei e ha un grande cuore; se si comporta così è soltanto perchè gli altri in passato l'hanno trattata male, la conversazione che hanno avuto in quella circostanza non ha fatto altro che confermarglielo. Ha solo bisogno di qualcuno che si interessi veramente a lei, anche se sa che Azzurra non lo ammetterebbe mai; non è il tipo di ragazza a cui piace parlare di queste cose. Per fortuna che per questo ci sono lei e suor Angela. Certo, le fa comunque venire una rabbia quando la ignora, perchè Margherita fa davvero il possibile per piacerle e ottenere un po' del suo affetto, e sicuramente sa che non può aspettarsi più di tanto perchè in fondo è sempre di Azzurra che stiamo parlando, e comunque non è che Margherita faccia tutto questo perchè spera di ottenere qualcosa in cambio, le basta che Azzurra sia felice. Tutto quello che vorrebbe è letteralmente soltanto sentirsi dire un semplice grazie. O, più specificatamente, Grazie Margherita, perchè anche se ti tratto sempre male, ti ignoro, ti do della sfigata, ti prendo in giro e ti sminuisco nonostante tu sia sempre gentile con me e non abbia nessun obbligo di fare quello che fai, tu ci sei sempre per me quando ho bisogno, anche alle tre di notte quando tutto quello che vorresti fare è dormire e tornare al tuo bel sogno. Lo apprezzo molto, davvero, ma è consapevole del fatto che sarebbe pretendere troppo, per cui si accontenterebbe anche solo della prima parola.

-Sì... - risponde dall'altro capo del telefono la ragazza mora, soffocando un singhiozzo

-Sono le tre di notte! Sei pazza a chiamare a quest'ora? Che ti è successo? Stai bene?- domanda Margherita, lasciando trasparire tutta l'apprensione che, nonostante tutto, sta provando. Spera solo che non la stia chiamando dall'ospedale.

-No, - sibila Azzurra, nonostante non avesse bisogno di dirlo a parole affinchè Margherita se ne rendesse conto. Chiaramente è successo qualcosa.

-Ma stai piangendo?-

-No... cioè forse, solo un po', dalla disperazione...

-Ma dove sei?- chiede, sempre più preoccupata.

-Ero andata a ballare con delle amiche e questo tipo carino si è avvicinato e ci ha provato con me, allora io all'inizio ci sono stata. Poi mi ha offerto un passaggio per andarcene altrove, pensavo mi volesse portare in qualche altro locale per cambiare aria e invece nel tragitto ho realizzato che stavamo andando a casa sua e insomma ho capito subito dove voleva andare a parare, così quando gli ho detto che non mi andava mi ha scaricato nel bel mezzo del nulla. E sono anche senza soldi, di solito non li porto mai quando vado a ballare, tanto qualcuno che mi offre da bere c'è sempre, - spiega Azzurra, con voce carica di stanchezza.

-Oh poverina! Ma non te l'hanno insegnato i tuoi genitori che non si sale in macchina degli sconosciuti?- la sgrida Margherita, come se fosse una cosa elementare. I suoi glielo avranno ripetuto almeno mille volte.

-Risparmiami la predica per favore, sono già disperata di mio. Fa un freddo cane qua fuori, sto gelando.

Margherita sa che non se lo merita, ma non può fare a meno di preoccuparsi nel pensare alla situazione in cui si trova Azzurra in questo momento. Fuori, sola, persa, con chissà che gente che circola in giro... Ringrazia Dio di aver sentito il telefono squillare ed essersi svegliata.

-Dai, dimmi dove ti trovi di preciso e ti vengo a prendere con un taxi, - si offre immediatamente, senza nemmeno che ci sia bisogno che sia l'altra ragazza a chiederglielo.

-Non so il nome della via ma a duecento metri da dove mi trovo ho visto un hotel, ti scrivo il nome per messaggio.

Margherita fa per congedarsi e prometterle che sarebbe arrivata da lei il prima possibile, quando all'improvviso una domanda le viene in mente, e per quanto sappia che non dovrebbe, non adesso perlomeno, non può fare a meno di chiedere:-Scusa ma, con tutti gli impegni che hai e tutte le persone che frequenti, perchè stai chiedendo proprio a me?

-Bhe ho telefonato alle altre ma quelle che hanno risposto hanno tutte detto che ora stanno ancora in discoteca e non hanno voglia di muoversi... E poi, l'altra volta non avevi detto che io ho te?

Sul volto di Margherita si dipinge un largo sorriso; è contenta che l'amica – perchè sì, per quanto controverso e strano possa apparire il loro rapporto, Margherita considera Azzurra un'amica a tutti gli effetti, forse l'unica che è riuscita a farsi qui a Modena – finalmente si sia resa conto che può contare su di lei.

-Certo che hai me Azzurra, non preoccuparti, - la rassicura. -Adesso chiamo il taxi e nel frattempo mi preparo, tu intanto incamminati verso l'hotel, così ci vediamo lì. Mi raccomando non muoverti appena lo raggiungi.

-E dove vuoi che vada.... - la ragazza pensa che stia per riattaccare, quando sente inaspettatamente il suo nome venire chiamato per un'ultima volta. -Margherita?

-Sì?

-Grazie.

Se possibile, il suo sorriso si allarga ancora di più. Pensava che ci sarebbe voluto molto più tempo, forse addirittura un'eternità, prima di sentirselo dire da Azzurra Leonardi in persona – bhe, più o meno.

-E di che.

 

 

-Azzurra!- Non appena la porta del veicolo bianco si apre e la ragazza dai capelli rossi scende dalla vettura, accingendosi a venirle incontro, il primo pensiero di Azzurra è che non era mai stata tanto felice di vedere Margherita in vita sua. La ragazza le corre incontro a sua volta, contenta di vedere finalmente una faccia amica dopo aver aspettato per tanto, troppo tempo al freddo. Non appena la raggiunge, Margherita si affretta ad avvolgerla in un abbraccio protettivo; il calore del suo corpo la scalda, cosa che al momento è tanto, tanto apprezzata. E' una bella sensazione; non solo quello, ma anche tutto il resto: avere qualcuno che ti venga a prendere quando rimani a piedi e non sai come tornare, sul quale poter contare quando sei in difficoltà. E' una cosa alla quale Azzurra non è abituata, e della quale non sapeva di averne tanto bisogno, almeno fino ad ora.

Dopo qualche istante però la realtà torna a farsi sentire, e si ricorda improvvisamente che lei è ancora Azzurra Leonardi, e Azzurra Leonardi non abbraccia. Per cui, si allontana immediatamente da Margherita, affrettandosi a precisare:-Scusa, è stato un riflesso spontaneo.

-Tieni, ti ho portato questo,- le offre Margherita, indicando il giaccone pesante di un raccapricciante colore a metà tra il marrone e il verde che sta tenendo in mano. La sola vista è sufficiente a spaventarla.

-Ma è orrendo!- protesta lei, nonostante sappia di non trovarsi esattamente nella posizione di poterlo fare.

-Dai su non fare storie, stai congelando, - fa notare l'altra ragazza, passandoglielo per farglielo indossare. Non ha tutti i torti però, visto l'abito scollato che Azzurra ha scelto di mettersi in occasione di quella particolare serata (d'altra parte è così che ci si veste per andare nei locali, quindi non è poi da biasimare eccessivamente). Alla fine, la ragazza decide di arrendersi e indossare il giaccone; tanto sono nel bel mezzo del nulla, è altamente improbabile che qualcuno tra le sue conoscenze passi di lì per caso e la veda.

Le due ragazze procedono poi a salire a bordo del taxi, sedendosi sui sedili posteriori. Non appena le portiere vengono chiuse, il veicolo riparte immediatamente. Azzurra non potrebbe esserne più felice; tutto quello che desidera al momento è soltanto buttarsi nel proprio letto e dormire fino a mezzogiorno inoltrato. Ma prima, c'è qualcos'altro che sente il bisogno di fare.

-Grazie per essere venuta, - esordisce, quasi timidamente, tenendo lo sguardo fisso sul finestrino. -In tutta onestà pensavo che non avresti neanche risposto, sono le tre e mezza del mattino.

-Non potevo mica lasciarti qua fuori al freddo, da sola per giunta – risponde Margherita, come se fosse la cosa più naturale del mondo. C'è qualcosa nel suo tono di voce che fa sorridere Azzurra; è bello avere qualcuno che si preoccupa per te, constata mentalmente. Adesso per la prima volta, in qualche strano modo, inizia finalmente a capire di cosa stava parlando Margherita l'altro giorno a pranzo.

-Come avresti fatto a tornare se no?- domanda poi la ragazza dai capelli rossi.

-Bhe, con l'autostop, - spiega Azzurra. -Mica potevo farmela a piedi, anche se non mi piace la gente che gira a quest'ora e dover aspettare per chissà quanto che qualcuno si fermi, però di solito mi devo accontentare.

-Come di solito? Non è la prima volta che ti succede?!

-Ma va, magari. Però, è la prima volta che qualcuno mi viene a prendere,- confessa lei, leggermente titubante. Non le piace esporsi con gli altri, tuttavia in quel momento decide una volta per tutte che di Margherita può fidarsi. Evidentemente anche quest'ultima sembra intuirlo, perchè per la seconda volta nella nottata l'abbraccia. Questa volta, Azzurra glielo permette.

-Mi raccomando, quando arriviamo cerca di fare meno rumore possibile, che se Suor Angela ci sente ci ammazza.

 

 

-Di solito il segreto è aggiungerci un po' di pepe, vedi, così è più saporito.... - illustra Margherita. Cucinare, modestamente, è una delle cose che le viene meglio, e ogni volta che al convento qualcuno assaggia uno dei suoi piatti e ne loda il sapore non può fare a meno di sentirsene orgogliosa. La sua spiegazione, tuttavia, viene interrotta dalla suoneria del cellulare di Azzurra – con suo leggero disappunto.

-Scusa un attimo, - premette l'amica, per poi rispondere alla chiamata.

-Ila, ciao, dimmi. Cosa? Stasera? Nono, andate voi, alla fine non ci sono, ho un altro impegno. - Dopo una breve pausa, Azzurra riprende a parlare:-Questa settimana fanno il festival del film latino americano, vado alla proiezione di stasera con una mia amica.... Perchè mi va, che domande.... Sìsì certo ci sentiamo, ciao ciao.- Infine, la ragazza riattacca e ripone il cellulare nella tasca dei pantaloni. Poi torna a guardare Margherita, con l'intenzione di riprendere il discorso lasciato in sospesa:-Dicevamo?

Margherita non riesce a fare meno di nascondere una certa delusione. Sa che in fondo non si può certo aspettare che Azzurra voglia uscire con lei, ma pensava che avrebbe avuto almeno la decenza di non dire davanti ai suoi occhi che sarebbe andata con qualcun altro all'evento alla quale l'aveva invitata lei stessa giorni fa, al quale per altro le toccherà andare da sola. Per questo motivo, non riesce a fare a meno di chiedere spiegazioni:-Stasera vai alla proiezione? E con chi?

-Come con chi vado, con te Margherita! Non mi avevi invitata l'altro ieri?

E' l'ultima risposta che Margherita si sarebbe aspettata di sentire. Colta alla sprovvista, un sorriso entusiasta si dipinge sul suo volto. Allora forse anche ad Azzurra interessa qualcosa di lei, dopo tutto il tempo che negli ultimi mesi si sono ritrovate a passare assieme.

-Sìsì certo! - Si affretta a rispondere la ragazza. -Che bello, avrei proprio voluto avere qualcuno con cui andarci.

-E infatti tu hai me.

   
 
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