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Autore: sentodoredimorte    27/11/2017    0 recensioni
Cassandra si sveglia in un letto che non è il suo, affianco ad un uomo sconosciuto. Non ricorda nulla dei sei anni passati e tutto ciò che sa è che non è più una liceale.
Si ritrova catapultata in una vita che deve riscoprire e in un mondo tutto nuovo popolato da esseri sovrannaturali come streghe, maghi, guerrieri e guardiani.
Ben presto scoprirà di essere sposata con il re del Regno degli Incubi, del quale però non ha ricordi.
In molti cercheranno di aiutarla con la sua memoria, ma solo lei potrà scoprire il vero motivo delle sue condizioni.
Potrà fidarsi delle nuove persone che la circondano?
Scoprirà il motivo della sua perdita della memoria?
Riuscirà a ritrovare davvero se stessa o diventerà una nuova persona?
Se volete scoprirlo seguite Cassandra tra odio e amore, pace e guerra.
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Questa storia non è una fanfiction, si ispira a particolari di libri o film vari ma nel complesso è un'opera del tutto originale e inventata da me. Ho anche un profilo su wattpad con il nome Sentodoredimorte dove pubblico la stessa storia che però è più avanti con il numero di capitoli! Fatemi sapere cosa ne pensate o se avete consigli! un bacione
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 6

-è questo il posto?- chiedo. Il suo entusiasmo mi ha fatto avere grandi aspettative che ora, però, si stanno sgretolando poco per volta.

Lui ride – non ci siamo nemmeno vicini – mentre ride sento Malibù muoversi e uscire da sotto la maglia. Venom mette le mani in tasca e mi guarda con un sorriso enigmatico, quasi sexy. – sei pronta a fare un giro su un drago? -.

 

appena mi giro vedo Malibù sull’erba che, lentamente, si trasforma cambiando completamente dimensione; dal piccolo cucciolo di drago che avevo imparato a conoscere in questo periodo mi ritrovo davanti al naso un enorme dragone, addirittura più grande di un autobus, dallo sguardo affilato. Non riesco a credere che un animale così abnorme sia rimasto sul mio corpo per tutto questo tempo. Ora ho anche capito come mai, l’esserino che ero abituata a vedere, potesse mangiare così tanto.

Mi avvicino lentamente per accarezzarlo. Nonostante sia sempre lo stesso mi inquieta e mi spaventa come se fosse la prima volta che lo vedo. Forse è davvero la prima volta che lo vedo per com’è.

- pensi di rimanere lì immobile ancora per molto?- Venom mi deride alle mie spalle e non posso che dargli ragione. Mi comporto come una bambina che vede solo adesso il modo per com’è davvero. Che impara a conoscerlo davvero.

Mi giro per guardarlo e lo trovo quasi piegato in due dalle risate. Ma non sono risate di cattiveria o di presa in giro, ride come ridono le persone davvero felici. Ride come una persona che sta facendo una gran cazzata solo per sentirsi viva. Quando Venom ride gli si illuminano gli occhi per la felicità. Si vede che sta bene e che è rilassato. Mi si scalda quasi il cuore a vederlo così. Quasi.

- pensi di rimanere lì a ridere ancora per molto?- gli rispondo di rimando e per deriderlo.

Mi guarda e poi fa un inchino esagerato – mi scusi sua altezza. Non era mia intenzione farla aspettare- quando si alza dritto mi fa nuovamente l’occhiolino.

Lo seguo quando si dirige verso Malibù e lo osservo mentre gli sale sopra, passando per il muso del drago. Titubante mi avvicino anche io e aspetto che Malibù, gentilmente, abbassi la testa per farmi salire.

Appena salgo sulla sua testa Malibù la alza facendomi cadere addosso a Venom, che però mi prende prontamente.

- emm.. scusa- gli dico mentre mi sposto di fianco a lui. La mia faccia diventa improvvisamente bollente tanto che la copro con le mani capendo che molto probabilmente sono diventata rossissima.

Venom mi risponde sorridendomi – tranquilla Cassandra, sono più resistente di quando sembro- poi sposta lo sguardo dalla sottoscritta per rivolgersi al mio drago – Malibù andiamo -.

Dopo qualche secondo vedo le enormi ali del drago nero muoversi, prima lentamente e poi sempre con più energia, fino a quando ci solleviamo dal prato e ci dirigiamo verso una meta a me sconosciuta.

Dal punto in cui siamo ora si vede tutto il paesaggio intorno a noi, dalle montagne fino ad una lieve striscia di mare all’orizzonte.

È passata un'oretta da quando siamo partiti e il sole picchia abbastanza forte, sia perché sono le 15 circa e sia perché ci stiamo avvicinando a giugno.

Poco a poco sento Malibù abbassarsi per raggiungere la terraferma e, davanti a me, vedo un magnifico mare.

Malibù atterra in un’altra radura simile ma diversa a quella da cui eravamo partiti. Per tre quarti è circondata da un fitto bosco con una strada sterrata che lo attraversa e per la parte mancante, quella difronte a me, a noi, c’è il mare più bello che io abbia mai visto. Senza pensarci troppo salto giù dalla groppa del drago, azione che mi risulta quasi famigliare, e corro a perdifiato verso la spiaggia, talmente chiara da sembrare bianca, con il sorriso stampato sulla faccia come una bambina di cinque anni. Mi giro e vedo Venom sempre sorridente che mi raggiunge.

- oddio ma è meraviglioso qui. È fantastico e così tranquillo!- lo urlo, non tanto per paura di non essere sentita ma perché, per la prima volta dopo giorni, mi sento libera e al settimo cielo e tutto questo solo avendo visto un posto. Certo, uno incredibile ma pur sempre un posto.

Venom arriva sulla spiaggia e prendendomi per mano mi trascina sulla riva, il tutto senza dire una parola. - va tutto bene?- gli chiedo senza però ottenere una risposta.

Abbiamo camminato per qualche minuto e lui non solo ha continuato a non parlare ma la sua espressione è diventata anche leggermente triste. Dopo qualche altro passo mi accorgo di una casetta sulla riva. Non è grandissima ma è carina, bianca e con il tetto rivestito da dalle foglie di palma.

Troppo concentrata sulla casa non mi accorgo che Venom si è fermato – questa è casa nostra. Non è grandissima ma quando eravamo troppo stressati venivamo qui per qualche giorno a rilassarci.- l’allegria gli è un po’ tornata e ora capisco anche perché mi abbia portato proprio qui.

Non lo guardo mentre gli rispondo- è carina- e, spinta da una forza sconosciuta, mi dirigo trascinandolo verso la casa.

Prima che io abbia la possibilità di toccare la maniglia lui mi si para davanti e con una chiave la apre. Dentro, l’arredamento è semplice ma non minimalista. Ha uno stile quasi sofisticato. Non penso che l’avrei mai arredata così ma non devo dimenticare che ho 25 anni e quindi dovrei essere più matura e, soprattutto, i miei gusti saranno sicuramente variati.

È passato quasi tutto il pomeriggio e nel frattempo ci siamo entrambi cambiati e messi dei costumi, abbiamo preso i teli da spiaggia e ora, dopo vari bagni, osservo Venom che prepara un falò con la legna secca trovata sulla riva.

-sia che ti ho chiesto di sposarmi proprio su questa spiaggia?- dice lui interrompendo il silenzio che si era da poco creato.

Mi guarda sorridendo e io faccio altrettanto -davvero? Allora non mi sorprende se abbiamo fatto costruire la casa proprio qui-.

-Già, lo hai proposto tu qualche mese dopo il nostro matrimonio- prende il sacchetto con le salsicce dentro, le infilza su un bastone e poi me lo passa – la cosa divertente è che mi hai detto di no all’inizio, ma in realtà non ci sono rimasto troppo male in quel momento- lui ride mentre lo dice ma io rimango un po’ perplessa.

- scusa ma perché avrei rifiutato?-

Mi guarda di sottecchi con uno sguardo a metà sta la vergogna e il divertimento -perché era la prima volta che ci incontravamo Cassandra-

-Ora mi sento confusa. Credevo che gli esseri umani non potessero conoscere questo posto, non senza essere portati qui da qualcuno-.

Venom fissa perplesso il fuoco per qualche minuto prima di rispondermi – si è vero, gli umani non possono venire a conoscenza di questo mondo, non senza una valida ragione. Ma non capisco cosa c’entra questo ora?-

-c’entra perché io sono umana. Quindi non capisco come sia possibile esserci incontrati qui-

- Cassandra ma tu non sei umana-.

Okay, fermi tutti. Che cosa significa che non sono umana? Per tutta la settimana ho sempre dato per scontato di esserlo. Anzi, per tutta la vita. Mi sarò anche dimenticata degli ultimi sei anni della mia vita ma se in 19 anni non ho mai pensato a nulla di diverso cosa può essere successo in quei pochi mesi prima dell’incontro di Venom? Quindi se non sono umana che cosa sono?

Rimango paralizzata per svariati minuti con Venom che mi fissa lievemente allarmato.

-Cassandra? Va tutto bene?-

-no! Non che non va bene!- cerco di calmare il mio battito cardiaco facendo respiri profondi – se non sono umana allora che cosa sono?-

-sei una guardiana Cassandra, pensavo che qualcuno te lo avesse detto-

Sono terrorizzata. Le poche certezze che avevo ottenuto in questa settimana sono svanite. Chi sono io davvero?

   
 
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