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Autore: Meramadia94    26/11/2017    2 recensioni
Sarah ha perso i suoi genitori quando era piccola, e da allora ha vissuto con la sua famiglia adottiva, composta da quattro tartarughe ed un topo mutanti, che considera rispettivamente suo padre ed i suoi fratelli. Da allora ha sempre vissuto con loro, sotto terra.
Anno dopo anno, ne sono passati dieci e molte cose sono cambiate. Ed altre ancora ne cambieranno, perché con lo scoccare dei quindici anni dei cinque ninja, inizierà una storia fatta di battaglie, onore, sacrificio, amicizia ed amore in cui spesso saranno proprio loro con la loro intelligenza ed abilità a decidere persino del destino del mondo.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare questa serie, ci tengo a dire una cosa. Forse non otterrò molte recensioni, anzi forse nemmeno una, pubblicarla è una pazzia ma... ci tengo molto a condividere questo sclero con voi.
Le TMNT sono state il cartone della mia infanzia. Da piccola tutti mi prendevano in giro, e ciò mi ha portato ad isolarmi, anche da adulta. E quando tutto sembrava andare male, trovavo conforto nell'immaginare di essere un membro della loro '' pazza ma allegra famiglia''. Anche oggi, non posso fare a meno di loro.
Detto questo, buon divertimento e spero che vi piaccia.

Autunno 2003, New York
La città di New York era definita la città più bella del mondo. Il sogno di ogni europeo era di poterla visitare. Caotica, luminosa, ma era conosciuta anche come una città in cui tutti pensavano ai fatti proprio senza curarsi  di cosa succedeva al prossimo, a meno che non fossero i loro interessi ad essere minacciati.
Ma per alcune persone quella ''dote'' dei newyorchesi era quasi un pregio.
Diversi metri sotto terra, in un angolo sperduto delle fogne, viveva una famiglia della quale tutti ignoravano l'esistenza, con loro somma gioia.
- Ricordate.- fece la voce di un anziano roditore che teneva in mano una candela accesa l'unica fonte di luce in un'oscurità quasi totale - per essere un ninja occorre aver confidenza con luce ed ombra.
E' l'oscurità che dona il potere al ninja... mentre la luce rivela la sua presenza.-
L'esercizio era molto semplice: il topo mutante teneva in mano una candela, ed i suoi cinque allievi avrebbero dovuto spegnerla... senza farsi notare.
Cosa non facile per i primi quattro.
Donatello, la tartaruga dalla benda viola, era troppo rumoroso per i gusti del maestro.
Michelangelo, la tartaruga dalla benda arancione, troppo maldestro.
Raffaello, dalla benda rossa, troppo impulsivo e scoordinato.
La quarta figura poteva vantare di essere tanto più agile di tutti e tre messi assieme... ma era stata tradita dal respiro affannoso.
- Troppo agitata, mia cara.- fece il topo mettendola al tappeto con una sola mossa come aveva fatto con i primi tre aspiranti ninja.
Approfittando della distrazione e della totale oscurità, la quinta ed ultima figura, Leonardo, la tartaruga dalla benda azzurra nonchè leader del gruppo dei giovani ninja, che apparve quasi all'improvviso senza tradire in alcun modo la sua presenza a portare a termine il compito.
- Ottimo lavoro Leonardo.- si congratulò Splinter riaccendendo la luce.
- Sei un buffone.- sbottò Raffaello.
- Controllate se è spenta.- fece Leonardo con nochalance.
- Se fossi in te, non mi provocherei, spadaccino!!!
- Su, fate i bravi ragazzi...- a parlare era stata non solo l'unica femmina del gruppo, ma era anche l'unica umana a sapere dell'esistenza delle quattro tartarughe e del topo gigante.
Era una ragazza sui quindici anni dalla carnagione olivastra, occhi color cioccolato, corti capelli marroni fermati da una fascia per capelli nera, abbigliata con un maglione arancione ed un paio di jeans chiari.
Si chiamava Sarah Huntington. Ma la famiglia di mutanti la chiamava '' figlia'' e '' sorella'', a seconda di chi la chiamava. Erano dieci anni che faceva parte di quella famiglia.
Dieci anni, da quando il mastro Splinter e Leonardo, impegnati nella loro quotidina ricerca di cibo ed attrezzi, avevano trovato una bambina che dormiva su di un cumolo di immondizia abbracciata ad una peluche a forma di coniglio e l'avevano portata a casa.
Quando si svegliò, la piccola raccontò in stato confusionale che era scampata ( per pura fortuna e nulla di più) al massacro in cui avevano perso la vita i suoi genitori. Il topo, preoccupato che l'assassino potesse essere sulle tracce della bambina e temendo, proprio per il fatto che era una bambina, che la piccola potesse dire a qualcuno della loro esistenza, seppur senza pensare e senza intenzione di far loro del male, decise di tenerla con sè, e di coinvolgerla negli allenamenti dei suoi figli e di far di lei una kunoichi.
Con il tempo si era poi venuto a creare un ottimo rapporto tra lei e i mutanti ed ormai era considerata da tutti loro, parte della famiglia e a poco a poco, parve dimenticare gli orrori del suo passato e che era stata strappata a quello che tutti loro definivano '' Il mondo di sopra'', confortata dal loro affetto e dal calore familiare che le avevano costruito attorno.
Ma presto sarebbe cambiato tutto. Di nuovo. Quella sera sarebbe cominciata una grande storia, in cui tutti loro avrebbero avuto una parte.
Iniziò tutto con una scossa.
- Ma... cos'è questo rumore?- fece Splinter notando le pareti e le colonne che iniziavano a tremare.
- MONDOPIZZA!!!- strillò la tartaruga più giovane - E' un  terremoto!!!-
- A New York?- fece la tartaruga dalla benda viola con aria scettica e pensierosa - Sì, è possibile, ma è assolutamente...ehy!- fece quando due mani o tirarono via dal posto in cui si trovava. E per fortuna, visto che impegnato com'era ad elaborare possibili teorie ed ipotesi su cosa potesse essere quel fenomeno, non si era minimamente accorto del masso che stava per prenderlo in pieno.
-... assolutamente probabile che tu faccia la stessa fine di Archimede se non stai attento.- fece Sarah.
Nemmeno due minuti dopo, i muri di quella che era la loro casa vennero sfondati da degli strani robot.
- Ehm...- fece Leonardo sguainando le spade pronto a combattere imitato da tutti i suoi fratelli - secondo voi che cosa sono questi affari?-
- Ah non saprei...- fece Michelangelo - Galline di latta?-
- Bene, un ottimo motivo per liberarsene quanto prima!!!- fece la ragazza afferrando il suo tessen. Se c'era un animale che detestava, morto o vivo, in carne o in metallo, beh quella era proprio la gallina.
- Ben detto sorella!!!- fece Raffaello lanciandosi sui robot che parevano averci preso un gran gusto a demolire la loro casa... mangiandosela!!!
Le tartarughe, l'umana ed il topo non si risparmiarono in alcun modo nell'affrontarli, ma ne arrivavano a frotte. Tanti ne distruggevano e tanti ne arrivavano sia a tenerli impegnati che a divorare le colonne portanti del rifugio, facendo crollare il tetto.
'' Maestro Splinter!!!''- fece Leonardo correndo verso le macerie tentando di spostarle, ma era tutto inutile. Troppo pesanti anche per loro.
- Papà!!!- urlò Sarah cercando di smuovere parte dei detriti - Rispondici, papà!!!-
- Sarah, sta calma...- fece Donatello accostandosi il cellulare all'orecchio - lo sto chiamando, e se ha il tarta-cellulare mi risponderà. Almeno spero.-
- Speriamo...- fece Sarah.
- Certo, prima deve capire come funziona... AHIO!- fece Mik beccandosi un scapellotto in testa da Raffaello.
Un piccolo momento d'ilarità che contribuì a smorzare un po' la  tensione.
'' Come diavolo funziona quest'aggeggio...''- fece la voce di Splinter dall'altro capo del telefono.
- E' ufficiale.- fece Sarah sorridendo - Sta bene.-
- Dai, passamelo...- fece Leo prendendo il telefono dalle mani di Don - Maestro Splinter? Va tutto bene? Non devi schiacciare nessun tasto. Ti sentiamo forte e chiaro.- nel dir così mise l'apparecchio in vivavoce in modo che tutti potessero sentire.
'' Ah bene. Leonardo, ascoltami bene: non so cosa fossero quegli aggeggi meccanici, ma sono stati usati per distruggere la nostra casa. Non è più prudente restare qui, quindi dobbiamo andarcene subito. Incontriamoci al raccordo della fondazione, da lì decideremo il da farsi.''
- E prendendo la galleria che va verso sud... saremo sul posto tra circa un quarto d'ora.- fece Don dopo aver consultato una cartina.
- D'accordo Maestro... ci vediamo là.- fece Leo - coraggio ragazzi... andiamo.- per fortuna, molte cose si erano salvate, ma non potevano portare via tutto se non avevano la certezza che avrebbero avuto un posto in cui potersi rifugiare. Solo poche cose. Un oggetto molto caro a tutti loro: un libro di scienza applicata per Donatello, un almanacco di fumetti per Mik, '' L'arte della guerra'' di Sun Tzu il libro preferito di Leonardo,  i guanti da allenamento di Raffaello ed il coniglio di peluche di Sarah.
- Accidenti...- fece Leo uscendo da quello che ormai rimaneva della loro casa - quei gallinacci di latta sono piccoli ma hanno fatto un bel disastro.-
- Le odio quelle bestiacce, le odio, le odio, le odio...-  borbottava Sarah camminando.
- Giuro, da oggi non ti prenderò più in giro per questo, sorellina...- fece Raffaello. Altrochè se non la'vrebbe più fatto. Ora sapeva perchè la sorella odiava tanto quei volatili.... un minuto prima davi loro il magime, e quello dopo ti staccavano braccia e gambe a morsi.
- Guardate che disastro...- fece Donatello - I muri portanti delle gallerie sono danneggiati. Ringraziando il cielo il tetto ha retto...-
Le ultime parole famose. Una buona parte del tetto non solo era crollata ostruendo il passaggio, ma i detriti erano troppi e troppo pesanti per poterli smuovere e come se bastasse ancora, non c'era un'altra strada per continuare a camminare e recarsi all'appuntamento.
- Fantastico, prigionieri in mezzo al nulla.-
- Oh, non vedo come fratellone...- fece Raffaello - Dimentichi che esistono dei tombini nel mondo di sopra.-
- Ehm... salire in strada mi pare una pessima idea, Raph.- fece Leo.
- Beh, conosci un'altra via d'uscita Leonardo?- fece Donatello. Anche lui era restio ad avvenutarsi nel mondo di sopra, e non solo per le raccomandazioni che il maestro Splinter aveva fatto loro anche poco prima dell'attacco... erano abbastanza preoccupati per Sarah. Che effetto le avrebbe fatto rivedere, dopo molti anni, un mondo che l'aveva vista sparire dieci anni prima e che per lei ormai era diventata quasi una favola e che a poco a poco, aveva persino iniziato a dubitare che esistesse veramente.
Ma adesso sarebbero stati costretti a salire in superificie. Lei avrebbe rivisto il mondo. Per pochissimi attimi, ma l'avrebbe rivisto.
E dopo cosa sarebbe successo? Sarebbe cambiato tutto. Avrebbe iniziato a desiderare un'altra vita, forse quella che aveva non le sarebbe più bastata, forse loro non le sarebbero più bastati, le piccole cose che la rendevano felice, avrebbe cominciato a sentire la loro vita nel sottosuolo come una sorta di prigionia...
Purtroppo dovevano rischiare.
- E sia.- fece il leader - ma solo fino al prossimo tombino.
Restiamoci il meno possibile. Saliamo in strada, troviamo un tombino e scendiamo.-
- Sì, abbiamo capito, non c'è bisogno di ripetere le cose due volte sai?- fece Raffaello iniziando a salire.
Sarah fu l'ultima a salire. Quando fu di nuovo sotto il cielo di New York si guardò attorno: i palazzi grigi, il cielo, la luna, le stelle, i rumori, le insegne luminose dei locali, il chiacchiericcio delle persone. Era tutto nuovo, si sentiva quasi stordita.
- Sarah...?- fece Michelangelo vedendo che la sorella sembrava strafatta, mettendole una mano sulla spalla, tanto da non accorgersi di quello che era appena successo - Sei con noi?-
- Eh?- fece la ragazza come svegliatasi da un incantesimo - si... si... ci sono... che è successo...?-
- Raffaello si è chiuso in un furgone.- fece Michelangelo.
Sarah storse il naso- Prego?-
- Stava cercando di spostare il furgone per entrare nel tombino, i proprietari sono tornati e per non farsi vedere ci si è nascosto...- spiegò il fratello più giovane sforzandosi di non ridere - cioè, te l'immagini che faccia faranno quando apriranno le porte del furgone?-
Oh, altrochè se l'aveva. E riusciva anche ad immaginare le conseguenze. Assai poco piacevoli tra l'altro.
- Ecco. E' esattamente di questo che parlava il maestro Splinter. - fece Leonardo - Dobbiamo liberare Raffaello.-
- L'ULTIMO CHE ARRIVA SUL TETTO E' USCITO DA UN UOVO MARCIO!!!- fece Donatello saltando sul tetto aiutandosi con il suo Bo, seguito a ruota dai tre fratelli e dalla sorella.
Da lì avevano un ottima visuale del furgone in cui Raffaello aveva '' trovato rifugio'', finendo però per restarne prigioniero ed erano anche riusciti a tracciare l'itinerario che avrebbe seguito.
- Dunque... possiamo intercettarli fra la terza e la prima strada.- fece Leonardo.
- Sì, ma dobbiamo correre come lepri... Sarah, credi di farcela? Possiamo portarti a spalla se vuoi.- l'espressione della sorella che diceva Guarda che non sono una poppante e lo sguardo omicida della ragazza lo convinse ad arretrare - come non detto...-
- Fate come me se ci riuscite!!!- fece Michelangelo iniziando a correre e saltare, seguito a ruota dai suoi fratelli.
Un vantaggio che durò molto poco.
Grave errore perdersi in uno slancio auto- celebrativo. Fu più che sufficente per permettere ai due fratelli maggiori e alla sorella di guadagnare terreno.
- Ti muovi o no pelandrone?- lo prese in giro Sarah saltando sul tetto di un altro palazzo.
- GERONIMO!!!-  fece l'arancione raggiungendoli con un balzo.
Finalmente il furgone si era fermato, ed aveva parcheggiato nel piazzale di un vecchio magazzino abbandonato... e c'era un energumeno armato di mazza che girava avanti e indietro.
E tanto bastava loro per capire che andare da loro e dire '' Ci scusi, nostro fratello è accidentalmente rimasto chiuso nel furgone dove probabilmente nascondete la refurtiva di qualche ruberia, sarebbe così gentile da aprire il furgone così ce ne torniamo tutti a casa? A proposito, buonasera signore''- non era la mossa più furba che avrebbero mai potuto fare.
- Come facciamo a distrarre la guardia e liberare Raffaello?- chiese Sarah.
- Il maestro Splinter dice sempre che nel Giappone Feudale, una kunoichi destava molti meno sospetti rispetto ad un uomo e che non avevano difficoltà nell'ingannare il nemico.- fece Leo all'indirizzo della sorella.
- Va bene... ci penso io.- fece la giovane preparandosi a scendere. Il leader lanciò uno sguardo ai suoi fratelli che diceva -'' Se le cose si mettono male, interveniamo''.
- Ehm... scusi, buon uomo...- fece la ragazza avvicinandosi al piazzale in cui era parcheggiato il furgone che imprigionava il fratello maggiore, cercando di sembrare ammaliante e seducente come le kunoichi del passato. Cosa assai difficile visto che gli abiti che indossava, pur non avendo esperienza sulle modo del momento, sarebbero stati definiti da tutti '' gli abiti della nonna''.
- Buona serata, bellezza.... c'è qualcosa che posso fare per una bella ragazza come lei, signorina?- fece lui con un sorriso falsamente cordiale e che non prometteva niente di buono.
- Lo spero davvero...- continuò lei civettando - mi sono persa, e mi domandavo se lei non potesse essere così gentile da indicarmi la strada...-
L'uomo sorrise con la steffa affabilità di un lupo che non mangiava da giorni e che stava per ingoiarsi un tenero e candido agnello tutto intero - Ma certo mia cara... certo, le informazioni costano... sai, tu dai una cosa a me, ed io ne darò una a te.-
- Ma certo...- fece lei. Senza il minimo preavviso gli sferrò un pugno alla gola, misurando la forza, in modo da stordirlo ma non da ucciderlo - un bel sonnellino. Ecco tutto quello che ti do.-
- Ottimo lavoro, Sarah.- fece Leo raggiungendola.
- Oh, è stata una cosuccia da niente.- fece lei con falsa modestia.
- Adesso cerchiamo di far uscire Raffaello.- continuò il fratello maggiore additando il rosso, che dai finestrini sulle porte del furgone stava dando segni di iniziare a spazientirsi, battendo i pugni sulle porte, strillando seppur la sua voce risultasse piuttosto ovattata -'' Che aspettate si può sapere?!?''
Farlo uscire non sarebbe stato così semplice però, dato che il furgone aveva un' apertura a combinazione.
- Lasciate fare a me, signori e signora.- fece Donatello iniziando ad armeggiare con i cavi elettrici della serratura, mentre Mik si divertiva un mondo a prendere in giro il fratello conscio del fatto che per ora non rischiava di essere preso a pugni.
- Mik... vacci piano, lo sai cosa succede quando Raffaello perde le staffe..- gli consigliò la sorella.
Altro che se lo sapeva. Donatello non fece in tempo a liberare il fratello che questi subito uscì dal furgone come un razzo fiondandosi sul fratellino. Anche se non esattamente per un abbraccio fraterno molto vigoroso.
- E sì che lo avevo avvisato...- fece Sarah massaggiandosi la fronte.
- Che testa calda...- si associò Leonardo.
Ma non era il momento di giocare o lasciarsi andare ad effusioni troppo energetiche.
I proprietari del furgone parevano non essere troppo entusiasti della loro '' violazione di proprietà privata''.
- Ma che bei mostriciattoli!-
- Perchè vi siete messi in costume? Non è mica Halloween.-
- E' evidente che non vi siete mai visti allo specchio!- commentò la ragazza recuperando il suo ventaglio.
- Si può sapere...- tuonò quello che sembrava il capo - chi è stato a darvi il permesso di aprire il furgone? Nessuno può fare fessi i Dragoni Purpurei. Specialmente se indossa un costume da tartaruga.-
- In tal caso mi sa che abbiamo un problema...- fece Leonardo - Oggi non è proprio giornata.-
- Ben detto!!!- si associò Raffaello.
Non ci volle molto per far capire a quella banda di teppisti che non mazze tubi d'acciaio per quanto armi temibili erano del tutto inutili se maneggiati da mani non allenate. Puro polistirolo in una lotta contro cinque ragazzi che si allenavano alle arti marziali ormai da moltissimi anni.
- Presto ragazzi, andiamo via, questi non scherzano!!!- fece il loro capo iniziando a scappare, seguito a ruota da tutti i suoi '' accoliti''.
- Beh... è stato piuttosto facile, vero?- fece Donatello.
- Sarebbe bello se ne arrivassero degli altri... ho appena iniziato a scaldarmi. - fece Raph euforico come un bambino.
Nemmeno a farlo apposta, in preve si ritrovarono circondati da un numero indefinito di ninja, tutti abbigliati di nero dalla testa ai piedi. L'unica nota di colore forse era lo stemma di una fiamma a tre punte sul petto.
- Consegna speciale per Raffaello, signori miei.- fece la giovane mettendosi in posizione d'attacco con il suo tessen.
- Che vengano pure, noi siamo pronti!!!- fece Leonardo.
- Diamo inizio alle danze, fratelli.- concluse Raffaello. Purtroppo, lo scontro non ebbe lo stesso finale di quello che si era concluso pochi minuti prima.
I ninja non erano solo più numerosi, ma anche più preparati, e malgrado le tartarughe fossero in grado di tener loro testa, non avevano speranze di poter uscire vincenti per la seconda volta.
Se il maestro Splinter fosse stato lì avrebbe detto loro '' Solo uno stolto si rifiuta di vedere il pericolo quando questo si presenta'' e di certo non li avrebbe biasimati se avessero deciso di riportare a casa la pelle tutta intera.
Ragion per cui, dopo che il genio del gruppo fu riuscito a mettere in moto, saltarono tutti sul furgone per dirigersi all'appuntamento con il padre.
Non prima di aver restituito i soldi rubati alla polizia però.
Mentre in superficie, era accaduto tutto questo, anche il Maestro Splinter aveva avuto il suo bel da fare nell'affrontare altri Robot Killer, ma grazie a loro era precipitato in un condotto al termine del quale vi era una costruzione immensa, molto più grande della loro vecchia casa. Polverosa, sporca e disordinata questo sì, ma niente che non si sarebbe potuto sistemare con un po' di olio di gomito.
Quella sera, la famiglia cenò con una pizza formato famiglia alla salsiccia e doppio formaggio, attorno alla quale i cinque giovani raccontarono al loro padre tutto quello che era successo in superfice.
- E tu Sarah?- fece Splinter rivolgendosi alla figlia femmina, l'unica che non aveva ancora proferito parola. Era lei a preoccuparlo più di tutti.
- E io cosa?- fece la ragazza bevendo un sorso d'acqua.
- Lo sai... come è stato tornare nel mondo di sopra, dopo tanti anni che sei qui con noi?-  non si era arrabbiato per il fatto che i figli fossero saliti in superfice, d'altro canto non c'era nessun'altra possibilità, ma a preoccuparlo era Sarah, che dopo tanti anni aveva rivisto il mondo che tanti anni prima l'aveva vista sparire. Non aveva potuto vedere molto, ma la sua unica figlia femmina era stata fin da piccola una bambina intelligente e curiosa.
Ricordava ancora che passava delle ore intere assieme a Donatello, il quale si era auto-incaricato di insegnarle a leggere, scrivere, la matematica, scienze, ed un sacco di altre cose. E molto spesso, la bimba andava avanti nello sfogliare i libri domandando -'' E questo? E questo?''- e Donatello era felice quando la sorellina lo riempiva di domande, felice che qualcuno s'interessasse alle sue stesse passioni e di avere qualcuno con cui parlarne.
- Volete proprio la verità?- fece Sarah - un po' troppo caotico. Se le persone di sopra sono abituate a prendersela con i più deboli e a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti, preferisco di gran lunga restare qui con voi.-
- E per forza!!!- fece Mik mettendole un braccio attorno alla vita attirandola a sè - Dove li trovi degli altri fighi come noi, nanetta?-
- Ha parlato lo spilungone siccome!!!- lo rimbeccò Sarah suscitando l'ilarità generale.
Splinter sospirò sollevato, ma allo stesso tempo si sentiva in colpa verso quella ragazza che aveva cresciuto e tirato su come una figlia assieme agli altri. Si era fatta una bellissima ragazza, dolce e buona, ma allo stesso tempo intelligente, coraggiosa e forte.
E doveva dirlo, anche se aveva ancora molta strada di fronte, aveva tutte le cifre per essere una brava kunoichi.
Ma ciò non cambiava le carte in tavola: lei era un essere umano. Scomparso, disperso, smarrito agli occhi della società e probabilmente deceduto... ma era una ragazza umana.
Come padre voleva sempre il massimo per i suoi figli... ma Sarah non avrebbe mai avuto delle amichette con cui andare a prendere un gelato, non sarebbe mai andata a scuola, non avrebbe mai potuto sognare di andare al college e non si sarebbe mai innamorata.
- Bambina mia...- pensò - potrai mai perdonarmi di essermi arrogato il diritto di privarti della tua vita?- le voleva bene, la amava come una figlia, ma certe volte gli sembrava di essere il suo carceriere.
  
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