Poi cominciai a scrivere.
Avevo bisogno di fare spazio e luce nella mia anima,
di sondarla,
fino al punto di arrivare a toccarla inaspettatamente.
E più scrivevo,
più districavo la matassa delle mie emozioni,
ora riuscivo a scomporle,
finalmente ci vedevo chiaro.
La scrittura mi aveva prefabbricato le ali
e ora io volavo,
alta nel cielo,
colta dall’ebbrezza delle spirali di carta.