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Autore: Milady Silvia    25/11/2017    1 recensioni
Mammon è abituata ad un mondo di illusioni e delicate bugie, ma ad esse preferisce la sincera rudezza di Xanxus; che non la vuole coinvolta con chiunque osi farle del male.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mammon, Xanxus
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Corona di peccati '
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Una larga macchia di sangue nerastro si stava allargando sul pavimento.
Mammon si passò la crema sull'ematoma che aveva all'altezza della guancia e sull’'occhio nero.
Infilò nuovamente il largo cappello e uscì dalla stanza, un forte odore di fumo le pizzicò le narici.
Scese al piano di sotto, dirigendosi verso la porta. Del fumo proveniva dal piano di sopra.
La donna aprì la porta e uscì, alzò lo sguardo e sgranò gli occhi vedendo che il primo piano dell'edificio era in fiamme.
Di fronte all'edificio stava Xanxus, gli occhi cremisi fissi sulle fiamme e la casacca che ondeggiava alle sue spalle. Voltò lentamente il capo verso di lei, scrutando il lungo vestito viola e il largo cappello che la coprivano del tutto.
“Boss dei Vongola” esalò la donna.
Xanxus la raggiunse, le si fermò di fianco e abbassò il capo per accostarlo all'orecchio della donna.
“Ucciderò chi ti ha fatto quei lividi, Viper” disse, roco.
Scrollò le spalle facendo qualche passo oltre la donna, con le labbra sporte in un broncio.
“E nessuno mi chiama in quel modo!” ringhiò.
“Vi chiamerò Boss, se mi chiamerete Mammon” lo pregò Viper.
Xanxus si voltò verso di lei facendo ondeggiare la casacca, le iridi cremisi riflettevano le fiamme dell'edificio.
“Mammon” scandì.
Lasciò scivolare le mani all'interno della giacca nera, sentendo le pistole sotto le dita.
“Potrai chiamarmi come ti pare, se mi dirai chi ti ha fatto del male”.
“Niente che non mi sia cercata. Ho bisogno di soldi” rispose la donna.
Xanxus le si piazzò davanti sulla strada, le fiamme alle sue spalle accentuarono d'intensità brillando d'arancio con uno scoppio che illuminò il cielo.
“C'è un solo tipo di persone che si cerca la violenza: chi fa del male agli altri per primo” dichiarò, duro.
Abbassò lo sguardo per guardare la donna che gli arrivava poco sopra i fianchi, lasciò la presa su una delle pistole per affondare la mano nella tasca.
“Vuoi soldi? Te ne darò io. Ma devi dirmi chi ti ha fatto questo, e perché”.
“Ti darò i nomi, ma dovrai darmi un lavoro” rispose la donna. La voce le tremava leggermente, una vipera le era apparsa sul capo, arrotolata su se stessa, formava un'aureola.
Xanxus si lasciò cadere pesantemente sul marciapiede di fronte l'edificio, il fumo stava lentamente circondando anche i piani inferiori e offuscava la visuale. Guardò la donna, piegò il capo socchiudendo gli occhi cremisi.
“Hai ottenuto quei lividi con uno dei tuoi lavori?” chiese, duro.
Mammon si sedette accanto a lui, accavallando le gambe.
“Questo succede quando non hai un protettore” ammise piano.
Xanxus mugugnò, tirò fuori dalla tasca una mazzetta di soldi annodati da un nastro nero e li porse alla donna.
“Questi sono per permettermi di essere il tuo protettore” disse, atono.
Mammon li prese con le mani tremanti, una lacrima le rigò la guancia, dove c'era un triangolo viola. Xanxus batté le palpebre.
“Hai paura, Mammon?” chiese.
Arcuò la schiena in avanti, gli scricchiolii del piano in fiamma risuonavano alle sue spalle.
“Ascolta, ci sono tre regole. Una, devi avere un'eccezione. Qualcosa che non faresti mai, neanche per ordine. Due, devi essere pronta a disobbedire se l'ordine potrebbe nuocermi. Tre, devi protestare ogni volta che l'ordine è eccessivamente doloroso o eccessivamente stupido”.
Sogghignò, piegando lentamente il capo, la coda di procione che aveva tra i capelli scivolò lungo la sua spalla.
“Hai ancora paura, conoscendo le regole?”.
Mammon scosse vigorosamente il capo.
“Non ho paura. Sono abituata a nascondere i visi arrabbiati degli altri con le mie illusioni. Nei combattimenti creo lava e morte, ma per me so paradisi. Mi chiedevo se tu sia una realtà sicura. Se posso fidarmi” gli disse.
Xanxus infilò nuovamente la mano in tasca, ne trasse un'altra mazzetta di banconote e la porse alla donna.
“Queste sono per mettermi alla prova, e dimostrarmi che mi merito di essere considerato reale”.
“Mio marito era gentile e comprensivo con me. Mi consigliava con quali vestiti era meglio non andare in giro. Esigeva rapporti sfrenati dalle sue amanti. Mi teneva lontano da ogni decisione che sforzasse la mia debole mente. Tu non sei gentile, ma sto meglio con te” ammise Mammon.
Xanxus scrollò le spalle, si alzò dal marciapiede e le porse la mano, le fiamme dell'edificio stavano diminuendo e il fumo si stava diradando.
“Non sarò gentile, e non sarò comprensivo. I miei ordini sono assoluti, tranne per le regole che ti ho elencato prima” disse.
La guardò, socchiudendo gli occhi cremisi.
“Urlerò, e ti chiederò cose che ti sembreranno impossibili. Pretenderò tu sappia scegliere, e non accetterò dei semplici sì come risposta a qualsiasi domanda” disse.
Sogghignò, mostrando i palmi delle mani.
“Però non ti farò mai del male. Ucciderò chiunque oserà fartene, e chiunque mi dirai di volere morto. Sarai completamente libera di farti picchiare, se lo desideri, ma quelle persone moriranno, perché ora sei sotto la mia protezione”.
Mammon gli sorrise.
“Agli ordini, boss” rispose.
   
 
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