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Autore: Vanex23    28/11/2017    0 recensioni
"Mi hanno sempre insegnato che nella vita o hai culo o te lo fanno. Il problema è che se nasci sfigato, muori sfigato, indipendentemente dal fatto che tu possa essere o no una brava persona. E se si potesse cambiare all'improvviso ogni singola molecola di un corpo, ogni singola mattonella del nostro fato, come andrebbe a finire la cosa? Chi si ricorderà di noi? E con quali ricordi? Chi dirà alla fine 'ne valeva la pena dopo tutto?' Alla fine, il destino è un qualcosa che ci creiamo noi, possiamo distruggerlo come ci pare e piace, quando e come vogliamo, tanto quanto premere un tasto e resettare ogni cosa. O no?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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 Capitolo 19


03 Giugno
Pov Luke

Era il primo anno che passavo per la prima volta tutta la serata ad una festa della scuola con qualcuno che volevo davvero di fianco a me a mantenere la mia calma e la mia felicità sempre alta. Tutto era passato per il verso giusto e tutto stava andando benissimo, anche fin troppo ma non mi importava, perché sapevo benissimo che era esattamente ciò che volevo. E accanto a me c'era lei, l'unica che poteva rendere davvero così importante la serata: Jasmine. Era lì, davanti a me, mentre continuava a parlare con gli altri e come sempre io mi incantavo ad osservare ogni suo lineamento, notanto quanto fosse perfetta anche sotto il chiaro di luna. Era semplicemente stupenda, sia che ridesse, sia che piangesse, sia che urlasse e sia che rimanesse immobile. La perferzione era in lei e lei era nella perferzione. Semplicemente lei. Ed io tutt'ora mi chiedevo come fosse possibile averla trovata così, dopo tutto questo tempo, senza nemmeno faticare così tanto e far crescere dentro di me tutto questo amore nei suoi confronti.
"Hai finito di fissarmi?" Mi chiese dopo un po', ridendo come sempre faceva quando doveva punzecchiarmi e farmi imbarazzare.
"Se vuoi continuo ancora." Le risposi ridendo.
"No basta, Luke mi imbarazzi ancora." Disse ridendo e nascondendo la sua faccia sulla mia spalla.
"Vieni qua." Le dissi, abbracciandola e accarezzandole il volto.
Intrecciammo le nostre mani e rimanemmo a parlare ancora fuori davanti la scuola mentre nel parcheggio via via diventavamo sempre di più, ammucchiate tutte in una parte del parcheggio della scuola.
"Già ce ne andiamo?" Chiese Ashton notando che dopo qualche oretta il parcheggio già era un po' svuotato.
"Beh, noi possiamo sempre andare, tanto possiamo vederci sempre o casa tua o a casa mia." Mi disse Jasmine ammiccando ed alludendo ad un invito segreto a casa sua.
"Se la metti così allora." Risposi ridendo.
Così decidemmo di andare ognuno alla nostra macchina, io avevo il mio incontro segreto con Jasmine, i ragazzi tornavano a casa e ognuno era felice e contento. 
Prima di salire sulla mia auto rimasi ad osservare Jasmine salire sulla sua per poi partire, volevo aspettarla, così potevo partire dopo di lei e scortarla fino a casa per guardare come guidava e poi prenderla anche in giro, adoravo troppo quando si impuntava dicendo che la prendevo in giro per qualcosa che non era vero.
Poi però, qualcosa per un attimo colpì immediatamente la mia attenzione a tal punto da far distogliere il mio sguardo da quello di Jasmine mentre arrivava dall'altra parte della strada. Ciò che catturò il mio sguardo era proprio il rumore di un'auto che arrivava a gran velocità verso di noi, precisamente verso le auto parcheggiate alla sinistra del parcheggio e quindi verso la direzione in cui stava andando Jasmine. Le lanciai un ultimo sguardo velocemente, prima di capire realmente cosa stava succedendo e dove stava dirigendosi quell'auto a tutta velocità. Chiunque era in quel parcheggio si girò ad osservare il rombo dell'auto avvicinanarsi sempre di più, tranne una persona, tranne lei. Non si era accorta del fatto che l'auto stava proprio andando verso la sua direzione e l'unica cosa che riuscì a dire fu il suo nome.
"Jasmine!" Urlai in preda al panico.
Lei si voltò, a guardarmi, forse per l'ultima volta, mostrandomi penso il sorriso più bello che avevo mai visto fino in quel momento e solo in quel momento io mi resi conto di ciò che stava davvero succendendo e iniziai ad avvicinarmi verso di lei. Ma in quel momento, nel frattempo, accadde tutto così velocemente da non rendermene conto. Lei era lì, davanti a me, distesa sull'asfalto, mentre l'auto sgommava a velocità fuori dal parcheggio ed io corsi, corsi così tanto da non capire più niente. E penso di non aver mai corso così tanto velocemente in vita mia come in quel momento. Era lì, davanti a me, ma non mi sorrideva più, era semplicemente sdraiata su quell'asfalto, senza muoversi, col viso normale ma con la testa sporca di sangue.
"No!" Dissi semplicemente accasciandomi accanto a lei e sollevandola, prendendola e tenenendole su la testa.
"Chiamate un'ambulanza!" Urlò Cecile a qualcuno, in quel momento non capivo assolutamente più niente, ero lì col corpo, ma la mia testa non era lì.
"Rimani con me." Sussurrò semplicemente Jasmine, ancora con gli occhi chiusi, e la sua mano graffiata che si aggrappava al mio braccio.
"Non ti lascio, non ti lascerò mai." Sussurrai semplicemente, guardandola ancora.

**

Ero lì seduto nella sala di attesa con gli altri, ad aspettare affiché qualcuno ci dicesse qualcosa. Avevo un brutto presentimento, non riuscivo a pensare positivo e non riuscivo a capacitarmi della cosa.
Dopo un paio di minuti riuscì a vedere la zia e la madre di Jasmine. Erano completamente distrutte e da lì capii che c'erano solo cattive notizie per me, per noi e non c'era assolutamente nulla di buono da pensare o aspettare. Ero così teso e distrutto che non sapevo come comportarmi, come fare, cosa fare e cosa dire. Era tutto inutile per me in quel momento. Era tutto così surreale. Volevo ritornare indietro nel tempo a quando stavamo parlando nel parcheggio, prima che quella maledettissima auto arrivasse per prenderla in pieno.
La madre di Jasmine era pronta per dirci qualcosa, ma io? Io ero pronto per ascoltare? No, non lo sarei mai stato.
"Ragazzi.." - Cominciò la donna. Mi alzai di scatto avvicinandomi a lei e notai il suo sguardo affranto. - "Luke, mi dispiace." Riprese subito a piangere e singhiozzare e la zia di Jasmine ritornò ad abbracciare la sorella.
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi e mi sentii particolarmente vuoto. Non riuscivo neanche a piangere in quel momento. Ero devastato dentro, come se ci fosse stata una perdita di dati momentanea senza nemmeno riuscire a connettermi col mondo esterno. Ero straziato, lacerato e mi sentivo morto anche io.
"Io.." Cominciai ma sentii la mia voce più bassa del solito, ritirarsi piano piano. Mi voltai e vidi Cecile piangere più in là con accanto Ashton, Calum e Micheal molto tristi.
"Luke se vuoi vederla comunque, puoi andare." Disse sua madre, passandomi una mano sulla spalla, prima di allontanarsi e riprendere a piangere. Piano piano mi avvicinai alla sua stanza. La macchina era staccata e il suo corpo era ancora lì, completamente disteso sul letto, ma col volto quasi del tutto rilassato, risaltava solo la grande ferita sulla fronte che era ancora un po' rossa e per un attimo osservai le mie mani, che avevano tenuto la sua testa e si erano sporcate del suo sangue. Il suo sangue. Mi separava solo un vetro da lei, avrei tanto voluto entrare, ma non ce la facevo e qualcosa, dentro di me, per quel poco di tempo che si era risvegliato il mio dentro di me, mi suggeriva che era meglio così, che sarebbe stato peggio il mio avvicinarmi a lei in quelle condizioni, non me ne sarei mai staccato, mai più. Ma quando una persona ti segna dentro, come fai a dimenticare, dimenticartene, dimenticarla e dimenticarti? E lì che scoppiai, senza neanche rendermene conto, in un pianto quasi del tutto inumano.
Io le avevo promesso che sarebbe stata al sicuro con me, le avevo promesso che l'avrei sempre protetta e salvata, ma adesso, adesso, tutto ciò che avevo detto di poter fare mi si stava ritorcendo contro. Io non potevo salvarla, non potevo proteggerla, perché se c'era qualcuno che aveva salvato e potretto era stata lei e aveva salvato e protetto proprio me. 
Continuavo a guardarla, non riuscivo a smettere di piangere, non mi sentivo triste, depresso o angosciato, mi sentivo arrabbiato, arrabbiato come prima, come sempre, senza controllo, solo con una grandissima voglia di urlare e liberarmi, ma sapevo che questo urlare non mi avrebbe portato a liberarmi definitivamente, ma solo momentaneamente e mi avrebbe fatto più male di prima.
Ma poi capii e mi misi le mani in tasca come se fosse un gesto del tutto naturale. Il plettro che mi aveva regalato Jasmine era nella mia tasca destra, era stato di Margot prima di essere stato suo e in seguito mio. Feci un grandissimo sospiro ed entrai dentro. Mi guardai intorno. Silezio, solo silenzio.
Accarezzai leggermente la mano fredda di Jasmine e la guardai per l'ultima volta. Non mi sarei mai stancato di guardarla ma in quel momento doveva essere l'ultima volta. Le baciai la fronte e dopo decisi di restituirle il plettro che aveva dato a me. 
"Magari il tuo posto non era qui, magari il tuo posto è con Margot e il tuo piccolino." Sussurrai, abbandonando la sua mano, contenente adesso il plettro. 
Uscii dalla stanza, e ritornai fuori dagli altri.
Magari era vero, magari Jasmine non meritava questo posto, magari meritava qualcosa di migliore. E magari qualcosa di migliore era rincongiungersi con le persone che davvero la meritavano.

Margot e il suo bambino.






 

FINE.







Angolo Autrice:

Bene, dopo un anno e forse anche di più ho deciso di aggiornare la storia e mettere il finale. Ho riscritto 10 volte in tutto questo arco di tempo in cui non ho aggiornato questo capitolo, ma una volta non mi piaceva come veniva scritto, una volta non riuscivo a concluderlo come volevo e una volta semplicemente io non avevo voglia di impostarlo in un modo perché non risultava efficace come volevo che fosse. Ho immaginato mille volte questo finale ed era lo stesso finale che avevo in mente fin da quando ho iniziato la storia. Non ho apportato alcun finale alternativo alla storia da quando l'ho cominciata. Mi dispiace molto per questo finale così triste e malinconico, ma questa era la mia idea dal principio. Quando l'ho iniziata volevo avesse questa fine perché questa storia per il 90% è malinconica ed è anche ricondotta ad un mio periodo in cui ho vissuto tutto un po' più malinconico e angosciante del solito o comunque ho visto tutto con un'ottica più triste del solito. Ma mi sono ripresa subito. Tranne quando scrivevo questa storia, continuavo a scriverla con questa ottica e così volevo che fosse, senza apportare modifiche alcune. Ha tutto un senso quello che ho scritto. Questo è l'ultimo capitolo, ma potrei forse mettere un capitolo 'to be continued' o magari lasciarla così per sempre. Non lo so onestamente. Non voglio rovinare un finale così con un finale alternativo. Quindi magari lascio a voi le considerazione finali o per improvvisare un cosa potrebbe succedere dopo o per lasciarla definitivamente come storia conclusa così tale e quale a come l'ho conclusa io, in modo triste e sconsolato.
Ringrazio tutti voi, tutti voi che avete seguito la mia storia e mi avete scritto che vi piaceva o cosa ne pensavate e anche che vi eravate affezionati ad alcuni personaggi.
Un grandissimo grazie a tutti e ci vediamo prossimamente con qualche nuova storia o col nuovo aggiornamento dell'altra storia sui 5Sos.
Come sempre vi auguro buona lettura anche se è il capitolo finale.
(Mi sono ispirata ad The O.C per la scena della morte di Jasmine, anche se in modo un po' meno critico e drammatico).
Vanex23.
  
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