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Autore: Serenelyinsane    29/11/2017    0 recensioni
"Sento l'eco della tua voce nella mia testa. Mi passi davanti. Fremo. Rifletto su quanto frustrante sia il sapere che più mi sei vicino, più sei lontano."
[...]
"Seduto. Concentrato. Muovi lo sguardo, cerchi qualcosa che non trovi. Vorrei trovarlo. Ti vedo parlare da fuori, le tue labbra si muovono, una barriera trasparente ci separa, o forse è molto di più. Non distinguo una parola. Mi concentro sulla bocca. Ti bacerei. Ho bisogno di un tuo abbraccio."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In piedi. La tua figura illuminata da guizzi flebili luci, che mettono in risalto il tuo volto serio.
Scatti. Gli occhi lividi, puntati sull’obiettivo. La determinazione scintilla. L'errore. La frustrazione in una smorfia. Ancora e ancora, riprovi.
La tua voce sbuffa. Ti guardo e dissimulo un sorrido.
I tuoi movimenti sinuosi e spontanei, espressione della danza silenziosa dei fiori guidati dal vento. Sguardo fisso. Concentrazione. I muscoli tesi. Il sudore cola, lo asciughi con un gesto secco, semicircolare. La maglia si alza e mostra l'addome scolpito. E ancora gli occhi che bruciano.
Cammini, il tuo corpo incarna l'armonia e la pace dello sguardo. Sorridi. Un brivido. Lo sguardo si inchioda. Le mani sui fianchi. Vorrei baciarti. Il tuo tono sarcastico.
Penso a quanto adori prendere in giro... e quanto adori farlo io. Seduto. Mento appoggiato sulle ginocchia. Braccia abbracciano le gambe. Rifletti. Sguardo concentrato. Fili argentei si diramano appena sopra le orecchie e sovrastano i capelli castani. Risaltano sotto i neon. La tua voce decisa, ma dolce, ma distante.
Ti ascolterei per ore, ascolterei i tuoi consigli, ascolterei le tue battute, la tua risata. Ti muovi per la palestra, passo dopo passo, lentamente. I muscoli si tendono, si rilassano, si tendono ancora. I capelli scomposti. Sei così bello. Inspiri. Slanci. Atterri. Sospiri. Ti volti.
Le vene in rilievo, sfumature bluastre ricamate sulla pelle chiara. I pantaloni neri scolpiscono le gambe. Mi piacciono, vorrei rubarteli. Vorrei avere qualcosa di tuo, per sentirmi inconsciamente più vicina a te. Afferri una bottiglia, bevi, la testa va indietro, il collo si tende, le spalle più definite.
Sento l'eco della tua voce nella mia testa. Mi passi davanti. Fremo. Rifletto su quanto frustrante sia il sapere che più mi sei vicino, più sei lontano. Urli. Poi ridi.
Le braccia incrociate. Vorrei abbracciarti. Ti aggiri tra i ragazzi, un’espressione inquisitoria palesemente falsa che sfiora il tenero e tende al ridicolo.
Il colore del tatami si confonde con la tua maglietta. Ti sta davvero bene il verde. Vorrei dirtelo. Esclami.
La tua voce si fa più acuta. Mi viene da ridere. Ti osservo mentre osservi. Mi concentro sul tuo sguardo concentrato. La voce si alza, più profonda. Sei un grande motivatore. È così che mi sono innamorata di te. Le braccia dietro la schiena, una mano avvolge l’altra.
Osservo i tuoi passi muti, scivolano. C'è chi si arrende alla fatica. Ti arrabbi. Non si deve arrendere nessuno. Dobbiamo essere forti. Vorrei essere forte.
Sei arrabbiato. Lo sguardo serio, corrugato, vecchio, ci leggo preoccupazione. Timore. Cosa è meglio fare? Cosa meglio dire? Vuoi aiutare. Non vuoi perdere. Non vuoi arrenderti. L’illusione della fatica non vale l’insuccesso. Braccia sui fianchi.
Ho capito. Le braccia sui fianchi sono preoccupate, connubio in equilibrio con l’espressione rigida e accigliata. L'aria di sfida brilla per un momento. Mani dietro la schiena.
Le mani dietro la schiena sono curiose. La testa lievemente inclinata verso destra. Lo noto solo ora, i lacci delle tue scarpe sono diversi. Sguardo serio e voce decisa. Quella delle spiegazioni. Ti sollevi una manica e scopri il braccio destro. Mostri i muscoli. Che sfacciato. Ora sorridi.
Braccia davanti, una mano si stringe il polso. Mano destra che stringe il polso sinistro sono contrariati.
La distanza si accorcia, molto contrariato. Occhi negli occhi, vuoi che lui capisca. Ti sta a cuore ogni cuore, ogni corpo, ogni movimento. Perché non capiscono? Perché vogliono farsi male? Le mani sfregano sulle braccia. Gesto involontario. La bocca semi aperta.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma sarà occasione per farlo più avanti. Trattieni le parole, o semplicemente non ne hai più. Una mano dietro la nuca.
Ti poggi contro il muro. Quando osservi ti appoggi da qualche parte. Come se il riposo di una parte del corpo agevoli la concentrazione. Appeso. I muscoli delle braccia tesi, ancora. Le spalle si allargano. Le percorrerei con le dita. Ti muovi, ruoti.
I passi sinuosi. Sembri un girasole... così naturale. Pausa.
Sguardo acceso, lieve sorriso, sentori di una nuova sfida. Hai trovato qualcosa da fare, qualcos'altro da dimostrare a te stesso.
 
Seduto. Concentrato. Muovi lo sguardo, cerchi qualcosa che non trovi. Vorrei trovarlo. Ti vedo parlare da fuori, le tue labbra si muovono, una barriera trasparente ci separa, o forse è molto di più. Non distinguo una parola. Mi concentro sulla bocca. Ti bacerei. Ho bisogno di un tuo abbraccio.
Ti metti la felpa, unico movimento. Delicato. Vorrei rubartela.
Ti gratti il mento mentre guardi il telefono. Parli a voce bassa. So che hai tanti pensieri. So di non esserci. So che ci sei. Stai meglio con la felpa addosso. Allacciata fin su. Vien voglia di scoprire cosa c’è sotto. Metafora azzeccata di te.
Abbracci. Vorrei essere al suo posto in quell'abbraccio.
Vorrei abbracciarti. Vorrei ne sentissi il bisogno, di quell’abbraccio, di me. 
   
 
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