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Autore: Insane_Troll_Logic    23/06/2009    0 recensioni
Un AU nella quale Tobias non è un Animorph...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Rachel, Tobias
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: How the Sky Looks Different from the Ground
Personaggi: Tobias principalmente ma anche Rachel, Chapman e la donna che Cassie ha fatto fuggire dalla vasca Yeerk alla fine del primo libroin questa storia, viene chiamata Grace).
Introduzione: un AU nel quale Tobias non è un Animorph.
Disclaimer: Io non sono K.A.Applegate e non ho intenzione di trarre profitto da questo lavoro.
How the Sky Looks Different from the Ground

Capitolo 1

Il mio nome è Tobias e sono umano. Non avevo mai sentito il bisogno di fare questa distinzione- sia riaguardo al nome che riguardo la specie, in realtà-. Intendo che non ci sono molte persone a cui importa davvero come mi chiamo. La maggior parte mi chiama “Hey, tu!”. C’è anche una notevole quantità di “Ehy, perdente” nell’insieme, ma il mio nome è Tobias. Penserai che precisare che sono uman sia un po’ meno necessaria, ma io non ne sono più molto sicuro.
Qualcosa di veramente strano sta accadendo. Penso sia iniziato pochi mesi fa, quando alcuni ragazzi fecero esplodere fuochi d’artificio nel cantiere abbandonato di un centro commerciale. Io non sono uno di quei ragazzi.
Quella stessa notte vi fu un’enorme incremento di avvistamenti UFO.
Ho trascorso la maggior parte della mia vita con la testa fra le nuvole, ma solo perchè la mia vita giù sulla terra non è qualcosa che io vorrei particolarmente vivere.
Così, quando dico che sono più che sicuro che gli alieni siano sulla Terra, posso solo sperare che voi mi prenderete sul serio.
Sto diventando paranoico. Io non sono mai stato paranoico. M sono sentito miserabile, il più delle volte, ma mai paranoico. Il sentirsi miserabile era una conseguenza dell’essere spedito da uno zio ad un’altra zia, nessuno dei quali avrebbe voluto prendersi il fastidio di badare ad un qualche adolescente come me.
A volte mi domando cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. Mi domando cosa sarebbe successo se mio padre non fosse morto e mia madre non mi avesse abbandonato.
Ma più di tutto, mi domande cosa sarebbe successo se io non avessi mai incontrato lei.
Tutto questo è iniziato circa un anno fa. Un sacco di cose possono cambiare in un anno. Specialmente se lo trascorri in un moderato, paranoico isolamento.
Una mano si posò sulla mia spalla. Ero in quella scuola solo da poche settimane e avevo già passato metà delle giornate scolastiche con la testa in un gabinetto, e non avevo intenzione di continuare con quell’andamento; perciò strinsi il pugno, lo girai e lo dondolai in avanti.
Non fu un buon colpo. Ho ricevuto abbastanza buoni colpi da saper riconoscere la differenza, ma quello fu così inaspettato che il ragazzo finì sul pavimento.
Rimasi sorpreso come chiunque altro. L’intera scuola divenne silenziosa. Nessuno di solito notava quando venivo picchiato, ma ora, tutti gli studenti si erano fermati. Le mie orecchie stavano diventando calde. Questo non era quello che volevo accadesse. Non avrei potuto distogliere l’attenzone da me stesso. E questo non avrebbe portato di certo nulla di buono.
<< Tobias, >> una voce parlò sopra il silenzio e poi il clamore iniziò.
Corsi, passando attraverso alla folla con un’abilità dovuta ad anni di tormenti da cui fuggire. Nessuno mi seguì, e mi diressi verso l’unico luogo dove le persone non entrano mai a guardare o a cercare qualcuno: la biblioteca.
Saltare le lezioni probabilmente avrebbe reso le cose peggiori, a lungo termine, ma non me ne curai. Ero ancora sull’orlo del panico, così mi sedetti nella sezione fantasy e mi avvolsi le braccia alle ginocchia, aspettando che la mia visione si schiarisse. Non era un attacco di panico, ma quasi.
Tutto questo stava accadendo molto più spesso di quanto avrei voluto. Era iniziato qualche mese fa, quando cominciai ad avere sogni sull’oceano. Ed era finito con altri sogni, stavolta su delfini e squali. Dopo le cose si erano fatte meno chiare, meno distinte. E c’era lo strano suono di una voce nella mia testa.
Io non sono pazzo. Lo giuro. Molto di questo suona assurdo, ma io non sono pazzo.
Mi costrinsi ad alzarmi. Avrei potuto saltare il resto della giornata scolastica. Mio zio non sarebbe stato in casa, inoltre a scuola erano consapevoli della mia disastrata vita familiare e sarebbero stati ben disposti a concedermi una pausa.
Questo mi irritava parecchio, in passato. Non avrei mai voluto quell’etichetta. Io ero nessuno. Ero “hey tu”, o “il perdente”, o semplicemente “ chi-è-questo qua?”. Oggi non m’importa più di tanto, ora che so cosa c’è in gioco. Ma allora, non mi piaceva essere il ragazzo con grandi problemi in famiglia.
Pensai di aspettare fino alla prossima ricreazione prima di fare la mia pausa ed andarmene, ma poi decisi rinunciare all’attesa. Misi le mie mani nelle tasche della mia felpa, abbassai la testa e m’incamminai vero la porta.
<< Tobias! >> chiamò una voce dietro di me.
Raggelai. Avrei potuto semplicemente correre verso la porta, ma ciò avrebbe solo richiamato più attenzione su di me. Mi voltai e vidi il vice preside Chapman.
<< Posso parlarti? >>
Mi limitai a guardare in basso, verso i miei piedi, e lo seguii verso il suo ufficio senza dire una parola.
Secondo Grace, il vice preside Chapman è uno di loro. È uno dei Controller che vanno in giro con uno Yeerk avviluppato intorno al cervello. Il mio vice preside era una malvagia lumaca aliena. Immagino ci saranno milioni di ragazzi lontano da qui che potrebbero dire la stessa cosa. Ma la differenza è che quando io lo dico, è vero.
Grace era una di loro, prima. Anche lei aveva un lumacone yeerk che controllava ogni suo signolo movimento, ma è fuggita e ora sta tentando di combattere gli invasori. Io aiuto quando posso, ma non c’è molto che un ragazzo possa fare di fronte ad un’invasione aliena…
<< Ho sentito della tua lite di questo pomeriggio, Tobias. >> disse Chapman.
Avrei voluto dire che aveva iniziato l’altro, ma per una volta non era vero e perciò rimasi zitto.
Chapman si mosse dietro la sua scrivania, prendendo un’espressione preoccupata. << Figliolo, tu sai che una lotta è una grave violazione in questa scuola. >>
<< Allora mi sospenda >> , dissi prima di potermi fermare.
Il vice preside sollevò un sopracciglio. La recita era impeccabile. Avrei quasi creduto che che lui fosse completamente umano. Ma no, io non avevo solo contrariato un vice preside. Avevo contrariato uno Yeerk intenzionato a dominare il mondo. << Com’è la tua vita a casa in questi giorni, Tobias? >> domandò lui.
<< La stessa che è stata per anni, >> gli dissi. Scarpe di seconda mano, vestiti di seconda mano, pasti irregolari, nessuna supervisione. << Dopotutto, sono ancora nello stesso posto. >>
<< So che tu hai avuto problemi con i bulli, Tobias, e so anche che rispondere alle provocazioni con la violenza è sempre una tentazione, ma… >>
<< La violenza non è la risposta, >> dissi. << L’ho capito. Non avrei dovuto tirare un pugno al ragazzo, lo so. Perciò, se sono nei guai va bene, ma se non lo sono sto perdendo le lezioni.
<< Tu non stavi andando in classe >> disse Chapman con un sorriso sveglio. << Vero >> dissi. << Mi ha beccato. >>
<< Tobias, >> esclamò Chapman, muovendosi nella sua sedia. << C’è un’organizzazione alla quale penso potresti essere interessato. Credo che sarebbe un enorme aiuto per un ragazzo come te. >>
Il mio sangue mi si gelò nelle vene. << Chi ha detto che ho bisogno di aiuto? >>
<< Non sto insinuando nulla, penso solo che la Comunità esista proprio per persone come te. È una grande opportunità per interagire con i tuoi compagni e fare qualche nuova amicizia. Il nostro prossimo incontro è venerdì. Ci piacerebbe molto vederti lì. >>
<< Ci penserò >> risposi. Stavo inconsciamente premendo il mio corpo contro lo schienale della sedia, tentando di aumentare la distanza che c’era fra me e Chapman. Non volevo andare alla Comunità- La comunità era il luogo dove nascevano i Controller. Era così che era iniziato per Grace, prima che lei fosse stata tanto fortunata da riuscire a scappare. Grace mi ha raccontato che aveva cavalcato verso la libertà sulla schiena di un cavallo. Soltanto che il cavallo non era un vero cavallo. Non avrebbe potuto esserlo. Ci sono altri alieni, fuori da qui, che stanno combattendo gli Yeerk. Alieni che possono trasformarsi in qualunque animale vogliano. Loro hanno portato Grace fuori da lì, salvandola, ma per quanto ne so quello è stato l’unico progresso che abbiano mai fatto nell’anno passato.
Il vice preside mi rivolse un largo sorriso, alzandosi in piedi e stringendomi una mani. << Ti lascerò andare con un ammonimento, per stavolta. Non voglio vederti scatenere altre risse, ma capisco che tu abbia bisogno di difenderti. >>
Obbligai un sorriso a formarsi sulle mie labbra. << Grazie, Signor Chapman. >>
La campanella del cambio d’ora suonò e io mi inoltrai fra la massa di studenti, respirando difficoltosamente. Udìì qualcuno chiamare il mio nome. Non mi piaceva questa nuova moda. Una volta la maggior parte della gente non conosceva affatto il mio nome. Continuai a camminare finchè avvertii una mano sulla mia spalla.
Era Rachel. Solo Rachel. Quella ragazza era stata la mia compagna di laboratorio nell’ora di scienza, quando eravamo alle scuole medie. Rachel è alta, bionda e bella, ma non era ciò che una persona si aspetta da una ragazza con quell’aspetto. Rachel sfida le classificazioni. Non appartiene veramente a nessun gruppo. Sì, è una persona po’ difficile da definire, ma sembra essere una genuina, brava ragazza. Rachel stava spesso con la sua amica Cassie che sembrava essere esattamente il suo opposto,e con quel basso, sarcastico ragazzo chiamato Marco. Ma in più, stava spesso anche con suo cugino, Jake.
In quel momento non avevo problemi con Jake. Credo che si possa dire che Jake fosse mio amico. Una volta, aveva fermato una coppia di bulli dal picchiarmi, qualche anno fa. Questo era Jake. O almeno, questo era come Jake era di solito. Era il tipo di ragazzo da cui chiunque vorrebbe dipendere. Un leader. Mi permetteva di andare con lui al centro commerciale, qualche volta. Jake era uno dei pochi ragazzi che poteva fare una cosa del genere senza farla sembrare un atto di pietà.
Ma Jake è cambiato negli utlimi tempi. È diventato silenzioso, riservato, semplicemente diverso…
Credo che lui potrebbe essere loro.
<< Tobias! >>
<< Rachel. >> risposi, ordinando a me stesso di non arrossire. Avevo una cotta per lei per anni. << E’ molto che non ci vediamo. Come va la ginnastica? >>
<< Ginnastica? >> domandò Rachel distrattamente, quasi avesse dimenticato tutto riguardo alla ginnastica. << Sta andando benone. Continuano a dire che sono troppo alta, ma cosa posso farci? >>
Risi. Rachel sorrise timidamente. << Così, è vero? Marco ha detto che hai tirato un pugno. Che hai buttato un qualche ragazzo a terra. >>
La voce della mia rissa si era espansa prima che potessi bloccarla. Calmo, Tobias. Calmo. << Davvero, non avevo intenzione di cominciare… >>
<< Era ora che qualcuno prendesse di sorpresa quel bullo >> tagliò corto Rachel. << Sei finito nei guai? >>
<< In realtà, no, >> dissi, sfregandomi il collo. << Chapman mi ha lasciato andare facilmente. Ha tentasto di convincermi ad entrare in quel club chiamato Comunità, ma mi ha dato più o meno libera uscita dal suo ufficio, senza problemi particolari >>
Notai una luce quasi guardinga negli occhi di Rachel quando chiese: << Hai intenzione di andarci? >>
<< Alla Comunità? >> chiesi << No, non penso. Non sono proprio il tipo di ragazzo da club >>
<< Bene, >> esclamò Rachel, e poi la campanella suonò. << Guarda, Tobias, è stato bello incontrarti ma… >>
<< Lezione, >> replicai. << Ho capito. >>
<< Sai, dovremmo uscire insieme qualche volta! >> esclamò lei, mentre ripercorreva al contrario l’ingresso, verso la sua classe.
Esitai. Dovremmo uscire insieme qualche volta? Sembrava veramente promettente. Come se le potessi realmente piacere. Ma era sbagliato. Quella era Rachel. L’alta, bellissima Rachel con un corpo da modella che chiedeva al bersaglio preferito dei bulli di uscire con lei. Il tipo di cose che non accadono mai.
Un istante dopo, realizzai che l’ingresso era vuoto, tutti gli studenti erano tornati alle loro classi.
Contemplai per un attimo l’idea di dirigermi verso la classe, ma invece optai per lo sgattaiolare fuori dalle porte della palestra e prendere un autobus che andava da un lato all’altro della città.

________________________________________

Grace era una persona difficile da trovare anche se sapevi dove guardare. Da quando era uscita dalla vasca Yeerk in groppa ad un cavallo, non poteva esattamente tornare alla sua vita normale. In questi giorni, solitamente si fermava a dormire nel bosco.
Non sapevo realmente perché avessi bisogno di parlarle. Qualcosa riguardo la rissa e Chapman e Rachel mi aveva portato al limite di cò che potevo sopportare e un una strana maniera, lei era diventata una sorta di famiglia per me. Ne avevo più bisogno di quanto credessi.Un anno prima, ero solo un qualche apatico, sognatore ragazzino senza nessuno che gli fosse amico.
Ma poi avevo ricollegato un viso visto su un cartello che la segnalava come dispersa con il viso di una persona reale, in carne ed ossa. Grace O’Neil era stata l’obiettivo di un enorme caccia all’uomo. Mi ricordo di essermi sentito un po’ confuso da tutto questo, mi domandavo perché quella persona sopra tutte le altre persone scomparse avesse ottenuto così tanta attenzione. I giornali riportavano che lei era sparita durante un incontro della Comunità, e i membri più importanti del gruppo avevano speso migliaia di dollari nel tentativo di trovarla.
Ma loro non l’avevano trovata.
L'avevo trovata io.
L’avevo scovata durante una delle mie passeggiate nel bosco e avevo appena pronunciato le parole “ Io ti conosco” prima che lei tentasse di buttarmi a terra. C’erano voluti solo pochi secondi perché lei realizzasse che ero ben lontano dall’essere un soldato addestrato che la stava cercando e per me per capire che lei non voleva davvero essere trovata.
Ancora adesso non so perché lei mi abbia raccontato l’intera storia. Intendo che io non la conoscevo e non ero esattamente un suo coetaneo. Grace era stata una studentessa di una vicina università, duramente coinvolta in ricerche biomediche, mentre io ero uno studente delle medie perennemente preso di mira dai bulli. Credo che tutto sia successo solo perchè mi trovavo nel posto giusto al momento giusto. O forse nel posto sbagliato al momento sbagliato. Dipende dal vostro punto di vista.
Quel giorno, Grace mi individuò prima che io individuassi lei. Udii il debole fruscio delle foglie prima che lei comparisse proprio dietro di me. << Tobias? >> disse, sorpresa. << Che cosa ci fai tu qui? >>
Tirai fuori una borsa piena di cibo che avevo comprato da McDonald. << Immaginavo che avresti voluto aggiungere un po’ di grasso alla tua dieta. >>
Prese la borsa, aprendo le estremità della borsa e respirando l’odore di patatine fritte e hamburger. << Tobias, >> Disse, crollando contro un albero e sedendosi. << Tu sei un dio. >>
Mi andai a sedere vicino a lei. Grace notò il mio sconforto fra un morso all’hamburger e l’altro. << Forsa, ragazzo, cos’è successo? Sono entusiasta di vederti naturalmente, ma non sono così fuori dal mondo da non accorgermi che stai saltando le lezioni. >>
<< E’ sabato >> mentii.
<< Ne sei sicuro? Perché non mi dici semplicemente cosa non va? >>
Tirai un calcio a dello sporco sul terreno. << Chapman vuole che mi unisca alla Comunità. >>
<< Davvero? >> chiese Grace, mite. << Cosa ti ha fatto finire nel suo mirino? >>
<< Potrei aver preso a pugni qualcuno… >> borbottai.
Grace smise di masticare e mi fissò per un lungo istante prima di sorridere e battermi una pacca sulla schiena. << Buon per te, ragazzo. Era ora che iniziassi a restituire i colpi. >>
<< Finendo però nel mirino di Chapman. >>
<< Lascia stare, Chapman vuole che chiunque si unisca alla Comunità. >> lanciò una patatina che mi colpì su una guancia e rotolò a terra. << Cosa ti preoccupa davvero? >>
<< Niente. >>
<< Sai che tu sei l’unica persona umana con cui sono regolarmente in contatto, giusto? >>
Sospirai e mi rifiutai di dirle qualunque cosa. Grace si stava nascondendo da più di un anno, ormai. Se fosse accaduto a me, credo che sarei scappato dalla città. Ma lei era rimasta. Era rimasta e aveva continuato a controllare la città, raccogliendo informazioni su una guerra che non aveva intenzione di vincere. Penso che io mi sareigoduto la mia libertà. Sarei andato più lontano possibile, mi sarei tinto i capelli, avrei cambiato nome e non sarei mai tornato indietro. Ma non Grace.
<< C’è dietro una ragazza, eh? >> mi stuzzicò.
<< E’ uno Yeerk. >> dissi. << La ragazza, intendo. Ha detto che io e lei dovremmo uscire insieme qualche volta, ma non era lei. Era uno Yeerk.
<< Non puoi saperlo, Tobias. >>
Ma io lo sapevo, perché altrimenti per quale ragione Rachel avrebbe riniziato a parlarmi dopo tutto quel tempo? Eravamo appena amici, prima. Intendo che a me piaceva. Il genere di cotta per lei che era più di una cotta, ma Rachel mi parlava a malapena fuori dalla classe. Ora lei stava uscendo con Jake. Il Jake che era cambiato più di chiunque altro nell’anno passato. Il Jake che quasi certamente era un schiavo di uno Yeerk avvolto nel suo cervello. L’ovvio era proprio davanti a me e io potevo capirlo anche se non volevo. << Sì, ma dopotutto questa è solo una supposizione dannatamente buona. >> disse. Io scrollai le spalle e feci un sorriso forzato. << D’altra parte, c'è anche una buona notizia: credo di aver scoperto una nuova via d’accesso alla vasca Yeerk. >>
<< In quale universo questa è una buona notizia? >>
<< Saperlo è una buona cosa. E’ nel McDonald. La parola d’ordine è Happy Meal con extra di felicità. >>
<< Questo sembra solo un pessimo scherzo, non un indizio che ci porti alla vasca Yeerk. >>
<< Nei tre viaggi che ho fatti in questi giorni al McDonald, ho sentito tre adulti differenti senza nessun segno di bambini intorno ripetere lo stesso pessimo scherzo. Questo mi sembra da Yeerk. >>
<< E allora cosa possiamo fare con questo indizio? >> si domandò Grace ad alta voce.
<< Far esplodere il posto? >> suggerii. << Sorvegliarlo e poi spedire ciò che scopriamo al governo? >>
<< Non lo so, ragazzo, >> disse Grace, << Ma penseremo a qualcosa. >>

  
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