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Autore: dreamlikeview    26/11/2017    4 recensioni
Cosa succede, quando improvvisamente sette anni della tua vita svaniscono? Cosa succede quando dimentichi la persona che ami? Gli incidenti possono accadere, ma l'amore può sopravvivere?
[Destiel, human!AU, mini-long]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: La storia è scritta senza alcun fine di lucro, io non ci guadagno assolutamente nulla (al massimo ci perdo la faccia); niente di tutto ciò è finalizzato a offendere in alcun modo i personaggi (perché dovrei, se li amo uno ad uno?) e non mi appartengono in alcun modo (ma desidero un Castiel o un Dean o un Sam tutto mio, ma dettagli).

Avviso: Le mie competenze mediche si limitano alla visione di Grey's Anatomy e Doctor House, e un po' di wikipedia. Ho cercato di essere più precisa possibile, e ho fatto molte ricerche, ma non si può mai sapere, potrei aver sbagliato qualcosa, consideratela una licenza poetica in quel caso.

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7 anni prima: Can’t fight this feeling.
 

 

Even as I wander
I'm keeping you in sight
You're a candle in the window
On a cold, dark winter's night
And I'm getting closer than I ever thought I might
And I can't fight this feeling anymore.


Il sole albeggiava ancora, quando la sveglia di Dean Winchester, giovane uomo di appena ventiquattro anni, suonò riempiendo il vuoto che c’era in quella stanza, era totalmente disfatta, un pungente odore di sesso e alcool circolava in essa, e Dean si passò stancamente una mano sul viso troppo pieno di lentiggini, eliminando le tracce di sonno dal suo viso. Si alzò automaticamente dal letto e si recò nel bagno, sperava che Sam, suo fratello, rientrando dal lavoro tardi non avesse sentito nulla di spiacevole. Sapeva che nonostante la sua dichiarata bisessualità, il suo fratellino non gradisse molto trovarlo in intimità sia con uomini che con donne, diceva che era imbarazzante trovare il proprio fratello impegnato in piacevoli attività, per questo Dean aveva preso l’abitudine di mettere un indumento sulla maniglia della porta della sua camera, cosicché Sam non entrasse proprio nella stanza e indossasse le cuffie una volta raggiunta la propria. Sorrise al pensiero di suo fratello, studiava medicina al college, perché voleva salvare le persone, e si pagava gli studi lavorando part-time in un bar, finiva sempre tardi di lavorare la notte – spesso il maggiore era andato a trovarlo lì – e studiava una volta a casa. Vivevano insieme in un bilocale per risparmiare, Dean lo aiutava come poteva, sostenendo principalmente le spese di casa, in modo che il più piccolo potesse usare le sue paghe solo per il college, dovevano aiutarsi come potevano tra di loro, perché John, loro padre, aveva sempre sostenuto che Sam non dovesse studiare, ma imparare un mestiere, e lavorare per collaborare in casa, il più piccolo si era opposto, sostenuto dal fratello, perché voleva studiare e voleva diventare medico e alla fine, quando a Dean era stato proposto da Bobby Singer, un vecchio amico di suo padre, di lavorare presso la sua officina, il ragazzo non aveva esitato ad accettare il lavoro ed andare via di casa con suo fratello per permettergli di avere la vita che desiderava. Si lavò il viso e si guardò allo specchio, certo, andava piuttosto fiero del suo aspetto, capelli biondo scuro, tendenti al castano, occhi smeraldini e un fisico allenato, l’unica pecca, a suo parere, erano le lentiggini che aveva sul viso. Sorrise al suo riflesso ripensando alla notte precedente, aveva rimorchiato davvero un bel bocconcino, un ragazzo meraviglioso dagli occhi chiarissimi e l’aspetto di un angelo, non ricordava il suo nome, ma sapeva che fosse stata una bella e piacevole scopata, perché si sentiva bene, felice e appagato. Ritornò in camera sua soddisfatto, grattandosi la pancia, e non si accorse della presenza nel suo letto che lo fissava con lo sguardo assonnato e un sorriso accennato, afferrò la sua maglietta dal pavimento e quando si rialzò si trovò catapultato in paradiso, quegli occhi erano ancora lì, di fronte a lui, come era possibile? Non era andato via durante la notte come tutti quanti?
«Buongiorno» disse quello con la voce roca, che fece provare un piacevole brivido di freddo a Dean.
«’Giorno» gracchiò, infilandosi la maglietta «Credevo fossi andato via» affermò con sincerità guardandolo.
«Avrei dovuto?» chiese inclinando leggermente la testa, in un modo che a Dean parve adorabile.
«No» rispose immediatamente «Caffè?»
«Sì. Grazie…» mormorò, Dean si rese conto che anche lui non ricordasse il suo nome… per fortuna non era stato l’unico messo male la notte precedente.
«Dean, mi chiamo Dean» si presentò sorridendo, sedendosi sul letto per rimettersi i pantaloni, lasciandosi andare in una fuggevole occhiata al petto asciutto del suo compagno d’avventure notturne «Dean Winchester».
«Io sono Castiel» disse semplicemente «Nel caso non ricordassi anche tu il mio nome» continuò, sorprendendo Dean, non era uno di quei ragazzi che si offendevano solo perché uno non ricordava il loro nome «Sai, credo che ieri sera siamo arrivati qui per miracolo, eravamo molto ubriachi entrambi». Dean credette di trovarsi davvero in paradiso, aveva incontrato un ragazzo davvero bello e attraente – per non dire eccitante – che non si vergognava di ammettere di essere stato ubriaco e che non si offendeva se lui non ricordava il suo nome la mattina dopo. E non era nemmeno scappato via durante la notte, chi era quel Castiel? Da quale cerchio del paradiso era uscito?
«Sì, eravamo messi davvero male» scherzò il biondo, sorridendo «Vado a fare un caffè per entrambi… tu puoi usare la doccia o… qualunque cosa ti serva» offrì alzandosi solo dopo aver indossato le scarpe, per dirigersi in cucina, prima che potesse raggiungere la porta, Castiel già si era alzato dal letto, lo aveva afferrato per la maglietta, e dopo essersi alzato sulle punte, perché era leggermente più basso di lui, lo baciò sulle labbra, sorridendo. Dean chiuse gli occhi per una frazione di secondo, assaporando il sapore delle sue labbra, sentendosi un vero idiota per quella situazione.
«Mi rivesto e ti raggiungo, se non ti è di disturbo, mi servirebbe un passaggio per tornare a casa» disse il moro staccandosi dalle sue labbra, Dean si ritrovò a cercarle ancora ad occhi chiusi e Castiel lo accontentò baciandolo di nuovo con dolcezza. «Sei adorabile» commentò, afferrando i suoi vestiti ed uscendo dalla stanza totalmente nudo, offrendo al ragazzo una visuale perfetta del suo sedere. Dean si ritrovò ad arrossire come una ragazzina, e scosse energicamente la testa, accantonando quel ridicolo pensiero che si palesò nella sua testa, raggiunse la cucina, mise su il caffè e prese dalla credenza alcuni biscotti al cioccolato. Castiel lo raggiunse qualche minuto dopo, totalmente vestito con gli abiti del giorno precedente e un impermeabile beige appoggiato al braccio. Wow, era ancora più sexy così.
Consumarono insieme la colazione e Dean riaccompagnò Castiel a casa, viveva in una villa poco distante da casa sua, con un bel giardino curato davanti e forse anche un cane. Non lo sapeva. Non sapeva niente di questo Castiel, ma avrebbe voluto conoscerlo, gli sembrava, a pelle, una persona interessante e fantastica, ma… non poteva di certo rischiare di far la parte di quello che voleva un appuntamento, non era da Dean Winchester un atteggiamento così.
«Magari ci… rivediamo?» chiese esitante il moro «Cioè, lo so, abbiamo fatto sesso e questo non significa che avremo una storia, ma… possiamo rivederci?» chiese, Dean trovò adorabile la sua esitazione in quel momento, soprattutto dopo che quella mattina gli aveva praticamente mostrato tutto il suo corpo nudo senza vergogna, forse cercando di provocarlo, non lo sapeva, e avrebbe voluto, santo cielo, quanto avrebbe voluto saperlo.
«Mi farebbe piacere, Cas» rispose sorridendo «Magari ci scambiamo i numeri, ti va?» chiese senza rendersene conto.
«Sarebbe perfetto». Dopo uno scambio rapido di numeri, Castiel gli lasciò un delicato bacio a stampo sulle labbra e poi uscì di corsa dall’auto del biondo, rientrando in casa con il sorriso ebete sul volto. Dean, in quel momento, si sentì la persona più felice e completa del pianeta.
 
Ciao Cas, sono Dean, ricordi? Mi chiedevo se ti andava di uscire, conosco un posto dove fanno degli ottimi hamburger, sempre se ti piacciono gli hamburger! Okay, sono ridicolo, ciao Cas!” – Dean rilesse il messaggio che aveva appena mandato al ragazzo che aveva conosciuto alcuni giorni prima, e si diede dell’idiota, magari uno così aveva già trovato qualcun altro con cui passare il tempo, magari era uno, come lui, a cui piaceva divertirsi e non aveva interesse ad incontrarlo di nuovo. Gli aveva scritto solo sotto pressione di Sam, a cui aveva raccontato di aver incontrato questo tizio meraviglioso, dai bellissimi occhi azzurri, con un culo pazzesco e una voce roca sexy che proprio non era riuscito a dimenticare dopo quella notte. Sam gli aveva praticamente fatto il lavaggio del cervello per tre giorni e lo aveva convinto a chiamarlo, visto che lui intelligentemente aveva detto al minore di avere persino il suo numero di cellulare. Così, quel venerdì si era ritrovato, dopo il turno in officina, a scrivere al ragazzo, ed era, pateticamente, in attesa di una risposta. E si sentiva un idiota, perché continuava a fissare lo schermo del telefono, senza ricevere risposta, forse, si disse, Castiel era impegnato e non poteva rispondergli, forse avrebbe risposto più tardi, forse avrebbe rifiutato l’invito, forse avrebbe deciso di non rispondere e ignorarlo, senza nemmeno leggerlo. Dean sbuffò, non era da lui comportarsi così, lui era il tipo che incontrava un bel ragazzo, ci passava una piacevole nottata insieme e poi tanti saluti, non conosceva il suo nome, né scambiava con lui il numero di telefono. Con Castiel era stato diverso, Castiel non era andato via dopo aver fatto sesso, aveva dormito nel suo letto, e la mattina dopo aveva fatto colazione con lui, si era fatto dare un passaggio e poi avevano scambiato i numeri di telefono. Certo, non si erano sentiti per tre giorni, Dean forse stava fraintendendo tutto, ed era rimasto solo perché troppo ubriaco per muoversi dal letto, ed aveva voluto fare la persona educata non andando via quando si era svegliato e si era ritrovato Dean davanti già sveglio, doveva smetterla di farsi tante domande e aspettare, lanciò il telefono con poca grazia sul tavolo e decise di prepararsi un sandwich, giusto per frenare quella fastidiosa sensazione che stava invadendo il suo stomaco, e non era piacevole. Afferrò del prosciutto, del formaggio e una bottiglia di birra, richiudendo il frigo con il gomito e appoggiò tutto sul piano accanto, afferrò del pane dalla credenza e iniziò a riempire il suo panino, sbuffando leggermente perché non sentiva ancora il cellulare annunciare l’arrivo di un nuovo messaggio. Detestava essere quello che faceva la prima mossa, perché voleva evitare situazioni che lo facevano sentire a disagio come quella. Quando il suo sandwich fu pronto, dopo aver stappato la birra, si sedette al tavolo della cucina e decise di scrivere a Sam, per passare un po’ di tempo, Sam era al college, e sperava che il suo fratellino nerd spendesse un minuto del suo prezioso tempo da futuro medico per poter rispondere al maggiore. “Ehi Sammy, seppellito nei tuoi polverosi libri?” – scrisse, fissando lo schermo del cellulare.
Dean, sto studiando per l’esame di Epidemiologia, ti annoi così tanto?
Castiel non mi risponde, gli ho scritto, Sam! Ma non mi risponde!” – scrisse. Sapeva che Sam probabilmente avrebbe riso alle sue parole, ma sapeva anche con lui poteva parlarne, perché non lo avrebbe mai giudicato.
Genio, hai pensato che forse è impegnato? Magari ti risponde dopo”. Dean lesse il messaggio del fratello con uno sbuffo, suo fratello sapeva essere davvero insensibile, perché non capiva il suo turbamento. Addentò il suo sandwich con leggera rabbia, e bevve un sorso di birra, cercando di scacciare la sensazione di essere stato rifiutato, Castiel non lo aveva rifiutato, perché non aveva ancora risposto; odiava il venerdì, perché era il suo giorno libero – Bobby lo obbligava a restare a casa, perché durante la settimana lavorava sempre fino a tardi – e lo odiava ancor di più perché aveva deciso di scrivere a uno che aveva incontrato una volta e non aveva risentito più, perché lui era un idiota, nel profondo. Aveva detto a Castiel che si sarebbe fatto vivo, e invece era sparito, forse il ragazzo si era sentito messo da parte, o ignorato e quando aveva letto il suo messaggio non aveva avuto voglia di dargli una possibilità. Sempre se era così, il messaggio risultava ancora non visualizzato. Odiava Whatsapp, ma suo fratello aveva insistito per farglielo installare, perché Dean, gli SMS non si usano più dal lontano anno mille! – aveva esclamato quel nerd di suo fratello. Decise che avrebbe smanettato un po’ sui social network, perché non aveva niente di meglio da fare, e quando aprì Instagram, si ritrovò tre nuove notifiche, sbatté le palpebre, di solito solo Sam e pochi suoi amici gli lasciavano dei commenti o dei like alle foto, che erano prettamente di lui a bordo della sua Baby, la sua Impala, o di lui che riparava l’auto – Sam odiava quando Dean decideva di postare una nuova foto, perché di solito gliele scattava lui. Decise di leggerle per curiosità, e restò piacevolmente sorpreso, la prima diceva: castielnovak ha iniziato a seguirti. Cosa? Cosa voleva dire? Era davvero lui? Che diavolo…? La seconda: castielnovak ha messo “mi piace” al tuo post; e la terza: castielnovak ha commentato: Niente male! – sotto una foto che ritraeva Dean chinato sulla sua auto, intento a riparane il motore. Dean strabuzzò gli occhi e quasi non credette a quanto appena letto, cosa diavolo…? Castiel lo aveva cercato allora, non aveva immaginato che ci fosse stato qualcosa tra di loro. Non resistette, aprì il suo profilo e sorrise come un idiota, rendendosi conto che era davvero il meraviglioso ragazzo che aveva incontrato qualche giorno prima. Scorse il suo profilo, restando affascinato dalle foto che postava, ce ne erano alcune davvero carine, e alcune erano dannatamente sexy. Wow. Come poteva essere così attraente quel ragazzo? Dean sorrideva come un ebete guardando quelle foto, e sperava che gli rispondesse in fretta, perché non vedeva l’ora di rivederlo di persona. Okay, forse gli piaceva un po’ quel ragazzo, e lo aveva colpito, ed era per questo che non era più andato via dalla sua memoria, e si era ritrovato a scrivergli, e okay, forse era un po’ patetico, ma per quel ragazzo ne valeva la pena. Premette il tasto del like su una foto in cui Castiel aveva gli occhiali da vista e sorrideva in modo luminoso – non aveva proprio potuto resistere a quella – e poi lo seguì anche, perché suvvia, era scortese non ricambiare il follow, giusto? Quando si annoiò – cioè, dopo aver visto ogni singola fotografia di Castiel – lasciò il cellulare sul tavolo e finì la sua birra, fu in quel momento che sul suo telefono lampeggiò una nuova notifica, e il messaggio che trovò, gli fece spuntare un tenero sorriso sul volto. “Ciao Dean, certo che mi ricordo, uno come te è difficile da dimenticare! Mi farebbe davvero piacere uscire con te, certo che mi piacciono gli hamburger, a chi non piacciono? Fammi sapere tu l’ora e il posto. A presto, Dean.
 
«Dean, non sei mai stato in ansia per gli appuntamenti, che ti prende?» gli chiese Sam, quando il maggiore lanciò sul letto l’ennesima camicia, perché a quanto pareva quel colore faceva risaltare troppo le lentiggini, e lui voleva solo nasconderle, perché le detestava. Odiava quando qualcuno gli fissava il volto perché aveva notato le sue lentiggini, era una cosa che lo faceva innervosire fin troppo, e quella camicia, proprio non andava bene per quel suo piccolo problema.
«Odio queste camicie. Ma perché ne ho così tante?» sbuffò mettendone una bianca, eliminando anche quella, perché troppo bianca. Sam alzò gli occhi al cielo esasperato, poi scoppiò a ridere, scuotendo la testa «Che hai da ridere?»
«Tu sei cotto di questo Castiel e lo hai visto solo una volta. Tu sei cotto di qualcuno! Non credevo potesse mai arrivare questo giorno» affermò con sicurezza il ragazzo, senza riuscire a smettere di ridere. Era assurdo che suo fratello fosse così disperato per un’uscita con un ragazzo, non lo aveva mai visto così, ed era davvero divertente. Dean finalmente trovò qualcosa da indossare che non detestava, una camicia a scacchi bianca e verde, con una t-shirt verde scuro. Si guardò allo specchio per diversi istanti, apprezzando ciò che vedeva, mentre suo fratello dietro di lui sghignazzava ancora e scuoteva la testa, indossando la sua divisa del lavoro.
«Mi farai fare tardi, ricordi che oggi devi accompagnarmi tu?» gli chiese abbottonandosi la camicia.
«Sì, sai, la tua carretta è nell’officina dove lavoro io» rispose il maggiore, dirigendosi in bagno, finendo di prepararsi, Sam fece per ribattere, ma «Non rompere, idiota» esclamò il ragazzo, sistemandosi i capelli. Era stranamente agitato, non sapeva esattamente cosa aspettarsi dalla serata, da Castiel o in generale, ma sperava solo che fosse piacevole – e non a livello sessuale. Quando fu pronto, uscì dal bagno mostrandosi al fratello con uno smagliante sorriso, celando le sue preoccupazioni.
«Smettila di vantarti, Dean, lo  sanno anche i muri del nostro appartamento che potresti uscire anche con il sacchetto della spesa sulla testa, e nessuna donna o uomo ti resisterebbe, quindi smettila di comportarti come una fottuta drama queen e portami al lavoro!» esclamò il minore, facendo sorridere il maggiore.
«Va bene, Sammy, non scaldarti tanto. Volevo solo essere impeccabile».
«Sì, okay. Adesso andiamo?» chiese il minore esasperato, guardando il fratello con l’aria già stanca «Oggi mi aspetta un turno massacrante e tu pensi solo al tuo appuntamento galante» si lamentò, sorridendo, però, contento che finalmente suo fratello avesse incontrato qualcuno di interessante e non una delle solite conquiste notturne.
«Non è un appuntamento galante» borbottò superando il fratello per afferrare le chiavi dell’auto e la sua giacca, e poi «Muoviti, non eri in ritardo?» chiese ironicamente, guardando Sam che alzava gli occhi al cielo davvero esasperato.
«Oh certo, ora sono io in ritardo» sbuffò Sam, afferrando le sue cose e raggiungendo il maggiore fuori alla porta. Arrivarono in pochi istanti all’auto e Dean accompagnò Sam al bar dove lavorava, promettendogli che se la serata fosse andata bene, avrebbe portato Cas – già era diventato Cas? – con lui a bere qualcosa lì. Il minore salutò il fratello, raccomandandosi con lui di non fare cazzate come tuo solito, Dean e poi uscì dall’auto, recandosi a lavoro. Dean invertì la marcia e si diresse verso un pub a qualche chilometro da lì, dove aveva dato appuntamento a Cas, era un locale gestito da due dei suoi migliori amici, Benny e Garth e sapeva che portando il ragazzo lì, avrebbe fatto bella figura. Era  un po’ in ansia, non sapeva davvero niente di questo Castiel, a parte che aveva degli occhi bellissimi e apparentemente adorava i gatti – beh, non era colpa sua, Castiel postava decine di foto di gattini, sospettava che facesse parte di qualche organizzazione di volontari o che lavorasse presso qualche centro d’adozione per animali – però aveva davvero voglia di conoscerlo, conoscerlo davvero, e forse era sul serio patetico e lui gli avrebbe dato buca.
Parcheggiò l’auto fuori dal locale, e si guardò intorno, non sapeva nemmeno quale auto avesse il ragazzo o se guidasse o altro, e perché si stava facendo tutte quelle domande? Poteva cercare di essere una persona normale per quella volta? Uscì dall’auto ed entrò nel locale, salutò con un gesto rapido Garth, che era alla cassa e attese, seduto ad un tavolo libero, controllando in modo ossessivo l’orologio, scambiò qualche chiacchiera con il suo vecchio amico, bevve una birra, ma proprio questo ragazzo voleva tenerlo sulle spine o cosa? Sbuffò, terminando la sua birra, e si guardò di nuovo intorno, sospirando come una ragazzina delusa.
«Ciao Dean» disse una voce roca – e incredibilmente sexy – alle sue spalle, si voltò immediatamente verso la voce, e restò a bocca aperta, davanti a lui c’era Castiel, in una camicia azzurro chiaro, che faceva risaltare il blu intenso e innaturale dei suoi occhi, i capelli un po’ arruffati e l’espressione adorabile sul volto, una mano nascosta dietro alla schiena «Ho fatto un po’ tardi» disse dispiaciuto, da dietro la schiena tirò fuori una rosa rossa che porse a Dean, il quale arrossì di botto, spalancando gli occhi in modo incredibile. Una rosa? Davvero? Chi diavolo era questo tizio?
«P-Per me?» chiese in imbarazzo.
«Beh sì, vedi altre persone in giro?» chiese sarcasticamente sorridendo «Mi sembrava una cosa romantica» rispose tranquillamente alla muta domanda "perché?"di Dean, prendendo posto accanto a lui. Sebbene fossero in un pub, e non fosse esattamente il luogo più romantico in cui avere un primo appuntamento, l’atmosfera era piacevole e calma, era come se ci fossero solo loro, e nessun altro, si guardavano negli occhi scrutandosi a vicenda, in silenzio, senza proferir alcuna parola, eppure in quegli sguardi c’era tutto ciò che avrebbero voluto dire, era strano, davvero, Dean non si era mai sentito così in sintonia con qualcuno che non fosse suo fratello, nemmeno con il suo migliore amico, davvero. Ordinarono entrambi due hamburger e si ritrovarono a chiacchierare, Dean scoprì che sì, Cas lavorava con un’associazione di volontari che aiutavano cani e gatti smarriti, ma non era il suo lavoro principale, Cas era uno studente di lingue straniere e amava tutto ciò che aveva a che fare con i paesi esteri, aveva vent’anni come suo fratello e viveva ancora con i suoi genitori. Lui invece gli raccontò del suo lavoro all’officina, di aver lasciato gli studi per supportare il fratello e quando Cas gli disse trovo sexy il fatto che tu sia un meccanico, soprattutto in quelle foto in cui sei piegato sull’auto, Dean dovette bere una birra tutto d’un fiato, semplicemente perché era troppo esplicito persino per lui, ma più Cas parlava, più Dean pendeva dalle sue labbra, e non riusciva a smettere di fissarlo nemmeno mentre mangiava, era dannatamente bello. Arrossiva come un dodicenne alle prime esperienze, sentiva lo stomaco contratto e la testa vuota, piena solo di Cas, Cas, Cas e baciami, baciami, baciami. Era una delle cose più assurde che gli fossero mai capitate nella vita, e lui non era una persona a cui non capitavano mai cose assurde.
Patetico – sentì nella sua testa, una voce terribilmente simile a quella di Sam, santo cielo, e se suo fratello avesse avuto ragione, e lui fosse stato cotto di Cas? No, non era un’opzione valida, lui non era cotto di nessuno, semplicemente gli interessava questo tizio, perché era tutto fuorché ordinario, e meritava di essere scoperto.
«Posso dirti una cosa, Dean?» chiese Castiel improvvisamente, fissandolo dritto in faccia. Erano alla quarta birra, era impossibile che fossero già ubriachi, giusto? Dean si sentì avvampare, non sapeva perché si sentisse così in imbarazzo davanti a quel ragazzo, come poteva un ragazzo metterlo tanto in imbarazzo? A lui? A Dean Winchester? Nessuno ci era mai riuscito, quel tizio doveva essere davvero particolare.
«Certo… dimmi» mormorò abbassando lo sguardo sulle sue mani. Non riusciva a sostenere quello sguardo così blu, così penetrante che sembrava leggergli l’anima e metterlo a nudo. Dannazione, mai gli era capitata una cosa del genere, era tutto davvero molto strano e bizzarro per uno come lui, abituato ad essere quello sicuro, che faceva cadere le persone ai suoi piedi, e invece questo Castiel era… diverso, da tutti gli altri, forse era per questo che lo aveva colpito.
«Sei davvero bello, non dovresti nascondere il tuo viso dietro alle mani, sai? Soprattutto per quelle adorabili lentiggini che hai» Dean arrossì ancora di più, se possibile e si portò le mani sul volto, Castiel aveva notato le lentiggini e si rese conto che le avesse fissate per tutto il tempo. Cosa diavolo mi ha fatto questo tizio? – si chiese Dean.
«Sono orribili e tu non dovresti guardarle» si lamentò da dietro le sue mani. Castiel sorrise dolcemente e si sporse leggermente verso di lui, prendendogli le mani tra le sue, cercò il suo sguardo, senza riuscire a trovarlo, perché Dean cercava in tutti i modi di evitarlo e di non sentirsi come una ragazzina alla prima cotta adolescenziale.
«Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo» gli disse, facendogli alzare il viso verso il suo «Ma davvero, sei bellissimo, non credo di aver mai visto un ragazzo bello come te» confessò con sincerità, facendo, se possibile, arrossire il biondo ancora di più, dannazione, se avesse continuato così, avrebbe raggiunto l’ebollizione, sarebbe evaporato e nient’altro di lui sarebbe rimasto sulla terra. Doveva smetterla di guardare quei film catastrofici in cui accadeva di tutto.
«Ti ringrazio» mormorò Dean, ammaliato dallo sguardo che l’altro gli stava rivolgendo «Io… non so cosa dire».
«Non devi dire nulla» disse Castiel, avvicinando il suo volto a quello del biondo, sorridendo «Baciami e basta». E Dean non se lo fece ripetere due volte, annullò la distanza che lo separava dal volto dell’altro in pochi secondi, e premette le proprie labbra contro quelle del moro, il quale gli prese con delicatezza il viso tra le mani e approfondì il bacio, lasciandolo piacevolmente sorpreso. Il bacio fu una delle esperienze più belle che Dean ebbe mai provato – o almeno credette così – le labbra di Castiel erano un vero paradiso, e lui baciava in modo meraviglioso. Tutto era troppo intenso, troppo profondo, troppo diverso dal solito; la leggera barba di Cas era piacevole contro il suo viso perfettamente sbarbato, le sue mani arruffavano ancora di più quei capelli già spettinati, e le labbra di Cas non smettevano di essere una fottuta droga per lui, più le provava, più si ritrovava a cercarle, era assurdo, dannatamente assurdo, ma anche piacevole, e Dean sentiva di star per impazzire, perché era tutto semplicemente troppo e lui non era abituato.
Si ritrovarono nell’auto di Dean in poco tempo, come ci fossero arrivati, sarebbe rimasto un mistero per entrambi, ma poco importava, il biondo era sdraiato sulla schiena sui sedili posteriori, mezzo nudo con l’altro, anche lui mezzo nudo, che si strusciava su di lui e raggiungeva con quelle dannate labbra qualsiasi tratto di pelle libero, e si chiedeva come si fossero trovati in quella posizione, perché sul serio, lui sotto? Da quando?
«Ehi, ehi» mormorò spingendolo leggermente indietro «Cosa credi di fare?»
Castiel inclinò la testa in un modo che fece girare la testa a Dean: «Pensavo fosse ovvio… vuoi che ti spieghi la storia dell’ape e del fiore?» chiese ridacchiando, accarezzando con lentezza il suo addome scolpito.
«No, idiota» borbottò con il volto rosso «Intendevo… cioè, io non… non sto sotto» balbettò a disagio, sotto lo sguardo divertito di Cas che non la smetteva di passare le mani sul suo corpo. Stava perdendo ogni facoltà mentale, solo perché quelle mani erano su di lui e non andava bene, non andava affatto bene. Doveva smetterla, doveva essere forte.
«L’altra volta non ti è dispiaciuto» ribatté Castiel, fermandosi e guardandolo dritto negli occhi, solo per potersi godere l’espressione di puro stupore che comparve sul volto del biondo, era qualcosa a cui non era affatto pronto, perché, come aveva immaginato, Dean era il classico finto attivo, una persona che si atteggiava come attivo, ma in realtà, nel profondo, era un passivo. Il ragazzo fissò il suo amante per diversi secondi, prima di riprendere qualunque attività mentale, aveva dovuto assimilare la notizia.
«Ma io…no!» fu in quel momento che Dean tornò per un attimo se stesso e si liberò della presa forte di Castiel su di lui, lo spinse via con poca grazia e si rimise seduto, cercando la sua maglietta e riabbottonandosi i pantaloni, no, non sarebbe accaduto di nuovo, andava bene l’essere un po’ a disagio davanti a lui, l’imbarazzo, l’arrossire e tutto, ma non l’essere passivo, no, non sarebbe diventato un patetico idiota che lo prendeva. Lui era uno tutto d’un pezzo e non si sarebbe piegato a una cosa simile, no. Castiel doveva aver sbagliato persona «Ti stai sbagliando» disse velocemente «Hai sbagliato persona, ne sono certo. Io non avrei mai… okay? Non sono passivo».
«Se lo dici tu…» mormorò Castiel divertito indossando la sua camicia «Nonostante tutto è stata una serata piacevole» disse allegramente, sebbene l’eccitazione di poco prima si fosse esaurita, si era divertito davvero con Dean, e avrebbe davvero voluto rivederlo, sperava solo che la scioccante verità che Dean aveva appena appreso, non gli facesse avere ripensamenti sulla loro frequentazione. «Mi piacerebbe rivederti».
Avrebbe voluto dire di sì, che gli avrebbe fatto piacere rivederlo, che lo avrebbe voluto vedere sempre, e che se fosse stato più intelligente non lo avrebbe fermato sul più bello, ma purtroppo lui era Dean Winchester, e se c’era una cosa vera su di lui, a parte il fatto che avesse troppe lentiggini, era il suo essere un completo, vero e proprio idiota.
«Certo, mi farò sentire… sai, il lavoro e…» balbettò, tossicchiando a disagio «… cose, ma mi farò sentire». Ignorò volutamente l’espressione un po’ rammaricata di Cas, il quale si sporse verso di lui e premette le proprie labbra sulle sue con dolcezza, e gli fece una piccola carezza sulla guancia destra. Poi lo guardò negli occhi, cercando di trovare una risposta alle sue domande, perché Dean lo confondeva, e non gli faceva capire ciò che pensava.
«Scusa, se ti ho offeso in qualche modo» disse mortificato aprendo la portiera dell’auto «A presto, Dean» lo salutò andando via da lui, lasciandolo solo come un idiota nell’auto.
Dean, quando lo vide allontanarsi, capì di aver fatto una delle sue tante cazzate, e che rimediare non sarebbe stato facile.
 
Tornò a casa a pezzi, non sapeva cosa fosse accaduto con Castiel, e perché si fosse sentito così a disagio quando aveva scoperto di essere stato lui sotto. Era una cosa che lo aveva sconvolto così tanto che l’aveva fatto apparire come uno stronzo davanti agli occhi di Cas. Chiamò Sam disperatamente, e il fratello gli diede del cretino cosmico, se Castiel gli piaceva tanto, perché si era fatto tanti problemi? Perché non ignorare semplicemente la cosa e vivere tranquillamente? Dean  non rispose alle sue domande e tagliò corto ignorando una vocina dentro alla sua testa che gli diceva che in effetti Sam avesse ragione e lui si stava comportando come un idiota; cercò supporto in Benny, il suo migliore amico storico, il quale gli diede del coglione, perché si era visto lontano un miglio quanto fossero presi l’uno dall’altro quella sera, e persino Garth lo insultò coloritamente, perché si era lasciato sfuggire un bel ragazzo come Cas. Non era colpa sua, in fondo, era un idiota e tutti lo sapevano, adesso lo sapeva anche Cas. E doveva rimediare al suo essere un idiota, perché non voleva perdere Cas.
Fu così che due giorni dopo si ritrovò fuori alla porta di casa di Cas, con una rosa e mille scuse. Il moro gli aprì senza chiedere chi fosse e lo guardò alzando un sopracciglio con fare giudicante. Dean si morse le labbra, smozzicando parole a caso, poi senza riuscire a trovare una motivazione valida al suo pessimo comportamento, semplicemente porse in avanti la mano con cui teneva la rosa per il moro. Sei patetico – gli disse la voce nella sua testa identica a quella di Sam. Sì, era consapevole di esserlo e di essere anche pessimo, ma… cosa ci poteva fare?
«Una rosa?» domandò Castiel appoggiandosi alla porta con fare sexy, Dean non sapeva se lo stesse prendendo in giro o lo stesse provocando «Per me?» domandò ancora, afferrandola e annusandola appena. Dean ebbe uno scompenso mentale davanti a quella scena era davvero troppo.
«Mi è sembrata una cosa carina e…» mormorò Dean «Scusami per l’altro giorno, sono stato un idiota» riuscì finalmente a dire, era la prima frase di senso compiuto che riusciva a dire, senza sembrare un idiota patentato.
«Non importa, insomma… sono abituato ad essere scaricato» rispose Castiel, guardandolo dritto in faccia.
«No, no… io non volevo… Cas, io…» mormorò a disagio «Sono andato nel panico e… scusami. Non dovevo comportarmi in quel modo. Dimmi come posso rimediare e…»
Castiel non gli diede il tempo di finire la frase, lo baciò trascinandolo in casa, e lo spinse contro il muro, senza lasciare le sue labbra per un solo istante: «Resta con me» gli disse piano sulla bocca «Non so cosa tu mi abbia fatto, ma non riesco a smettere di pensare a te, Dean Winchester» continuò, tra un bacio e l’altro. Dean era assuefatto da lui, dalle sue labbra, dal suo essere così trascinante e non riusciva a fare a meno di seguire la sua bocca, ogni volta che lui si allontanava per prendere fiato, voleva quelle labbra sulle sue fino a perdere il fiato, sembrava un drogato alla ricerca della sua dose, Castiel era dannatamente perfetto e lui era totalmente cotto di lui, ma non lo avrebbe mai ammesso.
«Non ho intenzione di andare da nessun’altra parte» gli confessò però contro le labbra. Castiel sorrise, gli afferrò la mano con delicatezza e lo trascinò in camera sua, dove lo spinse gentilmente sul suo letto e lo sovrastò in pochi istanti. Gli accarezzò il volto, mormorandogli sulle labbra che era bellissimo e che adorava le sue lentiggini, Dean arrossì alle sue parole, ma per la prima volta pensò che avere quelle piccole macchie sul viso non fosse poi così negativo. Fecero l’amore con dolcezza, lentezza e passione, spingendosi l’uno incontro alla ricerca delle emozioni nuove che entrambi stavano scoprendo di provare, e quando, coinvolti dalla passione, raggiunsero l’apice del piacere, si lasciarono cadere fianco a fianco sul letto di Castiel, e Dean fissò il soffitto con un’espressione beata e appagata, un sorriso da idiota sul volto. Riusciva solo a pensare wow, non aveva altre espressioni per ciò che era appena accaduto. Dovette deglutire un paio di volte, prima di riuscire a spiccicare mezza parola, eppure non riusciva a parlare.
«Era così male stare sotto?» chiese Castiel voltando il volto verso quello di Dean, sorridendo appena. Dean pensò che il ragazzo avesse il sorriso più bello che avesse mai visto, e con quello riusciva ad ammaliarlo e stregarlo.
«Affatto…» rispose, guardando l’altro al suo fianco. «È stato meraviglioso, ma solo con te».
Castiel allora lo guardò, con uno sguardo che urlava mio e: «Non ti avrei condiviso con nessuno, Dean Winchester» mormorò avvicinandosi al suo volto, baciandolo di nuovo. Dean credette di aver fatto combo e trovato davvero il paradiso; si promise che avrebbe fatto l’idiota più spesso, se poi significava fare del sesso stratosferico con Cas.
 
Tre mesi dopo
Dean era terrorizzato, Castiel gli aveva mandato un messaggio, in cui gli diceva che voleva parlargli di una cosa, e okay, Dean non era il tipo che andava in panico per quel tipo di messaggi, ma detto da Castiel, sembrava qualcosa di terribilmente serio e terrorizzante, si frequentavano da tre mesi, dal giorno in cui il biondo era tornato dall’altro con la coda tra le gambe, chiedendogli scusa per essere stato un idiota. A Dean piaceva Cas, gli piaceva vederlo la mattina dopo aver fatto sesso, con i capelli tutti spettinati e sfatti – anche da lui, perché erano così soffici che Dean amava metterci le mani dentro, soprattutto quando lo baciava – e lo guardava con quello sguardo carico di qualcosa che il biondo non aveva mai visto nei suoi amanti, era desiderio, sì, ma c’era anche qualcos’altro che lui non sapeva definire a parole; gli piaceva quando uscivano insieme e lo faceva ridere con delle battute stupide, o con i suoi atteggiamenti bizzarri; gli piaceva quando Cas lo stringeva contro il suo corpo e lo faceva sentire al sicuro – e Dean avrebbe davvero voluto evitare di sentirsi una ragazzina del liceo, ma era venuto a patti con questa sua caratteristica in presenza di due occhi azzurri e un ragazzo troppo sexy per essere reale, perché davvero, uno studente del college con quelle caratteristiche era davvero difficile da incontrare – gli piaceva semplicemente passare il tempo con lui, Cas era un tipo brillante e poteva parlare di qualsiasi cosa, di film, di serie tv, di libri, di letteratura, di qualsiasi argomento, persino di cucina, e Dean una volta non aveva resistito e gli aveva fatto assaggiare i suoi famosi pancake, quelli che persino Sam adorava. Cas li aveva amati, e Dean giurò a se stesso che glieli avrebbe sempre fatti. Suo fratello continuava a dire che lui fosse innamorato di Cas, ma non era così, Dean era sicuro di non amare nessuno, ma Dean non sapeva nemmeno cosa fosse l’amore, eppure, sentiva che c’era qualcosa di molto profondo che lo univa a Cas; nello stesso modo sapeva che c’era qualcosa di sbagliato, molto sbagliato, in quello che voleva dirgli Cas, se avesse voluto lasciarlo? Se avesse deciso che non valeva la pena perdere tempo con uno come lui? Non avevano niente di ufficiale, si frequentavano, uscivano insieme, si vedevano spesso, andavano al cinema e condividevano la porzione grande di popcorn, si baciavano, facevano sesso – del sesso grandioso a detta di Dean – ma non avevano mai detto che stavano insieme o cose del genere. Forse aveva incontrato qualcuno di cui si era innamorato, e voleva scaricarlo, non sarebbe stato un problema – o forse sì? C’era una fastidiosa voce nella sua testa che gli diceva quanto fosse sbagliato il fatto che Cas non volesse più avere a che fare con lui – se ne sarebbe fatto una ragione – no, non era vero. Era in ansia, e non ne capiva il motivo, voleva solo frenare quella fastidiosa sensazione che provava nello stomaco, quel fastidioso senso di disagio che lo prendeva da dentro e non gli permetteva di ragionare lucidamente. Perché Cas voleva parlargli?
Arrivare alla sera, gli sembrava un’impresa titanica. Cas doveva andare lì, da lui, a casa sua – aveva già detto a Sam di non farsi trovare in casa, perché avrebbe avuto ospiti. Sam gli aveva detto che quella sensazione spiacevole che provava, era collegabile al fatto che fosse innamorato di Cas, ma Dean si ostinava a pensare il contrario, a non ammettere i sentimenti che sentiva crescere con forza dentro di sé, non sapeva perché, ma aveva paura di essere innamorato, perché aveva l’impressione di essere debole in quel modo. Intanto si sentiva un idiota, camminava su e giù nella cucina del suo appartamento, in attesa che Cas andasse da lui, aveva finito prima al lavoro, e si era ritrovato con la mente affollata da pensieri, sia negativi che positivi, e così tanti dubbi, che quasi non si riconosceva. Non aveva nemmeno toccato la birra che aveva pensato di stapparsi per rilassare i nervi, sentiva lo stomaco contratto, in una morsa distruttiva, e davvero avrebbe voluto capire che cosa gli stesse prendendo. Come poteva un messaggio, turbarlo così tanto? Era solo un messaggio, certo, mandato dalla persona che frequentava e che in qualche modo lo faceva stare bene. Era davvero assurdo sentirsi in un modo così orribile, lo stomaco contratto in una morsa dolorosa, e la mente affollata da pensieri negativi, come facevano le persone a definire bello l’amore? No, non aveva appena pensato quella parola, non era nel suo vocabolario, non si stava trasformando in Sam all’improvviso tutto sentimenti e cose da femmina. Scosse la testa con forza e cercò di buttare giù un po’ di birra, con l’alcool nel suo corpo, avrebbe potuto ragionare razionalmente, e smettere di essere una ragazzina innamorata del più bello della scuola – santo cielo.
Il tempo sembrava non passare mai, Cas non arrivava e tutto era davvero troppo, troppo umiliante per Dean, non riusciva a smettere di pensare perché Cas volesse lasciarlo – anche se non stavano effettivamente insieme – e non capiva cosa avesse sbagliato con lui; il tempo passava sempre più lentamente, e le ore, i minuti, i secondi sembravano scorrere sempre più lenti, inesorabilmente lenti, Dean ignorava quante volte avesse consultato il cellulare per controllare l’orario. Castiel sarebbe arrivato per ora di cena, e non sapeva davvero cosa diavolo volesse dire, ora di cena era un orario così generico, Dean avrebbe mangiato a qualsiasi ora, quindi era sempre ora di cena per lui. Cas sarebbe passato alle sette? Alle otto? Alle otto e mezza? Forse alle nove? Dean non lo sapeva, e il non sapere lo faceva stare ancora più in ansia perché odiava sentirsi così confuso e terrorizzato da qualcosa, odiava essere debole, ed era per questo che aveva sempre tenuto a distanza le persone, perché non potessero ferirlo. Aveva fatto di nuovo l’errore di dar fiducia a qualcuno, e ne stava per subire le conseguenze amare. Doveva semplicemente essere forte come sempre, aspettare che Cas lo scaricasse e affrontare la cosa da uomo, lui aveva scaricato tante persone, forse avrebbe dovuto agire per primo, dire a Cas che non potevano più vedersi, prima che lo dicesse lui e lo ferisse.
Dean sospirò, ma non riuscì a bere nulla, nemmeno l’acqua, aveva lo stomaco completamente chiuso, sigillato, e solo il chiarimento con Castiel, avrebbe potuto sciogliere il nodo che gli attanagliava le viscere. E okay, forse Sam aveva ragione, forse provava davvero qualcosa per lui, ma accettarlo, avrebbe significato ammetterlo, e ammettere di essere debole, lui non era debole, lui era forte, e non si lasciava turbare da niente – tranne da due occhi azzurri, più limpidi e profondi dell’oceano, che a quanto pareva, lo avevano fatto innamorare.
Sam, sono fottuto. Penso di essermi innamorato di Cas” – scrisse senza rendersene conto al minore, la consapevolezza faceva male, e il fatto che probabilmente Cas non lo volesse più, faceva ancora più male, lo faceva stare così male, che sentiva la nausea al solo pensiero che il moro non volesse più avere a che fare con lui.
Era ora che ci arrivassi, lo avevano capito anche i muri prima di te, coglione” – fu la risposta ironica del più piccolo.
Puttana” – rispose il maggiore in modo molto maturo; aveva avuto il bisogno di scriverlo a qualcuno, perché non lo aveva sognato, si era sul serio reso conto di essere innamorato – “Sono fottuto” – scrisse subito dopo – “Lui vuole parlarmi e sicuramente mi scaricherà, sono fottuto, Sam” – aggiunse velocemente. Era nel panico, davvero, aveva appena ammesso di essere innamorato e già si preparava ad essere scaricato come un sacco della spazzatura.
Dean, devi stare calmo, okay? Non è detto che Cas voglia parlarti in maniera negativa” – gli scrisse, stavolta con serietà – “Andrà tutto bene, okay? Fammi sapere come va, ho un tavolo da servire ora, scusa” – digitò in fretta. Dean lesse il messaggio con un micro sorriso sul volto, Sam sapeva sempre cosa dire per tirarlo fuori dalle sue paranoie, paranoie che lo avevano portato ad ammettere di provare davvero dei sentimenti per Cas.
Buon lavoro, Sammy, grazie” – rispose, appoggiando il telefono con più tranquillità sul tavolo. Cercò la birra che aveva stappato poco prima, forse con un po’ di alcool sarebbe stato in grado di reggere la conversazione con Cas, che sicuramente stava per arrivare, ma prima che potesse anche solo pensare di portare la bottiglia alla bocca, il campanello trillò e il suo braccio si bloccò a mezz’aria, lo stomaco di nuovo contratto e la mente di nuovo affollata da assurdi pensieri. Dovette respirare diverse volte, prima di riprendere le proprie facoltà mentali e di riuscire a raggiungere la porta per poterla aprire. Si ritrovò Cas davanti con un bellissimo sorriso sul volto, una mano dietro alla schiena – la solita rosa che gli portava sempre, ormai era una tradizione – i capelli neri assurdamente spettinati – e Dean ci avrebbe volentieri già affondato le mani dentro se non fosse stato per quella cosa di cui dovevano parlaredannazione, era bellissimo, non c’erano altri termini per poterlo definire, Cas era davvero bellissimo, e… non è mio.
«Ciao Dean» disse con la sua voce leggermente bassa, quella che gli faceva sempre provare un piccolo brivido lungo la schiena «Come stai?»
Sto morendo dentro, idiota, non riesco a pensare ad altro che al fatto che tu voglia parlarmi, mi fa impazzire non poterti avere tutto per me, e ti amo, stupido cretino troppo sexy per essere umano – avrebbe voluto dire, ma si limitò ad annuire, borbottando un «Bene» non molto convinto e ad accennare un sorriso, permettendogli di entrare. Cas avanzò nell’appartamento di Dean, e gli porse con gentilezza la rosa che gli aveva portato. Si sporse in avanti per baciarlo, ma Dean si ritrasse, dovevano parlare subito.
«Cas…» mormorò «… avevi detto che dovevamo…»
«Dopo» disse con sicurezza «Parliamo dopo, okay?»
«No!» esclamò ad alta voce «Non parliamo dopo, se vuoi scaricarmi fallo subito, perché non intendo passare un’altra meravigliosa serata con te e poi perdere tutto quello che abbiamo, okay? Sarò anche stronzo, ma-» Dean non riuscì a finire la frase, perché Cas lo zittì spingendolo contro il muro, baciandolo con passione, stringendogli i fianchi con forza, come se non volesse lasciarlo andare. Dean ebbe qualche scompenso mentale, ma sorrise contro la sua bocca.
«Lasciare te, sarebbe l’errore peggiore che possa compiere» disse Castiel, con un leggero affanno «Credo di essermi innamorato di te, Dean, e vorrei…» stavolta fu il turno di Dean di interromperlo, perché aveva capito male, e Cas voleva il contrario, non voleva scaricarlo, voleva avere una relazione con lui, e sorprendentemente anche Dean voleva.
«La risposta è sì» disse, sorridendo felice «Credo di essermi innamorato di te anche io» confessò. Cas sorrise a sua volta, anche lui con il cuore sollevato, un peso in meno e strinse Dean a sé in un abbraccio dolce e tenero, lasciandogli piccoli baci tra i capelli, per farsi perdonare silenziosamente per averlo fatto stare in ansia fino a quel momento. Collidevano perfettamente, come i pezzi di un puzzle collegati perfettamente.
Qualche ora dopo, dopo aver mangiato della pizza e dei biscotti al cioccolato, e dopo aver fatto l’amore tra le lenzuola fresche di Dean, il biondo si appoggiò al petto ampio del moro, vi lasciò un tenero bacio sopra, e portò la sua mano sinistra su quella destra di Cas, intrecciando le loro dita in un gesto davvero dolce e intimo, afferrò il proprio cellulare e scattò una foto alle loro mani intrecciate sul letto. Sorrise in modo vispo, fiondandosi di nuovo sulle labbra del suo ragazzo, e niente gli parve più bello di tutto quello. Si sentiva felice, completo e appagato, Cas lo rendeva felice come mai nessuno aveva fatto; Castiel rispose al bacio con la stessa passione, stringendolo contro di sé, in un abbraccio forte e carico d’amore, nemmeno lui avrebbe mai immaginato che una situazione del genere potesse diventare reale.
Prima di tornare a baciarlo in quel modo, Dean aveva inviato la foto delle loro mani a Sam, per annunciargli la lieta notizia – il minore se lo meritava, dopo averlo sopportato per tutto quel tempo con le sue paranoie – “Sammy, io e Cas stiamo insieme ufficialmente!” – scrisse, e Sam dall’altra parte del telefono, sorrise felice, lieto che suo fratello avesse finalmente messo la testa a posto e si fosse impegnato seriamente con qualcuno. 


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Hola people, buona domenica! 
Come avevo promesso, sono tornata alla carica, con una piccola mini-long di sei capitoli. Non ho fatto passare anni luce dall'ultima volta, su! Come l'altra volta, pubblicherò una volta a settimana. Ho già i primi tre capitoli pronti, ma la storia è interamente plottata e deve solo essere conclusa. Ogni capitolo è vagamente ispirato a una canzone, quindi ve le linko tutte nel titolo, in modo che se non le conoscete, potete ascoltarle.
Questo ovviamente è un primo capitolo, un introduzione, il modo in cui i due innamorati si sono conosciuti. Dean è un po' una signorina che ha paranoie e io ho adorato caratterizzarlo così. Crogiolatevi in questo mare di fluff, perché non ce ne sarà molto fino all'ultimo capitolo. OPS.
Spero che mi seguirete in questa nuova avventura! Grazie a chiunque vorrà unirsi alla "ciurma"!
Ci si becca la prossima settimana su questi stessi canali, 
Stay tuned! 

   
 
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