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Autore: LaVampy    25/11/2017    2 recensioni
Un piccolo Max Lightwood alle prese con la magia, con la famiglia e con l'arrivo di un nuovo fratello. *spoiler* delle Cronache dell'Accademia. e spoiler " La signora della mezzanotte"
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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Dopo quasi un'ora, chilometri e chilometri macinati nel loft, e una piantina della città, Magnus riuscì ad individuare Max. Stava quasi per aprire un portale quando Alec, lo fermò. -Tesoro, e se andassi io prima? E' andato al cimitero. E credo di sapere anche dove-. Una semplice tuta nera vestiva lo stregone, classica. Come il suo umore. 

-Devo andare io-rispose poco dopo il più grande. Avvicinandosi al compagno e poggiandogli un dolce bacio sulle labbra. Ormai la magia sparita. -Chiedi solo a Jace di portare qui Rafe. Clare aprirà un portale per loro-disse indicando il suo studio, per poi sparire attraverso il muro, mentre Alec componeva il numero del fratello, restando poi in attesa del loro arrivo. 

Magnus spesso aveva maledetto la sua natura, mentre in quel momento ringraziò i suoi occhi, capaci di fendere la notte e trovare Max raggomitolato vicino alla tomba di Robert e di Max Lightwood. Succedeva spesso, che quando il piccolo stregone fosse turbato, si dirigesse in quel luogo. Un luogo creato apposta, come raccoglimento. Max non aveva vissuto molto Robert, se lo ricordava poco, era piccolo quando l'uomo era morto, ucciso durante un processo. Ma aveva percepito il dolore di Alec, e Magnus sapeva che questo lo aveva turbato.  

-Max-lo chiamò dolcemente Magnus, toccandogli una spalla, e il bambino si svegliò con gli occhi terrorizzati. -Per Lilith, mi hai spaventato a morte, Max-disse lo stregone abbracciandolo forte a se. 

-Lasciami- disse il bambino, puntandosi con le mani. 

-Max, ma si può sapere cosa ti succede? -chiese il padre esasperato, allargando le braccia, frustrato. 

-Io non voglio diventare grande, Magnus- ringhiò il bambino e lo stregone si sentì morire un po' dentro sentendosi chiamare per nome. -IO- urlò,-  non voglio leggere qui, i nomi di papà e di Rafe- disse ancora. 

-Max, purtroppo a quello non c'è rimedio-rispose tristemente il padre. 

-Sei il più potente stregone, se solo la smettessi di pensare solo ai vestiti e ai tuoi stupidi trucchi, potresti trovare una soluzione-urlò il bambino, con il viso bagnato di lacrime. 

-Max, non è possibile, ci sono magie che sono... semplicemente impossibili- cercò di calmarlo il padre, alzandosi da terra. 

-La verità è che non ci hai nemmeno provato- urlò il bambino, ancora più forte. 

-Max, adesso basta. Questo non è il luogo adatto per urlare e strepitare. Dovresti avere rispetto, per le persone che ci sono qui- alzò solo leggermente la voce Magnus. 

-Sei tu che sei venuto qui, a rompere, io stavo benissimo da solo- disse allontanandosi, ma Magnus lo fermò afferrandolo per un braccio. 

-Basta Max, anche la mia pazienza ha un limite e tu oggi stai proprio esagerando-. 

-Lasciami andare- disse l'altro, cercando di sottrarsi alla presa. 

-Ho detto di smetterla, tanto non ti lascio andare, ora ti porto a casa, e poi facciamo un bel discorso su come si ci comporta-. 

-Non voglio venire a casa, non voglio. Lasciami- pianse il bambino dimenandosi. 

-Max, per Lilith- esclamò il padre, lasciandolo andare. Il bambino barcollò per poi cadere seduto, scoppiando a piangere.  

-Max, per favore. Devi capire che non posso farlo, non c'è un modo per rendere immortale Alec o Rafe, ci ho già provato in passato e non ci sono riuscito. Ho cercato nelle biblioteche dei Silenti senza mai trovare nulla. Credi che a me non mi interessi? Credi veramente che mi piace questa idea? Sono secoli che ci convivo Max- disse inginocchiandosi davanti al bambino. -Così come devi capire che ci sono magie buone e magie cattive, medicine che possono curare e che possono uccidere. Perchè sei uno stregone Max, e so che sono difficile da capire, ma tu dovrai proteggere Alec e Rafe e gli Zii, e per farlo devi accettare la tua natura-. 

-La mia natura fa schifo, non ho chiesto io di essere uno stupido stregone- mormorò l'altro. 

-Non sei stupido, sei speciale mirtillo. Sei il mio piccolo stregone speciale- rispose il padre accarezzandolo sulla testa. Restarono in silenzio, nella notte, in quel posto così speciale, che per un attimo Magnus, temette che il bambino si fosse addormentato di nuovo. Stava per alzarsi quando la voce del figlio, bassa e tagliente come un lama calda nel burro lo bloccò. 

-Se io resto per sempre bambino papà non muore, Rafe non muore e tu sei felice, e lo sono anche io. Ti prego papà, fammi restare bambino per sempre, mi hai fatto diventare grande, puoi farlo- chiese implorante. 

-No Max, sono magie temporanee, non posso farlo- mormorò con la voce rotta. -Nemmeno io voglio che Alec, vada via, o Rafe. Forse non te lo ricordi, ma una delle prime volte in cui ti strinsi a me, ti dissi che ci saremmo stati noi due, a difendere Alec. Poi è arrivato anche Rafe. E non c'è giorno, un solo giorno, in cui io non cerchi una soluzione a questo problema. Non un solo giorno, Max. Devi credermi. Amo tuo padre, come amo te e Rafe. E ho visto tanta gente che amavo morire. Ho quasi perso tuo padre per colpa della mia immortalità. Ma ci conviviamo, o meglio: cerchiamo di non pensarci troppo-. 

-In che senso perdere Papà? Stava morendo? -chiese il piccolo, guardandolo con gli occhi lucidi. 

-No, mio piccolo Mirtillo, diciamo solo che c'è stato un periodo in cui tuo padre, come te, non accettava la mia immortalità.  e voleva farmi diventare mortale, o meglio aveva creduto che potesse succedere-disse guardando nel buio. 

-Possiamo diventare mortali? -. 

-Non lo so- rispose Magnus. -Ora che ne dici di andare a casa, e di pulirci un po'? -chiese lo stregone, alzandosi. 

-No... Non voglio tornare grande, Papà. Per favore. Non toccherò mai più le tue cose, ma ti prego, non farmi diventare grande ancora-. 

-Va bene, credo che possiamo sospendere la punizione, ma resterai in castigo lo stesso, insieme a tuo fratello-. 

-Rafe non c'entra, lui non voleva, continuava a dirmi che non dovevo farlo. Non mettere in castigo anche lui. Per favore- disse con gli occhi lucidi. 

-Di questo ne parleremo con Alec. Ora andiamo a casa-disse schioccando le dita, aprendo un portale. 

   
 
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