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Autore: Dregova Tencligno    26/11/2017    0 recensioni
Una storia strana, che ha dell'incredibile e dell'improbabile, ed è proprio questa a non renderla impossibile. Una storia di tutti i giorni, in cui si lotta per superare le proprie parole. La storia di un'amore che ha dello strano. Ma, parliamoci chiaramente, cosa in amore non è strano?
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il MMSIL
 
 
Mi sono innamorato. Fin qui niente di strano. Accade più o meno a tutti, una o più volte nella vita, di provare quel forte sentimento che rende la gente stupida, melensa e particolarmente attratta da stereotipi così vecchi da essere paragonabili ai dinosauri, ma ancora funzionanti. I misteri del tempo, suppongo.
C’è chi si innamora di una ragazzo, di una ragazza, o di più persone allo stesso momento. Chi perde la testa per il dentista, per il giardiniere, medico, infermiere, fisioterapista, massaggiatore, architetto, igienista dentale, assistente di volo, pilota, centometrista, karateka… insomma, ce n’è veramente per tutti i gusti.
Ci sono storie che iniziano e finiscono. Altre che durano una vita intera. C’è chi cambia amanti un giorno sì e l’altro pure, come fossero mutande.
In tutto ciò, io mi sono innamorato. Torno a dire che fin qui non c’è niente di strano. Ciò che è strano è per chi ho perso la testa.
Siamo cresciuti insieme, anzi, siamo proprio nati più o meno nello stesso momento.
Aspetta, non interpretare male questa frase. No, non ho un gemello. Sì, è molto peggio di ciò che pensi.
Stavo dicendo… ecco.
Siamo nati insieme e siamo cresciuti vivendo più o meno le stesse esperienze.
È stato la parte più brutta della mia vita, attuale, per quasi un terzo. Non lo sopportavo, anzi, lo odiavo profondamente. Mi dava fastidio restare in sua compagnia da solo, i suoi scherzi mi facevamo piangere. Un vero incubo che non accennava a passare e che si manifestava ciclicamente ogni giorno. Non era simpatico nemmeno ai miei genitori che erano costretti a vigilare più del solito sulla mia incolumità. Ma per quanto potessero impegnarsi, non riuscivano mai a tenerlo abbastanza lontano da me.
Col passare del tempo abbiamo trovato una fattispecie di accordo: io non ti considero, e tu fai finta che non esiste. Due estranei costretti a convivere.
Entrambi abbiamo tenuto fede al patto per tanto tempo. Un tempo che, a momenti, mi sembrava infinito.
Odiavo il vuoto che sentivo del petto, mi mancava il terrore che mi assaliva nel sapere che stava arrivando.
Non riuscivo a credere a ciò che stavo provando. Non ci ho creduto per molto tempo. Nostalgia.
Di notte pensavo a lui, a come sarebbe stato bello rivederlo un’ultima volta. Poi ripensavo a come mi faceva sentire e subito tornavo sui miei passi. Subito dopo ritornavo a fantasticare. Lui. Me. Noi. Mi spaventavo e mi mettevo a dormire.
Mi sono innamorato di lui ancor prima di esserne certo. Era un tira e molla di pensieri e idee, il coraggio faceva Sali e scendo come su un’altalena. Non era impegnativo per me rivederlo. Più facile del semplice respirare.
Ho perso tempo.
Lo sapevo vicino, come sempre, ma come potevo dirgli, dopo averlo trattato così male, che era solo grazie a lui se avevo aperto gli occhi sul mondo. Finalmente.
Lui mi ha fatto superare le mie paure, lui mi ha insegnato a trovare il sorriso nei momenti bui. Lui è stato il primo a farmi provare l’ebbrezza di avere qualcuno sempre accanto, che mi tormenta, ma che mi vuole bene per chi sono. Non mi ha mai chiesto di cambiare.
L’ho odiato. Adesso lo amo.
Tra tanti, mi sono innamorato proprio di lui.
Mi viene da ridere perché ancora, spesso, non riesco a farmene una ragione. Eppure, quando chiudo gli occhi, ogni momento dei miei, nostri, possibili futuri ci vedono insieme.
Lui. Nessun altro.
Mi sono innamorato. Che bello pronunciare queste parole. Ogni volta mi viene da sorridere. Un po’ come quando dico: ti amo, oppure: anche io, o: io di più. È tutto vero e così spontaneo che è come se fossi sempre stato prono a provare l’amore.
Occhi grandi e marroni, di una tonalità calda. Labbra carnose e morbide. Denti bianchi, dritti, con quattro canini lunghi e appuntiti. Un corpo muscoloso, da gladiatore. Spalle possenti. Braccia forti. È quasi completamente coperto di pelo. Ha una coda lunga e vaporosa. Due corna che ricordano quelle di un cervo.
Perché fai quella faccia? Confuso? Ti ho detto che era molto peggio di quello che avevi immaginato.
Lo amo, anche quando il suo brutto carattere torna a farsi vivo. Lo amo perché non mi lascia mai solo. Lo amo perché è testardo, altrimenti mi avrebbe lasciato da un pezzo. Lo amo perché mi fa sentire bambino. Lo amo perché  è unico. Perché è mio. Lo amo perché mi segue sempre, anche quando cambio casa, anche quando sono in viaggio. Lo amo perché mi conosce, sa quali sono i miei punti deboli. Lo amo perché ho paura di perderlo, senza di lui smarrirei la mia innocenza. Semplicemente lo amo e gli permetto di sfiorarmi la mano, di stringerla, di dormire al mio fianco strappandolo dal nascondiglio polveroso in cui l’ho costretto a vivere per tanto tempo. Lo amo perché sento il suo profumo ovunque vado.
Lo amo per tanti motivi e per i motivi che mi hanno spinto a odiarlo.
È molto peggio di ciò che hai pensato?
Mi sono innamorato del Mio Mostro Sotto Il Letto.
Strano?
Non poi così tanto.
 

   
 
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