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Autore: Tinucha    26/11/2017    1 recensioni
A te che stai leggendo questo messaggio, spero che possa arrivarti al cuore. È bello scegliere gli altri quando loro sono disposti a scegliere te e non loro stessi, e se così non fosse..anche tu scegli te stessa.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«Sta bene, 'Or, sta bene.» 
Chiusi gli occhi solo un istante, la lieve carezza di quelle dita lungo la guancia fu come vedere la luce dopo una vita d'oscurità. 
Lo guardai nello stesso modo in cui guardavo mia madre, quando accorreva nella mia stanzetta dopo un incubo. 
Lo guardai come se fosse la cosa più preziosa che avessi.
Lo guardai e basta.
Per un istante mi sentii al sicuro.
Sì, mi sentii forte.
Ma no, non smisi di piangere, dinanzi agli occhi ancora quell'orribile e vivido momento.
«Ti ha picchiata?» Mormorò Morey al di sotto del suo respiro, pesando probabilmente le parole e rivolgendomisi in modo pacato.
Singhiozzai, annuendo flebilmente e coprendomi un livido appena accennato sulla coscia sinistra.
Avevo imparato a odiare l'estate con lui, troppa pelle scoperta, troppi lividi sospetti agli occhi della gente. 
Bastavano delle occhiate di troppo ed eccolo diventare un altro. 
Era pericoloso, un uomo che avrebbe potuto darti l'assaggio del paradiso, ma l'intero soggiorno all'inferno.
Dieci anni.
Dieci anni a fare l'amore con lui, a rigirarci tra le coperte, a costruire una famiglia.
«Perché ti ha picchiata?»
Rialzai lo sguardo su Morey, era cambiato molto nel corso degli anni. Lo conoscevo sin dalla culla, e per un istante mi pentii di aver detto no al suo amore. L'avevo rifiutato per il modo che aveva di proteggermi. Mi riaccompagnava a casa la notte, fino sotto il portone, assicurandosi che arrivassi sana e salva nella mia cameretta, quasi come se qualcuno avesse potuto farmi del male lungo una scalinata internata nel palazzo.
Avevo odiato le continue chiamate per chiedermi come stessi, ed anche le continue visite quando ero ammalata.
Avevo detto no all'amore.
«La sua cena si era freddata.» Mormorai col capo chino, singhiozzando. «Io non ho mai avuto paura di lui. Andava bene, era solo una stupida questione tra di noi, non potevo volergli male, se l'ho sposato c'è stato un motivo, no? Era il padre dei miei figli, ed io lo amavo.»
Strinse le mani in due pugni severi. «È questo l'amore per te, Nora? È sempre stato così con te, sei maledettamente testarda, ma lo capisci che questo non può essere amore? Non può esserlo se le sue mani sono su di te, non per sfiorarti, non per toccarti da donna, ma per picchiarti. Riesci a sopportare quelle mani stringerti le dita e carezzarti dopo una scarica di colpi?»
Un gemito abbandonò le mie labbra, le lacrime si fecero più complici, il corpo tremò tutto. «Non era così, lui era diverso. Non mi ha mai fatto paura..fino ad oggi.»
«L'hai quasi accoltellato, 'Or, ci ero arrivato da solo a questa conclusione!»
«Non sei più dolce come una volta..» Mormorai, guardandolo e vedendo solo un ammasso di sfocatura fatta d'acqua salata.
«Vuoi la verità? No, non lo sono, non posso più esserlo. Ho provato a salvarti in mille modi, sono arrabbiato con te. Te le ricordi tutte le volte in cui ti ho allungato una mano e tu ti sei voltata di spalle? Io ci ho provato,  e non perché ero innamorato di te, ma perché non volevo vedere la tua fiamma spegnersi, l'hai difeso per troppo tempo.» Si avvicinò a passo lento. «Ora chiudi gli occhi. Immaginalo, 'Or, immagina quell'uomo che professi d'amare. Quell'uomo che ti mette le mani alla gola e digrigna i denti, lo fa con te, e sai che è solo una questione tra di voi, ma se quelle mani..si chiudessero attorno al collo dei tuoi bambini? Questo potresti sopportarlo?»
Alzai gli occhi di scatto. L'immagine di Rose con i codini, saltellante per tutta casa, seguita da un Edward gattonante mi spezzò il fiato.
«Se salvassi te stessa, salveresti anche loro.»



Dodici anni dopo..
«Mamma..»
Aprii gli occhi di scatto, Edward si strinse a me, guardandomi con i suoi occhioni giganti. «Sì, tesoro?»
«Ti voglio bene.» Si accoccolò al mio petto, alle sue spalle intravidi Rose sulla porta.
«C'è posto per me?»
Sorrisi, annuendo. «Sempre.»
   
 
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